giovedì 30 maggio 2024

Sea of Stars

 


Sea of Stars - 2023 - Versione Playstation 5

Sea of Stars è un bellissimo gioco di ruolo in stile Suikoden/Chorno Trigger/Final Fantasy VI di produzione recentissima e, soprattutto, di origine Canadese. Malgrado non sia quindi un prodotto giapponese, questo titolo ricorda in tutto per tutto una delle citate grandi produzioni nipponiche, un genere da cui saccheggia tutto, dalla grafica bitmap 16 bit alla tipologia di personaggi, dalla storia ai minigiochi (pesca, cucina ecc), dalle musiche ai combattimenti a turni e via dicendo. 


Insomma, Sea of Stars è un gran bel tributo ad un'epoca, quella degli storici JRPG per Super Nintendo, da cui riprende ogni singolo elemento cercando contemporaneamente di affermarsi come un nuovo "classico" del genere.


Ci riesce? Solo in parte, a mio parere. Se è vero che la grafica è bellissima e ti dona davvero quelle sensazioni che si provavano negli anni '90 davanti ai titolo storici, tutto il gioco (quindi non mi riferisco solo alla grafica ma anche alle musiche, ai dialoghi e ai combattimenti) manca però di quel guizzo "giapponese", quel retrogusto un po' pazzoide e un po' tenero, che ti fa davvero affezionare ai personaggi e alla storia che viene raccontata. Il risultato è che Sea of Stars è un gioco un po' lento a partire, un po' troppo lineare anche nelle sezioni dungeon (dove ci sono ben poche deviazioni possibili), e un po' monotono nelle battaglie.


A proposito delle battaglie è poi possibile impostare dei manufatti che ti rendono il gioco, se azionati, semplicissimo in quanto diventa possibile avere - ad esempio - punti vita completamente ripristinati alla fine di ogni battaglia o nemici che prendono più danni. Invero ne esistono anche che ti possono rendere il gioco ben più difficile e comunque puoi bellamente ignorare l'esistenza di queste "gabole", ma il fatto stesso che esistano, che il gioco te le faccia trovare e ti spieghi come utilizzarle, mi ha distrutto il gusto che si prova nel "grindare", cioè nell'investire tempo per salire di livello per poi avere la soddisfazione di spazzare via i nemici.


Dal momento che a me la storia interessa poco (questo vale per tutti giochi) e che in particolare la storia raccontata da Sea of Stars non è nulla di ché, ammetto che ad un certo punto l'interesse mi è calato e non di poco. Insomma: la sfida ruolistica non dà soddisfazioni visto che le battaglie sono un po' noiose e possono essere affrontate senza troppi patemi, la storia non esalta particolarmente, l'esplorazione è linearissima, la grafica è meravigliosa ma almeno un filtro tipo CRT per i pixel potevano mettercelo che mi è venuta la pupilla quadrata, e le musiche sono belle ma a volte ripetitive. Al netto di tutto questo non mi sono particolarmente esaltato con questo gioco, che sulla carta invece poteva diventare il mio titolo del cuore.


Quindi ribadisco: il gioco è bello e fa bene quello che deve fare, ma non sarà mai ricordato come un classico perché soprattutto manca di quel guizzo che fa venire voglia di andarlo a giocare quando accendi la Playstation... almeno per me è stato così.




mercoledì 29 maggio 2024

Zen Pinball: tavola Super League Football

 


Zen Pinball: Super League Football - 2024  - Versione Playstation 5

Ma come, un altro flipper? Beh, per il sottoscritto giocare coi flipper elettronici su cellulare è un gran sacrificio, perché se i flipper erano enormi un motivo c'era, e ridurre tutto a pochi centimetri diventa faticoso anche solo capire se è il momento giusto per colpire la pallina o no. In altre parole, preferisco di gran lunga giocare su un bel 55 pollici e risparmio pure in oculista. Per cui quando ho la possibilità di scaricare una tavola gratuitamente mi tuffo su Zen Pinball e non ce n'è più per nessuno.



