lunedì 30 maggio 2022

Disk Magazine: ZINE

 


Disk Magazine: ZINE (1989-1991) per Amiga


Oggi voglio dedicare due righe ad un fenomeno non molto conosciuto e la cui memoria si sta inesorabilmente estinguendo: le disk magazine, e in particolare vorrei parlare della mia preferita, Zine, edita dal "demo-group" Brainstorm. Nate in un'epoca in cui internet non lo si era nemmeno mai sentito nominare, sono figlie di un'epoca in cui gli appassionati di computer e di tutto quello che ci girava intorno cercavano di fare community ricorrendo ai pochi mezzi a loro disposizione, tra i quali principalmente c'era proprio la posta ordinaria (quella fisica, non quella elettronica!), utilizzata anche per coprire grandi distanze, addirittura a livello intercontinentale.



Nacquero in questo modo fitte reti di corrispondenze tra i diversi gruppi di sviluppatori, a livello prima nazionale e poi internazionale, e ognuno cercava di diffondere il proprio pensiero e le proprie conoscenze tecniche/artistiche rilasciando, e inviando per posta, materiale su dischetto. Per lo più venivano prodotte le famose "demo", cioè dei programmi che riproducevano sugli schermi dei nostri computer musica, grafica e routine avanzate, frutto di tante ore di lavoro. In questa scena mondiale c'era posto anche per degli italiani, tra cui il mio gruppetto, chiamato Ram Jam, attraverso il quale, nel nostro piccolo, c'eravamo comunque fatti un nome. Molto presto nacquero anche delle riviste, ovviamente su dischetto, ovviamente dedicate per lo più alle cose che succedevano nella "scena". L'idea di fare una rivista, dove raccogliere e diffondere interviste, recensioni, classifiche e un po' tutto quello che riguardava questo ribollente movimento artistico (e non solo, spesso si potevano leggere articoli buffi, o polemici, o recensioni di dischi musicali) l'ebbero in molti, ma pochi riuscirono ad avere una diffusione così ampia come Zine.


Anche se dal punto di vista tecnico era un prodotto abbastanza elementare, addirittura ostico da utilizzare e a volte poco leggibile, era comunque una lettura piuttosto interessante e spesso fonte di spunti creativi. Inoltre, ad allettare la nostra lettura per ogni numero di questa rivista veniva aggiunta una musica di sottofondo, e che musica: i migliori musicisti della "scena" donarono loro composizioni, che spesso da sole valevano il prezzo del biglietto! 
Oggi se rileggo queste riviste, pur investito da un'enorme senso di nostalgia per quei tempi, sorrido per l'ingenuità e la pochezza delle opinioni in esse contenute, ma poi ricordo che quando questi dischetti erano diffusi era veramente un'altra epoca rispetto ad oggi, non c'erano i forum come li conosciamo adesso, non c'erano i social e insomma trovare il modo per diffondere i propri articoli era la parte difficile della cosa. In un certo senso i contenuti potevano anche passare in secondo piano.



giovedì 26 maggio 2022

Polytopia



The Battle of Polytopia - 2016 - Versione Android


Il primo Civilization è uno dei miei giochi preferiti di tutti i tempi, un titolo che riprendo ogni tot anni per farci almeno una partita, una delle esperienze più belle che mi porto dietro nel mio grosso bagaglio di giocatore anziano. Ma non è certo un titolo che posso portarmi dietro anche sul cellulare, perché prima di tutto per giocarci decentemente è richiesto uno schermo abbastanza ampio, viste le dimensioni degli elementi su schermo, ma soprattutto il gioco è gestito con mouse e tastiera, per cui su telefonino risulterebbe davvero ostico anche solo muovere le unità sulla mappa.


 

Per fortuna qualche tempo fa mi è stato suggerito questo The Battle of Polytopia, un gioco concepito e venuto alla luce su dispositivi mobili che, pur semplificando moltissimi degli aspetti presenti nel primo Civilization, e pur offrendoci mappe di gioco non così estese come quelle che era possibile generare col capolavoro di Sid Mayer, ripropone lo stesso identico splendido gameplay, che si porta dietro tra l'altro la stessa maledetta voglia di andare avanti per "ancora un turno", facendo diventare questo gioco una vera droga!



