martedì 28 febbraio 2023

Thimbleweed Park

 


Thimbleweed Park - 2017 - Versione Android

Ammetto che le avventure grafiche non siano mai state il mio genere preferito e se è vero che con alcune di esse mi sono divertito tantissimo (Monkey Island, Day of the Tentacle, Indy, Broken Sword ecc) con tante altre mi sono annoiato abbastanza in fretta. Tuttavia questo Thimebleweed Park mi ha davvero spiazzato.



Le premesse erano tutte magnifiche, ad iniziare dall'autore del gioco che è un-nome-una-garanzia, passando per la grafica in stile "bei vecchi tempi", e vi è l'umorismo, la parodia, l'eccellente interfaccia nella sua versione per telefonino eccetera eccetera. Eppure mi sono rotto veramente la scatole e non mi è mai capitato per un momento di aver voglia di andare avanti per vedere cosa sarebbe successo. Lo ripeto: MAI!



Inizio col dire che la cittadina dove è ambientato il gioco è noiosissima, piatta e triste. Cioè, sarebbe più divertente camminare di notte per la periferia di Voghera che girovagare per queste ambientazioni. I personaggi che si incontrano invece  hanno tutto tranne che una caratterizzazione memorabile e per la maggior parte sono personaggi fastidiosi, che ripetono come pappagalli i loro stupidi tormentoni. Alcune volte fanno sorridere, ma in generale, secondo me, non ci siamo.



E poi che senso ha far giocare dei flashback? Il bello delle avventure è che non sai dove ti condurrà il percorso che stai seguendo. Vivere dei flashback è l'anti-avventura per antonomasia! Insomma, non ho portato a termine questo gioco, l'ho trascinato per mesi ma proprio non mi ha conquistato. Magari è colpa mai, ma un gioco così non lo consiglierei a nessuno.



venerdì 24 febbraio 2023

Warhammer 40,000: Inquisitor – Martyr


Warhammer 40,000: Inquisitor – Martyr - 2018 - Versione Playstation 5

Dopo aver giocato, divertendomi, a Warhammer Chaosbane ho voluto provare anche un altro titolo dedicato al mondo di Warhammer, questo Inquisitor-Matrtyr, che non è ambientato in un mondo medievaleggiante ma in un periodo futuristico in cui l'umanità vaga per lo spazio. Anche se la tipologia di gioco è pressoché la stessa (si parla sempre e comunque di un gioco alla Diablo) il risultato è però ben diverso.



In questo gioco il punto di vista della telecamera può essere roteato ma il risultato è tecnicamente molto scarso, con una grafica un po' traballante, poco definita e molto molto ripetitiva. Anche se ci sono diversi tipi di ambientazioni, questi sono quasi tutti uguali tra loro e la sensazione di macinare missioni tutte uguale si fa strada dopo pochissimo. Insomma non c'è spazio per l'esplorazione, in questo gioco si va solo avanti stanza per stanza  (stanze tutte uguali) ad ammazzare mostri e si ripete questo loop quasi all'infinito.



Di solito in questo genere di giochi il ritrovamento di ghiotti bottini fa da contraltare alla poca varietà degli scenari, regalandoci l'esaltazione di poter potenziare il proprio personaggio in modo progressivo, se non addirittura esponenziale (come accade in Chaosbane): ebbene qui abbiamo tanti bei loot di vario genere e rarità, potenziabili in tanti modi, a cui si possono anche cambiare le abilità, ma alla fine della fiera non si nota alcuna differenza tangibile ricorrendo a tutte queste meccaniche, per cui nella stragrande quantità dei casi ti limiti solo a tenere ed equipaggiare oggetti più alti di livello mano a mano che li trovi. Questo basta per farti sopravvivere ed andare avanti senza perdere ore in un menù confusionario a cercare oggetti con abilità migliori di altri.



Ammetto di aver deciso di mollare il gioco già da diverse ore, ma poi mi ritrovo sempre a caricarlo per fare un paio di missioni. Questo vuol dire che tutto sommato il gioco fa il suo dovere, ma credo che più che altro ne percepisco il potenziale, una promessa che spero sempre sbocci prima o poi in qualcosa di veramente appagante, che me che purtroppo continuo a trovare inespresso. Per cui ora mi faccio forza e disinstallo il gioco.



