martedì 21 ottobre 2025

ATARI 5200: i giochi (undicesima parte)

 


Atari 5200 - i giochi 

La tappa di oggi è un po' noiosa, perché incentrata totalmente sulla serie "realsport", la stessa serie che ha tentato di portarci su Atari 2600 una manciata di giochi sportivi per lo meno paragonabili, nell'aspetto visivo, a quelli che giravano su Intellivision. A me sinceramente queste tipologie di videogiochi interessavano pochissimo ma nella realtà dei fatti questi erano titoli importantissimi nell'economia di una console che voleva sperare di essere comprata, soprattutto negli Stati Uniti. In ogni caso ecco qui 4 giochi sportivi pubblicati + uno che invece non ce l'ha fatta a raggiungere gli scaffali, ma che merita comunque menzione.


REALSPORT BASABALL


Per giudicare questo titolo va tenuto presente che Realsport Baseball è stato pubblicato nel 1983, un'epoca in cui questo tipo di grafica era lo stato dell'arte. Gli si perdonano quindi gli omini lilipuziani, le animazioni minimali e i colori uccidi-retina. Il gioco comunque c'è e presenta anche tutta una serie di opzioni per niente scontate. E, cosa davvero notevole, ha persino una voce campionata che urla "strike!", "you are out" e altre piccole frasi dell'arbitro. In definitiva per l'epoca questo gioco non era affatto male (sempre che ti intressasse il baseball).

REALSPORT BASKETBALL

Questo gioco sul baket non fu mai pubblicato, ed è un vero peccato in quanto il titolo si presenta veloce, divertente e tutto sommato appassionante anche in singolo. Ricorda un po' la serie One On One in quanto si gioca uno contro uno, ma Realsport Basketball ci mette a disposizione l'intero campo e quindi ogni contendente ha il suo canestro da difendere e quello avversario da violare. Esistono addirittura due versioni di questo prototipo. Quella che che ho provato io ha il pavimento nero e una grafica notevole per l'epoca, una giocabilità più che buona (anche se mi sembra eccessivamente facile) ma per contro ha un sonoro un po' (tanto) fastidioso. L'altra versione ha il pavimento blu ma in generale è meno bello graficamente. Tuttavia non l'ho giocato per cui non posso esprimermi sulla sua bontà come gioco ripetto all'altra versione.
REALSPORT FOOTBALL

Purtroppo per me il football americano rimane uno sport incomprensibile, non tanto nelle meccaniche (che comunque possono sembrare criptiche) ma proprio nel diveritimento che può dare nel giocarlo dal vivo e - tanto più - su una console così limitata, mentre capisco che sia uno sport spettacolare da vedere in tv... ma allora questa versione per 5200 non centra il suo obbiettivo pienamente. Nel gioco abbiamo omini monocromatici, la metà dei quali rosa, spesso piegati a novanta, che si inseguono su un campo troppo schematico, il tutto condito da un sonoro imbarazzante. E' vero che si possono selezionare diversi schemi di attacco, ma tutto mi sembra troppo semplificato e abbozzatto per appassionare veramente. Ciò non togli che probabilmente negli States questo gioco sia piaciuto tantissimo.


REALSPORT SOCCER

La versione per Atari 5200 è anni luce avanti a quella omologa per 2600, con una rappresentazione del campo e degli omini simile ma migliore di quanto avevamo visto nel soccer dell'Intellvision (che però era stata pubblicato ben quattro anni prima) ma anche del Super Soccer uscito per la stessa console Mattel proprio lo stesso anno (era il 1983). In ogni caso il gioco è discreto e si lascia giocare, penalizzato solo da uno scrolling chiaramente basato sullo sposatmento a gruppi di 8 bit e per questo motivo un po' scattoso (ma questo era la norma per l'epoca). Sinceramente mi ha stufato dopo cinque minuti, ma probabilmente se giocato in due, nel 1983, poteva essere un buon gioco di calcio.

REALSPORT TENNIS

Questo tennis è oggettivamente ben fatto, graficamente essenziale ma gradevole (a parte i piedoni enormi dei tennisti), veloce il giusto e piuttosto versatile per quanto riguarda l'indirizzamento della palla. Gli scambi sono realistici e il movimento del nostro omino, gestito con lo stick analogico, è quasi perfetto. L'unico limite è il grado di sfida contro il computer, che è abbastanza blando una volta che si capisce come "ragiona" la macchina. Per l'epoca non era affatto male.

domenica 19 ottobre 2025

Goldrake - Il Banchetto dei Lupi


Goldrake: il banchetto dei lupi - 2023 - Versione Playstation 5

Davanti ad un gioco di questo tipo ci possono essere due tipi di reazione: delusione per un prodotto che appare tecnicamente risalente a due generazioni di console fa, oppure esaltazione per un prodotto che rappresenta tutto quello che un fan di Goldrake ha sempre sognato. E quale reazione potrai avere davanti a "Goldrake: il banchetto dei lupi" dipende solo da te.


