domenica 31 marzo 2019

Berzerk, il gioco parlante.






Berzerk - 1982 - Versione Atari 2600


Non conoscevo questo gioco finché non mi porto la cartuccia mio papà dopo un viaggio in Malesia, credo che la acquistò d'occasione in aeroporto ad Hong Kong, quindi fu una vera sorpresa. La versione che mi arrivò non aveva però la sintesi vocale, una caratteristica che fu aggiunta ad una versione successiva ed ereditata dal coin-op, di cui questa cartuccia era una conversione. 



Berzerk come la maggior parte dei giochi per VCS è essenziale nella grafica e nel sonoro. La sintesi vocale è ovviamente grezzissima, ma funziona.  L'intelligenza artificiale che muove i nemici (che sono solo di due tipi: i robot e lo smiley Otto) è pressoché nulla,  però la sfida resta alta e una volta che si inizia a giocare diventa difficile staccarsene. 



Non c'è nulla di davvero notevole in questo gioco quindi se non l'estrema giocabilità , frutto di una programmazione eccellente e di un feeling generale molto da "bar". All'epoca ci passai davvero tante ore, oggi ancora trovo che una partita a Berzerk abbia un suo perché. 


venerdì 29 marzo 2019

10251: La banca perfetta



Set 10251 - anno 2016 (pezzi 2360)


Questo set modulare, l'ennesimo della serie Creator, non mi aveva mia convinto, vedendolo in foto. Il palazzo della banca, così squadrato e "pesante", non ha un aspetto esaltante, soprattutto se confrontato con altri edifici della stessa serie, e anche la parte alta con le colonne mi dava un sapore di già visto (è molto simile all'altra banca Lego che ho, la Gringott di Harry Potter), per cui davvero non ero molto attirato da questo set.



Una volta iniziato a costruire, però, mi sono completamente ricreduto! Questo set è un vero gioiellino, magnifico da assemblare, magnifico per giocarci, magnifico anche solo da guardare.
Mai come in questo caso le foto non rendono giustizia ad una costruzione Lego davvero progettata in modo splendido.



Gli interni sono curatissimi, in particolare il piano terra, che comprende la zona aperta al pubblico della banca (con un'impiegata agli sportelli) e la cassaforte (munita di meccanismo d'apertura). A fianco della banca vi è una piccola lavanderia veramente ben fatta. Al piano di spora abbiamo degli uffici pieni di particolari e un grosso lampadario di cristallo che pende sulla banca. Altri piccoli particolari sparsi per tutta la costruzioni, quali la carrucola per il trasloco, l'orologio all'angolo della strada o il fatto che vi sia la possibilità di calare un ladro dal camino per accedere al cavò, fanno di questa costruzione davvero una meraviglia.



Se ancora non si fosse capito, promuovo a pieni voti questo set Creator, che è davvero eccellente sotto tutti i punti di vista. Anche la costruzione è impegnativa e divertente, con poche ripetizioni e tanti oggetti da assemblare. Infine la nutrita schiera di omettini a corredo completano un quadro assolutamente brillante.

Valutazione 10/10

Prezzo nuovo eur 250


giovedì 28 marzo 2019

Spy Vs Spy



Spy Vs Spy - 1984 - Versione Commodore 64


Conoscevo i personaggi che animano questo gioco in quanto avevo un'amica alla spiaggia che era abbonata alla rivista (in inglese) M.A.D. su cui appariva questa striscia. Ho letto moltissimi numeri di quel giornaletto, era veramente una fucina di parodie e idiozie varie, era un po' come una raccolta di cose buffe tipo i "meme" odierni. Ricordo tra le altre cose un numero intero, ad esempio, che sfotteva i protagonisti di Star Trek TNG (all'epoca appena uscito)... ne è passata di acqua sotto i ponti, non so nemmeno se quella rivista esista ancora.



