mercoledì 29 novembre 2023

Hyperforma

 


Hyperforma - 2018 - Versione Android


Hyperforma è un gioco per che nella sua versione Android è perfetto per essere giocato su telefonino, in quanto è veloce, spettacolare, adatto per uno schermo verticale e gestibile quasi esclusivamente con due dita. Fanno eccezione a questa ultima cosa solo gli scontri con i boss, per i quali è necessario usare i due pollici per manovrare il nostro avatar e un terzo dito per sparare, in una fase che ricorda un po' il buon vecchio Gyruss visto che ci si muove in cerchio attorno a queste entità da distruggere.



I boss ci sparano contro andando ad interessare alcune zone dello schermo, ecco quindi che è necessario spostarsi nelle zone libere e continuare a blastare. Ma queste fasi sono solo una piccola parte del gameplay di Hyperforma, che ricorda per il resto più un clone di Arkanoid che uno spara-spara tipo Gyruss. Le nostre "palline" rimbalzano all'infinito per lo schermo e possono essere reindirizzate verso il nucleo che è protetto da un muro di mattoncini. Per superare il livello è sufficiente colpire il nucleo. Il bello sta però nel muro che è attorno al nucleo, in quanto è "tridimensionale" e cambia forma anche autonomamente, ma può essere liberamente ruotato sui tre assi in modo da poter trovare e ampliare un varco verso il centro.



L'idea è bellissima e la realizzazione tecnica è davvero notevole, per stile ed effetti su schermo. Purtroppo però il gioco manca un po' di intuitività e fin dai primissimi elementari livelli sembra di vincere più per caso che per abilità. Anche nei livelli avanzati, dove si deve giocoforza sviluppare delle astuzie per raggiungere il nucleo, troppo spesso si muore senza nemmeno capire esattamente perché e, per converso, si vince più per tentativi fortuiti che per effettiva perizia. Naturalmente un giocatore esperto potrebbe non essere affatto d'accordo, ma non si può negare che manchi per l'appunto la necessaria facilità nel leggere e capire quello che accade su schermo. Hyperforma è quindi un gioco che va provato ma non è detto che lo si capisca e che quindi ci si possa innamorare di lui.



martedì 28 novembre 2023

Ys VIII: Lacrimosa of Dana



Ys VIII: Lacrimosa of Dana - 2016 - Versione Playstation 4

Eccomi qui con un gioco di ruolo giapponese molto molto classico nell'impostazione, ma dal carattere "action" per quanto riguarda i combattimenti. Parliamo subito di questo, i combattimenti: la maggior parte degli scontri si risolve con un forsennato "button mashing", cioè con la pressione continuata e casuale dei vari tasti deputati all'attacco e alle abilità speciali.



Certamente si può procedere anche in modo più ragionato ma il gioco non ti spinge mai verso questa soluzione, premiando maggiormente il livellamento dei personaggi e pertanto il conseguente incremento della potenza bruta degli attacchi stessi. E' un fatto positivo? E' un fatto negativo? Dipende dai punti di vista. A mio parere considerata la quantità enorme di battaglie necessarie per portare avanti il gioco, probabilmente è meglio così.



Il sistema di livellamento è un po' troppo indirizzato verso il mantenimento costante di un certo livello di sfida: se arrivi sottolivellato in una certa area, macinerai tanta esperienza ad ogni mostro ucciso. Se al contrario sei già al giusto livello previsto per quella fase di gioco, ne riceverai praticamente zero, pur combattendo contro gli stessi identici mostri. Capisco l'intento degli sviluppatori, ma la cosa mi produce una certa sensazione di inutilità o, per lo meno, di poca libertà, che non mi convince totalmente. Va detto che però, in definitiva, i combattimenti sono divertenti e vengono a noia solo dopo molte ore, anche grazie al numero di abilità speciali che mano a mano si possono sbloccare.



