venerdì 26 luglio 2024

Dune (Amiga)

 


Dune -1992 - Versione Amiga

Quando uscì nel 1992 questo gioco fu letteralmente osannato da tutta la stampa di settore, con voti intorno e superiori al 90%, praticamente veniva descritto come un gioco assolutamente da provare. A me invece non è mai piaciuto. Va detto che, sì, la grafica per l'epoca era fantastica (soprattutto in VGA, ma anche i 32 colori dell'Amiga "liscia" se la cavavano benissimo), e che l'atmosfera generale del gioco era ed è tuttora qualcosa di eccezionale. Diciamo che oggi il valore "nostalgico" di questo titolo ancora ci sta tutto, perché le note delle sue musiche, gli elementi grafici e - per l'appunto - l'atmosfera generata da tutte le scelte stilistiche impiegate per confezionare questo titolo, funzionano ancora alla stragrande.



Se poi, come il sottoscritto, ami il film originale di David Lynch allora questo è il gioco che fa per te, almeno sulla carta. I luoghi e in particolar modo i ritratti dei personaggi sono presi direttamente dalla pellicola, e questa cosa crea una bella continuità con l'altro medium, il cinema, regalandoci un'esperienza "da film" come fino ad allora pochi giochi erano riusciti a portare sui nostri schermi. Mi viene in mente principalmente Defender of the Crown, benché questo titolo non fosse legato ad alcuna pellicola cinematografica. E proprio come in Defender of  The Crown anche in Dune siamo chiamati a cimentarci in un gioco bellico/gestionale, dove però, a corollario troviamo anche una spruzzata di gioco d'avventura. E qui veniamo al sodo.


Dune non è un gioco bellico alla Civilization, e per arrivare a gestire truppe e risorse ci vorrà un bel po' di tempo. Prima di tutto il gioco ci propone tanta noiosa esplorazione del pianeta in elicottero, saltando da una location all'altra per dialogare con NPC poco interessanti, che ci apriranno nuove location e nuove attrezzature da raccattare in giro (per estrarre la spezia o per combattere). Nel frattempo si hanno a disposizione delle opzioni di gestione, ma è ben poca cosa, così come sono molto ristrette anche le possibilità di dialogare con gli NPC (che siano anonimi Fremen, i nostri consiglieri o anche nostra madre). E questa fase di gioco per me è di una noia mortale. Se, forse, trenta anni fa l'atmosfera del gioco poteva incentivarmi a stringere i denti e quindi spingermi ad affrontare questo poco esaltante gameplay, oggi trovo Dune proprio una pena da iniziare, da vivere, da giocare. Invero anche trenta anni fa la pensavo abbastanza allo stesso modo, e come spesso accade anche oggi resto della mia idea, in quanto ho rivissuto, amplificato, lo stesso disagio che provai allora (aggiungi anche che all'epoca c'erano dei tempi di caricamento lunghi che annacquavano ancor di più l'esperienza).


Allora Dune è un brutto gioco? No, per niente. Anzi sprizza carisma da ogni poro. E' il loop di gioco che è piatto nelle fasi iniziale e, proseguendo, si nota che è anche troppo approssimativo per appassionare chi ama gestire le cose in modo perfezionistico. E sfido chiunque ad asserire il contrario. Probabilmente il sottoscritto non ha mai davvero "capito" questo gioco, e non ho problemi a riconoscerlo, ma mi dovete davvero spiegare come possa essere considerato accattivante vagare per un pianeta tutto uguale a cercare omini per far progredire la trama, per poi trovarsi a gestire truppe in modo approssimativo. Insomma Dune è bello, ma non è per tutti, soprattutto ora.




martedì 23 luglio 2024

Brave Fencer Musashi



Brave Fencer Musashi - 1998 - Versione Playstation 1

Brave Fencer Musashi è un interessante action RPG prodotto dalla Square dei tempi d'oro, a cui hanno partecipato i grandi nomi della società (uno su tutti Nomura, che ha creato il design dei personaggi) ma che non gode di grande notorietà, almeno in Italia. Fondamentalmente è un gioco d'azione,  ma nel calderone è stato buttato un po' di tutto, dalle fasi platform 3d alla Crash Bandicoot, agli scontri con grandi boss un po' come li vedremo in Kingdom Hearts o in altri action rpg che arriveranno dopo, boss che richiedono di capire come sviluppare la giusta strategia per essere abbattuti.