Esattamente come in Civilization è possibile personalizzarsi l'esperienza di gioco affrontandola ad esempio come piace a me, cioè espandendo il dominio il più possibile, o magari invece mirando al succo attaccando ripetutamente le altre civiltà. Insomma l'esperienza di gioco varia dal rilassato/esplorativo (mappa grande, difficoltà facile, poche civiltà) al concitato/bellico (settando tutto all'opposto), in modo da poterci creare sempre nuove sfide.



Essando un gioco nativo per cellulare la gestione delle unità, della mappa e delle battaglie è eccezionalmente semplice. Tutto è a portata di dito e seppur con qualche minimo inconveniente (ad esempio non ho capito come costruire strade in una casella occupata da un'unità, penso che non si possa fare e questa è oggettivamente una limitazione), ampliare le città, progredire con le ricerche e assaltare le unità nemiche è semplice e divertente. Le semplificazioni portate, in particolar modo nella gestione delle città, hanno senso se si pensa che questo è un gioco per cellulare, e che non sarebbe sensato appesantire le meccaniche del gioco fino ad arrivare ad una così stretta microgestione delle risorse. E ti assicuro che quando il gioco inizia a prenderti non se sentirai assolutamente la mancanza!
The Battle of Polytopia è quindi un gioco solido, ricco di gameplay, gratuito (almeno nella sua impostazione base) e davvero ben fatto. Assolutamente consigliato.



martedì 24 maggio 2022

Enduro per Atari 2600



Enduro - 1983 - Versione Atari VCS


Non farti ingannare dalle foto a corredo di questo articolo: Enduro è un gran bel gioco, e sotto certi aspetti è pure sorprendente che giri sul vecchio Atari 2600. Iniziamo col dire che è senz'altro un gioco molto semplice non solo nella grafica ma anche nel gameplay: tutto quello che devi fare è correre il più velocemente possibile sella pista superando le altre auto. Se si riesce a superarne 200 entro un determinato periodo di tempo (che è sull'ordine dei due minuti) si va avanti, altrimenti è game over. La sostanza è tutta qui, cioè evitare i contatti con le altre auto (che ti rallentano) e superare il più velocemente possibile il maggior numero di vetture. La tua auto può essere spostata liberamente a destra e a sinistra, il contatto coi cordoli ti rallenta, e il testo del joystick è l'acceleratore (basta mollarlo per rallentare). Se all'inizio sembra impossibile evitare i contatti con le altri auto, in realtà ben presto si capiscono un paio di cose, e cioè che le vetture da superare sono bene o male incanalate in tre diversi binari, per cui va "solo" intuìto su quale binario sposarsi, e che alzare il piede dall'acceleratore a volte è necessario per schivare nugoli di auto incanalate su diversi binari.



Una delle cose davvero sorprendenti di questo gioco è il variare delle condizioni climatiche. Prima di tutto il gioco simula l'arco temporale della giornata, per cui in poche decine di secondi si passa dal mattino alla sera (con il variare del colore del cielo, un piccolo tocco che rende moltissimo) per poi piombare di notte dove al posto delle auto si vedono solo le loro luci posteriori (altro tocco di gran classe). Ma oltre a questo può capitare che nevichi, per cui la strada diventa bianca e scivolosa e, soprattutto, che arrivi la nebbia che di fatto dimezza la visibilità rendendo veramente improbo capire da dove arrivano le auto (per cui è necessario dosare molto attentamente l'acceleratore). Questa cosa della nebbia l'ho rivista simile solo in Lotus 2 ben 8 anni dopo! Davvero una trovata geniale, secondo me.



L'aspetto grafico è davvero minimale (anche se il pannello del punteggio sembra uscito da macchine ben più prestanti) ma la pista scorre veloce e in modo non stancante per gli occhi, garantendo una certa varietà. In definitiva Enduro è un gioco solido, divertente e anche piuttosto difficile da padroneggiare. Un gioco assolutamente da provare che ho rimpianto per anni di non aver mai posseduto.



lunedì 23 maggio 2022

The Warlock of Firetop Mountain



The Warlock of Firetop Mountain - 1984 - Versione Spectrum


Quando ero molto giovane avevo un vicino di casa molto più grande di me che era appassionato di fantasy e fantascienza (mi aveva prestato anche molti dei suoi innumerevoli libri) e amava fare il master nei giochi di ruolo, per cui invitava spesso il sottoscritto, mia sorella e diverse altre persone che vivevano nel nostro palazzo per fare lunghissime sessioni di gioco serali. Un non precisato giorno del 1984 prima che si iniziasse a giocare mi invitò cinque minuti a vedere il suon nuovo home computer, un fiammante Spectrum 48k!