Insomma Warhammer 40,000: Inquisitor – Martyr  avrebbe tante cose da dire, ma finisce per dire sempre la stessa, e non la dice nemmeno tanto bene, per cui l'ho trovato mio malgrado deludente. Ci sono tanti altri giochi simili molto più interessanti per ambientazione, meccaniche e - non ultimo - grado di esplorazione, per cui posso consigliarti solo di provarlo perché magari potrebbe fare al caso tuo, ma molto probabilmente finirai per annoiarti.



mercoledì 22 febbraio 2023

Arkanoid: Revenge of Doh


 Arkanoid: Revenge of Doh - 1988 - Versione Amiga    


In realtà ho giocato a questo Revenge of Doh prima di tutto su Commodore 64, sì, col joystick! Ed è stata un'esperienza tutto sommato positiva perché il gioco era fatto bene. Ovviamente la versione Amiga è tutta un'altra storia, con la sua alta risoluzione, il sonoro fedele all'arcade (al quale per altro non ho mai giocato) e soprattutto c'è lui, il mouse, che rende l'esperienza molto più divertente.



C'è da dire che la conversione di Arkanoid (di cui ho parlato qui) era venuta meglio: più colorata, più pulita e fluida e, in definitiva, meno difforme dall'originale. Ma la presenza di più power-up, livelli e mostri (tra cui un paio di boss), rendono questo gioco decisamente più ricco e quindi molto più attraente di Arkanoid, come è giusto che sia trattandosi di un sequel.


Il gioco, pur essendo bastardissimo, è comunque ancora divertente e l'unico limite che gli riconosco, da questo punto di vista, è l'eccessiva rottura di scatole che danno i vari mostrini sullo schermo, capaci di non darti tregua nemmeno per un attimo. Insomma Arkanoid: Revenge of Doh è un gioco ancora decente e lo consiglio senza riserve a chi ama il genere, soprattutto in questa sua incarnazione Amiga.



lunedì 20 febbraio 2023

Warhammer: Chaosbane

 


Warhammer: Chaosbane - 2020 - Versione Playstation 4

Warhammer: Chaosbane è la cosa più simile a Diablo che mi sia capitato di giocare. Potrebbe bastare questo per giudicare un titolo che compie, a mio parere, benissimo il suo lavoro anche se alla fine ti lascia come se mancasse qualcosa per essere davvero un gran gioco. Ma andiamo con ordine.



Per iniziare dal punto di vista tecnico funziona più che bene, con diverse ambientazioni, musiche d'atmosfera e tanti nemici su schermo. Molti dei dungeon purtroppo sono fatti di pezzi prefabbricati e interscambiati nelle varie posizioni, e questo si nota in moltissime mappe, perché alla fine capita di avere la sensazione di tornare sempre negli stessi posti. Da questo punto di vista si poteva certamente fare di più, ma è una questione che comunque non intacca il divertimento.



I personaggi con cui giocare sono ben assortiti ma, come spesso accade, chi attacca da lontano è un po' avvantaggiato rispetto a quelli che si buttano nella mischia. Con il mio arciere mi sono trovato quasi subito overpotenziato rispetto ai mostri che mi si paravano davanti ed ho dovuto iniziare ad alzare il livello di difficoltà, come si fa in Diablo, arrivando quasi al massimo ben prima di aver terminato la campagna principale.



I loot sono numerosissimi  e fanno salire le statistiche in modo vertiginoso. Inutile dire che adoro questa cosa! Poi c'è anche una torre che diventa sempre più difficile ad ogni piano che si supera e che ci riempie l'inventario con una montagna di equipaggiamenti di tutte le rarità (vedi una delle foto a corredo per capire la quantità di oggetti che si possono trovare in una singola battaglia).



Questo è una tipo di sfida molto piacevole e ricco di soddisfazioni. Ma solo fino ad un certo punto. Dopo un po', finita la campagna principale e le due piccole espansioni, resta da chiedersi che senso abbia potenziarsi ancora, e infatti a quel punto ho smesso di giocare pur avendo trovato, a quel punto, solo un oggetto di quelli verdi, i migliori che si può sperare di collezionare.