Ad un certo punto del gioco c'è anche una sorta di villaggio che funge un po' da Hub centrale nel quale, in puro stile gdr, si può interagire con diversi personaggi che, in un certo senso, vivono di vita propria, con dei pattern comportamentali che tengono conto del ciclo notte-giorno. La presenza di questo villaggio però a mio parere spezza un po' troppo il ritmo di un gioco che, fino a quel momento, è un susseguirsi di situazioni rocambolesche e adrenaliniche, e che invece nel villaggio ci mette nella noiosa posizione di esplorare le varie abitazioni intrattenendoci con testi e dialoghi.



Al di là di questo il gioco è davvero interessante, con una realizzazione tecnica ben fatta (per quanto possa essere ovviamente invecchiata la sua grafica 3d, tipica dei titoli della prima Playstation), musiche notevoli e una trama abbastanza banale ma raccontata in modo divertente e mai troppo prolisso. I boss non sono difficilissimi ma richiedono un minimo di studio e quindi qualche tentativo prima di essere dominati, e anche le meccaniche di combattimento hanno una certa profondità, richiedendo spesso di "rubare" le abilità nemiche per piegarle a nostro vantaggio.



Insomma Brave Fencer Musashi è un gioco colpevolmente dimenticato che va almeno provato, sprizza atmosfera "psx" da ogni poro, ha belle musiche e un gameplay parecchio vario. E non è nemmeno lunghissimo da terminare.



sabato 20 luglio 2024

Super Mario Kart

 


Super Mario Kart - 1992 - Versione Super Nintendo / Snes

Per parlare di questo piccolo capolavoro oggi scomoderò il mio compare, quel Piermarco Rosa che ne scrisse la recensione perfetta sul numero 14 di Consolemania. Ecco qui il testo completo, al quale aggiungerò le mie note in coda, note che derivano dal fatto che 1) ho scoperto questo gioco solo successivamente, non avendo il sottoscritto mai posseduto un Snes negli anni '90 e 2) sono passati comunque 32 anni!


Ecco cosa scrisse Piermarco:

Sono così contento di rivedere il simpaticissimo idraulico italiano, che perdono alla Nintendo l'aver appiccicato un ennesimo (e noiosissimamente ripetitivo) prefisso SUPER alla più recente delle migliori cartucce per la sua favolosa console. Nel gioco potrete vestire i panni di tutti i personaggi più rappresentativi della biblica saga di Mario: egli stesso o suo fratello Luigi, il draghetto che cavalcavate in SM IV o la principessa, il funghetto o la tartaruga, Koopa o perfino il mitico (e come poteva mancare?) Donkey Kong.

Ognuno dei sopracitati protagonisti guida un veicolo monoposto con capacità di accelerazione, ripresa e velocità finale che differiscono dalle coppie awersarie; mi spiego meglio: nello schermo di selezione dei personaggi vi accorgerete (solo dopo un po' di pratica, se avete come me la versione giapponese) che ogni corridore guida lo stesso mezzo di quello posto nel riquadro sotto di lui; in tal modo i protagonisti vengono a essere divisi in quattro coppie, ognuna con lo stesso veicolo (questo per dare la possibilità, nel modo a due giocatori, di poter gareggiare con le stesse dotazioni tecniche).