La storia come sempre è l'aspetto che meno mi interessa, ma nel caso specifico l'ho apprezzata, almeno fino al punto in cui le cose, ovviamente, non si vanno inevitabilmente a complicare. Fintanto che il gioco racconta di naufraghi alla ricerca di una via per fuggire da un isola misteriosa tutto fila liscio ed è anche una cosa divertente dover esplorare le varie zone per mappare l'isola, scoprire nuovi misteri eccetera.



Ad un certo punto però il gioco ci farà diventare letteralmente i salvatori del mondo e in un certo senso tutto va in vacca. A questo punto il buon Barabba ha iniziato a "skippare" le scene di intermezzo sempre più frequentemente... cosa ci volete fare, sono fatto così!



Graficamente Ys VIII è come un bellissimo gioco per Playstation 2 rimasterizzato in alta definizione: pochissimi poligoni per le ambientazioni, texture ripetitive ed aree relativamente piccole. Miglior fortuna l'hanno avuta i mostri e i personaggi umani, che comunque sono anni luce dallo splendore che si si può ammirare su giochi analoghi per Ps4.



Eppure non mi sento di bocciare l'aspetto grafico di questo titolo, che è sì funzionale ma davvero gradevole nel complesso, soprattutto per chi come me ama il retrogaming. Il sonoro è quanto di più classico si possa trovare in un gioco di questo tipo, ma i brani sanno tutti un po' troppo di "già sentito".



Non manca qualche missione secondaria e qualche minigioco, tipo l'immancabile pesca, battute di caccia, missioni di difesa dell'accampamento da ondate di mostri famelici, ricette di cucina, la coltivazione di un orticello, affinazione dei rapporti con i vari compagni di sventura, duelli e cose di questo tipo. Insomma, viene data un po' di varietà alla formula di base, ma tuttavia dopo una quarantina di ore il gioco inizia a trascinarsi un po' troppo e, personalmente, ho cercato di accelerare verso il finale.


Al netto di tutto però promuovo Ys VIII, perché è carino, divertente e anche appagante. Non è nulla di rivoluzionario ma si fa apprezzare per tante cose, soprattutto se si è alla ricerca di un gioco mediamente lungo, leggero nell'impegno e dal sapore retrò. A breve proverò anche il nono episodio.



domenica 26 novembre 2023

Absolute Tactics: Daughters of Mercy

 


Absolute Tactics: Daughters of Mercy - 2022 - Versione PC

Absolute Tactics rientra in una delle tipologie di giochi che preferisco, i tattici a turni, e a prima vista sembra avere tutto quello che si possa cercare in un gioco di questo tipo. Per iniziare la grafica è carina, colorata, decisamente al di sopra della media che si può riscontrare in giochi di questo tipo, come ad esempio un Disgaea qualunque, ma contrariamente a quanto accade nella stragrande maggioranza di questi giochi la visuale non può essere ruotata e questo, lasciatemelo dire, è un grande demerito per un gioco tattico, con serie ripercussioni anche nella giocabilità. Giocabilità compromessa anche da una certa lentezza di fondo del gioco che, per chi non ha un pc seriamente attrezzato, come nel mio caso, si poteva risolvere con un po' di scalabilità nelle prestazioni, un'opzione che qui manca quasi totalmente.



Ho trovato anche che giocare con mouse e tastiera (come ci si aspetterebbe di fare su PC) risulta parecchio scomodo ed eccessivamente meccanico, ma per fortuna si può collegare un pad e il gioco diventa enormemente più fruibile. L'aspetto sonoro è per così dire funzionale: non mi sarei mai aspettato di trovare una nuova sinfonia di Beethoven ma i lavori di Tempei Sato, tanto per fare un esempio, sono su un altro pianeta! Per quanto invece riguarda la trama non mi pronuncio perché questo è un aspetto del gioco che per me non ha importanza, ma sembra che sia piuttosto povera e poco interessante.



