lunedì 28 marzo 2022

Zen Pinball

 


Zen Pinball - dal 2009 - Versione Android

Ho provato l'unico tavolo gratuito disponibile su questa piattaforma sviluppata da Zen Studio nella sua versione Android. A pagamento ne sono invece disponibili in gran quantità, sviluppati nell'arco di 13 anni da questi geniali sviluppatori che, sulle orme di celebri giochi del passato (penso principalmente alla serie di Pinball Dreams nata su Amiga), hanno ideato tavoli inediti o, in alcuni casi, hanno riprodotto tavoli esistenti sul licenza.



Quello che salta subito all'occhio giocando a questo che è probabilmente il primo tra i tavoli prodotti, ed è quindi anche probabilmente uno dei meno curati, è comunque la complessità dello schema complessivo, ricco di passaggi sopraelevati, bonus, animazioni e addirittura un tavolo alternativo (pieno di ragni) che si sostituisce a quello primario se si ottiene un certo risultato.



Se ti piacciono i flipper non c'è motivo per non provare questo titolo, tecnicamente impeccabile e veramente ricco di opzioni. Personalmente non amo questo tipo di giochi, e tutti i tavoli alla fine mi sembrano sempre la stessa cosa. In altre parole non spenderei un centesimo per comprare tavole aggiuntive (tra cui una dedicata a E.T.) . Detto questo però mi sento di consigliare una prova a tutti.




sabato 26 marzo 2022

40223: vetrinetta di Natale



 Set 40223 - anno 2016 (pezzi 210)


Questo è un set promozionale, cioè uno di quei set che vengono dati in regalo a chi, in determinate fasce di tempo, acquista merce dal negozio online ufficiale per almeno un tot di valore.

Inizialmente era quindi dato in regalo, mentre ora naturalmente lo si può comprare solo per vie non ufficiali. Essendo comunque un "regalo" va detto che non è affatto male, anzi per certi versi siamo davanti ad un set migliore di tante altre cose che invece bisogna pagare. Il look è molto natalizio (nei colori e nel soggetto: un babbo natale e un albero di natale posti in una campana di vetro), e devo dire che non sfigura affatto se messo tra le altre decorazioni a tema che si tengono in casa. Vi è anche un piccolo cassetto nella base che, benché minuscolo, può essere utilizzato per nasconderci qualcosa, magari i bigliettini di natale!

La cosa che meno convince, in un set altrimenti apprezzabile, è la finta neve che, rovesciando l'oggetto, dovrebbe ricadere nella boccia di vetro. Essendo fatta di piccoli pezzi di lego e non essendoci liquido nella boccia (anzi, nel cilindro) questi ricadono istantaneamente al suolo non facendo nemmeno da lontano l'effetto che ci si aspetterebbe da questo tipi di soprammobili. Ma del resto sarebbe stato impossibile il contrario.

In definitiva si tratta di un oggetto discreto che però ORMAI costa troppo per quello che offre.


Valutazione 7/10

Prezzo nuovo eur 70 

venerdì 25 marzo 2022

Five Nights at Freddy's 2

 


Five Nights at Freddy's 2 - 2014 - Versione Playstation 4


Dopo aver provato il mese scorso il primo episodio di questa serie, eccomi quei col secondo Five Nights at Freddy's, gioco in stile vagamente horror rivolto ad un pubblico pre-adolescente. Esattamente come nel primo titolo anche qui una partita dura solo una manciata di minuti, in cui si deve cercare di sopravvivere, fino all'arrivo dell'alba, dall'assalto di un gruppo di "animatroni", dei pupazzi in stile "bambola assassina" programmati per metterti fuori combattimento.



In questo capitolo è semplicemente aumentato il numero di queste creature che sono una via di mezzo tra un bambolotto e un robottino, ed è leggermente diversa la meccanica per difendersi dalla minaccia, che comunque si basa sempre sull'utilizzo di telecamere e, in questo caso, anche sull'accensione/spegnimento di una torcia elettrica.

