Sono uno degli Anziani che ancora amano Lego e Videogiochi, di ieri e di oggi. Recensioni di set Lego e di videogiochi del presente e del passato.
Mi ero quasi completamente dimenticato di questo giochillo, più che altro perché anche negli anni '80 non ci avevo giocato a lungo. Dal punto di vista tecnico non l'avevo trovato affatto male (parliamo di una grafica oggi abbastanza scialba, ma per chi come me arrivava dal Commodore 64 sembrava addirittura pittorica), e mi intrigava l'implementazione di Intuition, il sistema grafico a menù del sistema operativo Amiga.
Era inevitabile che prima o poi riprendessi in mano anche la versione arcade di questo splendido gioco, perché Ghosts'n Goblins è stato probabilmente uno dei tre o 4 cabinati con cui ho giocato più a lungo, senza per altro arrivare MAI al vero finale. Come ho già spiegato altre volte, per una questione di genovesità, non ho mai usato una moneta per un "continue", preferendo sempre ricominciare ogni partita dall'inizio, massimizzando in questo modo la fruizione del gioco. In questo modo però non sono mai riuscito a superare il boss finale (nemmeno quello del primo giro), per cui non posso dire di essere un campione, in questo gioco.
Quando avevo l'Atari VCS ebbi la sfortuna di giocare con il Pac Man ufficiale, di cui tra l'altro ho già parlato in questo blog e che tutto sommato mi divertì (trattandosi di una grossa novità allora per il bambino Barabba). Tuttavia l'anno successivo mi arrivò anche il suo seguito, questo Mrs.Pacman con cui giocai un'estate intera e che si può tranquillamente considerare un gioco più che dignitoso.
E' ironico come uno dei set più costosi e ricercati della serie "modular" sia in effetti il meno bello di tutti! Si tratta a tutti gli effetti del secondo set per data di uscita, e come tale, se confrontato con i set successivi, è ancora piuttosto grezzo, soprattutto per quanto riguarda gli interni che sono praticamente spogli e presentano solo le scale tra una piano e l'altro. Anche esternamente il set non spacca, non tanto per il colore azzurrino, e nemmeno tanto per le balaustre bianche (si è visto di peggio): il problema è che questa casetta è grande la metà delle altre della stessa serie, visto che mezza costruzione non c'è, lasciando posto ad uno sguarnito porticato chiuso da un anonimo cancello nero. Insomma, siamo davanti ad un set deludente per dimensioni, cura, e finiture (ci sono in tutto solo 3 ometti) e che si può tranquillamente evitare a meno di non trovarlo a poco per poi rivenderlo a tanto.
Valutazione 6/10
Prezzo nuovo eur 2200 circa
Tra i pochissimi dischetti che mi arrivarono col il nuovo fiammante Amiga 500 c'era anche questo Ports of Call, ma - non so bene dire perché - non mi interessai minimamente a questo gioco, e finii per riutilizzare il dischetto per copiare qualche altro titolo. Per un beffardo gioco del destino è poi capitato che anni dopo lo "shipping" sia diventato il mio ambito professionale e ancora oggi mi occupo, per lavoro, di porti, navi, merci e container. Chissà come sarebbe andata se invece lo avessi giocato a fondo!
X-Copy non era un gioco, ma senza X-Copy non avremmo potuto avere quasi alcun gioco... non in quantità, per lo meno! Questo programma era l'ultility fondamentale e definitiva per la duplicazione dei dischetti che ci scambiavamo con gli amici, e ogni nuova esperienza di gioco (e in quell'epoca ogni gioco era davvero una nuova esperienza) iniziava con questa schermata, nella trepidante attesa che tutti i settori venissero copiati e poi verificati senza errori. I fortunati che avevano due drive per i dischetti potevano dimezzare i tempi di attesa (lettura e scrittura avvenivano simultaneamente), mentre per tutti gli altri era un vero calvario, soprattutto quando iniziavano a comparire numerini rossi laddove sarebbero dovuti essere tutti verdi. Certo stiamo parlando di pratiche sostanzialmente illegali, ma c'era una poetica ansia e un languido romanticismo durante quei minuti che nemmeno quando ci si faceva belli per un appuntamento!
Grazie X-Copy Pro, grazie per il tuo silenzioso lavoro svolto con fedeltà e abnegazione. Non ci mancherai, ma noi non ti dimenticheremo.
Questo fu, insieme a Ridge Racer V, il primo gioco che arrivò con la Playstation 2. Avendola comprata nei primi giorni di uscita, il negoziante mi impose (per sua politica interna) che acquistassi anche due giochi originali, e scelsi appunto questi due titoli. Scelsi bene benché non abbia mai amato i picchiaduro: Dead or Alive 2 era un buon gioco, dall'azione velocissima e dalla grafica spettacolare: la Ps2 sembrava davvero arrivare da un altro pianeta, malgrado le scalettatture che funestavano questi primi titoli.
miUna brickheadz un po' particolare, ma molto carina, rappresenta il tradizionale gattino portafortuna giapponese, con tanto di braccino alzato che si può abbassare a mo' di leva.
L'idea è senz'altro buona, la realizzazione invece poteva essere un po' migliore, non perché il gattino sia brutto, ma secondo me si poteva fare molto di più nella realizzazione del corpo del gatto e soprattutto della base, un po' sciatta. Certamente non vale il prezzo pieno.
Voto 6/7
Prezzo nuovo 18 euro
Questo fu il primissimo gioco che mi comprai per la Playstation 2, e quindi segnò, assieme ad un altro titolo di cui parlerò nei prossimi giorni, il mio passaggio verso quella next-gen che tutti noi possessori dalla vecchia Ps1 stavamo aspettando. Una volta caricato il gioco senz'altro ci sembrava di essere su un altro pianeta, soprattutto se si confrontava la grafica di questo gioco con i titoli a cui eravamo abituati fino a quel momento.