Detto questo la nuovissima tavola in oggetto è davvero un punto a favore di questo pinball che, lo ricordo, è pur sempre un videogioco e non vuole in nessun modo simulare in modo accurato l'esperienza di un flipper vero. Il gioco è ricchissimo di cose da scoprire e fare, e non annoia mai visto che una partita è scandita in scontri a loro volta divisi in primo e secondo tempo, il tutto a formare un torneo composto da diverse partite contro diverse squadre. Tra un tempo e l'altro e tra un match e l'altro succede di tutto, con numerose palle che invadono la tavola e altre amenità. Ci sono poi calci di rigore, recuperi sulla linea e un sacco di trovate che tengono l'interesse sempre piuttosto alto. La complessità di questo flipper è tale che è possibile ottenere punteggi stellari se si capisce come attivare tutti i moltiplicatori, cosa che per me è improponibile però, sono un flipperaro della domenica.



Per concludere è un tavolo gratis (almeno lo era al lancio) assolutamente imperdibile, da dosarsi come simpatico break tra un videogioco e l'altro, o da sorbirsi tutto di un fiato, a seconda di quanto possa appassionarvi nel 2024 giocare a flipper.




domenica 26 maggio 2024

Bloodborne



Bloodborne - 2015 - Versione Playstation 4


Sono passati nove anni, caro Bloodborne, e mi ricordo che mi eri piaciuto tanto tanto. Eppure in tutti questi anni non ti avevo mai ri-giocato, cosa che invece ho concesso - e più di una volta - a tutti i tuoi fratelli From Software. In questi anni, come mi capita spesso con tanti giochi, avevo dimenticato tante cose su di te: i luoghi, i boss, i segreti della tua mappa eccetera.


E' stata quindi in gran parte una riscoperta, un po' viziata dalle grandi aspettative che si hanno giocando un titolo che raccoglie solo lodi da quasi due lustri. Ed è stato bello riconoscere i posti che avevo già visitato anni addietro e che avevo magari collocato in qualche altro titolo simile. Ed è proprio nei tuoi luoghi, nelle tue intricate mappe, che mio caro Bloodborne dai il meglio di te. Dark Souls 3 e anche Elden Ring sembrano piatti se confrontiamo i loro dungeon con le architetture dei tuoi percorsi, ricchi di quelle scorciatoie che mi permettono di chiudere gli innumerevoli e labirintici percorsi che ti ha donato il tuo creatore.


Eppure all'inizio ho avuto un tentennamento: non ricordavo una grafica così impastata nei colori, pixelosa in alcuni frangenti e, soprattutto poco fluida. Lo sapevo che hai nove anni, e che nove anni non sono pochi, ma i miei occhi si sono abituati troppo bene negli ultimi tempi, e questo mi ha portato a dubitare della tua bellezza. Ovviamente mi sono ricreduto molto presto, quando la "direzione artistica" ha preso il sopravvento sulle rughe che solcano la tua pelle, eclissandole. Se qualcuno ne dubita, che guardi le foto a corredo di questo articolo e poi mi dica.


Mi è dispiaciuto anche che tu finissi così in fretta. Il nostro nuovo rapporto è durato una manciata di ore, che sto un po' allungando col sistema dei calici, capaci di creare labirinti casuali che però si somigliano tutti un po' troppo tra loro. E' comunque divertente ma dopo un po' la noia arriva inesorabile.


A questo punto mi unisco al coro di quelli che richiedono a gran voce un tuo seguito, tecnicamente all'avanguardia ma altrettanto contorto e sorprendente come lo sei tu, che rimani quella che rimane una delle migliori esperienze di esplorazione mai affrontate. Chi ha una Playstation e non ha mai giocato con te non sa cosa si perde anche se mi rendo conto che la prima ora di gioco potrebbe scoraggiare chiunque. Per cui invito tutto a darti una possibilità, perché secondo me non sanno cosa si stanno perdendo.




sabato 25 maggio 2024

Cat Quest II

 


Cat Quest II - 2019 - Versione Playstation 4

Dopo un paio d'anni che mi ero divertito col primo Cat Quest (ne parlo qui) ho deciso di provare il suo seguito, aspettandomi chissà quali strabilianti evoluzioni nel gameplay. Naturalmente sono ironico, non mi aspettavo alcun stravolgimento sostanziale, ma in tutta sincerità nemmeno mi aspettavo che questo secondo capitolo fosse identico al precedente in tutto e per tutto.