Torniamo al Commodore 64. Riconosciuti i personaggini, quindi molto contento, al solito, mi ritrovai a giocare da solo ad un gioco che, per una volta, richiedeva quasi obbligatoriamente che si giocasse in due. Tutto il sistema di gioco infatti ruota attorno alle due spie, la bianca e la nera, che in competizione tra loro devono trovare all'interno di un complesso (un'ambasciata) alcuni oggetti e poi scappare via decollando con con un aereo.




Siccome vince il primo tra i due che ci riesce, si deve essere veloci, fortunati nel trovare l'ubicazione dei vari oggetti, e anche abbastanza bastardi perché piazzando delle trappole mortali (molle, pistole, secchi sulle porte ecc) è possibile uccidere e quindi ritardare il contendente.



Probabilmente tutto questo è divertentissimo in due (il gioco mostra in condivisione la posizione di entrambi, anche se si gioca da soli), visto che tra l'altro Spy Vs Spy ha avuto ben due seguiti, ma da solo non mi è mai riuscito nemmeno di finire due partite di seguito. Insomma, giocare contro il computer è abbastanza insensato visto che il quid ludico di questo titolo sta proprio nella sopraffazione dell'antagonista, non certo nel punteggio che si ottiene alla fine.



L'unica cosa veramente notevole di questo Spy Vs Spy, a parte la grafica abbastanza carina nelle animazioni delle spie, è la musica: è composta da poche battute che si ripetono all'infinito, ma sono poche battute estremamente orecchiabili e dal sound unico.




mercoledì 27 marzo 2019

Boxing per Atari 2600



Boxing -1980 - Versioni Atari 2600


Boxing è uno di quei titoli che visti una volta non si dimenticano più. Ricordo infatti che non ho mai avuto questa cartuccia, ma ce l'aveva un compagno di classe da cui ho giocato per qualche pomeriggio e, accidenti, pur nella sua pochezza grafica (i pugili sembrano dei ragni o, peggio, delle "Sigma") questo Boxing mi è rimasto stampato impresso nella testa per tutti questi anni! Il gioco è davvero semplice, con pochissima profondità strategica ma non per questo privo della possibilità di adottare un proprio stile, un titolo perfetto per due ragazzini di 11 anni che si divertivano a darsi cazzotti sullo schermo della tv (e non smetterò mai di dirlo: era meraviglioso poter "dirigere" con le proprie scelte le immagini emesse da quello scatolotto magico). Indimenticabili gli "uno-due" che ci riusciva ad inanellare (più per un colpo di fortuna che per effettiva perizia) quando si portava l'avversario alle corde, così come indimenticabili i KO, evento raro (di solito le partite erano decise ai punti dopo 2 minuti di gioco) pertanto esaltante! Il gioco ha davvero una notevole pochezza grafica e sonora, soprattutto per gli standard Activision che generalmente sapeva regalare qualche colpo di classe per risollevare il triste aspetto tecnico dato dalle poche risorse messe ad disposizione dall'Atari VCS. Ma il ritmo incalzante, le incazzature per le sconfitte per un punto, o l'esaltazione per le vittorie ottenute con lo stesso minimo scarto, rendevano grafica e sonoro totalmente ininfluenti.



Solo di recente ho potuto sperimentare il titolo in singolo, e devo dire che stranamente l'intelligenza artificiale, probabilmente sviluppata in poche decine di bytes, funziona alla stragrande, rendendo le partite imprevedibili e divertenti quanto basta per rappresentare un buon allenamento. La mancanza di un umano da sfottere però inizia a farsi sentire abbastanza presto: in modalità singolo Boxing è veramente un giochino, alla stregua di un Game&Watch o poco più, e dopo una manciata di partite perde mordente in quanto si inizia ad inanellare vittorie a ripetizione.
Devo ammettere che è ancora un gioco divertente da provare e con cui fare qualche partita. Dalla boxe vera non ha praticamente preso nulla se non il fatto che volano cazzotti, ma ha comunque un qualcosa di magico che, soprattutto se giocato in due, rende difficile mollarlo finché non si è vinto l'avversario con uno stramaledettissimo KO!