Non avevo mai visto questo aggeggio prima e l'oggetto mi fece una stranissima impressione: anche  se sembrava poco più che un giocattolo era talmente contenuto nelle dimensioni che mi fece nello stesso tempo l'impressione di essere qualcosa di veramente futuristico. Nei pochi minuti che restai in quella postazione l'amico mi fece provare il gioco che era caricato in memoria in quel momento, The Warlock of Firetop Mountain. Il gioco mi ricordò, per grafica e visuale, il Berzerk che avevo sul Vcs ma capii subito che, pur nella sua semplicità, in questo programma c'era qualcosa di più evoluto: le varie schermate non erano delle "bolle" chiuse ma erano tutte collegate tra loro, formando un enorme labirinto: "lo schermo ne mostra un pezzettino, ma immagina che il labirinto sia grande come tutta la parete, e ad ogni partita cambia", mi disse entusiasta.



Quella franse fece il suo effetto e mi rimase impressa, e infatti ricordo quel momento ancora adesso che sono passati quasi quarant'anni. Fu in quell'occasione che mi resi conto che i nuovi home computer avevano potenzialità enormi se confrontati con le vecchie console come ad esempio la mia, e fu così che la mia testa si riempì di eccitazione e pensieri, dove labirinti procedurali, mondi estesi da esplorare, enigmi e misteri da risolvere si accavallavano in una vena creativa che fino a quel giorno non avevo mai provato. Probabilmente quei pochi minuti davanti a questo - diciamolo - insulso giochino fecero nascere in me la passione per l'informatica, non tanto e non solo dal punto di vista ludico ma anche come strumento creativo. Era il momento giusto per mettere via i Lego e per passare definitivamente a qualcosa di più evoluto. Da lì a breve iniziai a comprare dei corsi di programmazione a fascicoli settimanali e mi diressi verso l'acquisto del Commodore 64.



Ma alla fine cosa resta di questo The Warlock of Firetop Mountain? Poco. Il gioco è davvero bruttino e poco interessante, richiede l'utilizzo di 15 diversi tasti per essere giocato e se nel 1984 l'enorme labirinto procedurale poteva affascinare un ragazzino di 13 anni, oggi farebbe dormire anche un poppante. Preferisco non indagare oltre e ricordare questo gioco come lo vidi quel giorno così lontano nel tempo, una piccola finestra aperta su un enorme mondo pieno di potenzialità.


venerdì 20 maggio 2022

41593: Jack Sparrow


Set 41593 - Anno 2017 (pezzi 109)


Molto carino lo Sparrow di Lego, con la sua spadina in mano e l'aria trasandata tipica del personaggio Disney. Null'altro da segnalare se non che esteticamente è forse uno dei migliori set della serie.


Valutazione 8/10

Prezzo nuovo eur 40

mercoledì 18 maggio 2022

Podcast videoludici (parte 5)

Podcast videoludici (parte 5)


Eccoci anche questo mese con l'appuntamento dedicato ai podcast che amo ascoltare nel mio tempo libero. Anche questa volta parlerò di due distinte trasmissioni, iniziando da:



IX - L'ENCICLOPEDIA DEI VIDEOGIOCHI


L'Enciclopedia dei Videogiochi è un progetto piuttosto ambizioso, prodotto con molta professionalità e passione, e che vanta di avere ormai un discreto seguito. Il podcast propone diversi contenuti, ma la formula standard è quella di parlare in modo approfondito di un gioco per puntata, raccontandone fondamentalmente il gameplay e, nel caso vi sia, la storia. Sotto questo punto di vista aspettati "spoiler" a volontà, perché i due fratelli conduttori non si fanno scrupoli a raccontare persino i finali. Spesso ci sono ospiti (in una puntata c'è stato pure il sottoscritto), spesso anche di una certa caratura (escluso il sottoscritto), che aiutano ad approfondire aspetti del gioco che i due conduttori, che non possono essere "esperti" di ogni titolo che affrontano, non conoscono così bene. Il risultato è un podcast interessante che, al netto di un montaggio molto serrato (in cui l'effetto "taglio e cucito" è molto evidente, quasi fastidioso) mi fa venire voglia ogni volta di provare il gioco di cui parlano (se ancora non lo avessi provato di mio)! E' quindi un podcast altamente consigliato.