Certo, la mappa del mondo e le varie segrete hanno un layout differente, alcuni nemici e personaggi, nonché le quest sono diverse, e insomma si racconta una storia nuova (anche se non così diversa), ma grafica, sonoro e gameplay sono identici, insomma è proprio lo stesso gioco!


L'unica differenza notevole è che il "party" ora è composto da due individui, di cui il secondo è un cane che può essere manovrato direttamente da un altro giocatore. Nel mio caso invece ho lasciato le redini del secondo membro della compagnia direttamente in mano al computer (che si è rivelato praticamente imbattibile), salvo passare ai comandi del cane solo qualora il gattino fosse finito ko, o in altre rare situazioni davvero speciali.


Per il resto il gioco rimane lo stesso concentrato di riferimenti e nomi storpiati in tema felino, dal gameplay semplice ma divertente, con qualche puzzle ambientale davvero elementare e una visione d'insieme decisamente infantile. Se già il primo episodio - seppure nella sua brevità - ti aveva già saturato abbastanza, non c'è quindi alcun motivo per giocare a questo suo seguito, che eredita dal primo capitolo una marcata ripetitività di base.


Al contrario se invece ti interessa continuare le avventure del micetto in un seguito che sembra più che altro un corposo DLC, allora Cat Quest II fa al caso tuo. Se invece non hai mai giocato nemmeno al primo episodio forse ti conviene iniziare da quello, che è certamente un bel gioco ancora oggi.



giovedì 23 maggio 2024

Riviste dal presente: Primo Player


Riviste dal presente: Primo Player - 2023/2024

E finalmente mi sono deciso ed ho acquistato questa nuova "rivista" videoludica. Metto la parola "rivista" tra virgolette in quanto non si tratta di un vero progetto editoriale ma di una produzione amatoriale senza avere dietro tutte le formalità legali necessarie per la vendita di un vero periodico. Il sistema utilizzato è quella della stampa "on demand", un servizio venduto da Amazon che ha un risultato davvero notevole, al punto che mi sta venendo voglia anche a me di pubblicare qualcosa, tipo mettere su carta tutti gli articoli che ho scritto in questo mio blog, ma è ovvio che non lo comprerebbe nessuno, per cui... lascio stare! In ogni caso la carta di questa rivista non è certo patinata e la copertina non è plastificata, ma la grammatura è assolutamente adeguata e il risultato è strano ma piacevole al tocco. L'unica nota stonata è la parte interna della copertina che resta bianca, ma non mi pare che la cosa sia un gran problema.
Detto questo iniziamo subito col dire che la rivista - mensile - costa ben 12 euro, che non è poco visti i tempi e visto che diversamente dalle riviste ufficiali qui non c'è dietro un'impresa con cui ci "campano" intere famiglie, ma ricordiamoci che Primo Player è una pubblicazione stampata e distribuita da Amazon per cui il costo ci può stare (diciamo pure che non ci sono alternative). E poi a ben vedere ricordo che alla fine degli anni '80 spendevo 4.000 lire per comprare a titolo di esempio K, che aveva meno delle 100 pagine di Primo Player e almeno il 30% di queste pagine erano pubblicitarie (quando al contrario la rivista in oggetto ha solo pagine scritte dalla redazione): quindi al netto di tutto Primo Player costa meno, visto che con le 4000 lire di un K o di una ConsoleMania al "Burghy" ti facevi un vassoio completo di panino, bibita e patatine, cosa che oggi da McDonanlad's ti richiede più di 8 euro.