giovedì 21 marzo 2019

Alex di Lego



Set 21149 - Anno 2019 - (160 pezzi)


Essendo considerati eroi nazionali a casa mia non potevano mancare i set dedicati ai personaggi  di Minecraft. Ecco quindi Alex, un ometto di per sì già creato con l'aspetto di un omino fatto di mattoncini, quindi estremamente versato ad una incarnazione di Lego. Effettivamente la resa è eccellente. Pur con pochi pezzi questo set ricrea un Alex di dimensioni ragguardevoli, munito di diamond sword (composta però da un'impalcatura fatta con un pezzo unico coperto da alcuni pezzetti a simulare i pixel) e, particolare non da poco, da un piccolo compagno pollo, davvero ben fatto e simpatico.




Tutte gli arti di Alex sono sono snodabili come nel videogioco, il braccio che tiene la spada ha anche un piccolo meccanismo per cui si riesce ad alzarlo premendo una levetta sulla schiena dell'omino (come succedeva nei migliori Big Jim), mentre la testa può essere inclinata e ruotata. Anche il pollo può cambiare la posizione della testa e beccare il terreno.
In definitiva un set ben fatto, addirittura ottimo per gli amanti di Minecraft.

Valutazone 9/10

Prezzo nuovo Eur 16


lunedì 18 marzo 2019

BATTLEZONE su Atari 2600



Battlezone -1983 - Versioni Atari 2600


Non sono mai stato un gran fan del gioco da bar di Battlezone (ci ho fatto giusto un paio di partite più incuriosito dal cabinato che dalla povera grafica in wireframe e dalle meccaniche di gioco piuttosto lente e angoscianti) pertanto non mi sono mai nemmeno interessato alla sua versione casalinga, che ebbi però la fortuna di provare a casa di un amico. Esattamente come per la verisone arcade non rimasi esaltato dal gameplay lento e limitato. Apprezzai però la resa grafica, davvero coloratissima e, se confrontata a quanto ero abituato a vedere su VCS, assolutamente al di sopra della media. Davvero nulla da dire da questo punto di vista, anche perché l'effetto tridimensionale dei carri nemici che si avvicinano era reso piuttosto fluidamente. Apprezzabile anche l'impatto coi proiettili nemici, che mandano in tilt lo schermo come se in realtà avessero colpito la telecamera che riprende lo scontro, mandandola offline.



Quanto il gioco fosse tecnicamente curato lo si evince da questi e altri particolari, come ad esempio dal comparto sonoro, a detta di tutti particolarmente ben fatto (sempre nei limiti dell'hardware a disposizione), o anche dalla fluidità dei movimenti dello schermo. Per quanto riguarda il gioco in sé invece lo ritengo troppo semplistico, trattandosi alla fine di un semplice tiro al bersaglio (limitato per altro ad un solo colpo alla volta). A rendere tutto meno divertente non posso non citare il fatto che o si spara prima dei nemici o si muore, in quanto è molto difficile evitare i colpi nemici, se questi arrivano frontalmente, mentre quelli che arrivando dalle spalle sono praticamente inevitabili (o per lo meno, non ho capito come fare a non farsi colpire, visto che non li si vede nemmeno arrivare).
Il gioco è quindi davvero bello a vedersi, migliore di qualunque grafica in wireframe, ma la mancanza di prospettive un po' approfondite nelle meccaniche di gioco lo rendono veramente poco longevo. A mio parere resta un gioco da un'occhiata e via.