Io ho avuto la seconda, seppure quel rimpianto di avere per le mani un gioco che poteva essere realizzato molto meglio mi abbia accompagnato per tutta la dura dell'esperienza (un'esperienza tra l'altro abbastanza corta). 


Tutto in questo gioco richiama alla memoria la serie televisiva, dalla sigla iniziale, più o meno riprodotta in modo fedele, ai suoni, le musiche e i cliché tipici di ogni episodio. Ad esempio quando arriva il mostro spaziale, sul finale di ogni sezione di gioco, questi ci viene presentato con il suo nome in giapponese sovraimpresso!


Ad un gioco così gli si perdona facilmente l'inconsistenza delle sezioni a piedi, quando tra il centro spaziale e la fattoria Betulla Bianca, ci si muove avanti e indiero solo per parlare a turno coi personaggi. Gli si perdona la grafica non proprio dettagliatissima e gli si perdona anche lo schema delle cose da fare che si presenta sempre uguale per ogni sezione.


D'altra parte non si potrà restare indifferenti ad un sistema di combattimento che tutto sommato funziona e diverte, a suon di alabarde spaziali, raggi antigravità e magli rotanti. A tal proposito abbiamo un doppiaggio favoloso che non fa rimpiangere per nulla quello originale di Malaspina & c. 


Una volta fatta l'abitudine con il diverso timbro delle voci (invero molto simili a quelle storiche) sembra di ripiombare in pieno negli anni 70, seduti davanti alla tv mentre si guardava la serie originale.


Ogni tanto c'è anche qualche sezione in stile shot'em up, sia con la visuale dall'altro (alla Xevious), sia con quella da dietro in stile Afterburner. Queste fasi di gioco non sono certamente nulla di impressionante dal punto di vista visivo né per la varietà delle situazioni che propongono.


Ma riescono a coprire in pieno tutto quello che si sarebbe dovuto vedere durante una puntata della serie televisiva, e quindi ben vengano!


Insomma il gioco centra in pieno il suo obbiettivo ricreando un'atmosfera perfetta e il gameplay, pur non essendo nulla di sofisticato, intrattiene il giusto. Questo vuol dire che il gioco mi è piaciuto nella sua interezza e anche se vedo molto bene i suoi limiti mi sento comunque di consigliarlo a tutti i giocatori "anta" che hanno amato la serie, perché sarà a loro chiaro fin da subito quanto abbiano amato la serie anche i suoi sviluppatori.



giovedì 16 ottobre 2025

ATARI 5200: i giochi (decima parte)

 


Atari 5200 - i giochi 

Quest'oggi mi sono pappato prima di tutto quattro trasposizioni per Atari 5200 di famosissimi giochi arcade, tenendo però sempre ben presente che quando uscivano sul mercato queste cartucce io giocavo con gli stessi giochi sul molto meno potente Atari 2600 o, quando andava bene, sul Commodore 64 (oltre che ovviamente giocarci in sala giochi), una macchina sotto certi aspetti comparabile per specifiche tecniche. Se quindi non potevo certo aspettarmi chissà quali prodigi della tecnica, tuttavia questi giochi, questa console, erano probabilmente il meglio che si poteva sperare di portarsi a casa in quegli anni, nella speranza di replicare la bellezza dei titoli che vedevamo al bar. Il quinto titolo della serie è invece qualcosa di completamente inedito e, sotto certi aspetti, di sorprendentemente coraggioso. Ma insomma, che cosa ne penso di queste cartucce? Ecco qua: 

POLE POSITION

Ad una prima occhiata questo Pole Position sembra molto simile alla versione - piuttosto deboluccia - prodotta sempre dall'Atari per il Commodore 64. Presto però si nota che la versione per home computer risulta molo più ricca di elementi grafici (pozze sulla pista, scritta "start" sul semaforo alla partenza, immagine della pista nello schermo dei titoli...), e che la pista pur scorrendo in modo molto simile e pur essendo colorata meglio, presenta delle vetture persino ancora più brutte di quelle che ci spara sullo schermo il computer Commodore. Per il resto le due versioni sono praticamente identiche, facendo di questo Pole Position un gioco poco convincente.