Quello che a me interessa invece è il divertimento che mi danno le fasi di gioco, quindi le battaglie, e la soddisfazione che ho nel vedere i nostri personaggi diventare sempre più potenti. C'è da dire che Absolute Tactics non brilla in nessuna di queste due cose. Le battaglie sono abbastanza lente, lunghe da finire, e c'è poca varietà anche nei nemici che si affrontano. Per fortuna vengono proposte alcune cose da fare che vanno un po' oltre al semplice "uccidi tutti i nemici" e questo l'ho apprezzato moltissimo. Lo sviluppo dei personaggi è interessante, potendo disporre di diverse classi da insegnare ai nostri commilitoni, ma la scarsità di equipaggiamenti messa a disposizione per personalizzare i vari membri mi ha lasciato molto contrariato, soprattutto perché parliamo di un gioco del 2022.


In definitiva Absolute Tactics: Daughters of Mercy è un gioco interessante, bello a vedersi, semplice da giocare ma un po' troppo deludente nel contorno, ad iniziare dalla poca flessibilità del sistema di gioco, dalla scarsità di "oggettistica" e da una ripetitività eccessiva anche per un gioco tattico. Sinceramente dopo qualche ora di gioco mi è passata la voglia di portarlo a termine per cui non mi sento di consigliarlo a meno che non si ami proprio il genere.



venerdì 24 novembre 2023

Hotline Miami

 


Hotline Miami - 2012 - Versine PC/Playstation 4

Hotline Miami è un gran bel gioco, lo pensavo 10 anni fa quando lo giocai su Pc e lo penso ancora oggi provando la versione per Playstation 4. Ma non è un gioco per me. Non che non lo trovi divertente o mal realizzato, non che non apprezzi l'atmosfera così tipicamente anni '80 (vuoi per la spinta iconografia di quegli anni che emerge da ogni immagine, e dalla discreta colonna sonora, per lo più di genere synthwave), ma non sono mai riuscito ad inquadrate la sua vera natura: troppo veloce e movimentato per essere un gioco stealth, troppo strategico per essere un puro gioco d'azione. Hotlime Miami è un po' una via di mezzo e, per quanto sembri che il risultato abbia convinto tutti, non ha pienamente convinto me.



Su pc sono arrivato circa a metà gioco per poi mollare per manifesta incapacità di entrare in modo profittevole nel flusso di gioco. In questa versione Playstation 4 in realtà il gioco è un po' più complicato di quanto non fosse sul pc,del momento che ovviamente non si usano mouse e tastiera ma i due stick del joypad, con l'aggiunta dei tasti dorsali: non proprio facilissimo, soprattutto perché se non ci si allinea frontalmente coi nemici si finisce per essere colpiti ancor prima di colpire a nostra volta. Insomma, ho trovato che su Playstaion il gioco è ancor più difficile da metabolizzare di quanto non fosse su pc.



In ogni caso Hotline Miami è un gioco interessante e meritevole di una prova. E' talmente truculento e "pulp" da dare quasi fastidio, ma la grafica retrò ci ricorda che quello che vediamo e facciamo è pur sempre una rappresentazione, una finzione caricaturizzata e non una realtà vera. Anche se non lo vedo come quel gioco da 10 che sembra essere considerato da tutti o quasi, concordo nel dire che resta comunque un ottimo prodotto, sotto certi aspetti anche piuttosto originale.




martedì 21 novembre 2023

Star Wars


 

Star Wars Arcade - 1993 - Versione Sega Mega Drive 32x

Non ho mai visto in sala giochi questo remake del classico arcade del 1983, per cui mi non ho idea di quanto sia stato dirompente e di quanto successo possa avere avuto, almeno dalle mie parti. Tuttavia ho avuto modo di provare la versione casalinga per il Sega Mega Drive (per il quale è necessaria la periferica 32x, altrimenti ciccia) e devo dire che è davvero un gran bel gioco, per cui posso immaginare quanto sarà stato esaltante da giocare nel 1993 magari in un bel cabinato come quelli che c'erano nelle sale giochi dell'epoca.



Questo Star Wars è praticamente lo stesso gioco nel 1983, ma questa volta anziché essere con grafica vettoriale è stato rifatto con una grafica composta da solidi pieni per i quali non c'è nessuna texture, ma non se ne sente nemmeno tanto la mancanza. Il titolo è anche stato arricchito con tanti particolari secondari, come asteroidi e incrociatori spaziali, e la superficie della morte nera è piena di cunicoli e passaggi in cui sfrecciare sparando a tutto quello che si muove.