Ma iniziamo a sfogliare Primo Player. Premetto che ho scelto di acquistare direttamente l'ultimo numero pubblicato, il numero 8, così da essere sicuro di avere per le mani il risultato di un progetto già ben rodato, se non addirittura maturo. In ogni caso superata una copertina in pieno stile rivista classica "anni '90" ci rendiamo subito conto che la redazione ha impostata l'intera rivista ad immagine e somiglianza della TGM di quel periodo. E questo, da perfetto Vintage People quale è il sottoscritto, non mi dispiace affatto. La grafica è ricca e colorata, anche se certamente non è originalissima vista la chiara ispirazione, e anche i testi sono chiari e composti da caratteri dalle dimensioni adeguate, insomma un ottimo lavoro! Passando ai contenuti abbiamo quindi subito una prima pagina con l'editoriale che, grazie al cielo, non è un muro di testo come si ostina a fare quella sciagurata di TGM, ma ha una lunghezza quasi giusta per introdurci senza annoiare nel magico mondo della rivista che abbiamo tra le mani. Passato il "necessario ma non necessario" sommario (qualcuno, in quarant'anni di riviste videoludiche l'ha mai trovato utile?) ci sono loro: le immancabili news! Adesso, nell'era internet che utilità possono avere le news su una rivista dal momento che saranno ormai tutte "olds" nel momento in cui le leggerai? Beh in effetti però in un mare magno di notizie che ci bombardano giornalmente, se qualcuno mi fa una cernita delle più importanti degli ultimi trenta giorni e me le mette in ordine, un certo servizio me lo rende, non credi? Quindi la rubrica ci sta. E poi l'impostazione e il tono sono proprio quelli della citata rivista, e si tratta comunque di poche pagine.



Segue un'intervista ad un personaggio non proprio notissimo ma che comunque colora un po' il grigio mondo dell'industria, intervista che ci introduce alle pagine della posta. Se ti stai chiedendo, anche qui, che senso abbia la rubrica della posta su una rivista nel 2024, allora sappi che la stessa redazione di Primo Player se lo chiede e infatti decide - in linea di massima - di eliminarla, anche se chiaramente spera in questo modo di rivitalizzarla. Perché diciamolo, la posta è sempre stata una delle colonne portanti di qualunque rivista videoludica che si rispettasse, oltre ad essere sempre stata il primo sistema per fidelizzare i lettori. Per questo motivo va curata e rispettata come una vecchia zia. Segue una breve rubrica "tecnica" in cui si illustra dell'hardware, sempre a scopo ludico, e si passa quindi ad una veloce ma interessante sezione dedicata ai DLC. Qui ci sono praticamente delle recensioni, per fortuna molto brevi, di questo o quel DLC uscito negli ultimi tempi. Decisamente una buona idea, abbastanza unica, invero! Ma purtroppo la festa mi è stata un po' rovinata dalle troppo numerose pagine seguenti dedicate al "primo sguardo", ovvero alle fantomatiche preview, che ho sempre detto di considerare come il cancro delle riviste videoludiche e che sinceramente non hanno senso in una pubblicazione come questa. Quindi il "primo sguardo" è a mio avviso una nota stonata, spazio tolto ad altre cose più interessanti ed utili.


Finalmente arriviamo alle recensioni, l'aspetto più importante di qualunque rivista del settore. Ebbene, nella maggior parte dei casi mi hanno ricordato un po' il modo in cui faccio le mie recensioni su questo blog: quasi mai troppo lunghe (ma questo aspetto è migliorabile), abbastanza centrate su quello che conta e con pochi orpelli relativamente alla trama o altri aspetti poco importanti. Se solo fossero leggermente più "personali", meno formali e magari tendessero ad essere un po' comparative con altri titoli simili a quello recensito, sarebbero perfette. C'è anche una discreta varietà tra i generi, per cui c'è sempre interesse e si leggono che è un piacere. Insomma, sono migliorabili ma il mio parere è decisamente positivo.