Ebbene sì, potrete sbizzarrirvi in due (e qui la Nintendo ha sopperito all'unico neo dell'ineguagliabile F-Zero); il fatto è che, anche quando giocherete da soli, lo schermo resterà purtroppo diviso sempre a metà, ma , molto utilmente, la parte inferiore mostrerà una ripresa aerea della gara o magari (mediante pressione del tasto opportuno) la visuale di gara dal vostro specchietto retrovisore (davvero spettacolare!). Ottima trovata, questa, come pure lo sono la presenza saltuaria di tubi\ostacolo e i colori molto vivaci dei cordoli che aggirano la bidimensionalità del bitmap per fornire realistiche sensazioni di "presenza".
Super Mario Kart arriva a rappresentare l'ultimo grido in fatto di uso del bitmap, e la sua varietà ne fa un incontestabile capolavoro. Non solo, infatti, gareggerete praticamente su ogni tipo di pista immaginabile (e anche inimmaginabile: vedere l'ultima della cilindrata 100, ambientata nello spazio, per credere!), ma potrete anche misurarvi con un amico in un originale scontro all'ultima ruota in vere e proprie arene labirintiche. Qui dovrete cercare, raccogliendo appositi bonus, di colpire in varia maniera l'avversario, così da fargli perdere i tre pneumatici sferici che porta appesi intorno al suo veicolo, vincendo l'auto-scontro (è proprio il caso di chiamarlo così!). 


Durante la gara, poi, avrete anche la possibilità di sfruttare le diaboliche trovate dei programmatori, disseminando dappertutto bucce di banana, gusci di tartaruga, o anche buttando gli avversari fuori strada per averli colpiti con speciali gusci-proiettile, o mentre eravate sotto l'effetto della turbostella. Geniale anche il microfungo che, se malcapitatamente raccolto, vi miniaturizzerà facendovi rallentare e dando agli awersari la possibilità di ridurvi in frittella. Carinissime le musiche e gli effetti sonori (azzeccati i rombi zanzarofonici dei vari motori), completo e ben pensato anche il menu di difficoltà, che vi darà soltanto poco a poco la possibilità di vedere tutti i percorsi (i quali, badate bene, non sono solo tutti quelli che appaiono!). Un'utile batteria tampone presente nella cartuccia vi permetterà inoltre di salvare i record che segnerete nel modo di PRATICA sui percorsi. Non vi basta ancora? E allora pensate alle meravigliose e divertentissime ambientazioni che attraverserete, dall'aperta campagna con i fiumiciattoli e le talpe che vi saltano addosso, alle pozze fangose di polverosi circuiti in montagna, dagli scivolosi laghi ghiacciati di pericolosi percorsi sulla neve, alle letali conche di lava nelle infernali gare dei Monti Vulcanici. Investite bene i vostri soldi in una cartuccia che vi durerà un'eternità (se non altro perché anche dopo averla terminata ci farete almeno una partita ogni tanto): comprate immediatamente Super Mario Kart!

Passo e chiudo.
Piermarco Rosa 



In coda alle parole di Piermarco voglio aggiungere che dopo più di 30 anni Super Mario Kart resta talmente giocabile e divertente che non meraviglia come tutti i suoi seguiti e riproposizioni che Nintendo ha continuato a sfornare negli anni continuino a vendere una valangata di copie. Questa stessa cartuccia, con questo stesso codice e grafica, giocato su smartphone sembra quasi un titolo fresco di pubblicazione. E come sempre il sottoscritto non ha sperimentato il piatto forte, quel multiplayer che ha consacrato il gioco nell'Olimpo dei titoli migliori di sempre.




giovedì 18 luglio 2024

Roundguard

 


Roundguard - 2020 - Versione PC

Avendone parlato il buon Piermarco Rosa durante il nostro podcast Retrogaming Lives, non ho resistito alla tentazione di provare in prima persona questo peculiare puzzle game, che è un clone abbastanza spudorato di Peggle al quale però sono stati aggiunti elementi roguelike molto interessanti. Il gioco ricalca fondamentalmente il più classico dei pachinko dove, una volta lanciato il nostro omino-pallina, per la maggior parte del tempo si resta a guardare quello che accade sullo schermo, ma l'aggiunta di equipaggiamenti che modificano le caratteristiche del nostro omino e, soprattutto, la presenza di abilità variabili da personaggio a personaggio, rendono l'esperienza molto più interattiva di quanto si possa pensare.