La sostanza però è sempre quella: un giochino molto elementare, statico e tecnicamente scialbo, ma che è in grado di regalare sensazioni forti ad un pubblico molto giovane.



martedì 22 marzo 2022

Podcast videoludici (parte 3)


Podcast videoludici (parte 3)

Continuo le mie recensioni nei confronti dei podcast videoludici che ascolto. Puoi trovare qui la prima parte, in cui parlo di Atariteca e Console Generation, e qui la seconda, dove parlo di Vite Extra e Gameromancer.
Prima di iniziare volevo spendere due parole di colore relativamente ad un aspetto dei podcast videoludici italiani in generale. Ho notato senza ombra di dubbio che più i partecipanti ai vari podcast  sono personalità "del settore", parlo tipicamente di giornalisti, più l'ignoranza sulla lingua italiana è evidente. Sia chiaro, anche io - malgrado i miei trascorsi in un paio di radio private - mi impappino, dico strafalcioni eccetera eccetera, per cui dovrei stare zitto. Ma noto che i suddetti giornalisti, dall'alto della loro presunta autorevolezza, evidentemente hanno smesso da tempo di leggere testi in italiano e si stanno dedicando quasi esclusivamente alla lettura di comunicati stampa in inglese, visto il continuo e sempre più imbarazzante utilizzo di termini quali "randomico" o "mandatoriamente" giusto per citare quelli che mi fanno sanguinare maggiormente le orecchie. Ovviamente i termini puramente inglesi fioriscono ogni due per tre in modo del tutto inutile e stucchevole, quali "work in progress", "inside joke", "mission", "gimmick", "step", "milestone", "mood", "masterpiece"... insomma tutte parole che possono tranquillamente essere evitata coi corrispondenti termini italiani.

Andiamo avanti quindi con altri due podcast che, per fortuna, sono sostanzialmente esenti dal difetto di cui ho appena parlato, anche perché sono gestiti per lo più da appassionati, non da gente che si riempie la bocca di termini tecnici per impressionare l'interlocutore:



V - FREEPLAYING

Freeplaying è un gran bel podcast di intrattenimento, con una squadra di partecipanti talmente ben collaudata da risultare sempre fresco e piacevole. Alcuni dei ragazzi che curano questo podcast sono persone che sanno quello che dicono, hanno sempre opinioni ben argomentate e sono pure simpatici. Una cosa che apprezzo moltissimo di questo podcast, che sfonda spesso le due ore di lunghezza, è la presenza di un indice che permette di vedere in anteprima tutti gli argomenti trattati e quindi di ascoltarli selettivamente, saltando a piè pari tutto quello che non interessa. Nel mio caso ad esempio mi interessano poco i fumetti o certe serie tv, preferendo sentire discorsi su videogiochi (spesso parlano dei giochi del momento) o sui film. Freeplaying è uno dei primi podcast a cui mi sono affezionato e continuo a seguirlo con affetto.


- IDEALE PER chi cerca intrattenimento a tutto tondo, con tante voci ben orchestrate e tutte degne di considerazione.

- STIA ALLA LARGA chi mal sopporta l'accento del centro Italia, che in alcuni momenti sfocia quasi nel romanaccio in modo davvero stucchevole



VI - NG+ ITALIA

New Game Plus Italia nasce seguendo la stessa formula di Freeplaying, a cui si ispira apertamente, anche se non è il frutto di un semplice impulso emulativo. Il sottoscritto Elder Barabba si è onorato di partecipare ad alcune puntate diversi anni fa, ma poi ha dovuto mollare per una serie di motivi tra cui 1) orario di registrazione improponibile 2) poca mia presenza e preparazione sui giochi del momento 3) non ho effettivamente molto da dire in una trasmissione di questo genere, visto che comunque non sono appassionato di serie televisive né di fumetti. In ogni caso, tornando la podcast, NG+ Italia è una versione più "casereccia" di Freeplaying ma non per questo meno piacevole, e spesso ci sono degli ospiti interessanti che portano un po' di varietà ad una trasmissione che ultimamente si è un po' fossilizzata su se stessa senza proporre qualche spunto di discussione davvero interessante.

