sabato 16 aprile 2022

Riviste dal passato: MC MicroComputer

 


MC MicroComputer 


Le riviste MC MicroComputer andrebbero utilizzate come libri di testo in un eventuale corso di "storia dell'informatica". Dal 1980 alla fine degli anni '90 questa rivista ha rappresentato la bibbia per tutte le persone che, come me, coltivavano la "passione" per l'informatica a tutto tondo, dall'hardware al software, dai giochi ai programmi professionali, passando anche per tutto quello che, in quegli anni, iniziò ad abbracciare l'informatica come strumento produttivo, cosa che oggi appare scontata praticamente in ogni ambito della nostra vita, ma che negli anni '80 non lo era affatto e i computer erano ancora elementi alieni nella cultura della maggior parte delle aziende. Per questo motivo faceva notizia, e quindi se ne parlava volentieri su MC, l'utilizzo dell'informatica ad esempio nella progettazione delle barche a vela e delle automobili, o nella formulazione delle previsioni del tempo. Allo stesso modo facevano notizia le novità tecnologiche che, mensilmente, si susseguivano in un crescendo che ci hanno portato da computer con 1 k di memoria alla situazione che abbiamo oggi e che, all'epoca, sarebbe sembrata fantascienza.



Quella che io chiamo la "prima fase" di MC, che arriva circa al 1985, non l'ho vissuta direttamente, ero troppo piccolo per comprare una rivista così professionale e, ovviamente, ero più interessato ai videogiochi che alla pletora di macchine professionali che venivano recensite senza sosta (in modo molto completo, con tanto di apertura "a cuore aperto" per mostrare la componentistica) e che costavano milonate e milionate di lire. Rileggendo questi numeri così vecchi però non posso non rendermi conto di quante numerose soluzioni si affacciassero a ripetizione sul mercato e di quanto potesse essere difficile destreggiarsi nella scelta di una o dell'altra macchina per il proprio ufficio. E allo stesso modo mi rendo conto di quanto fossero rivoluzionari il Commodore 64 e lo ZX Spectrum per il loro costo contenuto, le loro ragguardevoli caratteristiche tecniche e, non ultimo, per il loro aspetto, così diverso da tutte quelle decine di computer tutti uguali, tutti squadrati, bianchicci, antiquati già per l'epoca. Ma questi sono solo alcuni dei tanti pensieri che mi sono sorti nella lettura, e credo che ci si potrebbe scrivere un libro intero con considerazioni di questo tipo.



Arriva la "seconda fase" che dura fino all'inizio degli anni 90 e in cui i videogiochi si ritagliano una corposa rubrica fissa (con l'arrivo di Francesco Carlà), diminuiscono le pagine dedicate ad improbabili calcolatori o calcolatrici che non vedranno mai una seria diffusione in Italia, e le rubriche di programmazione iniziano a trattare anche gli home computer con maggior frequenza. In questo periodo non c'è mese che non venga a galla un qualche libro interessante (sempre legato alla programmazione dei nostri amati home computer) e, insomma, si vede che verso la fine degli '80 ormai un qualche tipo di computer era entrato in molte case anche in Italia. Pur restando, tra le decine di pagine di pubblicità, molte recensioni di stampanti o altri oggetti assolutamente non interessanti per me, questo è stato il periodo in cui compravo e mi godevo questa rivista.



La "terza fase", anni '90 avanzati, vede una rivista ormai colossale per numero di pagine (metà delle quali, come sempre, di pubblicità), con una sempre maggiore presenza di recensioni di schede per PC compatibile, rendendo di fatto lo sfogliare la rivista molto meno eccitante di quanto non fosse un tempo. Smisi di leggere MC proprio all'inizio degli anni 90, quando ormai "l'informatica" aveva perso quel fascino esotico che l'aveva caratterizzata nel decennio precedente, prendendo la forma di qualcosa di molto più ingessato e, diciamolo, noioso. In ogni caso anche le riviste di questo decennio restano importanti testimonianze di un'epoca che ormai sembra remota, per cui un plauso a chi ha creato e mantenuto in vita il progetto MC per quasi quattro lustri.



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