- IDEALE PER chi è in cerca di qualche gioco storico da recuperare

- STIA ALLA LARGA chi odia gli spoiler e i montaggi troppo serrati




X - MUSTACCHI

Questo è un podcast piuttosto recente ed è diventato rapidamente uno dei miei preferiti. La conduzione è in mano a tre sole persone, due delle quali molto competenti, pacate, intelligenti, chiare e simpatiche. Fa da contraltare il terzo elemento che al contrario è spesso polemico e categorico nei giudizi, e lo fa con quel "presumin" tipico del "sono tutti coglioni, io invece no". Probabilmente è una questione mia personale, ma non trovo affatto simpatico questo suo atteggiamento. Per fortuna parla in modo molto comico ("oppozioni", "skille", "fiddebekke" e altre perle di questo tipo) e questa cosa lo rende molto più sopportabile. Al di là di questo difettino tutto sommato marginale, il podcast è solido, tratta spesso argomenti di attualità e lo fa in modo ordinato, così come sono sempre esposte bene le impressioni sui giochi che vengono provati dai tre figuri di cui sopra. Un bel prodotto di intrattenimento, assolutamente da provare.

- IDEALE PER chi vuole sentire parlare di giochi e fatti inerenti questo universo

- STIA ALLA LARGA chi cerca qualcosa di rumoroso e caotico

lunedì 16 maggio 2022

Cat Quest



Cat Quest - 2017 - Versione PC

Se cerchi un gioco semplice, divertente, un po' infantile ma per nulla scontato, con un gameplay elementare ma che richiede comunque un minimo di strategia nei combattimenti, con grafica pulita e capace di regalare tanto divertimento, ecco Cat Quest, un giochino in stile RPG vagamente ispirato ai primi Zelda e totalmente incentrato sui gatti.



Non ci vogliono più di 5 o 6 ore per portare a termine questo gioco, e già dopo poco si nota che vi è una certa ripetitività soprattutto nei dungeon, che sono tutti molto brevi e graficamente analoghi, ma nell'insieme il gioco è gradevole, molto giocabile e persino l'aspetto della progressione del personaggio è molto curato, con pochi parametri ma tante possibilità di equipaggiarsi in modo diverso.



Tutto in questo gioco è studiato per rendere l'esperienza facile e guidata, è impossibile perdersi o non capire dove andare. Insomma, Cat Quest è un gioco per bambini, ma è assolutamente apprezzabile anche da vecchi come. Se un gioco simile, con i dovuti ridimensionamenti grafici, fosse uscito negli anni '80, oggi sarebbe ricordato come un classico!



In definitiva te lo consiglio, soprattutto se ami i giochi leggeri ma appassionanti, se ti divertono i gatti e i loro discorsi (il gioco è tradotto in modo spassoso). Un gran bel gioco!



giovedì 12 maggio 2022

Twinkle Tale


Twinkle Tale - 1992 - Versione Sega Megadrive


Non amo particolarmente gli shoot'em up, anche se me ne sono goduti parecchi quando ero molto più giovane, ma ogni tanto fa piacere tornare ad trastullarsi con qualche titolo con un'impostazione così elementare come questo Twinkle Tale, un via di mezzo tra uno shooter alla Xevious, uno esplorativo tipo i primi Zelda, ed il buon vecchio Kiki Kaikai, il titolo che più di tutti me l'ha ricordato.