Da questo punto di vista il guerriero è l'omino pallina meno divertente da usare. Le sue abilità lo rendono solo un po' più forte e capace di colpire nemici in un'area leggermente più grande, ma per il resto del tempo si è costretti a guardarlo mentre, lemme lemme, rimbalza come un deficiente tra bocce, pietre, brocche, lampade e nemici. Molto meglio la ladra che può essere bloccata a mezz'aria per dirigerla altrove (raggiungendo quindi nemici protetti da ostacoli), ma il non plus ultra è la strega che invece colpisce i nemici anche al di là delle protezioni, senza entrare in contatto diretto.



Il contorno del gioco è molto bello, con la mappa in stile roguelike in cui si avanza, schermata per schermata fino al boss finale, decidendo anche quale strada percorrere. Così come è bello trovare nuovi equipaggiamenti che amplificano attacco, difesa e abilità. Tutto questo rende il gioco maggiormente interattivo, ma a mio parere i tempi di attesa sono ancora troppo tediosi e, certamente, questo è un gioco che va preso con calma, mentre gli impazienti come me potrebbero non sopportare più di qualche ora la lentezza con cui tutto si muove ed evolve. Un gioco interessante quindi, ma che ha una struttura di base che è purtroppo decisamente superata. Divertente ma non così vario, a mio parere.




martedì 16 luglio 2024

Elderand

 


Elderand - 2022 - Versione Android

Elderand è un piccolo gioiello, soprattutto nella sua incarnazione per Android, con una grafica definita, pulita e veloci, animazioni bellissime e uniche per ciascuna delle decine di mostri diversi che ti affronteranno, tanti boss pazzeschi e, soprattutto, una risposta ai comandi veloce e precisa, che è una cosa imprescindibile in un gioco come questo. Per incisio: come sempre io gioco utilizzando il joypad della Playstation 4, ma ho anche provato col semplice touchscreen, e tutto funziona a meraviglia.


Ma cosa è Elderand? E' il più classico dei Metroidvania, tipologia di giochi dove l'esplorazione dell'ambiente (rappresentato in 2d con vista laterale) si alterna i frequenti combattimenti contro mostri di vario genere. Come in tutti i giochi di questo tipo molto del tuo tempo sarà impiegato nell'andare avanti e indietro per l'enorme aera di gioco, tra una "stanza" e l'altra, il tutto in puro stile platform, sconfiggendo boss che ti rilasceranno quei potenziamenti che ti permetteranno di raggiungere una piattaforma che magari, per fare un esempio, prima non riuscivi a raggiungere perché non avevi il doppio salto.


In tutto questo c'è anche una componente ruolistica semplice ma efficace, con livellamento del personaggio e conseguente aumento delle caratteristiche di base, e con oggetti di vario tipo da equipaggiare, costruendo fino a due "build" diverse tra cui switchare (mi si perdoni il termine) con la pressione di un solo tasto. Il tutto è comodissimo e funziona bene, peccato solo che per accedere alla mappa sia necessario invece aprire il menù (almeno che io sappia), quando sarebbe stato molto più bello avere una sovraimpressione sempre presente, soprattutto considerato quando sia ampio il mondo di gioco.


Elderand non presenta nulla di particolarmente innovativo nel suo genere, ma fa tutto molto bene. Persino un giocatore come me, che non ama questo tipo di giochi, si è trovato bene ed è andato avanti parecchio (forse anche perché Elderand non è un titolo difficilissimo). Ci sono però delle cose che non mi sono piaciute, ma questo dipende principalmente dai miei gusti personali. Per iniziare odio il fatto che i mostri si rigenerino costantemente. Questo accade non solo quando tocchi un falò (che il luogo dove si salva la partita), ma anche semplicemente quando esci da una "stanza" e ci ritorni subito dopo. 


Altre cose che mi hanno un po' indisposto sia, come già detto, la mancanza di una mappa sempre presente sullo schermo, considerato soprattutto quanto sia grande il mondo di gioco, tra vie aperte o chiuse, stanze segrete e quant'altro. Insomma non solo è facile perdersi, o perdere qualche stanza lungo la strada, ma a volte non si ha nemmeno più l'idea di dove si debba/possa andare, e andare in giro senza una meta precisa, dovendo passare dal menù per cercare la mappa, è davvero antipatico.