POPEYE

Anche qui abbiamo due versioni, quella per Atari 5200 e Commodore 64, che hanno diversi punti di contatto. La giocabilità è pressoché identica, in entrambi i casi il gioco non presenta una difficoltà proibitiva e tutto quello che si vedeva nell'arcade è stato ripodotto abbastanza fedelmente. Dal punto di vista grafico vince la maggiore definizione degli sprite su Commodore 64, che vincono anche dal punto di vista delle animazioni. In generale il computer Commodore ci regala una grafica più ricca e leggibile, ma inspiegabilmente nel secondo livello non c'è Pisellino e la trave di Poldo - pur funzionando alla perfezione - non è animata. In ogni caso questa versione di Popeye non è affatto male.

Q*BERT

Q+bert nella sua incarnazione per 5200 è esattamente quello che doveva essere, un gioco dal gameplay elmentare e dalla grafica abbastanza povera, ma in linea con il gioco arcade, dal quale è stato preso e riprodotto ogni elmento. Non sono un fan di questo gioco per cui non mi voglio sbilanciare troppo , ma diciamo che se ti piace il gioco originale questa è una versione abbastanza fedele (forse un pelino più lenta).


QIX

Diversamente da spesso accade nelle trasposizioni casalinghe di questo gioco, che più che riprodurre il più fedelmente possibile l'esperienza arcade normalmente si limitano a replicarne il gameplay, questa versione per 5200 è invece sorprendentemente simile all'originale, a cominciare dall'intefaccia, il logo e il set di caratteri. La grande differenza è nella risoluzione dello schermo che riduce sensibilmente l'area di gioco e le dimensioni dei Qix che roteano per lo schermo. In ogni caso, per l'epoca, questa versione era più che ottima.





QUEST FOR QUINTANA ROO

Questo gioco è un affascinante action-adventure dove impersoniamo una specie di esploratore di tombe, intento a raccogliere i tesori sparsi per un'antica piramide azteca. Il fatto sorprendente di questo gioco è il design, davvero bizzarro e chiaramente incanalato verso l'intento di creare una bella atmosfera intorno al gioco piuttosto che cercare di proporre qualcosa di davvero divertente, anzi finendo per proporre un gameplay tendenzialmente frustrante. Ci vorrebbe un pomeriggio intero per capire bene come battere il gioco e, nel 2025, non credo che ne valga assolutamente la pena.

lunedì 13 ottobre 2025

40772: Fantasma luminoso

 


Set 40772 - Anno 2025 ( ??? pezzi)

Questo set, che mi è stato regalato dalla Lego, rappresenta un articolo a tema Halloween, e infatti sono presenti nel lotto un fantasma, un pipistrello e una piccola zucca. Il pezzo forte dei questo oggetto sta nella levetta sul retro che, se premuta, accende il fantasmino rendendolo luminescente, in particolare negli occhi e nella bocca. Peccato solo che il soggetto più che un fantasma sembri uno scaldabagno! Il pipistrellino invece è caruccio e nell'insieme il set può finire a buon diritto con gli altri oggetti a tema Halloween che possiedo (e che tiro fuori giusto per due giorni all'anno a fine ottobre).

Valutazione: 6/10

Prezzo nuovo: 12 euro



sabato 11 ottobre 2025

ATARI 5200: i giochi (nona parte)

 


Atari 5200 - i giochi

Finalmente arrivano dei pezzi da novanta, giochi che in quel periodo (1982-1984) erano molto ambiti ed amati dai giocatori di mezzo mondo, titoli che si vendevano da soli già per il nome che portavano. Oggi il sottoscritto ha giocato con cinque di questi classici senza tempo, tutti quanti nella loro incarnazione  per Atari 5200. Cosa ho scoperto? Ecco qua:

MS. PAC-MAN


Se già la versione per Atari 2600 era decisamente fatta bene, questa per la console maggiore è ancora migliore! Non ho nulla da appuntare a Ms.Pac-Man per 5200, è una versione che fa il suo dovere e sicuramente per l'epoca poteva regalare ore e ore di divertimento. Oggi mi viene l'orticaria anche solo a guardare le immagini, ma ricordo quante mattine ho giocato con lo stesso titolo, depotenziato, sul mio  amato VCS, per cui promuovo la cartuccia a pieni voti.