I definitiva ho trovato Warhammer: Chaosbane molto divertente, a tutti gli effetti una valida alternativa a Diablo 3, ma alla fine mi è mancato qualcosa che mi tenesse ancora appiccicato al gioco, come ad esempio qualche tipo di sfida end-game superabili solo dopo una certa dose di grinding. Se gli sviluppatori di Warhammer: Chaosbane ci avessero pensato probabilmente sarei ancora lì a giocarci, ma anche così non posso che consigliare a tutti di provarlo.



venerdì 17 febbraio 2023

Fire and Forget

 


Fire and Forget - 1988 - Versione Amiga

Fire and Forget è stato il primissimo gioco di guida che ho provato su Amiga, per cui, mentre il dischetto caricava il gioco, ero pienissimo di belle aspettative. Abituato alla grafica e alle prestazioni del Commodore 64 non potevo che aspettarmi una grafica galattica, fluida e un gioco divertente.
La realtà era ben diversa: la grafica in effetti era colorata e carina, ma solo fintanto che restava ferma! Non appena si accelerava il tutto iniziava ad andare a scattissimi, gli sprite sulla pista, a bordopista e anche quelli in cielo apparivano e sparivano in una frazione di secondo con un effetto di ingrandimento pessimo che rendeva il titolo pressoché ingiocabile.



Ma soprattutto, in questo gioco la pista restava sempre centrata senza cambi prospettici, ed era quindi la nostra macchinina a spostarsi sullo schermo! Questa ultima cosa non l'ho mai digerita: secondo me, perché il gioco fosse bello, era la pista a doversi spostare mentre l'auto doveva restare al centro dello schermo, come accadeva già nel vetusto Pole Position. Per questo motivo, e parafrasando il titolo, Fire and Forget l'ho "licenziato" e dimenticato nel giro di 20 minuti. Una delle più grandi delusioni ludiche della mia carriera!



giovedì 16 febbraio 2023

41601: Cyborg Brickheadz



Set 41601 - anno 2018 (pezzi 108)


Nulla da segnalare per questo brickhead, purtroppo non ha capelli né accessori in mano, per cui sì, ricorda molto bene il personaggio DC, ma come set non ha nulla di notevole per cui valga davvero la spesa. E' sufficiente ma nulla di più.


Valutazione 6/10

Prezzo nuovo eur 9


mercoledì 15 febbraio 2023

Children of Morta


Children of Morta - 2019 - Versione Playstation 4

Children of Morta è un gioco interessante, ad iniziare dal suo aspetto grafico che è basato su un bitmap MOLTO pixeloso, pure troppo se proiettato su schermi molto ampi, un tipo di grafica capace di restituire alle vecchie cariatidi come il sottoscritto un certo senso di "bei vecchi tempi che furono", soprattutto davanti alle varie animazioni, ma che d'altra parte dà un certo senso di piattezza generale che alle volte risulta anche un po' fastidiosa.



Il sonoro invece presenta una voce narrante in stile "favola" molto bella e originale, che grazie ad una prosa ricca ed evocativa ti accompagna cullandoti durante il gioco. Anche i brani musicali sono molto interessanti, in quanto apparentemente abbastanza classici per la tipologia di gioco ma che si rivelano non essere affatto banali.


Al di là dell'aspetto tecnico siamo di fronte ad un classico roguelite, di quelli che quando muori ricominci da capo ma ti restano delle risorse con cui puoi potenziarti permanentemente. In realtà poi il gioco è diviso in livelli per cui mano a mano che li sblocchi puoi accedere direttamente alle fasi avanzate senza dover rigiocare tutto dall'inizio. Per questo motivo non si può affatto dire che Children of Morta sia un gioco difficile, soprattutto utilizzando certi personaggi.


Se scegli un personaggio che attacca da lontano e lo potenzi un minimo, e se magari raccogli con un po' di culo i giusti potenziamenti casuali, ti è infatti possibile superare tutti i livelli e i relativi boss senza eccessivi patemi. Ma del resto questo gioco non vuole essere un incubo per il giocatore, quanto piuttosto si propone essere un gioco divertente e, sotto certi aspetti, anche un'esperienza che vuole trasmettere una certa vena poetica.


Per concludere Children of Morta mi è piaciuto, non mi ha intrattenuto molte ore e non ha mai presentato alcun colpo di scena degno di nota né nella trama né nel gameplay, ma mi è risultato essere comunque un'esperienza degna di essere provata, al netto di una grafica bella ma molto cubettosa. Consigliato.




lunedì 13 febbraio 2023

Eric the Unready

 


Eric the Unready - 1993 - Versione Pc Ms-Dos

Era da un po' che non ti parlavo di qualche bella avventura testuale di quelle risalenti ai bei tempi che furono, per cui oggi ti voglio mostrare una tra le mie preferite, la mitica Eric the Unready, un gioco che per vari motivi a mio parere rappresenta il culmine di un genere, quello delle avventure in cui si legge e si scrive, che ormai è commercialmente scomparso da tempo immemore ma che sopravvive ancora tra gli appassionati e nella memoria di tanti giocatori nostalgici.