- IDEALE PER chi cerca un podcast molto nerd che tenga compagnia senza troppe pretese

- STIA ALLA LARGA chi cerca notizie o approfondimenti "professionali"


lunedì 21 marzo 2022

Dragster, un gioco un po' così...




Dragster - 1980 - Versione Atari 2600


Ho voluto provare il famigerato Dragster per Atari 2600 più che altro perché ne avevo sentito parlare, visto che da bambino non lo avevo mai provato (per mia fortuna). Grazie al cielo nessuno ebbe l'idea geniale di regalarmelo o di farmelo provare perché in quel caso glielo avrei tirato dietro! Dragster, se ne dubitavi, è un gioco graficamente poverissimo, praticamente monocromatico, con due mezzi a dire il vero anche disegnati in modo abbastanza definito, ma che sono l'unico vero elemento su schermo (lo sfondo non lo nominerei neppure). Il problema di questo gioco però sta nel fatto che prima di tutto va giocato da due giocatori contemporaneamente, è cioè esiste solo una modalità sfida tra giocatori umani, e poi, e questo è il succo della questione, una partita dura al massimo 20 secondi! Praticamente è una gara di accelerazione, in cui tutto quello che va fatto è percorrere un rettilineo di un quarto di miglio partendo da fermi, attenti a non mandare fuori giri il motore ma cambiando le marce nel modo più efficace, cioè nel momento giusto. Tutto qui: una sfida a chi accelera più in fretta senza fondere il motore! Sinceramente non capisco dove possa essere il divertimento in un gioco così povero, in confronto al quale uno Space Invaders qualunque sembra di una complessità mostruosa.
So che Dragster ebbe comunque un discreto successo, ma non lo consiglierei a nessuno, soprattutto dovendo trascinarci dietro un amico per poterci giocare in due.



sabato 19 marzo 2022

The Matrix Awakens: An Unreal Engine 5 Experience



The Matrix Awakens: An Unreal Engine 5 Experience - 2022 - Versione Playstation 5

Ho voluto provare anche io questo simpatico dimostrativo delle capacità del nuovo Unreal Engine e devo dire che sono rimasto abbastanza impressionato. Non che ami le ambientazioni cittadine, dove non ci sono altro che acciaio e cemento, ma il risultato è davvero molto vicino al fotorealismo e persino i personaggi umani sono finalmente verosimili (anche se l'andatura di Neo mi lascia un po' perplesso).



Al di là dell'aspetto grafico, davvero notevole, non c'è molto da dire su questo programma, visto che di ludico c'è giusto il fatto che si può guidare in lungo e in largo per quest'isola simili-Manhattan scontrando le altre auto, oppure è possibile voleggiare in quota con la telecamera  per ammirare il panorama. Se hai una Ps5 ti consiglio comunque di dargli un'occhiata perché potrebbe essere una finestra su quello che ci aspetta in un futuro prossimo. 



venerdì 18 marzo 2022

Winter Games

 


Winter Games - 1985 - Versione Commodore 64


Dopo aver parlato, tempo addietro, di Summer Games e di come fu uno di quei giochi che rappresentò il salto verso una nuova generazione di macchine da gioco, con la sua grafica e le sue animazioni curatissime, oggi non posso che spendere due parole, e - una volta tanto - due lacrime di nostalgia, per il suo quasi-seguito Winter Games.



Winter Games altro non è che lo stesso gioco, con le stesse opzioni e con una scena iniziale quasi uguale, ma questa volta vengono proposte delle discipline invernali, dal bob al salto col trampolino, dal pattinaggio artistico a quello su pista, senza dimenticare il biathlon. Il gameplay questa volta abbandona completamente lo smanettamento furioso sulla leva del joystick, lasciandoci invece l'onere di dedicarci a dei controlli in po' più tecnici, ma non per questo troppo complicati.



Ma quello che ha di memorabile questo Winter Games sono gli sfondi che fanno da contorno alle varie discipline: fino ad allora non si era mai visto un gioco con una grafica statica così evocativa e curata, con montagne, baite e paesini coperti di neve. Fu veramente un'emozione caricare le prime volte questo gioco, ed è per questo che ancora oggi un po' mi emoziono tornando in quei "posti" che tanto mi piacquero ormai più di 35 anni fa.





