mercoledì 31 luglio 2019

Hokey con due omini per squadra



Ice Hokey - 1981 - Versione Atari 2600


Ho tanti bei ricordi legati ad Ice Hokey. Il mio vicino di casa comprò questa cassetta (lui era ricco e ne comprava tante), e quindi ebbi la fortuna di giocarci per parecchi giorni, trovandolo molto bello in doppio (quando ci sfidavamo lui ed io) e divertendomi, almeno per qualche ora, anche giocandoci in singolo. Manovrare gli omini era semplice e immediato, dare colpi di mazza all'avversario fino a mandarlo a gambe all'aria era una trovata divertente e originale, la grafica pulita e la dinamica del puck facevano il resto.



Per questo motivo Ice Hokey è da molti riconosciuto come il titolo sportivo migliore per il piccolo Atari VCS. Io sinceramente non me lo sarei comprato in ogni caso, perché non amo, in generale, i titoli sportivi, meno che meno quelli dove l'unico scopo è fare una partita. Infatti, al di là di tutto, questo Ice Hokey è davvero elementarissimo e in pochissimo tempo dava tutto quello che poteva dare già ad un giocatore dell'epoca, figuriamoci ad uno moderno!
Solo per affezionati e nostalgici.


lunedì 29 luglio 2019

Chi (non) ha spogliato Samantha Fox?



Samantha Fox Strip Poker - 1986 - Versione Commodre 64


Ti meraviglieresti se ti dicessi che questo modestissimo gioco riuscì, in pochissimo tempo, ad entrare praticamente nelle case di tutti i possessori di Commodore 64 di mia conoscenza? Del resto negli anni '80 Samantha Fox era una star di fama internazionale, non tanto per le sue (scarse) capacità canore, quanto per il generoso davanzale che ci sventolava in faccia in tutti i suoi video musicali!



E così, la possibilità di spogliarla e vedere finalmente senza veli tanto ben di Dio, ci portò bene o male tutti quanti, a volere una copia di questa "piccante" versione di poker per il nostro amato home computer. Non so quante copie originali furono vendute, tra C64 e Spectrum, ma certamente ne furono piratate a milioni!
Il pezzo forte del gioco non è quindi l'intelligenza dell'avversario computerizzato, che è comunque più che decente (probabilmente la Fox non saprebbe fare di meglio), e che è possibile battere facilmente con un po' di pazienza e attuando un gioco non troppo aggressivo. Quello che ha motivato milioni di allupati giocatori era ovviamente la possibilità di vedere la pettoruta cantante spogliarsi in una serie di immagini digitalizzate. Poco importa se le immagini fossero in bianco e nero e in una risoluzione infima: eravamo abituati, negli anni '80, ad impiegare la fantasia, pertanto le immagini ci sembravano anche fin troppo belle per essere vere!




Cosa resta oggi di tutto questo? Nulla ovviamente. Tutto cièò che c'è da vedere è a corredo di questo articolo: le immagini fanno oggettivamente pena e di giochi che simulino il poker ce n'è a milioni, e molto più belli di questo. E se volete vedere, in modo decente, come era Samantha Fox senza reggiseno, basta semplicemente andare su google, no?



venerdì 26 luglio 2019

Esplorazione, precisione e divertimento: Rock'n'Roll



Rock'n'Roll - 1989 - Versione Amiga


Mi è difficile catalogare questo gioco all'interno di un genere ben preciso. Posso dire che essenzialmente si tratta di un gioco di labirinti, in cui si deve far rotolare una pallina attraverso numerosi livelli strutturati, appunto, come dei grossi labirinti, spingendola dal punto di inizio fino al buco finale, che è come ovvio situato nella zona più inaccessibile del livello. Questo titolo è quindi concettualmente una versione elettronica di quel giochino spesso presente sui tappi dei tubetti delle bolle di sapone, probabilmente te li ricordi: dei semplici labirinti che andavano inclinati per poter far rotolare la pallina nel buco.



