Another World - 1991 - Versione Amiga
Another World fu senza dubbio uno dei più grandi successi di quel periodo (videoludicamente parlando). Questo gioco ottenne un successo talmente grande, sia di critica che di pubblico, che fu successivamente convertito praticamente per ogni computer/console/telefonino esistente. Attualmente ne ho persino installata una versione sulla Playstation 4! La versione di cui parlo qui è però quella originale dell'Amiga, che è la prima che fu sviluppata e pubblicata. Alcune versioni posteriori sono un po' diverse, sia dal punto di vista tecnico (leggi: grafica e sonoro maggiormente curati), sia per l'aggiunta di alcuni livelli supplementari, cosa quest'ultima che ha corretto, almeno in parte, il più grande difetto di questo gioco: la scarsa durata!
L'esperienza di gioco dura veramente poco e infatti una persona che non ha mai affrontato Another World è comunque in grado di terminarlo tranquillamente nell'arco di un pomeriggio, mentre chi - come me - sa già cosa fare, al netto di qualche morte sempre possibile, porta a casa la pagnotta tranquillamente in una mezz'ora. Un po' poco a ben vedere, e il discorso vale tanto oggi quanto nel 1991.
Al di là di questo però Another World ha sicuramente grandi meriti. La sua fama è enorme e sotto certi aspetti anche ben meritata perché, prima di tutto, è innegabile che Another World esprima una grande personalità, una sorta di originalità che lo rende unico ancora oggi. Ad iniziare dalla grafica: è in due dimensioni ma è realizzata miscelando schermate fisse, disegnate a mano, con delle animazioni realizzate con grafica vettoriale piena calcolata in tempo reale. Per quanto poverissima di superfici e priva di qualsivoglia texture, e quindi presenta un aspetto generale molto elementare, il risultato è comunque notevole ed è capace di suscitare un certo effetto positivo anche oggi.
Particolare anche il sonoro, che è formato quasi esclusivamente da rumori ed effetti vari. Tra l'altro in tutto il gioco, benché si tratti di un'avventura grafica, non c'è una riga di testo scritto e nessun personaggio pronuncia alcuna parola: anche questa caratteristica, secondo la quale Another World risulta essere un gioco completamente muto, dona un singolare tratto distintivo a tutta l'esperienza di gioco, e partecipa a creare un'atmosfera tanto magica quanto unica.
La trama è carina, per quanto minimale, e il finale viene lasciato completamente aperto. Questo aspetto, assieme alla già citata brevità del gioco, fa sembrare Another World solo la prima parte di un gioco ben più lungo, una specie di "demo" o introduzione ad un'avventura più ampia e completa. Ma il fatto che sia così breve e tronco forse non è totalmente un male, visto che questa avventura, per quanto affascinante e ben studiata, nelle sue modalità di progressione non è comunque così esaltante a mio parere, sia per i comandi non proprio reattivi, sia nel modo vero e proprio in cui si procede - un po' per tentativi - nel gioco.
Spesso sembra un po' di affrontare un laser game, in cui si assiste a scenette e si deve poi compiere delle azioni in una certa sequenza per evitare di essere uccisi. E purtroppo capita di dover rivedere e rivedere ancora queste scenette finché non si riesce a capire cosa fare, o non lo si fa nel tempismo giusto. Non è proprio come giocare a Dragon's Lair, ma la meccanica è simile.
Allora, cosa penso di Another World? Lo trovo bello e ben fatto, pur nei limiti delle sue meccaniche di gioco molto semplicistiche. Per il resto non credo che sia nulla di straordinario, pur riconoscendo il fascino che questo titolo è in grado, anche oggi, di trasmettere al giocatore. E' interessante da portare a termine, ma una volta visto il finale Another World diventa un gioco tranquillamente archiviabile anche perché non è certamente un titolo così divertente da rigiocare.
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