Thrust - 1986 - Versione Commodore 64
Probabilmente il sottoscritto soffre di un particolare problema con i giochi in cui il controllo del nostro personaggio si scontra con problemi di gravità: vedi ad esempio H.E.R.O. o anche il maledettissimo Virus, due giochi di cui ho già parlato e che mi hanno fatto maledire abbondantemente Newton e le leggi di gravità in genere. Anche il qui presente Thrust ha questa terrificante caratteristica per cui la navetta è in costante accelerazione verso il centro di gravità (che non è necessariamente verso il suolo) ed è per questo motivo che ci si trova costantemente a dover contrastare questo moto involontario agendo coi motori (che ovviamente ti spingono solo nella direzione in cui è rivolto il muso della capsula). E per me tutto questo è a dir poco ostico!
Ci si trova infatti a dover gestire per tutto il tempo il moto della navetta, che è dato dalla risultante delle varie spinte che imprimi col razzo, alle quali si va a sommare la già citata costante accelerazione di gravità, per cui alla fine ti trovi costantemente a ruotare il muso del tuo razzo e a dare piccoli colpi di gas, mentre magari nel frattempo spari alle torrette nemiche e, perché no, cerchi di recuperare carburante, cosa assolutamente prioritaria nell'economia del gioco perché, una volta finito quello... fine dei giochi! E tutto questo non è affatto facile, almeno all'inizio. C'è da dire però che una volta che si assimilano i comandi, si impara a gestire il grado di sensibilità del razzo e si ottiene anche una certa coordinazione tra tutti i tasti che è necessario utilizzare, il gioco perde molta della sua difficoltà.
Scopo della missione è raggiungere una sferetta posta normalmente sul fondo di una seri di grotte, proprio come in H.E.R.O. dove si doveva raggiungere lo speleologo smarrito sul fondo di una cava. In Thrust però è anche necessario agganciare il nostro obbiettivo e riportarlo in superficie, ed è qui che il gioco torna a rappresentare una sfida terribile: l'oggetto, che è agganciato con una fune, tende a "pendolare", modificando l'assetto e le accelerazioni della nostra povera navetta. Ovviamente non solo quello della navetta, ma anche il contatto della sfera con un muro comporta la perdita di una vita! Per motivi per me incomprensibili ci sono in tutto solo 6 livelli, ma già il terzo è difficilissimo perché c'è già un punto che ci consente di passare con la sferetta agganciata solo facendo il pelo alle pareti del tunnel. Cosa pressoché impossibile! Finite le 6 missioni si ricomincia gli stessi schemi ma a gravità invertita, per poi rifarli tutti anche coi muri invisibili (se non nel momento in cui si accendono gli scudi). Dopo un totale, quindi, di 24 livelli, si ricomincia da capo.
Secondo me potevano tranquillamente essere proposti molti altri livelli e il gioco ne avrebbe giovato: sei livelli sono davvero pochini, e il concetto alla base del gioco poteva tranquillamente essere espanso. Tecnicamente il gioco è molto interessante, con un aspetto grafico e sonoro che già nel 1986 sembrava "retrò": Asteroid e Defender sono i primi titoli che ti vengono in mente davanti alla grafica vettoriale quasi monocromatica di Thrust. L'unica cosa tipicamente Commodoriana è la musica dei titoli, un brano stupendo che ha fatto storia di questa macchina e che ho anche remixato (lo puoi trovare qui: THRUST REMIX )
In definitiva Thrust è un gioco molto interessante da provare, ma attenzione che è decisamente ostico e giocabile unicamente via tastiera.
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