Successivamente troviamo anche le recensioni negative "se li conosci li eviti", una breve ma divertente carrellata di giochi che non meritano l'acquisto: bella idea che andrebbe un po' ampliata e resa magari più goliardica! Se prima invece ho parlato male della rubrica delle preview, ora parlerò malissimo delle pagine che si trovano in coda alla sezione delle recensioni: l'angolo dei giochi per telefonino. La sezione è breve, con recensioni cortissime e scritte malissimo, sembrano una via di mezzo tra comunicati stampa tradotti male e frasi cagate da una AI programmata male. Mi dispiace ma non ci siamo proprio, evidentemente la redazione di Primo Player considera gli utenti "mobile" dei deficienti che non meritano niente di meglio di questa rubrica schifezza, ed è un vero peccato, perché al contrario queste pagine potevano fare la differenza.


In pieno stile TGM anni '90 seguono quindi alcune paginette dedicate alla musica, ai libri, ai giochi da tavolo, alle serie tv e agli immancabili gadget da nerd. Tutto sommato sono pagine gradevoli, e in linea di massima penso che possano anche essere leggermente ampliate.



Per finire arrivano le pagine dedicate al retrogaming (e non solo). Ovviamente queste sono tra le pagine che mi interessano di più, perché finalmente traspare anche qualcosa di personale dai redattori. Del resto non si può parlare di retrogaming senza contestualizzare con il proprio vissuto, non credi? Da questo punto di vista l'articolo su Pc Calcio 7 è un vero capolavoro. Pensa che possiedo ancora questo gioco (in originale!) ma non l'ho mai nemmeno installato: ebbene ora mi è venuta una pazza voglia di giocarlo, e non è detto che non lo farò! Bravo Primo Player!



L'ultima parte della rivista ci porta invece a scoprire giochi nuovi ma sviluppati su macchine vintage: "non è retrogaming", una bella rubrica che spero possa avere presto maggiore spazio, a discapito delle preview magari.
Tirando le somme quindi la rivista mi è piaciuta davvero tanto, al punto che sto valutando l'acquisto anche dei numeri passati. Gli aspetti migliorabili a mio parere sono: recensioni un pelo più personali e comparative, zona "mobile" degna di una rivista di questo tipo, eliminazione delle prime impressioni, ampliamento della parte retrogaming. Naturalmente queste sono idee mie e non voglio dire che tu potresti non essere d'accordo. Da parte mia quindi do totale supporto e faccio tanti complimenti ai ragazzi che hanno avuto questa brillante idea, e speriamo che il progetto abbia un lungo e fulgido percorso davanti a sé.



venerdì 17 maggio 2024

Persona 5 Strikers

 


Persona 5 Strikers - 2021 - Versione Playstation 5


Sono molto combattuto su come giudicare questo titolo, e non solo per le sue intrinseche meccaniche di gioco. Persona 5 Strikers è un "musou", uno di quei giochi in cui si spazzano via decine se non centinaia di nemici in pochi minuti, che è un po' quello che accade anche in Vampire Survivors, ma qui il gioco si svolge con una visuale in terza persona, con la telecamera posta alle spalle del giocatore, e i nostri omini hanno sempre la possibilità di attivare combo e attacchi speciali. Naturalmente c'è uno sviluppo in stile "ruolistico" che rende i tuoi attacchi sempre più distruttivi ed esaltanti, ma la sostanza è tristemente tutta qui.


E' un tipo di gioco che ha tantissimi estimatori ma che a me ha sempre lasciato piuttosto indifferente. Gli unici esponenti di questo genere che sono riuscito a portare a termine sono i due Dragon Quest Heroes, spin-off della celebre saga giapponese, che mi sono piaciuti in quanto piuttosto equilibrati tra le varie componenti, senza eccessivi orpelli e anche piuttosto soddisfacenti nella parte in cui si sviluppano gli eroi, oltre al fatto che sono dei giochi piuttosto piacevoli nelle ambientazioni e nella caratterizzazione dei nemici. Al contrario i vari Dinasty Worriors, che sono la punta di diamante del genere, mi hanno sempre annoiato alla stragrande.


