lunedì 18 gennaio 2021

Prisoner of Ice

 


Prisoner of Ice - anno 1995 - Versione Pc/Ms-Dos


In un periodo in cui le avventure grafiche uscivano a dozzine era difficile che qualcosa potesse attirare la mia attenzione, anche perché, in tutta sincerità, il genere incominciava a stufarmi, e non poco. Tuttavia Prisoner of Ice aveva questa particolarità di essere "horror" e soprattutto mostrava delle animazioni fatte digitalizzando filmati di attori veri che, anche se si vedeva che queste immagini erano appiccicate alla bell'e meglio sugli sfondi, risultavano tuttavia molto superiori alla norma. Non si poteva dire che la grafica, in generale, in questo gioco fosse nulla di eccezionale, ma si notava un certo sforzo realizzativo che rendeva il gioco interessante. 



Un gioco che ricorda molto da vicino un film in stile Indiana Jones nella trama e nelle situazioni che presenta, sempre molto incalzanti e ansiogene (e con nulla di veramente horror), ma che purtroppo risente di una narrazione, nei dialoghi, troppo essenziale. Molte delle cose che accadono sullo schermo potevano essere presentate meglio, magari con dei dialoghi interessanti che ne rendessero più evidenti le implicazioni. Invece, e si noti che io odio i giochi troppo verbosi, in questo caso i pochi dialoghi sono così stringati e poco incisivi da sembrare dei riassunti.


Tra l'altro il gioco è recitato con un  buon parlato, ma la versione in italiano ha degli accenti strani che trovo fastidiosi, per cui ti consiglio di provare la versione in inglese. Il resto del sonoro invece è davvero notevole, con della musica mai invadente e molto piacevole. La musica di questo gioco è una perla rara, assolutamente sottostimata (quella blasonata di the Dig, in confronto, è fastidiosa e monotona), e contribuisce nettamente a rendere più immersiva l'esperienza di gioco.


Così come i dialoghi tutto il gioco risente comunque di una certa essenzialità nel rappresentare gli eventi, e infatti si può portare a termine tutta l'avventura davvero in pochissimo tempo: io all'epoca ci ho messo non più di 6 o 7 ore, e ne ho persa almeno mezza solo per risolvere uno degli ultimi enigmi del gioco, l'unico davvero criptico, perché infatti tutti gli altri enigmi sono molto semplice e lineari, e non richiedono minimamente quel "pensiero laterale" che ha reso immortali, ad esempio, giochi come Monkey Island. 


In definitiva Prisoner of Ice è lineare come un film e la trama va avanti semplicemente giocando e risolvendo qualche piccolo grattacapo senza dover impazzire tra location distanti. L'esperienza finale è piacevole anche perché, come detto, il gioco è abbastanza breve, e l'interfaccia è comoda e semplicissima. Ma resta un po' l'amaro in bocca per il modo sbrigativo in cui vengono archiviate le varie fasi di gioco (benché ogni tanto ci siano dei brevi "racconti" corredati da ottimi disegni) e per il fatto che i personaggi non abbiano quasi alcuna caratterizzazione.



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