domenica 17 marzo 2019

The Way of the Exploding Fist



The Way of the Exploding Fist - 1985 - Versione Commodore 64


Se The Pawn è stato l'unico gioco che ho comprato piratato su Amiga, The Way of the Exploding Fist è stato invece l'unica cassettina copiata che abbia mai comprato per il C64. Credo addirittura che comprai un altro gioco (chissiricorda quale!) e dovetti tornare in negozio a cambiarlo con questo Exploding Fist perché non riuscivo a caricare l'altro col mio Datasette. Il negozietto piratozzo in cui mi recavo col mio compagno di banco ogni settimana, correva l'anno 1985, era vicino al liceo che frequentavo ed era, anzi è tutt'ora, una nota libreria specializzata in giochi didattici del centro di Genova. Uno dei gestori aveva organizzato questo banchetto in cui smerciava giochi originali e non, e aveva sempre le ultime novità, per cui noi ragazzini andavamo a vedere cosa ci fosse di bello per il C64 e lo Spectrum (ma, almeno il sottoscritto, raramente si comprava effettivamente qualcosa). La mia softeca del C64, se si esclude questa cassetta, era composta solo da software originale (2%) o scambiato senza esborsi (98%) con amici.



A parte questo piacevole ricordo cosa mi resta di Exploding Fist?
Per prima cosa la grafica degli sfondi, davvero notevole per l'epoca. In particolare la prima immagine, quella col monte Fuji, credo possa essere annoverata tra le schermate più emblematiche dell'intera storia di questo fantastico home computer. Peccato solamente che la parte superiore del gioco, quella coi punteggi, utilizzi il set di caratteri standard, dando al gioco un aspetto poco professionale.
A quelli che invece non sono mai piaciuti gli sprite dei lottatori, ricordo solamente che i personaggi erano di dimensioni assolutamente ragguardevoli (praticamente ogni omino era composto da 4 sprite) con un totale di centinaia di immagini che andavano a comporre tutte le varie animazioni. Assolutamente notevole!



La seconda cosa che ricordo con vero affetto sono le due musiche del gioco, con una menzione particolare per quella dei "titoli" (cioè quando non si gioca), davvero un piccolo capolavoro. Per il resto il gioco non ha alcun effetto sonoro, che è una cosa che si nota un po' all'inizio ma poi passa totalmente in secondo piano.



Altra cosa che ricordo piuttosto bene è quanto fosse facile il gioco. Purtroppo qualunque avversario computerizzato (anche salendo nei Dann) poteva essere facilmente messo sotto con alcune semplici combinazioni di attacco, facilissime da imparare e padroneggiare. L'elevata lentezza dei lottatori rendeva il tutto estremamente semplice, pertanto il gioco in singolo diventava assolutamente inutile dopo pochissime ore di gioco. Non avendo invece mai giocato in doppio... non posso giudicare quanto fosse divertente mazzularsi con gli amici.


In definitiva The Way of the Exploding Fist resta un titolo molto interessante per farci almeno una manciata di partite. Viste i quattro diversi sfondi, però, non resta molto altro da gustare.

venerdì 15 marzo 2019

UN'OCCHIATA AL COLECOVISION



Donkey Kong + Galaxians - Bump'n' Jump - Versioni Colecovision


S'era tra il 1983 e il 1984, e la fantomatica console Colecovision faceva sognare (o crepare di invidia) tutti quei possessori - come me - di console un po' vecchiotte, tipo l'Atari 2600 o l'Intellivision, in quanto sembrava proporre riadattamenti casalinghi, quasi "arcade perfect", di noti giochi da bar. Naturalmente la realtà era ben diversa, ma le schermate tratte dai giochi Colecovision, quelle che all'epoca apparivano sulle riviste, mostravano una grafica che era chiaramente di un'altra categoria rispetto a quanto noi poveri Ataristi vedessimo sui nostri televisori. Il marketing dell'epoca faceva leva, in particolare su questi titoli:

- TURBO: gioco di guida originale, cioè non derivato direttamente da una macchina arcade, ma molto interessante (per l'epoca) un po' per la grafica apparentemente piuttosto sofisticata ma soprattutto per il comando a forma di volante (con pedale dell'acceleratore), che era una novità assoluta per un prodotto casalingo. Non ho mai provato questo gioco, né allora né oggi, quindi non ho idea di quanto fosse un titolo effettivamente valido. Certamente posso dire che mi sarebbe piaciuto averlo, eccome!