Ma torniamo a Strikers. Questa ennesima declinazione del genere, basata sull'universo di Persona 5 (attenzione, non si basa sulla "Royal", ma quella "base") si porta dietro tutto l'immaginario di quell'universo, c'è la stessa interfaccia grafica con quelle scritte abbastanza fastidiose, ci sono le musiche stilose e tutto quanto ci siamo sorbiti già per centinaia di ore nel gioco originale. Sia chiaro: Persona 5 mi è piaciuto (vedi mio articolo qui), del resto ci ho fatto 170 ore circa, ma alla fine non ne potevo più, e solo a rivedere quegli ambienti, accompagnati da quella musica, con quei personaggi idioti (mi dispiace dirlo ma lo sono, nessuna persona normale si comporterebbe come loro), mi è salito un moto di rigetto. Troppo riciclo, troppo tutto uguale al gioco precedente. Meno interazioni sociali, meno dialoghi, e grazie a Dio meno ansie dovute al calendario, e certamente la tipologia di azione è completamente diversa, ma comunque tutto sa troppo "già visto" e, soprattutto, tutto è troppo poco interessante per impegnare il tempo che il gioco ti richiede. Quindi sì, è un buon gioco; sì, se ti piacciono i "mosou" Persona 5 Strikers vale sicuramente la pena di essere giocato; e sì, se ami l'universo e i personaggi di Persona 5 questo gioco lo devi assolutamente provare. Ma d'altra parte se come me di tutto questo non ne puoi più, e nemmeno ami il genere, allora ti conviene tenertene alla larga.



mercoledì 15 maggio 2024

I "basic" della mia vita (seconda parte): Simons' Basic

 


Simons' Basic - 1983 - Versione Commodore 64

In un articolo precedente ho raccontato di come la programmazione, in particolare quella in Basic, per me è sempre stata uno degli aspetti più divertenti degli home computer che ho avuto la fortuna di possedere, in particolar modo il Commodore 64 e l'Amiga, ma anche lo Spectrum e, successivamente il Pc (di cui parlerò in articoli futuri). L'oggetto di oggi è invece un'estensione per il basic del Commodore 64, il famigerato Simons' Basic, un prodotto che veniva venduto su cartuccia ma che io, ovviamente, avevo su nastro.

Il problema principale del basic standard caricato nella rom del C64 (prodotto da Bill Gates, tra l'altro) era la totale mancanza di comandi specifici per sfruttare la grafica e il sonoro della macchina, per cui era necessario agire direttamente sulle "locazioni" di memoria con dei generici comandi POKE, anche solo per operazioni elementari come cambiare il colore dello schermo. Con il Simons' Basic invece diventava semplicissimo cambiare i colori, ma anche disegnare immagini, cerchi, linee, scritte eccetera su schermo, così come diventava davvero elementare gestire gli sprite, suonare melodie multitimbriche, ma anche utilizzare comandi di sorting, funzioni matematiche avanzate e c'erano persino alcuni comandi utili per editare i listati.


Esistevano anche altre estensioni di questo tipo, cioè programmi che andassero ad integrare il basic esistente modificando alcuni comandi standard ed introducendone tanti altri che andavano ad arricchire il linguaggio, e potrei citare come esempi il GwBasic e il "Basotter", che era il basic del plotter (cioè serviva a guidare i disegni di dispositivi di stampa a pennini). Addirittura feci anche io una di queste estensioni, il "Basazzo" (indovinate perché si chiamasse così....) che non aveva la portata del Simons' Basic, ma aveva comunque dei comandi interessanti. Purtroppo però è andato perso, ma questa è un'altra storia.