Il gioco è piuttosto lungo e ci propone diverse ambientazioni, molti nemici differenti, nonché diversi tipi di ostacoli, non facendoci mancare nemmeno un buon numero di boss e mid-boss. La cosa bella è che, almeno all'inizio, Twinkle Tale non è un gioco troppo difficile: permette, volendo, un approccio cauto visto che lo scrolling non è forzato (anche se, lo si scopre presto, essere cauti qui non paga eccessivamente), e soprattutto non richiede la costante memorizzazione di pattern e percorsi come spesso capita in giochi d'azione arcade di questo tipo. Mi sono trovato spesso a dover improvvisare azioni con successo, anche se proseguendo nel gioco i punti critici in cui invece è necessario sapere in anticipo cosa fare sono diventati mano a mano sempre più numerosi, ma senza aver mai raggiunto i livelli di esasperazione tipici di giochi dove la memorizzazione è tutto, come i vari Ghost'n'Goblins.



La prima metà di Twinkle Tale è abbastanza alla portata di tutti, bastano poche partite per prendere le misure anche nelle varie fasi più concitate, e addirittura ho sconfitto un paio di boss al primo tentativo. Poi le cose peggiorano e i momenti "bullet hell" iniziano a rappresentare un ostacolo che può portare alla frustrazione. La buona varietà di armi (tre, con tre diversi livelli di potenziamento), le belle ambientazioni e la varietà di quello cha accade (c'è anche un livello in cui si vola in pieno stile shooter classico) tuttavia fanno da contraltare a questo difetto e mi hanno incentivato ad andare avanti, almeno fino ad un certo punto.



Invece non mi hanno esaltato le fasi "labirintiche" in cui si vaga per diverse stanze senza capire bene dove bisogna andare, con mostri a volte infiniti e in cui è persino possibile tornare indietro e cambiare strada, ma a parte questa fase particolare mi sono davvero divertito per diverse ore sparacchiando con questo giochino, qui in Italia praticamente sconosciuto. Non è certamente un gioco per tutti, ma col fatto che via emulatore si può salvare in qualunque momento, Twinkle Tale diventa un gioco fruibile da tutti ed estremamente divertente, soprattutto se cerchi un'esperienza molto "retro" e un videogame che abbia davvero il feeling da sala giochi.



martedì 10 maggio 2022

Downwell



Downwell - 2015 - Versione Playstation 4


Downwell è un gioco frenetico e molto difficile, è richiesto moltissimo occhio e tempi di reazione talmente brevi che vanno immancabilmente oltre al mio concetto di divertimento. Ciò non di meno questo gioco è da tutti considerato un piccolo gioiello di game design, un'esperienza adrenalinica ed appagante, la perfetta realizzazione di un concetto elementare ma vincente, e non posso che confermarlo anche io, al di là dei miei gusti personali.



Per questo gioco probabilmente la "morte sua" è la fruizione su dispositivo touch, visto che che i comandi sono estremamente essenziali e visto che una partita difficilmente può durare più di una manciata di minuti. Io però l'ho giocato su console collegata a un televisore e qui, lo devo ammettere, i comandi non sono il massimo e anche la grafica non rende al meglio. La grafica non è che non mi piaccia, trattandosi di quel tipo di pixel art che esercita ancora un'enorme fascino sui vecchiacci come me, ma la mancanza di risoluzione degli elementi di gioco è fastidiosa, anche solo per capire bene cosa sta succedendo sullo schermo.

Downwell non è il gioco che fa per me, ma mi permetto di consigliartelo se sei in cerca di un'esperienza arcade elementare ma capace di essere sempre diversa, visto che i livelli vengono generati in modo casuale ad ogni partita.



lunedì 9 maggio 2022

Wasteland 2



Wasteland 2 (director's cut) - 2015 - Versione Playstation 4


Wasteland 2 è un gioco di ruolo con battaglie tattiche dall'impostazione molto classica. Benché il primo Wasteland avesse un'impostazione più simile a The Bard's Tale, soprattutto nella gestione dei combattimenti, questo seguito ricorda maggiormente i primi due Fallout, sia nella gestione del party che nello svolgimento dei combattimenti, col classico schieramento a scacchiera e la gestione dei punti azione tipici dei giochi tattici anni '90.