Naturalmente il percorso non è così lineare, anzi è molto complesso, ricco di lucchetti da aprire e leve da far scattare, buchi da riempire, muri da far esplodere e via dicendo. A remarci contro sono essenzialmente la possibilità di morire cadendo (i livelli sono sospesi nel vuoto, e spesso mancano barriere per impedire la caduta) o terminando l'energia, che si consuma ogni volta che si entra in contatto con barriere energetiche o esplosioni. Solo di tanto in tanto vi sono dei livelli in cui c'è anche un tempo limite da rispettare.



L'idea è tutta qua, ma l'esecuzione è eccellente. I labirinti sono tutti molto interessanti e ben congegnati, con passaggi difficili in cui è richiesta una precisione millimetrica (ricorda che la pallina rotola con una certa inerzia, quindi va dosato ogni minimo movimento), a altri in cui bisogna capire come tappare buchi, o quale sia l'ordine in cui usare le chiavi per aprire i lucchetti. Non mancano trappole e punti ghiacciati (dove l'inerzia è esasperata), salitine, discese, ventole e magneti che deviano le traiettorie, pavimenti che si sgretolano al passaggio e, per finire, esistono anche delle monete disseminate per i labirinti da spendere per comprare potenziamenti (bombe, tappabuchi, chiodi antiscivolo ecc), che quindi sono presenti in maniera limitata lungo il percorso.


Tutto questo rende il gioco estremamente divertente, grazie ad una difficoltà mai proibitiva, e ad un sistema di scorciatoie che ti permette (una volta scoperto come) ad esempio di saltare dal primo direttamente al ventiquattresimo livello, in modo da non dover ricominciare tutto il gioco dall'inizio e poter affrontare direttamente i livelli avanzati. Inoltre il gioco è realizzato splendidamente, con una grafica colorata e quasi sempre molto leggibile, e con un comparto sonoro di eccellenza, sia per gli effetti sonori che sono sempre azzeccati e piacevoli, sia per le numerose musiche di sottofondo, alcune delle quali bellissime (altre invece un po' stucchevoli).



Questi brani tradiscono una matrice commodoresessantaquattrista piuttosto evidente, essendo stati originariamente sviluppati su questa macchina, ma rendono benissimo anche nella loro trasposizione su Amiga. Se a tal proposito volete ascoltare il mio remix del tema dell'Hi-Score cliccate qui:




Ho giocato a Rock'n'Roll tantissimo, finché non ho terminato ognuno dei 32 livelli, oltre a quelli segreti, e devo dire che pur non rientrando nelle mie tipologie di gioco preferite, mi ha regalato ore di spensierato divertimento, come mi è capitato con pochi titoli per Amiga.
Rock'n'Roll è uno dei titoli migliori per questa macchina, per varietà e divertimento, e non posso che consigliarlo a tutti, oggi come trent'anni fa.


martedì 23 luglio 2019

Buggy Boy tra i migliori giochi di corse su c64



Buggy Boy - 1987 - Versione Commodore64


Non posso confrontare questa versione del famoso gioco di corse con la sua controparte arcade, in quanto non ho mai avuto la fortuna di vedere un cabinato di Buggy Boy in vita mia! Al di là dell'effettivo degrado grafico, e in particolare l'evidente rimpicciolimento della macchinina, non ho quindi idea se il gioco abbia perso altro, in termini di giocabilità e divertimento.



Certo è che ricordo Buggy Boy come uno degli ultimi titoli con cui mi sono sollazzato col C64 prima di passare all'Amiga, e per quanto fosse e resti tutt'ora un titolo notevole, agli occhi di chi, come me, ormai pregustava un futuro su Amiga, sembrava poca cosa.



Peccato perché il gioco è divertente e fluido, rappresenta una buona sfida (anche troppo) e non è quasi mai troppo frustrante, una volta presa la mano, imparati un po' i circuiti, e capito cosa fare o non fare.