Tornando al Simons' Basic, questo programma era fantastico sulla carta ma non ha mai fatto davvero breccia nel cuore giovane Barabba programmatore per tutta una serie di motivi. Il motivo principale era che prima di eseguire un listato basic bisognava aver caricato il Simons' Basic in memoria, per cui c'era da fare questa doppia operazione di caricamento (non avendo il linguaggio residente su una cartuccia rom) e soprattutto i programmi non erano eseguibili da tutti, ma solo da chi possedesse a sua volta il Simons' Basic. Questa mancanza di universalità mi era insopportabile. Inoltre lo spazio in memoria per i propri listati diminuiva sensibilmente, circa di 8 kb, rispetto a quanto normalmente a disposizione, per cui c'era anche questa sensazione di castrazione che non mi è mai piaciuta. Per finire, piccolo ma non insignificante particolare, i colori di sistema passavano dal riposante e rassicurante blu/azzurro ad un terrificante bianco e blu che sulle tv in videocomposito si traduceva in colori impastati e spaccapupille. Insomma, mi indisponeva anche l'editor!

In ogni caso Simons' Basic ebbe un grande fascino anche solo per il fatto che mi ha aperto all'uso delle funzioni grafiche con le quali finalmente potevo disegnare grafici e funzioni matematiche, come si vedeva sulle locandine pubblicitarie di questo computer, e che erano un miraggio con il basic standard. Fu quindi un passaggio imprescindibile nella mia formazione (amatoriale) come programmatore, e al netto di tutti i difetti elencati, mi ci divertii parecchio.


lunedì 13 maggio 2024

Mage Survival


Mage Survival - 2023 - Versione Android

Non ho mai fatto mistero quanto mi sia piaciuto, nella sua ignoranza totale, il buon vecchio Vampire Survivors, un gioco capace di assorbirti per ore, partita dopo partita. Pur trattandosi di un gioco terribilmente ripetitivo, le continue ricompense in termini di nuove abilità, personaggi e ambientazioni, mi davano un continuo incentivo alla prosecuzione del gioco, che sapeva diventare molto appagante nel momento in cui il nostro riusciva ad arrivare a livelli di invincibilità altissimi. Ad un certo punto però ho detto basta, il gioco mi aveva intrattenuto anche fin troppo, e tutti i nuovi DLC se ne sono potuti tranquillamente restare al loro posto, ho disinstallato il gioco che è diventato automaticamente un bel ricordo lontano.


Poi qualcuno mi ha nominato questo Mage Survival e la curiosità mi ha spinto a provarlo, pur essendo ancora oggi sazio di quel tipo di gameplay. Ebbene, Mage Survival si è rivelato esattamente per quello che si suppone sia: un clone spudorato di Vampire Survivors, dal punto di vista tecnico persino peggiore, con personaggi e mostri altamente ripetitivi. In particolare i mostri, sono sempre gli stessi: ciuffetti di peli pubici neri, globuli rossi e altre sfere più o meno scure. Anche il nostro avatar è sempre lo stesso, cambia solo il suo titolo (mago, stregone ecc) che ne differenzia l'arma iniziale e alcune caratteristiche di partenza, ma che ha sempre lo stesso (minimalissimo) aspetto.


Altra cosa molto deludente sono le ambientazioni, tutte assolutamente uguali, cambia solo la texture su cui si muove il tutto, ma non ci sono ostacoli né passaggi, abbiamo solo un immenso campo libero. In tutto questo però abbiamo un livello di distruzioni che fa impallidire anche l'originale Vampire Survivors, con decine di diverse abilità che tra l'altro si combinano tra loro per creare ulteriore distruzione. Esattamente come nel gioco a cui si ispira anche qui si finisce ben presto per trovarsi un set di abilità da mettere insieme, con il quale sentirsi relativamente sicuri, ed è qui forse il maggior pregio e difetto di questo clone: fin dalla prima partita il gioco ti riversa addosso tonnellate di magie, oggetto e abilità, per cui si arriva quasi subito a vedere la maggior parte dei contenuti del gioco. Insomma, molto presto diventa tutto abbastanza una routine.