PAC-MAN

Non altrettanto bella è la versione per 5200 di Pac-Man. Pur essendo anni luce migliore dalla mezza ciofeca (con la quale però ho giocato fino alla morte) che Atari pubblicò per il VCS, questa incarnazione non è così' convincente come l'avrei voluta. Pacman non ha gli occhi, per fortuna, ma ricorda quello infausto del 2600, già dalla forma che non è tanto a pallina come lo vorremmo vedere e inoltre anche i puntini che va mangiando sono a forma di piccoli rettangoli... insomma sembra ereditare, pur migliorandole, alcune cose brutte viste su Atari 2600. Altra cosa che non mi ha convinto appieno è la velocità con cui si muove ed è animato il nostro eroe, che qui è addirittura eccessiva per i miei gusti. Insomma, questa non è la versione migliore di Pac-man con cui abbia mai giocato.



PENGO

Non sono mai stato un gran estimatore di questo gioco arcade perché l'ho sempre trovato un po' ostico e non mi sono mai sentito incentivato a padroneggiarlo al punto da diventarne bravo. Ma al di là della mia situazione personale nei suoi confronti, questa versione di Pengo mi ha convinto. Non è troppo frenetica, ti lascia il tempo di guardarti intorno e pianificare, quantomeno, delle tappe da compiere per chiudere il livello. Graficamente è abbastanza povero ma fa il suo dovere per cui ritengo che questa sia una cartuccia assolutamente valida.


PITFALL 

Pitfall è qui incarnato come una versione graficamente un pelo migliore della controparte giocabile su Atari 2600, che per il resto è assolutamente identica. Sulla piccola console Atari l'aspetto grafico era già miracoloso per cui non è stato necessario chissà quale grande upgrade, ma l'aggiunta di qualche colore in più si nota e il gioco è probabilmente un po' più gradevole e meno monotono sui fondali, ma si tratta davvero di minuzie per un titolo che resta ancora molto valido dopo più di 40 anni. Per la cronaca, la versione per Commodore 64 è talmente brutta in confronto a queste per Atari, che non sono mai riuscito a giocarla per più di cinque minuti.






PITFALL II

Pitfall II è un giocone della Madonna, uno dei miei titoli preferiti per Commodore 64 e questa versione per Atari 5200 non è da meno. E' talmente ancora bello e giocabile che non ho resistito e l'ho portato a termine in una sessione singola! Graficamente è una via di mezzo tra quanto si vede sul Atari 2600 (che come sempre non ha dettagli negli oggetti presenti a schermo) e su Commodore 64, dove invece tutto è molto più curato. Ma se devo essere sincero quasi quasi preferisco questa versione per Atari 5600, se non altro perché il primo livello, quello in superficie, ha colori e alberi molto più belli di quella sequenza di cortecce tormentate su sfondo nero visibili nella versione Commodore. In definitiva, fino a questo momento ritengo che la cartuccia di Pitfall II sia la più meritevole tra quelle pubblicate per questa macchina.

martedì 7 ottobre 2025

Pitstop

 


Pitstop - 1983 - Versione Commodore 64


Per il primo Pitstop, storico gioco di guida per Commodore 64, vale tutto quanto già detto per il suo seguito nel mio articolo pubblicato cinque anni fa (che puoi leggere qui), con la differenza che in questo caso la grafica è ancora peggiore, soprattutto perché resa con colori improbabili, e che non c'è lo schermo condiviso per gareggiare contro un amico. Insomma questo Pitstop è un gioco mediocre e questa è esattamente la stessa impressione che ebbi anche nel 1984 quando ci giocai per la prima volta. E' vero che venivano introdotti per la prima volta concetti "simulativi" quali l'usura delle gomme e il consumo di carburante, ma il gioco restava brutto da vedere e da giocare. Per questo motivo ci ho giocato pochissimo, più per curiosità che per divertimento. Ma mi piacerebbe trovare qualcuno che mi dicesse che invece mi sbaglio e che Pitstop, all'epoca, era un bel gioco. Se c'è si faccia avanti.



lunedì 6 ottobre 2025

ATARI 5200: i giochi (ottava parte)


Atari 5200 - i giochi

Ho rubato l'immagine qui sopra all'Omone di Atariteca (fonte: Atariteca) perché il suo podcast è sempre fonte di informazioni preziose, puntuali e sopratutto raccontate in modo molto avvincente, sul mondo Atari (e non solo). Non altrettanto avvincenti sono invece, purtroppo, i giochi - che sto testanto in questi giorni - pubblicati per questa povera bistrattata console. Ma non voglio anticipare il finale della mia serie di articoli, e del resto ho ancora tanti giochi da provare, per cui riprendiamo il viaggio e giochiamo a:

MISSILE COMMAND

Ho trovato molto deludente quesa verisone di Missile Command, visto che graficamente sembra pressoché identica alla poverissima versione a cui tanto ho giocato su Atari 2600, dove in più - anzi: in meno - è stato rimosso pure il fungo mitico atomico cha appariva quando un missile ti annientava una delle città che devi proteggere. Insomma non si capisce perché ma l'aspetto tecnico di Missile Command è assolutamente deludente, pur restando dal punto di vista ludico comunque giocabilissimo.

MONTEZUMA'S REVENGE

Quella per Atari 5200 è una buona versione di Montezuma's Revenge, un gioco di cui parlerò prima o poi perché comunque ho diversi ricordi legati ad esso. Questo titolo, per essere dell'inizio del 1984, è un incredibile platform/adventure non lunghissimo da terminare, una volta che si sa cosa fare e come farla, ma che può regalare ore di esplorazione e divertimento. Come spesso accade sul 5200 ho trovato questa versione del gioco leggermente più difficile di quella per Commodore 64, ma è una questione di sfumature.


MOON PATROL

Se come me hai giocato allo sfinimento alla versione per Atari 2600 di Moon Patrol, troverai questa versione stupenda, con grafica varia, dettagliata e molto simile a quanto si poteva vedere al bar o su Commodore 64. Tutto ok quindi, tranne che per gli sprite e in particolare quello della nostra camionetta, che è talmente brutto da essere quasi irriconoscibile. 

MOUNTAIN KING

Grafica poverissima ma abbastanza d'effetto, con ragni che ti avviluppano e sbrano, fiamme che ti consumano poco alla volta fino alla morte e pipistrelli che si palesano puntando la torcia nell'oscurità, Mountain King è un gioco abbastanza criptico ma che sarebbe anche divertente se non fosse che il salto da una piattaforma all'altra, soprattutto in salita, è un'incubo che ti fa venir voglia di spaccare il joypad all'ennesima caduta al piano di sotto. Presa un po' di praticità coi comandi il gioco diventa quasi facile ma resta piuttosto povero nel gameplay. Piccola nota interessante: è necessario ascoltare la musica per poter risolvere il gioco, in quanto questo elemento fa parte del gameplay nelle fasi finali e fornisce un aiuto per risolvere il livello.

MR. DO!'S CASTLE

Mi è difficile giudicare questa versione di Mr.Do!'s Castle in quanto conosco pochissimo l'originale da sala giochi, meno che meno conosco le altre conversioni per Atari 2600 e per Commodre 64. Da quello che ho visto giocando col 5200 però non sono rimasto molto colpito, anzi mi sono divertito pochissimo. La grafica è veramente confusa (e stancante per la vista) e comandi a mio parere sono un po' troppo imprecisi per permettere i virtuosismi che servirebbero per sopravvivere in un gioco di questo tipo. Insomma non me la sento di bocciarlo ma nemmeno di promuoverlo. 





sabato 4 ottobre 2025

Disgaea 6: Defiance of Destiny

 


Disgaea 6: Defiance of Destiny - 2021 - Versione Playsation 5

Sono vent'anni che gioco a tutti i disgaea possibili ed immaginabili e, va detto, mi sono trovato davanti sempre lo stesso gioco. Ad ogni nuova uscita cosa cambiava? Per iniziare la storia, che però è sempre talmente idiota che orami,fin da Disgaea 2, la skippo dal terzo capitolo in avanti. Per cui se mi chiedi di raccontarti la trama di questo sesto capitolo non sono in grado di darti più di una vaghissima traccia. Le storie che vengono raccontate in questi giochi sono pretestuose, noiose, troppo stupide per divertirmi. Insomma è roba non degna del mio tempo.


Un'altra differenza tra un gioco e l'altro è, solitamente, l'introduzione di qualche nuovo meccanismo ludico atto a rendere le oprazioni di "grinding" un po' più avvincenti e diversificate rispetto a quanto fatto in precedenza. Abbiamo visto negli anni l'affinamento di alcune caratteristiche e l'introduzione di tante altre idee che hanno reso il gameplay di Disgaea talmente sfaccettato e, in ultima analisi, complesso da richiedere un'enciclopedia per introdurre il gioco in modo completo ad un novellino. E in effetti col quinto episodio della serie (che poi sarebbe il sesto se si conta - e si deve contare - Disgaea D2), sembrava di essere arrivati al punto che più di così non si potesse fare per non ripetere all'infinito quanto già visto negli anni precedenti.