Al netto di questo Elderand è però un ottimo gioco, che gira benissimo anche sul mio telefono catorcio, ragion per cui non ho davvero alcun motivo per non raccomandarlo caldamente a tutto gli amanti dei metroidvania.





domenica 14 luglio 2024

Legasista

 


Legasista - 2012 - Versione Playstation 3

Questo giochino del 2012, seguito spirituale di quel CLADUN di cui ho parlato 3 anni fa, mi ha letteralmente stregato. Tecnicamente è un gioco mediocre che avrebbe potuto benissimo essere pubblicato sulla prima Playstation (se non addirittura su Amiga negli anni '90), con grafica bitmap, scrolling multidirezionale e rigorosamente senza alcuno strato di paralasse, con animazioni ridotte all'osso, elementi grafici ricilati dal suddetto Cladun, effetti sonori mediocri e - questo va detto - ottime musiche di accompagnamento.


Ma perché mi è piaciuto così tanto? Naturalmente per il gameplay così dannatamente semplice ma estremamente divertente. I livelli disegnati appositamente per narrare le vicende del gioco sono piuttosto semplici ma richiedono un minimo di puzzle-solving. Tutti gli altri dungeon sono creati in modo vagamente procedurale in modo da regalare ogni volta un'esperienza un po' diversa dalla precedente; ma è soprattutto la casualità degli eventi a creare una bella varietà di situazioni in cui la sfiga, come sempre, ci vede benissimo. 


Quello che mi piace in Legasista è ovviamente il loop in cui si entra per livellare il nostro party. Come spesso accade in questo genere di giochi vi è una complessa rete di meccaniche che coinvolgono le professioni, gli equipaggiamenti e le abilità, tutti elementi che concorrono a far diventare i personaggi vere macchine da guerra. 

La crescita non è velocissima, ma è inesorabile, e questo mi ha tenuto appiccicato allo schermo per ore e ore. Per finire, la storia stranamente non è troppo invadente e si lascia seguire (almeno non è completamente demenziale), ma come è ovvio non ha alcuna rilevanza. 


Certamente Legasista non è un gioco molto vario, nè accattivante dal punto di vista tecnico,  ma se cerchi un dungeon crawler divertente, sfidante ma leggero nei toni, eccoti un titolo che con poche pretese può darti molte ore di divertimento. 



venerdì 12 luglio 2024

The Lord of the Rings: Tactics

 


The Lord of the Rings: Tactics - 2005 - Versione PSP

Che gran disappunto per questo The Lord of the Rings: Tactics. Sulla carta era stupendo poter ripercorrere le vicende narrate nel libro (e soprattutto nei film, visto che ogni livello è introdotto da lunghi filmati tratti dalla famosa trilogia, che ne condensa gli accadimenti), guidando personaggi com Frodo, Gandalf e Granpasso attraverso 50 battaglie tattiche a turni, in stile Final Fantasy Tactics.


Sulla carta, appunto, perché sullo schermo invece ci sono talmente tante cose che non mi piacciono di questo gioco che sono arrivato ad abbandonarlo dopo poche ore di gioco, dopo nemmeno una dozzina di stage. Iniziamo dalla grafica, che è molto scialba e anche poco leggibile, persino le unità sullo schermo sono difficilmente identificabili se non zoomando e, ovviamente passandoci sopra col puntatore, perché dall'altro i personaggi nemici e il nostro party si confondono tra loro. La gestione dei personaggi è noiosa, e si limita solo all'acquisto di abilità e potenziamenti attraverso l'oro che si vince negli scontri. Ho ripetuto lo stesso noiosissimo scontro iniziale, facendo sempre le stesse 4 mosse, circa 80 volte per raggranellare denaro e compare ogni potenziamento disponibile... non il massimo del divertimento.


Salvo poi trovarti spesso a dover usare come party gente che non hai mai visto prima, anonima ed esterna alla compagnia dell'anello, e quindi unità che ovviamente non hai potuto potenziare  e preparare precedentemente. Tutto questo, tra l'altro, riduce enormemente le opzioni tattiche, visto che non hai la possibilità di sviluppare sinergie personalizzate secondo il tuo gusto personale, e la sperimentazione si limita ad un andare per tentativi fino a capire cosa conviene fare per non andare sotto al nemico. Da questo punto di vista quindi il divertimento, secondo me, è nullo.