Ci sono diversi modi per progredire, sviluppando i vari personaggi, le abilità e sbloccando nuovi livelli, ma tutto sa di già visto e, soprattutto, il gioco resta sempre uguale a se stesso. Da questo punto di vista era molto più interessante il buon Vampire Surivivors, ma sostanzialmente i due giochi si eguagliano, con Mage Survival leggermente più caciarone fin dalle prime battute. Chi dire quindi? Se il genere ti piace vale assolutamente la pena farci un giro, ma se cerchi qualcosa di un po' originale perché ti sei già riempito di Vampire Survivors a sazietù, beh allora lascia perdere.





giovedì 9 maggio 2024

Star Wars Pinball 7

 


Star Wars Pinball 7 - 2023 - Versione Android


Ho provato (in quanto gratuito, non ho mai nascosto di essere Genovese) l'ennesimo flipper per Android, questa volta dedicato all'universo di Star Wars. In effetti il gioco presenta potenzialmente una mezza dozzina di tavole differenti - tutte dedicate a questo marchio - ma solo la prima è data gratuitamente a disposizione al momento del download. Tuttavia una volta che ci si è stufati di questa unica tavola, bastano poco più di due euro per scaricarne un'altra e così via, per cui il prezzo non è certo un problema se il gioco ti piace. Va detto però che il gioco è così ricco di caratteristiche che ci vorranno settimane prima di aver completamente padroneggiato il flipper per cui, in altre parole, questo Star Wars Pinball 7 merita di essere scaricato e provato, in quanto senza esborsi ti regala un'esperienza ricca ed appagante.


Ad eccezione degli effetti sonori e delle voci che sono in inglese, tutto il gioco è tradotto in italiano (menù e tabellone elettronico) quindi è possibile capire e seguire la "storia" che racconta il gioco durante lo svolgimento delle partite. Insomma un gran gioco, con soli due piccoli problemi. Il primo è che le dita non possono stare troppo vicino al bordo inferiore del telefono per azionare i respingenti, e a me capita sempre molto spesso che invece siano praticamente in fondo. E' solo una questione di abitudine, ma la cosa mi ha un po' innervosito. Secondo problema è che lo schermo del telefono è davvero minuscolo e vista la quantità di particolari da tenere sotto controllo si perde di vista anche la pallina stessa, alle volte. In ogni caso da provare, soprattutto se si ama Guerre Stellari.



martedì 7 maggio 2024

Scott Pilgrim vs. the World: the Game

 


Scott Pilgrim vs. the World: the Game - 2010 - Versione Playstation 4


Scott Pilgrim... the Game è la trasposizione videoludica di un fumetto del 2004, un fumetto che può giusto piacere ad un quattordicenne e non certamente ad un vecchio come me, un fumetto dal quale però è anche stato prodotto un film discreto, e questo sì che piace anche ad un vecchio come me, voi perché genuinamente buffo, vuoi anche perché guardandolo non ci si può non innamorare di Mary Elizabeth Winstead, che in questo film riesce in un certo senso a riecheggiare il fascino di una Lamù per adulti. Ma sto uscendo dai binari, per cui ora torno in carreggiata.



Il gioco in sé ripercorre la trama del racconto originale in chiave picchiaduro a scorrimento. Chiaramente non è il mio genere, chiaramente i programmatori hanno voluto anche ricreare le atmosfere dei giochi di inizio anni '90, con grafica volutamente in bassa risoluzione e con pochi colori, con animazioni essenziali e con un gameplay talmente elementare e "già visto" da risultare poco interessante. Ciò non toglie che gli amanti del genere invece ci andranno a nozze, perché ha esattamente tutto quello che deve avere, e quello che fa lo fa molto bene.


Non l'ho giocato molto approfonditamente, per cui non posso andare molto oltre ad una impressione da "profano", ma almeno i primi livelli non sono particolarmente ostici, anzi ho visto decisamente di peggio, per cui almeno all'inizio il gioco diverte anche un "casualone" come me, anche perché lo stile grafico mi ha intrigato (noi gente vintage amiamo i pixel grossi come medaglie). Non toglie che però il gioco sia esattamente quella cosa lì, per cui potrebbe essere il tuo massimo oppure, come nel mio caso, un gioco che sa di vecchio e che diverte solo per un po'.