Per il resto il gioco non ha molto da offrire, essendo alla fin fine molto ripetitivo se affrontato da solo. All'epoca era anche funestato da caricamenti da cassetta lenti e - a volte - mal riusciti, con sprite e/o sfondi tutti sputtanati (a chi non è mai capitato?). Oggi se non altro, in emulazione, l'attesa è quasi azzerata. Da vedere.



venerdì 11 marzo 2022

8060: mezzo subacqueo



Set 8060 - Anno 2010 (188 pezzi)


Questo set proviene dalla serie Atlantis, con ambientazione subacquea, e rappresenta un agile mezzo sottomarino corredato da due omini (uno è il mitico uomo-squalo, l'altro è un "più umano" subacqueo). Il mezzo è molto carino e, a discapito dei pochi pezzi, ha una dimensione sufficientemente generosa e diverse funzioni interessanti. Iniziamo col dire che le due eliche principali possono essere impostate da orizzontali a verticali, in modo da (idealmente) dare spinta al mezzo in ogni direzione. Ha poi un (forse troppo piccolo) abitacolo che può essere aperto ed infine ha un paio di missili e un siluro che possono essere lanciati. Dal punto di vista estetico mi ha particolarmente convinto, trovo che, nella sua stranezza, sia piuttosto evocativo e in definitiva mi piace anche come semplice giocattolo. Visto che costa poco lo consiglio (magari usato).

Voto 7.5/10

Prezzo nuovo 30 euro


mercoledì 9 marzo 2022

Utawarerumono: Mask of Deception



Utawarerumono: Mask of Deception - 2015 - Versione Playstation 4


Ho comprato questo Utawarerumono: Mask of Deception pensando che fosse affrontabile come un gioco tattico con forti elementi narrativi, mentre poi ho scoperto, dopo 3 ore di faticosa lettura, che in realtà è a tutti gli effetti una "visual novel", cioè praticamente nient'altro ch un racconto anche se ha qualche sporadica battaglia in stile rpg tattico. E con "qualche" intendo che ho affrontato due battaglie, da 5 minuti l'una, in ben tre ore di gioco!



Purtroppo questo genere di giochi non fa per me, odio leggere quando voglio giocare, odio leggere dialoghi prolissi e inconcludenti - soprattutto in inglese - e odio leggere questi racconti giapponesi pieni di ragazzine timide, ragazzini imbranati e timidi, adulti tutti di un pezzo, personaggi più o meno folcloristici. Cioè, basta! Sarà che sono diversamente giovane, ma sono abbastanza sicuro che mi sarei spaccato le palle anche a 15 anni.



Tecnicamente poi questo gioco sembra uscito da quella Playstation 2 che ha partorito il primo Utawarerumono, di cui questo gioco è un seguito diretto. Durante le battaglie la grafica è imbarazzante se si considera che sto giocando su una Ps4, e pure l'audio con i dialoghi totalmente recitati in giapponese è una spina nelle orecchie. Per fortuna le voci si possono "mutare" e ci si può godere la musica che è molto carina.


Per concludere sospendo il giudizio sul "genere" che non fa per me ma che magari per te è bellissimo, ma affosso il gioco dal punto di vista tecnico per le fasi giocate, persino su Playstation 1 ho visto di meglio.



lunedì 7 marzo 2022

Ghost of Tsushima

 


Ghost of Tsushima - 2020 - Versione Playstation 5

Ho finito Ghost of Tsushima con tanto di espansioni, facendo tutto quello che c'era da fare sulla mappa (tranne le missioni leggendarie on-line), e mettendoci un'ottantina di ore. Come sempre accade, dopo tante ore impegnate per concludere un unico titolo, alla fine ero un po' stanco ed iniziavo a voler fare qualcosa di diverso, ma devo dire che il gioco è finito proprio nel momento giusto, nel senso che - pur nella sua lunghezza - non è stato così lungo da arrivare ad annoiarmi.



