Eric the Unready - 1993 - Versione Pc Ms-Dos
Era da un po' che non ti parlavo di qualche bella avventura testuale di quelle risalenti ai bei tempi che furono, per cui oggi ti voglio mostrare una tra le mie preferite, la mitica Eric the Unready, un gioco che per vari motivi a mio parere rappresenta il culmine di un genere, quello delle avventure in cui si legge e si scrive, che ormai è commercialmente scomparso da tempo immemore ma che sopravvive ancora tra gli appassionati e nella memoria di tanti giocatori nostalgici.
La prima cosa che ho da dire è relativa all'impostazione grafica del gioco, che presenta una finestrella con un'immagine diversa per ogni location (a volte bella, a volte no, a volte è pure animata), una finestra con la bussola, una con altri tasti più o meno utili, l'immancabile finestrona del testo e poi i due mitici elenchi di verbi e sostantivi. Oltre a questa vi è la presenza di una (invero quasi inutile) funzione di automapping.
Quest'impostazione, comune a tutti i giochi prodotti dalla stessa Compagnia, tanto mi ha convinto che mi fu di parziale ispirazione per il mio gioco "Alieni x Sempre" di cui un giorno forse ti parlerò, nonché per il mitologico Ullisprik 2 (vaporware, non l'ho mai terminato e ho anche perso tutto, ma aveva anche lui le due liste su schermo) in quanto presenta due tipi di vantaggi.
Per iniziare, comporre le frasi con il mouse è sempre e comunque una possibilità in più che può facilitare il gameplay, e a tutti gli effetti questa caratteristica avvicina un po' questo gioco allo Scumm di Monkey Island. Inoltre, e questo è forse l'aspetto più interessante, avere sott'occhio sempre e comunque il vocabolario dei verbi e soprattutto dei sostantivi utilizzabili in ogni frangente, facilita moltissimo la soluzione del gioco in quanto ci si può concentrare su oggetti effettivamente manipolabili eliminando di netto il rischio di perdersi dietro a piste false.
Questo gioco nello specifico ha un'altra caratteristica molto interessante che ho pensato di copiare in alcuni miei giochi, cioè il fatto che sia strutturato come una serie di tanti brevi capitoli separati, ciascuno con le sue location, personaggi secondari e tipologie di enigmi. Alcuni di questi capitoli sono molto interessanti, altri meno, ma tutti sono abbastanza brevi e circoscritti, facendoci dimenticare l'esigenza di redigere/guardare le mappe, o eliminando le lunghe peregrinazioni da un luogo all'altro. Anche questo aspetto facilita di molto la risoluzione del gioco, rendendo anche più divertente per il giocatore il doversi confrontare con gli enigmi. Peccato che comunque il gioco sia molto lungo e ci siano dei punti, soprattutto per chi come noi non è di madre lingua inglese, veramente ostici da superare. E infatti senza degli aiuti non sarei mai riuscito a terminarlo.
Per finire non si può non menzionare la prosa, mai prolissa o difficile da comprendere, ma ricca di umorismo e suggestioni: questo gioco è dannatamente divertente da leggere e giocare, non esagero si ti dico che siamo al livello di Monkey Island come grado di umorismo (gioco di cui fa anche parodia ad un certo punto), anche con passaggi maliziosi o con citazioni assolutamente demenziali (ad esempio ad un certo punto si finisce nella Fantasilandia dei telefilm e il protagonista della serie diventa Khan, quello di Star Trek II, visto che l'attore reale è lo stesso nelle due parti!). Insomma non c'è un momento in cui non ci si trova a ridere come dei beoti per tutte le scemenze che accadono su schermo.
Ho detto che questo gioco mi ha molto ispirato nella creazione dei miei giochi, ma sono dell'idea che anche gli autori di questo Eric the Unready si siano un minimo ispirati al mio Ullisprick che, pur essendo in italiano, ha dei passaggi e un paio di trovate sceme stranamente simili. Addirittura c'è un'immagine di una donna (la vedi qui sopra) molto molto simile ad un'immagine del mio gioco (la posterò in un prossimo articolo in cui parlerò di questo gioco). Magari è solo una casualità, ma non mi meraviglierei del contrario.
Se non fosse che è matematico restare bloccati almeno 3 o 4 volte, in quanto il gioco è lungo e vi sono degli enigmi un po' difficili da "indovinare", questo gioco - come avventura testuale - sarebbe da 10: divertente, mai noioso, mai troppo dispersivo, comodo da usare, grafica e sonoro discreto, storia divertente, buona atmosfera, discreta varietà. Insomma il meglio che si possa trovare in giro come esponente di questa tipologia di gioco. Assolutamente consigliato.