E' possibile guidare sia l'X-wing, in solitaria, che l'Y-wing in cui si dividono i compiti tra pilota e mitragliere; è anche possibile passare dalla prima persona (con visuale dal cruscotto come nel classico di 10 anni prima) alla terza, con il nostro mezzo visto di culo; ci sono delle scenette di intermezzo con immagini statiche tratte da il film, tanti suoni campionati (tra cui il tema principale) e insomma l'esperienza in generale è molto fluida, veloce ed esaltante.


In definitiva questo gioco è un ottimo arcade, che non sfigura nemmeno troppo sul televisorone 55" di casa, perché benché si facciamo sentire tutti gli anni che ha sul groppone (in particolare a livello di risoluzione a video), l'esperienza di gioco risulta ancora molto veloce e soddisfacente.



lunedì 20 novembre 2023

Darius

 


Darius - 1986 - Arcade

Darius è il più classico degli sparatutto a scorrimento laterale, ma aveva due particolarità che facevano sì che la tua attenzione ne venisse attirata. La prima, più ovvia è che il cabinato era enorme e contava di tre schermi affiancati. Per questo motivo Darius lo potevi trovare praticamente solo nelle sale giochi, e non certo nei baretti tra la porta del cesso e il porta ombrelli. 




La seconda caratteristica, anch'essa comunque molto nota, era il numero di santi che tiravi giù se provavi a giocarci. Darius era probabilmente lo shot'em up più difficile mai arrivato nelle nostre sale, persino R-Type, l'anno dopo, sembrerà più semplice in confronto! Questo maledetto gioco fa di tutto per distruggerti le navette e per succhiarti soldi, ad iniziare dal fatto che se muori perdi tutti i potenziamenti (e senza potenziamenti i boss ti spazzano via). Tra l'altro i tre schermi rendono il tutto talmente panoramico che è anche difficile alle volte capire se la nostra astronavina resta sulla traiettoria di qualche colpo nemico sparato a tutta velocità dalla parte opposta del campo da gioco... insomma Darius è un gioco da veri "pro" e chi come il sottoscritto non mangia pane e sparatutto di strada ne fa davvero poca.
Tuttavia il gioco ha indubbiamente il suo fascino, ad iniziare da una grafica molto colorata e un sonoro FM che per l'epoca era davvero notevole. Il tema "ittico" poi è particolarmente azzeccato, secondo me, e dona quel pizzico di personalità che fa sì che Darius venga comunque ricordato tra gli arcade più significativi del 1986.






mercoledì 15 novembre 2023

Directory Opus

 


Directory Opus - 1990 - Versione Amiga

Se è vero che l'interfaccia grafica (Workbench) e anche quella testuale (CLI) dell'Amiga fossero fenomenali per l'epoca, e sotto certi versi lo siano tutt'ora, è anche vero che gestire i file, magari per spostarli tra un dischetto e l'altro, non è mai stato un processo particolarmente veloce e agevole se ti appoggiavi alle sole risorse di sistema. Fu però solo con l'arrivo dell'hard disk (pensa che nell'Amiga 1200 avevo un HD di "ben" 20 megabyte) che divenne quasi proibitivo gestire i file presenti sui vari dispositivi (spostarli, copiarli, rinominarli eccetera) affidandosi al solo sistema operativo di base. Per questo motivo credo che all'inizio degli anni '90 non ci fosse nemmeno un utente "avanzato" Amiga che non avesse installato sul proprio disco fisso una copia (ovviamente piratata) di questo Directory Opus, un file manager chiaramente ispirato al noto Norton Commander ma che, va detto, gli dava la birra sotto tutti i punti di vista. Grazie al fatto che anche il Directory Opus si basava comunque sul Workbench, e che quindi le finestre fossero configurabili, i tasti e i menù gestibili col mouse e che insomma non si usavano certo i tasti funzione come accadeva col Dos Microsoft, questo file manager era semplice, veloce e immediato, un vero programma jolly che, una volta imparato a gestire, diventava uno strumento imprescindibile, un tutt'uno col Workbench.
Sono passati ormai 30 anni da quando Directory Opus ha smesso di essere il mio pane quotidiano e ammetto che mi ero dimenticato di questo piccolo grande software. Oggi però per puro caso ho letto la parola Opus navigando su Internet e mi si è accesa una (nostalgica) lampadina: dopo qualche istante in cui ho dovuto rimettere in ordine i pensieri ho ricordato quanto questa utility fosse parte integrante della mia esperienza con quel fenomenale home computer (l'Amiga) e mi sono sentito in dovere di dedicare al buon "Dir-Opus" un articolo del mio blog. Probabilmente sarò l'unico al mondo a scrivere un elogio di questo tipo per un semplice file manager (peraltro presente ancora adesso sia per Amiga che per Windows), ma provo davvero sincera gratitudine e affetto per strumenti come questo, che hanno reso felice la mia esperienza di utente, oltreché di giocatore, in modo così discreto ed efficace. E quindi con trent'anni di ritardo sento il dovere di  salutarti: Addio Directory Opus, e grazie di tutto quello che hai fatto per rendermi un possessore di Amiga felice!