I circuiti non sono eccezionalmente vari, ma presentano più di una caratteristica interessante, di tanto in tanto, come laghi, tunnel e curve paraboliche. Gli oggetti sulla pista aiutano ad accumulare tempo limite, oltre che a creare dei semplici ostacoli, ed è presente qualche bonus qua e là. Il tutto è confezionato con cura e pulizia, pur se l'impianto sonoro non sia dei migliori.


Al netto di tutto trovo il gioco delizioso, pur nella sua semplicità e nella sua - a volte - ostica fisica dei rimbalzi. Probabilmente siamo di fronte al miglior gioco di guida arcade per C64, se non altro per immediatezza e varietà. Una partitina la merita ancora.


lunedì 22 luglio 2019

Let me be you Lady Bug....



Lady Bug - 1981 - Versione Arcade


Lady Bug è una semplice rivisitazione del classico Pac Man, con la differenza che il layout dell'unica schermata di gioco può essere modificato dal passaggio del nostro protagonista (una simpatica coccinella), che è in grado di spingere determinate porzioni di muro facendole ruotare come se fossero delle porte girevoli. Tutto questo serve per mettere in difficoltà gli inseguitori, letali e decisamente più veloci di noi, nel mentre si cerca di raccogliere tutti i punti.



Graficamente Lady Bug è sotto certi aspetti anche più povero di Pac Man, con colori meno sgargianti e con i nemici caratterizzati piuttosto male e molto meno carismatici dei classici fantasmini. Insomma, sono degli insetti schifosi! Ma nonostante questo ho giocato a Lady Bug alla morte, quando ero un bambino di 10 anni. Il motivo è presto detto: durante il gioco si possono collezionare delle lettere colorate, esattamente come capitava anche in Bubble Bobble, per formare le scritte EXTRA (e vincere una vita) e SPECIAL, col quale si vinceva addirittura una partita. Da buon genovese mi impuntai e divenni abbastanza bravo da vincere sempre almeno un credito a partita, nonostante le lettere non venissero regalate con abbondanza, e nonostante queste lettere dovessero anche essere raccolte nell'istante preciso in cui il colore corrispondeva al rosso: insomma non era una cosa facilissima, ma divenni così bravo da poter giocare, con 200 lire, anche tutto un pomeriggio. Naturalmente dopo un'oretta mi stufavo perché, diciamolo, il gioco era abbastanza una fetecchia, ma questa sfida di "fregare la macchina" e giocare ad oltranza mi aveva troppo appassionato!
Oggi che questa sfida non ha più alcun senso, cosa resta di Lady Bug? Un gioco abbastanza noioso e troppo basico per poter interessare ancora a qualcuno, purtroppo.

venerdì 19 luglio 2019

Un mezzo artico di Lego



Set 42038 - anno 2015 (pezzi 913)


Questo set è piuttosto classico nella usa impostazione Technic "moderna" (quella fatta di perni e listelli). Praticamente abbiamo una versione "artica", cioè su cingoli, del classico camioncino con cassone ribaltabile e gru per il carico. E come sempre è possibile sterzare (in questo caso a girare saranno i cingoli anteriori), alzare e abbassare la gru, tirare la puleggia e ribaltare il cassone.




L'oggetto in se è fatto bene, ricorda molto da vicino le controparti reali, e la presenza di ben quattro cingoli, per me, è una vera figata!
La costruzione non mi ha però affatto divertito, vuoi per la ripetitività dell'assemblaggio delle quattro zampe cingolate (tutte uguali), vuoi anche per la solita astrusa architettura con cui si costruisce lo scheletro del mezzo. Nulla che ti venga voglia di modificare o ampliare, insomma.



L'oggetto è, al solito, molto solido e leggero, e come ho già detto la resa è perfetta. Purtroppo la leggerezza impedisce ai cingoli di rotolare, a meno che non si faccia andare il mezzo su un tappeto o altra superficie un po' ruvida.
In definitiva un bel set, ma solo se piace il genere. Non lo consiglierei per più di 50 euro, però. 

