Phantom Brave: The Lost Hero - 2025 - Versione Playstation 5
Ci sono voluti più di vent'anni ma finalmente è arrivato il sequel di Phantom Brave, uno dei miei giochi preferiti della metà degli anni 2000! Phantom Brave fu prodotto nel 2004 dagli inventori di Disgaea e ne riprendeva in massima parte la tipologia e lo stesso feeling generale, ma nel contempo questo titolo poteva contare anche su di una personalità tutta sua, visto mutava alcuni degli elementi basilari delle meccaniche che hanno reso famoso il gioco a cui si ispirava, primo tra tutti introducendo il movimento libero, laddove nella serie Disgaea il movimento è rimasto fino ad oggi incasellato nei quadratini di una scacchiera. Ma puoi trovare la mia recensione che spiega meglio la cosa proprio in questo link.
I discorsi che ho fatto in quell'articolo si applicano in gran parte anche per questo seguito, che effettivamente procede in continuità col prequel. Non ci sono grandi sconvolgimenti nelle meccaniche base così come persiste la presenza del movimento libero, della raccolta di oggetti sul campo di gioco e sullo scambio dei "titoli" tra oggetti, personaggi e dungeon, che influenzano le statistiche degli elementi a cui si applicano. Anche qui la parte tattica del gioco si risolve il più nelle volte nel semplice "grinding selvaggio", ma è leggermente cambiato il modo in cui questo procedimento si può attuare.
Se nel gioco precedente quasi da subito ti era possibile rompere il gioco sfruttando i meccanismi perversi legati ai "titoli" che caratterizzano ogni entità, qui il meccanismo dei titoli è stato enormemente limitato in favore di un nuovo sistema di accumulo (e di moltiplicazione) dell'esperienza. Il nuovo sistema, per entrare in funzione col suo pieno potenziale, richiede un certo progresso nella storia, per cui il primo 50% del tempo che impegnerai su questo nuovo Phantom Brave sarà utilizzando personaggi livellati il giusto e che quindi dovranno essere disposti sul campo con un po' di strategia se vuoi vincere le battaglie. E questo è un bene? Assolutamente sì.
Quando però sarà possibile accedere ai dungeon casuali e si avrà avuto l'accortezza di livellare anche alcune unità particolari (che ti permettono di accumulare esperienza, mana e soldi in modo progressivamente maggiore) potrà iniziare la vera scalata verso vette (e statistiche) da capogiro. Peccato solo che il gioco renda possibile vincere tutte le battaglie, anche quelle più ostiche presenti nel postgame, portando a livello 9999 anche solo un personaggio. Avrei preferito una maggiore difficoltà nelle fasi finali.
In questa fase postgame potrai tranquillamente dimenticare gli attacchi in sinergia, le fusioni tra unità nei campi di battaglia e tante delle abilità passive che scaturiscono da uno strategico utilizzo delle numerose unità che si possono creare, dovendoti concentrare unicamente su un ristretto ventaglio di abilità personali e sulla capacità di "rubare" oggetti tipica di un paio di tipologie di creature. In sostanza farai un lavoro di pulizia dei dungeon guidando solo Marona (la protagonista) con il supporto sporadico di alcune unità capaci di catturare oggetti. In cambio però fari miliardi (non esagero) di punti esperienza da suddividere con chi più ti aggrada!
In ogni caso il gioco c'è, non è una mera riproposizione di quanto visto vent'anni fa e le mie belle 80 ore di gameplay ce le ho spese sopra. La trama, esattamente come in tutti i giochi della Nippon Ichi è quantomeno trascurabile ed ho iniziato a skippare le noiose e melense scenette di intermezzo già dal settimo capitolo. Ma questo è un mio problema, può essere che tu le apprezzeresti anche se, te lo ricordo, è tutto scritto e parlato in inglese.
L'aspetto tecnico non fa gridare al miracolo ma è finalmente degno di essere apprezzato. Graficamente il gioco è molto più che carino, animato bene (soprattutto mi riferisco agli attacchi speciali), molto colorato e - soprattutto - molto ricco di elementi e oggetti su schermo (un aspetto che nel gioco precedente era piuttosto carente e lo avevo criticato). Il sonoro è sempre frutto del lavoro del mitico compositore Tenpei Sato che in questo caso pur non avendoci regalato nessun brano davvero memorabile, ha comunque impreziosito in maniera sostanziosa l'esperienza di gioco.
Se si esclude il fatto che questo nuovo Phantom Brave tutto sommato non è così differente dal precedente, posso dire comunque di averlo molto apprezzato e, soprattutto se non hai mai giocato al primo e se ti può interessare questa tipologia di giochi, è assolutamente un ottimo titolo da provare. La presenza di innumerevoli labirinti casuali e la possibilità di potenziare personaggi ed equipaggiamenti per l'eternità, rendono il gioco potenzialmente infinito, anche se la varietà non eccelsa ad un certo punto potrebbe farsi sentire. Per me 80 ore sono state sufficienti, ma credo che questa cifra dimostri la bontà del titolo.
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