martedì 14 novembre 2023

Holedown

 


Holedown - 2020? - Versione Android

Holedown è un giochino perfetto per essere fruito su telefonino, non riesco ad immaginare come potrebbe essere divertente su Pc eppure vedo che è venduto anche su Steam: beh se vuoi un consiglio lascia stare il PC e scaricatelo subito per il tuo cellulare!



Il concetto su cui si basa è simile a quello di Breakout/Arkanoid, in quanto si deve lanciare una pallina per distruggere dei mattoncini. Qui però non c'è modo di recuperare la pallina una volta lanciata: fatti i suoi bei rimbalzi tra i mattoncini la pallina è persa e i mattoni superstiti si avvicinano alla parte alta dello schermo fino a causare il gameover, se arrivano in cima. In sostanza si possono fare tanti tiri quante sono le palline a disposizione. Anche in questo caso, finite le palline, finisce il gioco. 



Il bello è che giocando e raccogliendo delle valute si possono aumentare vari parametri, tra cui il numero di palline iniziali nonché il numero di palline che si possono lanciare contemporaneamente, rendendo così sempre più facile colpire più mattoncini ad ogni tiro. Per farla breve, dopo un inizio timido il gioco diventa ben presto un esaltante sfida contro i mattoncini e la sfiga, in un continuo ricominciare nella speranza di arrivare al boss di fine livello. 



Al netto di qualche occasione in cui il gioco si impalla (ma chiudendo e riaprendo l'app si torna esattamente al tiro in cui avevamo lasciato), questo titolo è davvero splendido e molto coinvolgente.  La semplicità dei comandi e del gameplay fanno di Holedown una vera e propria droga che va assolutamente provata, ed assaporata nei momenti di pausa in cui ci si ritrova col telefono in mano. 



giovedì 9 novembre 2023

Blasphemous

 


Blasphemous - 2018 - Versione Playstation 4

Blasphemous è un metroidvania classico sotto la maggior parte degli aspetti, con una storia lugubre e incentrata sull'inquisizione spagnola, il cristianesimo, l'espiazione dei peccati e tutte quelle menate relative all'argomento (un argomento che non amo particolarmente). Il gioco ha tuttavia delle particolarità interessanti a partire dal fatto che prende in prestito evidenti influenze darksoulsliane, il che me lo ha reso piacevole da provare e mi ha spinto a continuare a giocarci piuttosto a lungo.



Purtroppo però mantiene anche moltissime caratteristiche platform che al contrario me ne hanno fatto allontanare sempre più, fino ad abbandonarlo. Diciamo che se il gioco - un po' come accaduto in Salt and Sanctuary - avesse rinunciato alla maggior parte di questi salti tra piattaforme, arrampicate e quant'altro tipico della formula platform per incentrarsi maggiormente sui combattimenti (comunque molto presenti), sull'esplorazione e sullo sviluppo del personaggio, probabilmente lo avrei giocato fino in fondo. Così come è invece mi sono sempre trovato a combattere tra il piacere e la frustrazione, e alla fine ha vinto quest'ultima. 