Ghost of Tsushima è a tutti gli effetti un clone di un qualsiasi Assassin's Creed uscito negli ultimi anni. E' esattamente lo stesso gioco, con le stesse assurdità (salti e arrampicate) e lo stesso schema di gioco fotocopiato. Se non fosse per alcune carenze tecniche, più che altro dovute al confrontato con quanto ci propone dopo tanti capitoli la saga Ubisoft, verrebbe da pensare che questo Ghost altro non sia che l'ennesimo capitolo di Assassin's Creed ambientato questa volta in Giappone.


Le carenze di cui parlo sono per lo più alcune limitazioni che colpiscono il nostro alter ego se che si notano e confrontato con quanto riusciamo a fare invece con i giochi degli Assassini. Un esempio emblematico: il nostro Jin non si può arrampicare ovunque ma solo là dove ci sono i segni. Non che questa sia una tragedia, ma ci si sente un po' limitati. Altre carenze sono da individuare in alcuni problemi nelle animazioni, un po' fuori posto di tanto in tanto, soprattutto quando si salta, e la mancanza totale di altre animazioni ogni qual volta il nostro alter ego si trova a fare qualcosa di inusuale: in questi casi semplicemente l'immagine sfuma, si sente qualche effetto sonoro, e quando ritornano le immagini sullo schermo la cosa è stata fatta. Un po' un "poverata", a mio avviso. Così come, va detto, non ci sono tante abitazioni sparse per la mappa di gioco, e quelle poche che si incontrano sono spesso riciclate in toto.


Al di là di questi aspetti, che vedo un po' come dei peccati di gioventù, il gioco è veramente bello. Gli aspetti climatici sono gestiti in modo spettacolare e gli scorci naturalistici, in particolare i boschi, sono quanto di più realistico abbia mai visto. La costante presenza di vento che scuote ogni singolo filo d'erba e che fa volare petali e polvere in ogni direzione rende il mondo di Tsushima estremamente vivo, fissando a mio parere un punto di paragone per tutti gli open-world che seguiranno.



La cosa che meno mi piace in tutti gli Assassin's Creed è il combattimento all'arma bianca. Ho quasi sempre evitato di combattere perché non mi ha mai divertito, e anche se spesso avrei fatto molto più velocemente affrontando i nemici a viso aperto, ho sempre preferito l'approccio da assassino perché decisamente più divertente. In Ghost of Tsushima invece no, ho trovato il combattimento molto divertente, la meccanica di adattare lo stile all'avversario mi ha convinto completamente e anche i duelli da samurai, in stile Goemon, mi hanno esaltato non poco! La crescita del personaggio permette di affrontare sempre sfide all'altezza, a prova di noia! Insomma, nulla da dire da questo punto di vista.


Ho parlato della grafica meravigliosa, ma altrettanto si può dire del sonoro, mai invadente, spesso poetico come le immagini che accompagna, ricco di effetti ambientali. Il sonoro rende Ghost of Tsushima un vero piacere da giocare, con un ottimo doppiaggio in italiano. La trama infine è decente (pur se piena piena di tragedie), con il cattivo più cattivo del gioco che finisce a buon diritto tra quelli memorabili! Ottanta ore volate piacevolmente, un gioco che consiglio a tutti.



venerdì 4 marzo 2022

Oktalyzer

 


Oktalyzer - 1992 - Versione Amiga


Oggi non parlerò di un gioco, ma di una "utility", per la precisione di un programma musicale per Amiga. Come ho già scritto altre volte ero un granissimo appassionato di musica al computer e ho usato l'Amiga più tempo per suonare di quanto invece non l'abbia utilizzato per giocare. A parte i primi mesi passati sul Sonix, il mio vero grande amore fu il Soundtracker, in tutte le sue varie declinazioni (Protracker e Noisetracker su tutte), con il quale riuscivo a fare davvero qualunque cosa mi mettessi in testa di creare. C'è stato un periodo in cui avevo due Amiga e le usavo in parallelo per fare musica con il doppio delle voci a disposizione (in tutto 8), ma non avevo un modo per sincronizzare le due macchine (quindi non era facilissimo fare partire il playback di entrambi i computer nello stesso identico istante) e, soprattutto, dovevo registrare i brani su un supporto di registrazione per far sentire il risultato ad altre persone.