Valutazione 7.5/10

Prezzo nuovo eur 110



martedì 16 luglio 2019

A caccia di gremlin!



Gremlins (the adventure) - 1985 - Versione Commodore 64


Gremlins è una delle mie avventure testuali preferite di sempre, un gioco che mi appassionò al punto da restarci attaccato per nottate intere nel lontano 1985, nella vana speranza di giungere a vederne la fine. Malgrado questo sono effettivamente riuscito a terminarlo per la prima volta solo una quindicina d'anni fa, grazie ad una soluzione trovata in rete, per altro! Se quindi pensi che il gioco non fosse semplice... beh, hai proprio ragione! Tuttavia non è nemmeno un'avventura così difficile, a ben vedere. Ma andiamo con ordine.



Come ogni buona avventura testuale, la prima cosa da testare e giudicare è il parser, cioè l'interfaccia testuale. Essendo questo Gremlins un prodotto della Adventure International, nota anche per i vari Questprobe di Scott Adams (ma non solo), il timore che puoi avere di primo acchito è che il parser sia scarso e poco evoluto, visto che il sistema sviluppato da questa software house ha sempre fatto abbastanza pena. In realtà non è proprio così, perché se è pur vero che le avventure Infocom e Magnetic Scroll sono letteralmente su un altro pianeta, dal punto di vista dell'interfaccia uomo/macchina, Gremlins tutto sommato se la cava: il parser fa il suo dovere, con un vocabolario discreto con cui raramente si creano delle incomprensioni (siamo comunque nel regno del semplicistico "verbo+oggetto", cosa che a me tuttavia non è mai veramente dispiaciuta).



La prosa molto asciutta, per non dire essenziale, aiuta in tal senso a non perdersi in azioni inutili o astruse, facendo sì che il gioco non sia mai troppo difficile, per lo meno nell'interazione con la macchina. Tra l'altro c'è da dire che quello che non fa la prosa, così tristemente risicata in questo gioco, per fortuna lo fa la grafica, che è davvero bella (per l'epoca), varia e pure divertente, arricchita con animazioni semplici ma efficaci. Grazie a queste immagini, una per ogni location del gioco, lo spirito e l'atmosfera (che è natalizia, e quindi magnifica!) del film sono splendidamente riprodotti durante lo svolgimento dell'avventura. Da questo punto di vista è davvero incredibile il lavoro svolto dagli sviluppatori, che a mio modestissimo parere hanno creato una delle avventure più di atmosfera di tutti i tempi.



Le non troppo numerose location presenti nel gioco, e la semplicissima trama da seguire (che è fondamentalmente uccidere tutti i gremlin senza farsi sopraffare) contribuiscono a rendere il gioco, per lo meno a livello concettuale, non troppo complicato da terminare. Purtroppo però, come detto, non è così. All'inizio si fanno abbastanza facilmente dei progressi, e partita dopo partita si inizia ad uccidere qualche mostro, a evitare qualche morte, e a trovare o ottenere qualche oggetto in più (la gestione dell'inventario è abbastanza punitiva però). Purtroppo però, per come il gioco è strutturato, si ha sempre una sorta di conto alla rovescia, incombente come una fastidiosa "spada di Damocle" sulla testa, finito il quale arrivano i gremlin in gruppo a farti il culo. Anche quando si scopre un modo per rimandare la morte, creando qualche distrazione più o meno efficace, questa non fa che rimandare il conto alla rovescia di una ventina di mosse, e poi si torna al punto di partenza.



E' necessario quindi in un certo senso schedulare bene i movimenti per essere in grado di fronteggiare di volta in volta l'emergenza nel modo più efficace possibile, cioè senza farsi sorprendere ad esempio in un luogo troppo lontano per poter correre ai ripari. Personalmente non ho mai digerito questa cosa, mi piace infatti provare millemila verbi in un posto senza dover stare costantemente a ricaricare perché terminano le mosse.