In ogni caso il gioco è bello da vedere, ascoltare e giocare. La grafica retrò, stile pixel art primi anni '90 con addirittura inclusa la possibilità di emulare mediante l'applicazione di diversi filtri il feeling dei vecchi schermi televisivi pre-led, pur se caratterizzata da una palette abbastanza scialba è molto evocativa e - unita alla musica - da uno stile pazzesco a tutto il gioco. L'azione scorre quasi sempre fluida e la difficoltà non è mai davvero eccessiva (non per chi, come me, mangia soulslike a colazione)... ovviamente se si esclude la componente di salto sulle piattaforme per cui sono negato. Se da una parte quindi il gioco mi ha convinto e piaciuto, dall'altra devo prendere atto che il gameplay è in parte non adatto al mio gusto e pertanto il divertimento ne è rimasto parecchio compromesso. Detto questo però non posso non consigliarti di provare questo Blasphemous in quanto è oggettivamente un ottimo gioco, molto curato e interessante da esplorare.



mercoledì 8 novembre 2023

Labyrinth of Galleria: The Moon Society

 


Labyrinth of Galleria: The Moon Society - 2020 - Versione Playstation 5 

Potrei dire mille cose su questo gioco, anzi magari dovrei farlo, ma cercherò di andare subito al sodo: se ti piacciono i giochi di ruolo giapponesi nella loro declinazione "dungeon crawler" di meglio non puoi trovare. Labyrinth of Galleria: The Moon Society è un gioco lungo, appagante, semplice da giocare ma complesso nelle sue meccaniche (il che si traduce in tante possibilità da sperimentare durante il gioco), tecnicamente non eccelso ma fa assolutamente il suo dovere, e lo fa anche con classe. 


Per farti capire di che gioco parliamo potrei citarti il famoso Etrian Odyssey, che è un titolo sostanzialmente strutturato allo stesso modo, ma - non me ne vogliano i fan di questa saga - la Nippon Ichi ha fatto di molto meglio. In ogni caso: si va in giro per labirinti composti a caselle e ci si scontra con nemici attraverso combattimenti a turni (esattamente come  succedeva già nel vetusto Bard's Tale nel 1985). La mappa si disegna da sola (contrariamente ai due giochi che ho appena citato) ma è anche possibile aggiungere note personali. Il party si struttura con fino 15 componenti (raggruppati in cinque gruppi), e ciascuno dei membri ha un ruolo e una diversa tipologia di armamento.



Il gameplay è tenuto insieme da una storia lunga e complessa, in un formato simile a quello di una visual novel. Che è esattamente quello che non sopporto in un videogame! Pensa che ci sono delle sequenze che durano tranquillamente mezz'ora, cioè parliamo di mezzore di dialoghi più o meno inconcludenti (tra l'altro in inglese) tra i personaggi. Roba da suicidio per il sottoscritto, ma che invece può essere anche piacevole ed interessante per altri. Va a gusti, e il gioco ti dà la possibilità di seguire questa storia come di fregartene altamente e di pensare solo a giocare. Io ho iniziato a saltare queste scenette praticamente quasi subito, per cui ammetto di avere solo una vaga idea di come si sia sviluppata la trama durante le comunque 130 ore di gioco che mi Labyrinth of Galleria mi ha regalato.


La trama è talmente complessa che quando il gioco, dopo una sessantina di ore, sembra finire perché sconfiggi il boss finale e vieni riportato alla schermata dei titoli, in realtà inizia una sorta di "seconda stagione", con ambientazioni, party, nemici e quant'altro completamente diversi. E una volta finita anche questa fase, dopo altre trenta o quaranta ore, sconfitto il nuovo boss finale si viene catapultati in una terza parte ancora diversa e che ti porterà via un'altra corposa manciata di ore! Insomma un gioco infinito che per fortuna si reinventa con nuove meccaniche ogni volta che si pensa di aver ormai visto tutto.