La prima cosa che ho da dire è relativa all'impostazione grafica del gioco, che presenta una finestrella con un'immagine diversa per ogni location (a volte bella, a volte no, a volte è pure animata), una finestra con la bussola, una con altri tasti più o meno utili, l'immancabile finestrona del testo e poi i due mitici elenchi di verbi e sostantivi. Oltre a questa vi è la presenza di una (invero quasi inutile) funzione di automapping. 


Quest'impostazione, comune a tutti i giochi prodotti dalla stessa Compagnia, tanto mi ha convinto che mi fu di parziale ispirazione per il mio gioco "Alieni x Sempre" di cui un giorno forse ti parlerò, nonché per il mitologico Ullisprik 2 (vaporware,  non l'ho mai terminato e ho anche perso tutto, ma aveva anche lui le due liste su schermo) in quanto presenta due tipi di vantaggi.



Per iniziare, comporre le frasi con il mouse è sempre e comunque una possibilità in più che può facilitare il gameplay, e a tutti gli effetti questa caratteristica avvicina un po' questo gioco allo Scumm di Monkey Island. Inoltre, e questo è forse l'aspetto più interessante, avere sott'occhio sempre e comunque il vocabolario dei verbi e soprattutto dei sostantivi utilizzabili in ogni frangente, facilita moltissimo la soluzione del gioco in quanto ci si può concentrare su oggetti effettivamente manipolabili eliminando di netto il rischio di perdersi dietro a piste false.


Questo gioco nello specifico ha un'altra caratteristica molto interessante che ho pensato di copiare in alcuni miei giochi, cioè il fatto che sia strutturato come una serie di tanti brevi capitoli separati, ciascuno con le sue location, personaggi secondari e tipologie di enigmi. Alcuni di questi capitoli sono molto interessanti, altri meno, ma tutti sono abbastanza brevi e circoscritti, facendoci dimenticare l'esigenza di redigere/guardare le mappe, o eliminando le lunghe peregrinazioni da un luogo all'altro. Anche questo aspetto facilita di molto la risoluzione del gioco, rendendo anche più divertente per il giocatore il doversi confrontare con gli enigmi. Peccato che comunque il gioco sia molto lungo e ci siano dei punti, soprattutto per chi come noi non è di madre lingua inglese, veramente ostici da superare.  E infatti senza degli aiuti non sarei mai riuscito a terminarlo.


Per finire non si può non menzionare la prosa, mai prolissa o difficile da comprendere, ma ricca di umorismo e suggestioni: questo gioco è dannatamente divertente da leggere e giocare, non esagero si ti dico che siamo al livello di Monkey Island come grado di umorismo (gioco di cui fa anche parodia ad un certo punto), anche con passaggi maliziosi o con citazioni assolutamente demenziali (ad esempio ad un certo punto si finisce nella Fantasilandia dei telefilm e il protagonista della serie diventa Khan, quello di Star Trek II, visto che l'attore reale è lo stesso nelle due parti!). Insomma non c'è un momento in cui non ci si trova a ridere come dei beoti per tutte le scemenze che accadono su schermo.


Ho detto che questo gioco mi ha molto ispirato nella creazione dei miei giochi, ma sono dell'idea che anche gli autori di questo Eric the Unready si siano un minimo ispirati al mio Ullisprick che, pur essendo in italiano, ha dei passaggi e un paio di trovate sceme stranamente simili. Addirittura c'è un'immagine di una donna (la vedi qui sopra) molto molto simile ad un'immagine del mio gioco (la posterò in un prossimo articolo in cui parlerò di questo gioco). Magari è solo una casualità, ma non mi meraviglierei del contrario.