Ma il vero colpo di grazia è l'enigma finale, quello che ti permette di sbarazzarti di tutti (o quasi...) i mostriciattoli in un colpo solo. In non sono mai riuscito ad attuarlo, e anche se ci sono arrivato vicino l'ho sempre realizzato male, cioè mi infilavo puntualmente e inconsapevolmente in cul-de-sac. Non sono quindi mai riuscito ad arrivare alla svolta finale se non, per l'appunto, leggendo una soluzione.
Al netto di tutto questo penso che Gremlins sia una delle più belle avventure dell'era C64, e non solo perché sia tratta da un gran bel film. Personalmente sono molto legato a questo gioco, l'ho amato alla follia pur non riuscendo mai a venirci a capo. Non so se consigliarti di giocarci a fondo, ma magari giusto un giretto potrebbe valere la pena farcelo.




domenica 14 luglio 2019

Simon vuole diventare un mago



Simon the sorcerer - 1993 - Versione Pc VGA


In un periodo in cui le avventure grafiche spopolavano, non ci volle molto perché arrivasse sui nostri schermi qualcosa in grado di rivaleggiare con Monkey Island. Simon the Sorcerer è a tutti gli effetti la risposta Fantasy al mondo piratesco di Monkey Island, così come il buon Simon altri non è che un perfetto idiota quale il nostro amato Guybrush, con la differenza che quest'ultimo voleva diventare un pirata, mentre Simon vuole diventare un mago. 



Lo svolgimento dei due giochi è molto simile, in un tripudio di dialoghi assurdi e demenziali, intervallati da non troppo avvincenti fasi di esplorazione nelle quali si deve cercare di risolvere enigmi, quasi sempre finalizzati al recupero di oggetti richiesti da questo o quell'altro personaggio non giocante.



Uno dei più grandi problemi di questo gioco, a mio parere, risiede proorio nella sua natura di mera caccia al tesoro, in quanto lo svolgimento dell'avventura predilige maggiormente l'interazione con gli strani personaggi che popolano il gioco, piuttosto che intrattenerci con il dipanarsi di una trama un minimo avvincente. Anche l'esplorazione degli ambienti non ha nulla di particolarmente memorabile o evocativo, perché se è vero che la grafica dei fondali è disegnata meravigliosamente, manca quasi sempre di quel quid che ti spinge a pensare "cavoli sembra davvero di essere lì", come invece mi è capitato spesso di pensare in anche  di fronte a giochi graficamente più semplici. 



Che i dialoghi siano la cosa più importante del gioco lo so capisce fin dall'inizio, visto che le prime fasi di questa avventura ci proporranno almeno un'ora in cui ci si limiterà a raccogliere oggetti e a parlare con gli abitanti di questo mondo Fantasy (o anche solo ad ascoltare quello che hanno da dirsi tra loro), senza praticamente risolvere nemmeno mezzo enigma. 



Insomma, una partenza lenta per chi preferisce usare la materia grigia, piuttosto che restare fermo a leggere buffi scambi di battute tra soggetti, diciamolo, a volte forzatamente caratterizzati solo come degli idioti ma con pochissimo spessore narrativo.



Ci sono ovviamente le debite eccezioni, alcuni personaggi e alcuni dialoghi sono memorabili (l'abitante della palude e i due demoni,  su tutti), ma diciamo che una buona parte di comprimari potevano essere rimossi dal gioco, aggiungendo magari qualche risvolto in più nella trama o qualche fase di mistero.



Dove questa produzione brilla invece è nel comparto delle animazioni: un lavoro eccellente, ricchissimo di particolari e cosine tanto inutili quanto assolutamente spassose. Solo per questo il gioco vale il prezzo del biglietto, surclassando la maggior parte delle avventure grafiche uscite nello solo in quel periodo, ma anche successivamente.