Ecco quindi l'idea base di Disgaea 6: prima di tutto via ad un sacco di meccaniche troppo macchiavelliche e rubatempo quali potevano essere gli attacchi a torre o i tour all'interno dei personaggi; sì invece alla valorizzazione di quelli che sono i punti forti della serie, quali l'"item world" (anch'esso ripulito da scorribande di pirati ed altre amenità mangiatempo), o i "cheat" che tra l'altro in questo episodio permettono anche di automatizzare i combattimenti (con tanto di programmazione dei comportamenti delle nostre unitià, in stile "gambit" visto in Final Fantasy XII) e di accelerare le battaglie fino a 32X. 


Restano comunque decine di funzionalità e sistemi per sviluppare le nostre unità. Anzi in un certo senso questo Disgaea 6 lo si può considerare come un Luna Park per chi ama il genere, visto che permette ore e ore di gameplay indirizzato, come sempre, al grinding selvaggio. E infatti una cosa che si nota subito e che fa la differenza in questo sesto episodio sono i numeri: fin dal livello 1 le unità hanno migliaia di punti ferita e statistiche di migliaia o decine di migliai di punti. Tutto qui è all'ennesima potenza e la cosa dà quell'immediato senso di "abbiamo rotto i limiti" capace da solo da incuriosire e dare quell'impulso di curiosità ad un giocatore che magari si era rassegnato a vedere sempre le stesse cose.

Ma non è finita qui: portata a termine la storia principale, ecco la sorpresa del "post game". Il limite storico della serie, cioè il livello massimo raggiungibile dalle unità di 9999, viene rotto consetendoci di arrivare fino al livello 99.999.999! Questo significa arrivare ad avere i nostri omettini con migliaia di miliardi di punti ferita, e vedere quei numeri - per gente come me - è esaltazione pura!


Se nei Disgaea precedenti per arrivare a vedere numeri molto alti (sull'ordine dei milioni) ci volevano ore ed ore di dedizione, posizionamento di omini, programmazione di attacchi combinati e tanta pazienza, qui l'attenzione si sposta maggiormente sulla strategia generale nella gestione dei cheat, dell'AI che guida le unità e sugli automatismi nei combattimenti. Sia chiaro: anche in questo modo il gioco ti mangerà ore di tempo, anche se ti capiterà di lasciare che il gioco si giochi da solo per delle mezz'ore, ma tutto questo si traduce in un'esperienza totalmente nuova per la serie, che è stata capace da sola di rivitalizzare in me l'interesse per la serie (che languiva da tempo: ho comprato ed installato il gioco tre anni fa, ma ci ho giocato solo ora... e questo dice tutto).


Insomma: numeri fuori di testa e autocombattimento superaccelerato (meccanica strepitosa che dà il meglio di sé nell'item world) hanno tentato di dare una bella rinfrescata ad un sistema di gioco oramai stantio, e la cosa con me ha funzionato alla grande! A questo si aggiunga che ora le unità (sia "umane" che "mostruose") sono completamente realizzate con un'ottima grafica 3d, capace di non far rimpiangere affatto la bitmap usata fino ad ora, e possiamo dire che anche dal punto di vista tecnico il gioco se la cava (pur restando un titolo graficamente minimalista). Per contro, forse proprio per questo cambio di paradigma, Disgaea 6 offre un campionario di classi davvero esiguo rispetto a quanto ci avevano abituato i designer della serie, ma dal mio punto di vista questo non è affatto un problema.


Il mio giudizio finale è quindi molto positivo: il gioco mi ha sorpreso anche se, a ben vedere, questo superamento dei limiti era la conclusione più logica e sensata per una serie che ha sempre fatto dei numeri che si ingigantiscono il suo punto distintivo. A questo punto però mi sarei aspettato che oltre non sarebbero andati, mentre invece ho già la mia copia di Disgaea 7 sulla scrivania che mi guarda. Ma andrò a scoprire quest'altro gioco non certamente adesso, visto che sono piuttosto saturo. Spero che il settimo capitolo sia in grado di sorprendermi di nuovo, magari con un reset di qualche tipo, ma sinceramente ci credo poco. In ogni caso Disgaea 6 è un bel titolo, pieno di cose da fare che mi hanno reso pieno di soddisfazioni.