Se non fosse che è matematico restare bloccati almeno 3 o 4 volte, in quanto il gioco è lungo e vi sono degli enigmi un po' difficili da "indovinare", questo gioco - come avventura testuale - sarebbe da 10: divertente, mai noioso, mai troppo dispersivo, comodo da usare, grafica e sonoro discreto, storia divertente, buona atmosfera, discreta varietà. Insomma il meglio che si possa trovare in giro come esponente di questa tipologia di gioco. Assolutamente consigliato.



giovedì 9 febbraio 2023

Bionic Commando

 


Bionic Commando - 1988 - Versione Amiga

Non ho mai, dico mai, visto la versione arcade di questo gioco, dalle mie parti proprio non ce n'è mai stata alcuna traccia. Conosco Bionic Commando quindi solo per la versione Amiga contenuta in un dischetto che mi è "capitato" tra le mani abbastanza subito e con il quale mi sono trattenuto ben poco, anche se me ne è rimasto un ricordo piuttosto vivido e tutto sommato positivo.


Bionic Commando comunque non è un gran gioco, non tanto per la realizzazione tecnica, abbastanza in linea con quanto ci veniva proposto normalmente nel 1988, quanto per il poco divertimento che ci veniva proposto da un platform in cui non si capisce bene che direzione prendere per progredire e che si differenzia un po' dai suoi simili solamente per l'utilizzo del rampino... un po' poco, a mio avviso, anche per un gioco di 35 anni fa, figuriamoci oggi. In ogni caso Bionic Commando è un titolo tecnicamente dignitoso ma dal concept purtroppo invecchiato male. Consigliato solo agli amanti del genere.



mercoledì 8 febbraio 2023

Manic Miner, un classico

 


Manic Miner - 1983 - Versione Spectrum

Manica Miner è probabilmente il più classico tra i classici giochi usciti per quel fantastico home computer che era lo ZX Spectrum, ed infatti risulta anche essere ancora uno dei giochi più amati tra gli estimatori dello Speccy, oltre ad essere stato fonte di ispirazione per innumerevoli altri titoli arrivati negli anni seguenti (anche su altre macchine da gioco). 


Purtroppo a me questo genere di giochi platform non piace: i salti millimetrici, l'ansia del tempo che si consuma (in questo caso rappresentato dall'ossigeno), i nemici implacabili che al solo contatto muori... tutti elementi che mal sopporto non tanto per la loro grezza elementarità (cosa che a ben vedere ci sta benissimo, considerato che parliamo di un gioco del 1983), ma per il loro eccessivo grado di punizione nei nostri confronti, una caratteristica che finisce per lasciare poco spazio all'estro del giocato che, al contrario, dovrà solo imparare a memoria lo schema più veloce per risolvere il livello. Una cosa difficile da accettare 40 anni fa, figuriamoci oggi.



I livelli in tutto sono 20, ciascuno col suo nome e con i suoi folli oggetti a corredo (ad esempio ci sono dei water, dei pinguini ecc). La grafica sembra orribile ad un primo sguardo ma in realtà ha un suo fascino ed ha pure i suoi guizzi che, sotto certi aspetti, si potrebbero anche definire artistici. Insomma giocandoci per un po' si arriva a capire perché questo Manic Miner risultò così affascinante agli occhi di tanti giocatori dell'epoca, perché era qualcosa di originale, fuori di testa e rappresentava una sfida molto interessante (oltre che difficile). E' da provare? Secondo me sì, ma non credo che avresti la pazienza per impegnartici le ore necessarie per risolverlo.



domenica 5 febbraio 2023

Better dead than Alien



Better dead than Alien -  1987 - Versione Amiga

Gli home computer a 16 bit furono una gran ventata d'aria fresca anche per tutte le idee di game design che i programmatori estrassero dal cilindro, trovandosi finalmente a disposizione una periferica come il mouse che era entrato in tutte le case di chi possedesse un Amiga o un Atari ST. Per questo motivo nacquero giochi come Better dead than Alien, rivisitazioni di idee vecchie e stantie adattate però al nuovo tipo di comando, giusto per consentirne la fruizione anche a chi non fosse avvezzo all'utilizzo di un joystick.



Peccato che nel caso in questione il gioco sia stato realizzato in modo un po' approssimativo, con una realizzazione tecnica un po' zoppicante, grafica povera anche per un gioco 8 bit, e un sonoro dimenticabile. È un peccato anche perché il titolo è divertente da giocare, il misto tra Space Invaders, Phoenix e Ateroids funziona e il mouse si rivela un buon sistema di controllo. 



Se solo il gioco fosse stato realizzato meglio sarei qui a consigliarti un giro di prova, ma quello che è adesso Better dead than Alien non è nulla di più di un giochino un po' sperimentale e poco convinto del suo potenziale. Peccato.