- ZAXXON: non ho mai, dico mai, visto un cabinato di Zaxxon in vita mia, quindi per me questo gioco ha sempre avuto un appeal prossimo allo zero. Certo, dalle immagini sembrava un gioco intrigante, con una rappresentazione grafica "3d isometrica" che permetteva di manovrare la navicella non solo a destra e a sinistra ma anche in alto e in basso. Dalle immagini sembrava molto bello, ma non avendolo mai provato al bar non è che mi interessasse più di tanto. Ho solo un vago ricordo di un compagno delle medie che mi diceva "ho Zaxxon, che bello, non vedo l'ora di tornare a casa per giocarci di nuovo", ma sono certo che non avesse il Coleco (aveva per certo il TI/99, ma su questa macchina Zaxxon non fu mai convertito... probabilmente suo padre s'era già preso il Commodore 64, beato lui).

- DONKEY KONG: qui viene il bello, Donkey Kong poteva davvero essere una killer application per me! Dalle foto più sopra a fianco si può vedere che effettivamente la versione Coleco è piuttosto fedele nella grafica (e, ho scoperto, anche nel sonoro), ma in realtà manca di un livello intero (quello dei carrellini), non ci sono scenette di intermezzo e, cosa ben più grave, nel primo livello e in quello finale manca un piano intero di impalcature! Tuttavia il feeling del gioco da bar c'è tutto, e questo sicuramente all'epoca non era poco! La versione per Commodore 64 uscita appena qualche mese dopo era di gran lunga più completa e migliore, ma si tenga presente che un C64 nel 1983 costava più del doppio di una console Colecovision. In ogni caso questa versione di Donkey Kong, pur nella sua imperfezione, è di gran lunga quanto di meglio si potesse vedere su una console casalinga. 

Già che ho acceso il Colecovision per giocare a Donkey Kong, ho dato un'occhiata ad un paio di altri titoli di cui ho già parlato nelle loro incarnazioni da bar (e non solo).
Galaxian, per iniziare: è bellissimo! Questa versione non è così brillante e pulsante come quella che girava da bar, ma per il resto non ha nulla di invidiarle al titolo originale! Il gioco c'è ed è estremamente fluido e piacevole da giocare. Peccato solamente che fosse monotono esattamente come la versione a cui si ispira, pertanto all'epoca non so se ne avrei consigliato l'acquisto a qualcuno.

Infine ho provato Bump'n'Jump. Questa versione ha la stessa musichetta dell'arcade e anche graficamente è piuttosto simile, anche se non è così bella e definita. La cosa che si nota maggiormente è la mancanza, in questa console, di definizione verticale, il che spiegherebbe anche la mancanza di un piano nei livelli di Donkey Kong. Purtroppo il gioco ne risente pesantemente, in quanto si vede poca pista (relativamente alle dimensioni dei mezzi) ed è quindi piuttosto difficile giocare in scioltezza. La sensazione di velocità, infine, non è proprio esaltante, ma il gioco è comunque nettamente superiore a quanto si aveva su Atari 2600, e mi spingo a dire che è probabilmente anche migliore della versione per C64.
Per ora non ho provato altri giochi per questa console, ma ne sono rimasto molto favorevolmente impressionato. Sicuramente procederò presto con altre prove.



giovedì 14 marzo 2019

Super Pipeline



Super Pipeline - 1983 - Versione Commodore 64


La prima cosa che colpisce caricando Super Pipeline è la roboante musica introduttiva (una cover della celebre Cakewalk di Debussy), talmente incisiva ed altisonante da entrati nella testa e non uscire più. Per tutto il gioco si alterneranno brani classici più o meno famosi, ma tutti suonati in modo talmente incisivo da lasciare veramente il segno, molto più di quanto non faccia invece la grafica del gioco, funzionale e curata ma certamente non elaboratissima. Alcuni elementi, come la scala laterale o le chiuse a forma di U che l'omino nemico fa cadere dall'alto, sono molto spartane, e la poca varietà negli schemi di gioco fa il resto, abbassando l'appeal generale. Tuttavia si scorge un buon stile generale, già ad iniziare dai menù, ma anche nelle animazioni dei personaggi e nella grafica dei caratteri ridefiniti... insomma, in generale si può dire che tecnicamente il gioco sia valido.