In linea di massima il gioco non è orrendo, ma sinceramente non ho trovato alcun motivo valido per insistere a giocarlo, visto che gli scontri sono abbastanza limitati per mappa e opportunità, le unità non hanno molte opzioni di personalizzazione, non ci sono equipaggiamenti di trovare e sperimentare, e insomma non c'è nulla di quello che serve per rendere un gioco tattico quantomeno un po' interessante da vivere.



mercoledì 10 luglio 2024

Dungeon Master per Android

 


Dungeon Master - Verisone Android

Ho provato questo porting della versione Java di Dungeon Master, il classicone dell'epoca AtariST/Amiga che tanto avevo amato (e di cui ho già palato agli albori di questo blog). Questa versione ha diversi punti di forza, primo dei quali ovviamente la portabilità, perché insomma portarsi dietro sul cellulare Dungeon Master (e come vedremo anche Chaos Strikes Back) è quasi un sogno per chi ama questo gioco.


Altro punto di forza è che questo gioco è in grado di caricare diversi file "gioco", tra cui appunto il classico Dungeon Master e il suo seguito Chaos Strikes Back, ma (almeno in teoria) anche tanti altri livelli prodotti per la versione Java uscita già da molti anni su pc. Capisci quindi il peso specifico di questa app! Inoltre il programma include una comoda funzione di automapping che rende le nostre scorribande nei dungeon molto ma molto più agili.



Ci sono anche dei problemi però, primo tra tutti il fatto che tutta l'esperienza va giocata col touch screen e, sì, bisogna acquistare una certa abilità per muoversi e voltarsi velocemente nei corridoi del gioco, mentre nello stesso tempo devi comporre magie e azionare le varie armi. Il combattimento quindi potrebbe essere un ostacolo quasi insormontabile per chi come me è abbastanza negato nell'utilizzare il tocco al posto della simpatica combo mouse più tastiera. E' possibile però rallentare enormemente il gioco, in modo da poter gestire il tutto con un po' più di tempo.



Va detto che l'aspetto generale dell'app è un po' spartano e che, mi sembra quasi certo, l'emulazione dell'originale non è completa. In particolare non mi sembra che i componenti del party subiscano ferite agli arti, cosa che invece accadeva spesso nell'originale. Tutto il resto però c'è, compreso l'iconico sonoro originale, che ancora oggi è in grado di farmi sobbalzare sulla sedia. Insomma questo porting vale assolutamente la pena di essere installato se, come me, ami il gioco originale.



venerdì 5 luglio 2024

Knightmare



Knightmare - 1991 - Versione Amiga

Quando fu pubblicato questo gioco ero davvero felicissimo, visto quanto amavo Captive, il gioco prodotto poco più di un anno prima dallo stesso autore (Antony Crowther) e di cui Knightmare riprende lo stesso motore di gioco. Mi aspettavo quindi qualcosa di simile al citato capolavoro, non lo stesso gioco ma qualcosa di similmente divertente e appassionante. E in un certo senso fu così, anzi sotto certi aspetti questo Knightmare fu anche molto meglio di quanto potessi immaginarmi. Ma andiamo con ordine.


La tipologia è sempre quella, un dungeon crowler con movimenti a caselle in prima persona e combattimenti in tempo reale alla Dungeon Master. Ma mentre Captive era caratterizzato da infiniti labirinti creati proceduralmente, e quindi tutto sommato molto simili tra loro e privi di quel tocco umano che ti fanno percepire la sfida creata dal programmatore, i dungeon di Knightmare sono solo una piccola manciata di mappe, ma sono anche interamente progettati da una mente umana, per cui in uno spazio piuttosto contenuto c'è una densissima quantità di enigmi, situazioni, eventi e nemici posizionati in modo ragionato. Da questo punto di vista il gioco mi ha ricordato Dungeon Master 2, visto che la mappa si sviluppa in una zona esterna da cui si può accedere ad alcuni dungeon separati.. con la differenza che Knightmare è un bel gioco!