Il gioco in sé è fatto discretamente, non ha certamente grossi valori produttivi né può contare su una realizzazione tecnica perfetta, ma si vede che vi è un gran lavoro di design dietro ad ogni aspetto di questo gioco, e non mancano tante piccole chicche che strizzano l'occhio a giocatori navigati (categoria nella quale il sottoscritto rientra suo malgrado). Il gioco purtroppo ha un buon ritmo, ma solo fino ad un certo punto in cui si inizia a vagare avanti e indietro per portare avanti delle quest poco interessanti.



Per contro le battaglie sono sempre molto divertenti, soprattutto per chi apprezza l'impostazione tattica, e pur se in alcuni frangenti diventano ripetitive, non mi sono mai annoiato ad affrontare una tipologia abbastanza variegata di antagonisti. Lo sviluppo dei personaggi, infine, è abbastanza interessante pur non presentando nulla di veramente sorprendente.




In definitiva Wasteland 2 è un ottimo titolo, molto "retro" nell'impostazione e nella realizzazione, ma alquanto piacevole e te lo consiglio senza riserve se ami i giochi di ruolo in stile anni '90, le ambientazioni post-atomiche e la gestione tattica a turni delle unità sul campo.



giovedì 5 maggio 2022

8078: Stargate Atlantis



Set 8078 - anno 2010 (pezzi 959)


Questo set arriva in una scatola veramente enorme, dalle dimensioni a mio avviso ingiustificate per quello che montato, alla fine, è un oggetto voluminoso ma non gigantesco.

L'aspetto generale è interessante, la costruzione è ampia e lo "star-gate" che svetta sulla costruzione è davvero ben fatto. Carina anche la bocca della murena al centro e pure lo sono i due grossi squali posti sui pilastri.



Gli omettini a corredo sono meravigliosi, tra pescecane antropomorfi, polpi e guerrieri di Atlantide. Quello che invece lascia perplessi è la presenza di SCALE e PORTE in una costruzioni sottomarina... qualcosa non quadra!

Anche se è stato piuttosto divertente costruirlo e dal punto di vista ludico è probabilmente molto versatile, non mi sembra in definitiva di poter definire questo set in modo troppo entusiastico: non è un tipo di setting né di costruzione che mi esalti particolarmente, ma è davvero un giudizio soggettivo come non mai.



Non so se consigliarlo.


Valutazione 6/10

Prezzo nuovo eur 120 



mercoledì 4 maggio 2022

Bomb Jack 2

 


Bomb Jack II - 1986 - Versione Commodore 64


Bomb Jack II ha avuto vita breve sul mio Commodore 64 per tutta una serie di motivi. Iniziamo col dire che ha veramente poco a che fare con il vero primo Bomb Jack, se non giusto nel logo, che lo richiama in toto, e nella meccanica di raccolta degli oggettini sparsi per lo schermo, possibilmente seguendo una sequenza particolare per ottenere più punti. Ma questo tutto sommato non è un grosso problema, ci sta benissimo che un "seguito" possa introdurre novità nelle meccaniche di gioco. Il problema è semmai che graficamente questo titolo è stata una vera delusione: il "bello" di Bomb Jack stava proprio nella grafica, in particolare nei fondali che è l'elemento che da solo ne ha decretato il successo. In questo seguito invece ci sono solo due miseri fondali e sono uno peggiore dell'altro. Mancando questa sorta di incentivo è scemata anche la voglia di giocarlo. Infine non ho mai apprezzato il fatto che i nemici andassero affrontati fisicamente, cercando di preservare al massimo la propria energia: abituato come ero al fatto che i nemici andassero solo evitati (ed eventualmente mangiati, una volta preso il power-up), mi sembrava stupido doverli attaccare in un gioco del tipo "vince chi ha più energia".


Fatto sta che, pur apprezzandone la splendida musichina e una giocabilità tutto sommato piuttosto ben riuscita (secondo me persino superiore a quella dell'originale, almeno nella sua versione Commodore 64), non riuscii mai ad appassionarmi a questo Bomb Jack 2, titolo che per altro usufruii quasi esclusivamente su un monitor in bianco e nero che ne rendeva piuttosto difficoltosa la lettura. Secondo me questo gioco ha sofferto il nome che si portava dietro, e se fosse stato chiamato in modo diverso avrebbe potuto avere fortuna maggiore. E' comunque da provare.



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