Tecnicamente il gioco è programmato bene, con una classica interfaccia in stile SCUMM piuttosto agile anche se perfezionabile. La presenza di una mappa in-game che permette di raggiungere istantaneamente i punti chiave del mondo del gioco è una buona trovata, che però mette in risalto un altro degli aspetti poco felici di questo gioco, cioè il fatto che quasi tutte le location di Simon the Sorcerer sono interconnesse in un unico grosso ambiente, quando invece altri giochi ci insegnano che la presenza di diverse fasi di gioco, ognuna con la sua mappa, rendono l'esperienza finale più appagante è memorabile (è un modo di esplicitare il noto tema del "viaggio").



Il sonoro, infine, è dignitoso, essendo ricco di temi caratteristici e mai invasivi, supportati da sporadici ma azzeccati effetti sonori campionati. Anche da questo punto di vista il gioco mi ha pienamente convinto.
In definita Simon the Sorcerer è un ottimo gioco, tecnicamente splendido, ma che pecca non poco nel ritmo, troppo incentrato sui dialoghi, e nell'impianto narrativo, quasi nullo. E se è vero che gli enigmi sono a volte ben congegnati, troppo spesso manca quel carattere di scoperta e meraviglia che ho ritrovato ad esempio in quasi tutti i titoli Lucas.



venerdì 12 luglio 2019

Falcon Partol, solo nostalgia



Falcon Patrol - 1983 - Versione Commodore 64


Altro gioco storico dal valore sentimentale immenso, questo Falcon Patrol ha rappresentato per molti utenti del buon C64, "quasi" della prima ora come me, uno dei primissimi giochi caricati e giocati sulla fantastica macchina della Commodore. Se per l'epoca poteva sembrare un bel gioco (ricorda sempre che la generazione di console dei primissimi anni 80 aveva una resa grafica e sonora enormemente inferiore a quanto nelle possibilità del C64), nella realtà si tratta di uno dei titoli più tristemente poveri, sia dal punto di vista tecnico che nel gameplay, mai apparsi sull'amato biscottone.



Personalmente ho sempre odiato questo giochino (che in buona sostanza è una specie di Defender ambientato nel Medio Oriente) per la bruttezza e la monotonia del fondale e degli sprite degli aerei coinvolti nella battaglia, ma soprattutto lo trovo stucchevole per la lentezza della fase di rifornimento, obbligatoria non solo quando il carburante a bordo dell'aeroplanino inizia a scarseggiare, ma che purtroppo ti tocca sorbirti anche prima di iniziare a giocare, ad ogni vita persa: una perdita di 10 secondi di tempo inutile e che spezzetta il gioco.
Se aggiungi che il gioco è difficile da padroneggiare e che, in buona sostanza, è una battaglia sempre uguale e senza scopo (se non battere il proprio record), abbiamo veramente un titolo che andrebbe solo caricato, provato 10 minuti, e dimenticato in fretta.
Al di là dell'aspetto nostalgico e storico, oggi Falcon Patrol vale veramente poco.


giovedì 11 luglio 2019

263: più vintage di così!




Set 263 - anno 1974 (174 pezzi)



Set vintage che più vintage non si può: pubblicato 45 anni fa questa costruzione si avvicina moltissimo al concetto della "casa delle bambole", rappresentando una cucina con tutti i suoi mobili ed elettrodomestici, e in un cassetto ci sono anche piatti e bicchieri per apparecchiare tavola, rendendo il tutto tipicamente un gioco femmine.
A suffragio di questa tesi, i due omettini presenti sono grossi, con la testa da bambola e le braccia snodabili... decisamente molto particolari e, secondo me, anche alquanto rari. Rappresentano una mamma con una bambina. Il tutto è molto colorato e nei limiti dell'epoca anche piuttosto curato. L'unica cosa che non mi è piaciuta è la grossa quantità di superfici lisce per cui tavolo e sedie sono liberi e non ancorati al suolo; così come i piatti sul tavolo.