Dal punto di vista tecnico invece il gioco resta un po' datato, soprattutto perché è praticamente identico a quel Labyrinth of Refrain che ho recensito ben quattro anni fa (vedi qui). Praticamente i due giochi sembrano lo stesso titolo per grafica, meccaniche e interfaccia utente. E' molto simile anche il layout del primissimo labirinto... insomma in un primo momento ti chiedi se questo gioco non sia un pacco! Ma per fortuna non è così, e Galleria batte Refrain nettamente sotto tutti i punti di vista.


Tirando le somme ho davvero amato questo gioco e sono arrivato in fondo per niente stanco, malgrado il numero elevato di ore che vi ho dedicato. Il design è veramente perfetto, il giocatore si sente sempre incentivato e la difficoltà è calibrata quasi alla perfezione senza lasciare mai il giocatore impantanato (ad eccezione per il boss finale della seconda sezione, che è impossibile da battere se non si attua una specifica strategia). Quindi consiglio questo titolo senza riserve a chiunque possa interessare il genere.



lunedì 6 novembre 2023

Donkey Kong 94

 


Donkey Kong 94 - 1994 - Versione Game Boy

Pazzesco! Quando una persona inizia a giocare e trova all'inizio esattamente quello che si aspetta, ma poi improvvisamente gli si apre davanti agli occhi un mondo inaspettato: questo mi è capitato con Donkey Kong 94. Io in realtà ho caricato il gioco perché volevo solo gustarmi il semplice ed appagante gameplay del più classico degli arcade, ed ero anche abbastanza curioso di sincerarmi come fossero riusciti a miniaturizzare le schermate del gioco arcade per farle stare nello schermetto minuscolo e quadrato del Game Boy. Per cui ero partito con certe aspettative.


Effettivamente da questo punto di vista hanno fanno un grandissimo lavoro. Al netto di un taglio nei piani del primo e del quarto livello e di un ovvio restringimento di tutto il resto, il gioco è bellissimo da vedere e da giocare. Il gameplay c'è tutto, Mario/Jumpman si muove che è un piacere e tutto funziona perfettamente. Insomma una conversione coi fiocchi.


Finito il primo giro però ecco però una delle più grandi sorprese di tutta la mia carriera videoludica: il gioco non ricomincia da capo, tutt'altro, il gioco inizia davvero! Dopo la fase iniziale classica Donkey Kong 64 propone infatti una nuova sfida composta da un centinaio di livelli nuovi di zecca il cui gameplay, tra l'altro, è completamente inedito. Il nostro Mario non deve più arrampicarsi verso la sua bella, al contrario, deve raccogliere una chiave e utilizzarla per aprire la porta che conduce al livello successivo, ovviamente cercando di non farsi uccidere dai vari nemici ed ostacoli che gli si parano davanti.


Il gioco in effetti più che un platform è quasi un puzzle game. Per superare i livelli ti devi studiare il percorso da compiere in modo da portare la chiave verso l'uscita senza farti urtare e senza farla cadere. Puoi lanciarla oltre gli ostacoli, puoi recuperarla se cade, ma il tempo diventa sempre più esiguo, livello dopo livello, e gli ostacoli si amplificano in modo esponenziale. 


Ovviamente non sono arrivato in fondo. Purtroppo giocare nel 2023 con un Gameboy per più di un'oretta consecutivamente è un supplizio, ma non per demerito di questo gioco. Donkey Kong 94 è un ottimo pezzo di software e non solo per quello che riesce a fare sulla macchina in cui gira.


Sarà per il colpo di scena (di cui non avevo idea), sarà per l'ottima realizzazione, o sarà solo perché è oggettivamente un bel gioco, ma a mio parere questa rivisitazione di Donkey Kong vale assolutamente la pena di essere provata,  per cui sarebbe un peccato non farci un giro, magari in emulazione sul tuo telefonino (su un TV 55" pollici sarebbe più che altro una tortura per gli occhi). Brava Nintendo.