Tornando alle similitudini con Dungeon Master, anche il sistema di sviluppo del party si rifà a questo splendido classico, visto che a seconda delle armi che si mettono in mano ai personaggi questi avanzeranno di livello automaticamente nella corrispondente professione semplicemente con l'uso, ampliando il ventaglio di opzioni di utilizzo delle stesse, oltre che migliorando le statistiche generali del giocatore. In Captive invece spettava a te suddividere l'esperienza guadagnata nelle diverse categorie di professioni disponibili. Una differenza sostanziale che rende Knightmare molto più vicino al gioco di FTL piuttosto che al suo meraviglioso fratello maggiore. Resta però il fatto che certamente si troverà molto più a suo agio chi sa giocare a Captive piuttosto che chi è abituato a Dungeon Master.



C'è da dire che Knightmare è un gioco molto difficile. I nemici sono duri e veloci proprio come in Captive, ed è necessario isolarli perché se ti trovi a combattere contro più di un gruppo alla volta la morte è certa. Gli enigmi invece vanno dall'ovvio all'impossibile, con quelli dell'ultimo dungeon che mi hanno lasciato bloccato per mesi, nel 1992, quando non c'era internet per leggere le soluzioni. Semplicemente non sapevo cosa dovevo fare per superare certe stanze, e per quanto facessi numerosi tentativi alla fine mi trovavo sempre a ricaricare anche perché piano piano i miei omini morivano di fame. Forse la difficoltà è il vero tallone di Achille di un gioco che, per gli amanti del genere, è invece davvero ottimo sotto tutti i punti di vista. Probabilmente per goderne appieno bisognerà che ti armi di un buon walkthrought e di tanta, tanta pazienza, visto che i progressi sono comunque lentissimi. Tutto considerato, quindi, un ottimo esponente del genere per chi cerca un'esperienza hardcore.




mercoledì 3 luglio 2024

DISCOGRAFIA JOVANOTTI seconda parte (divagazione)

 

DISCOGRAFIA JOVANOTTI (2a parte)

Continuo con la disamina dei dischi in studio del Jovanotti nazionale, cercando il motivo per cui continuo fieramente a dire che non mi piace. Dopo la prima parte non avevo cambiato idea, pur riconoscendo che ha fatto cose uniche e cha alcuni brani mi sono piaciuti. Ora vediamo cosa esce da questa seconda parte, ma intanto - guardando la foto qui sopra - ammetto che mi indispone anche il look di questo artista, probabilmente lui si sente figo, probabilmente molta gente lo troverà figo, a me sembra un naufrago o peggio un barbone di quelli che, poveracci, dormono sotto i portici, e la cosa mi ripugna soprattutto perché quest'uomo potrebbe tranquillissimamente dormire in una villa a Portofino.




-  LORENZO 1997 - L’ALBERO

Un altro disco lunghissimo e, se vogliamo, piuttosto pesante. Il tutto si regge su degli arrangiamenti oggettivamente fenomenali per qualità e ricchezza, eseguiti da musicisti coi controcoglioni. Peccato però che il risultato sembri un disco uscito nel 1977 e non nel 97, cioè sembra di sentire un disco di Bill Whiters e non una produzione fatta alle soglie del 2000. C’è a chi piace, è una questione di gusti. Per me invece è tutto di un barocco quasi stucchevole e, soprattutto, tanta bellezza e opulenza risulta oggettivamente schiacciata da una scrittura, nelle armonie e nelle melodie, talmente elementare e scontata da far risultare la maggior parte dei brani eccessivamente lunghi e piatti. Prendiamo “bella”, la traccia più nota estratta dall’album: se ci togli il cantato e lasci solo la base ci puoi cantare sopra una dozzina di canzoni diverse già scritte prima. Oltre a questo, i testi di questo album fanno un enorme passo indietro rispetto al disco precedente, e pur risultando migliori della media dei trappettari odierni, sembrano davvero dei pensierini scritti da un tredicenne (tranne qualche buona eccezione, tipo “occhio non vede, cuore non duole” che secondo me ha persino ispirato “Quelli che ben pensano” a Frankie Hi-nrg). Per concludere una nota sul “canto” di Jovanotti: anche qui è una questione di gusti, ma secondo me è veramente brutto per stile e timbro. Quando rappa è ok, a parte la zeppola. Ma quando canta e tira le note… mamma mia! In sostanza se prendiamo queste canzoni e ci mettiamo un arrangiamento normale, di quelli che fanno adesso, oggi non le ascolterebbe nessuno. D’altra parte se con questo arrangiamento avessero messo all’epoca qualcuno con un timbro migliore probabilmente parlerei molto meglio di questo Lorenzo 1997 - L’Albero. In definitiva non lo riascolterò mai più.