Valutazione boh


Prezzo nuovo non esiste. Usato sui 30 euro.

martedì 9 luglio 2019

L'orribile Pac Man dell'Atari di 2600





Pac Man -  1981 - Versione Atari 2600



Questa versione di Pac Man è davvero brutta, non c'è molto da discutere. Graficamente non c'entra nulla con l'originale, ad iniziare dagli sfondo blu e le pareti del labirinto marroni. Il layout del labirinto non ha nulla a che fare con quello del gioco da bar, e persino i puntini sono (inspiegabilmente) delle barrette. Sorvoliamo sulla rappresentazione del Pac Man e sull'orrido sonoro, altrimenti mi deprimo del tutto. L'unico elemento un po' simile al gioco originale è la rappresentazione dei fantasmini, che però sono tutti dello stesso colore e, quel che è  peggio, sfarfallano da far paura.


Pac Man si lascia giocare, ma è tutto molto più lento di quanto ci si aspetterebbe, per cui l'azione è anche abbastanza poco divertente, mancando della frenesia tipica del titolo arcade.
Ciononostante sono affezionato a questa cartuccia, in quanto fu il primissimo gioco per 2600 a cui giocai: ero ospite del mio vicino di casa nella sua casa in campagna, e dopo aver giocato con cavalli, polli e conigli, passammo il pomeriggio in cascina a giocare con questa nuova fantastica console che gli avevano regalato per la promozione, e come cartuccia a corredo aveva solo solo questa mezza fetecchia. Benché il gioco faccia oggettivamente cagare, me ne innamorai, e da lì nacque la mia passione per le console casalinghe.
Pertanto devo dire grazie a Pac Man, all'Atari e al mio vicino, benché questo gioco sia oggettivamente una conversione pessima di un titolo da sala giochi già di per sé semplice, ma che in confronto a quanto ci viene proposto dal VCS sembra venire da un altro pianeta.

domenica 7 luglio 2019

Le notti di Dylan Dog




Dylan Dog: le notti della luna piena - 1988 - versione Commodore 64




Non so te, ma io credo di aver letto almeno i primi 100 numeri di Dylan Dog, un fumetto strapieno di citazioni (se non di veri e propri plagi) pescate un po' da tutto l'immaginario horror e non solo del '900. Anche se non ne sono mai andato pazzo, devo dire che era comunque divertente da leggere, se non altro per il gusto di cogliere queste citazioni e contestualizzarle.



Visto il successo ottenuto dal fumetto, furono prodotti molti videogiochi su Dylan Dog, il primo dei quali era questo Le Notti Della Luna Piena che ti vado ad illustrare. 
Il gioco è strutturato come un libro game, con scelte multiple attraverso le quali progredire nella storia. Raramente le scelte sono più di 2 alla volta, è quasi sempre ad una scelta sbagliata corrisponde morte certa. Altre volte invece scegliere una strada al posto dell'altra porta ad acquisire oggetti importanti per la risoluzione del gioco.



Anche se la trama è piuttosto banale, e non si sviluppa certamente in modo particolarmente elaborato, il titolo si lascia giocare molto bene soprattutto grazie ad una realizzazione grafica elegante e pulita, con illustrazioni molto ben fatte e intellegibili, e con testi essenziali ma efficaci. Ricordo che rimasi affascinato da questa impostazione fin dalla prima schermata che vidi sulle pagine di Commodore Computer Club.



Il vero limite di questo gioco è nella sua durata. Infatti il titolo è veramente troppo breve: con la soluzione in mano lo si conclude in pochi minuti, ma anche senza sapere nulla, visto che l'esplorazione del mondo in realtà la si completa nel giro di pochissime partite, arrivare in fondo è una questione di un'oretta di gioco, forse anche meno.


Ciò non toglie che Dylan Dog le Notti della Luna Piena sia un gioco valido, divertente e anche piuttosto avvincente. Un plauso particolare va alla realizzazione grafica veramente pulita e stiloso, impreziosita da un commento sonoro povero ma d'atmosfera, con tuoni e ululati, e un malinconico Chiaro di Luna quando si muore.