Quando arrivò questo Oktalyzer vissi quindi un momento di eccitazione: il programma permetteva di avere dalle 4 alle 8 voci in contemporanea su un unico computer Amiga! Lo scotto da pagare era però piuttosto caro: la macchina praticamente non poteva fare altro che suonare, visto che l'operazione di mixaggio occupava tutta la potenza computazionale a disposizione (mentre quando suonava il Protracker praticamente non c'era alcun rallentamento visto che la macchina gestiva tutto via hardware), ma soprattutto succedeva che durante il mixaggio l'audio perdeva un bit, passando da 8 a 7 bit, cioè praticamente dimezzando la gamma delle frequenze riprodotte, dando come risultato suoni cupi e un po' gracidanti. Tutto questo rendeva già di per se stesso oggettivamente poco appetibile l'utilizzo dell'Oktalyzer. Aggiungici poi il fatto che l'interfaccia era scomodissima e poco intuitiva, praticamente solo testuale e molto confusionaria, e capirai perché alla fine ho passato molte ore solo ad ascoltare i brani demo presenti sul dischetto, senza mai cimentarmi nella creazione di nulla di mio. I brani erano oggettivamente fantastici, li ricordo ancora perfettamente, anche se ovviamente erano funestati dal suono a 7 bit, e questi stessi brani sono fondamentalmente il motivo per cui conservo ancora un ricordo affettuoso nei confronti di questo programma.

mercoledì 2 marzo 2022

Smurf: Rescue in Gargamel's Castle

 


Smurf: Rescue in Gargamel's Castle - 1982 - Versione Atari 2600


La versione per Colecovision di questo stesso gioco era, per noi Ataristi, una vera e propria spina nel fianco, in quanto ci capitava di vedere sulle riviste dell'epoca alcune schermate tratte da quella versione, e ci sembravano meravigliose, con una definizione grafica che noi poveri possessori di Atari VCS non avremmo mai potuto nemmeno sognarci di vedere sui nostri (miseri) schermi. Insomma, i Puffi su Colecovision erano la lampante dimostrazione dell'inadeguatezza del nostro sistema di fronte al "nuovo" che stava inesorabilmente avanzando.


Devo essere sincero, non ho mai giocato a Smurf su Colecovision, né all'epoca né oggi (ma non è detto che presto non lo faccia). Però tanto mi sembravano fantastiche quelle immagini che, devo ammetterlo, la mia mente in questi 40 anni le ha deformate rendendole, nei miei ricordi, molto più fantasmagoriche di quanto non mi appaiono oggi rivedendole. In particolare ricordavo lo sprite del puffo grosso almeno il doppio di quanto non sia nella realtà, e ricordavo molto diversa anche la prospettiva del sentiero, quasi tridimensionale! Tornando alla realtà, nell'84 vidi comunque da un'amico la versione per Atari VCS che, tutto sommato, aveva un'aspetto decente. Dal punto di vista tecnico Smurf non sfigurava affatto di fronte a titoli ben più blasonati, quali Jungle Hunt o Pitfall, mentre dal punto di vista del gameplay era decisamente semplicistico, ma del resto i Puffi erano, e sono ancora, cose per bambini.



La versione per Atari era simile ma non uguale a quella Colecovision. Graficamente forse era anche più colorata, ma gli scenari non reggevano il confronto. Per fortuna gli sprite, anche quelli nemici, non erano troppo dissimili dagli originali e il percorso era sotto certi aspetti più interessante della controparte Coleco. In definitiva quindi questo gioco dei Puffi non era malaccio relativamente a quanto si poteva trovare su VCS, ma non reggeva comunque il confronto grafico con la sua versione originale.



Ritengo comunque che questo gioco possa ancora oggi essere interessante almeno provare, per cui ti consiglio di provare a fare qualche partita, benché personalmente abbia trovato molto difficile saltare usando la leva del joystick, potevano benissimo farci saltare premendo il tasto che invece resta inutilizzato!