- LORENZO 1999 - CAPO HORN

La prima cosa che si nota di questo Capo Horn è che Jovanatti ha preso seriamente lezioni di canto, il tecnico del suono ha imparato a valorizzare un po’ di più il timbro bruttino di Lorenzo, e per finire è stato applicato un bel po’ di autotune, ma in modo oculato. Il risultato? Le parti cantate sono finalmente ascoltabili! Dal punto di vista sonoro questo disco resta nella continuità coi lavori precedenti, anche se si nota, in alcuni brani, la ricerca di qualcosa di un pelo più moderno. Resta comunque un disco troppo lungo visto che, per quanto gli arrangiamenti siano come sempre curatissimi, la parte armonica e le melodie sono anch’esse sempre di una pochezza disarmante, per cui non si capisce il prò di aver portato avanti così a lungo quasi tutti i brani. Per finire i testi sono decisamente migliori di quanto si è ascoltato nel disco precedente, con alcuni spunti interessanti anche se piuttosto qualunquistici. In definitiva un disco un po’ noioso, dal sound anni 70 veramente curatissimo ma ancora un po’ troppo stantio, tra ottoni, Hammond, Clavinet e stucchevoli fioriture di basso.



- LORENZO 2002 - IL QUINTO MONDO

Finalmente arriva il Lorenzo che ha capito tutto di come gira il mondo, e quindi quello che si sbizzarrisce in testi (devo dirlo, in molti casi scritti bene) in cui denuncia il mondo occidentale e le sue ipocrisie, ergendosi a difensore dei deboli e delle popolazioni sfruttate. Inizia quindi con la decostruzione del modello occidentale, che inquina e calpesta, mentre lui - che pensa con la sua testa e non si fa ingannare dai poteri forti - si ribella a tutto questo. Diciamo quindi che questo è il Jovanotti socialmente attivo, multietnico, inclusivo, quello che dall’alto della sua torre d’avorio vuole insegnare a noi poveracci come vivere in modo umano e solidale. Musicalmente il disco non è male, ha delle sonorità meno barocche con influenze, finalmente, differenti dal solito funky anni 70 (pur non mancando pezzi col solito sound). Dicevo dei testi: sicuramente molto più ispirati e travolgenti, pur se ricalcano sempre la solita retorica, come il ripetere alcune frasette svariate volte, dirne una l’opposto dell’altra eccetera. E’ un bel disco? Diciamo che è meno noioso dei precedenti e che in alcuni momenti ti sa prendere (al di là della pena che possono suscitare alcuni concetti espressi).



- BUON SANGUE (LORENZO 2005)

Pur non tradendo il suo solito sound, in questo disco Jovanotti sa un po’ aggiornarsi introducendo qua e là dei synth (niente di epocale, roba tipo il Minimoog o l’Ob-X8 che esistevano già negli anni ‘70), che creano qualche gioco un po’ diverso dal solito e a volte ammorbidiscono il sound con dei tappeti. Sicuramente non c’è solo questo, si nota qualche batteria elettronica e, in generale, un utilizzo meno classico degli elementi tanto cari al nostro Jova. I testi per fortuna sono molto meno in tono predicativo, anzi si può dire che siano molto più generalisti ed aperti a diverse interpretazioni. In sostanza questo Buon Sangue è coerente con il percorso di Lorenzo, ma è decisamente un passo di evoluzione, di maturazione. Mi sento di dire che sia un buon disco, cantato in modo discreto, con testi un po’ ridondanti e non particolarmente incisivi, ma che si lascia ascoltare.

[continua...]