Giocare a Super Pipeline è divertente, ma solo per qualche minuto. Certamente siamo davanti al più classico degli arcade anni '80, tanto che sembra strano che non sia un conversione di un gioco a gettone, ma che invece sia un gioco totalmente originale. Addirittura a fine partita si può inserire la sigla vicino all'hi-score, esattamente come accade nei giochi da bar, come ad esempio in Mario Bros (gioco a cui in parte Super Pipeline si ispira, se non altro per ambientazione e fauna).



Dicevo del divertimento: il gioco all'inizio prende, ci sono molte cose da fare e da gestire anche contemporaneamente, ma il controllo non è sempre così preciso e già da bambino ricordo che non amavo dover lottare contro i comandi in un gioco dove invece il tempismo è tutto. In ogni caso questo gioco non mi è mai piaciuto a prescindere da eventuali problemi coi comandi. L'ho sempre considerato un gioco stancante (ed è colpa anche della martellante colonna sonora, sicuramente) e niente, fatte tre partite ho sempre guardato altrove.
Tuttavia ritengo che questo gioco meriti un giro... se non altro per la sua spiccata natura arcade.




mercoledì 13 marzo 2019

72001: Nexo knights



Set 72001 - anno 2018 (pezzi 182)


Questo set fa parte della serie Nexo Knights che, lo ammetto, conosco pochissimo ma che sicuramente è molto interessante perché fa del colore la sua caratteristica principale. Anche se l'oggetto qui proposto in se non è molto chiaro nella sua funzione, cioè non rappresenta uno stereotipo classico di quello che vorrebbe essere (una sorta di postazione di sparo mobile, su ruote), e anche se la costruzione è piuttosto banale e, secondo me, nemmeno progettata troppo bene, il risultato è ricco di particolari e colori, lasciandoci alla fine tra le mani un bel giocattolo.
A corredo abbiamo una minifigura meravigliosa, che rappresenta una specie di cavaliere fantascientifico, ricchissima di colori e di particolari, e che vale quasi da sola il prezzo del biglietto. Ci sono anche altri due omettini che però sono strani: uno è praticamente un esserino piccolissimo praticamente tutto-testa, ma comunque coi suoi begli accessori in mano, l'altro invece ha mezzo corpo meccanico, sembra una specie cavaliere con 4 zampe metalliche. Anche quest'ultimo ha in mano una lancia e uno scudo.



Di questo set, come detto, mi ha colpito molto la ricchezza di colori, in particolare adoro i pezzi colorati trasparenti, e qui ce ne sono moltissimi, rossi e verdi. Mi piace moltissimo anche la ricchezza di particolari (accessori e decorazioni), che fanno di questo set (e credo di questa seria) una vera gioia per gli occhi.
In definitiva: un piccolo set con pochi pezzi ma, grazie anche ai 2 omini e mezzo, dalla grande resa.

Valutazione 8/10

Prezzo nuovo eur 18


martedì 12 marzo 2019

Asteroids colorati...



Asteroids - 1981 - Versione Atari 2600


Ebbi il primo incontro con Asteroids in una sala giochi, credo nel 1980. Ricordo che lo schermo era molto chiaro, lo sfondo praticamente era grigio e non nero, e le linee vettoriali che formavano la grafica erano di un bianco luminosissimo, e mi sembravano eccezionalmente definite (cioè il gioco sembrava in alta risoluzione) nonché fluidissime nei movimenti. Ci giocai 4 o 5 partite ma poi lasciai lì. Non era il mio genere probabilmente, non mi attirava più di tanto.
Ci vollero un paio d'anni per ritrovarmelo come prima cartuccia per l'Atari 2600. Essendo praticamente l'unico gioco in mio possesso lo spolpai all'inverosimile, accumulando ore ed ore a mazzulare asteroidi. Eppure non avevo cambiato idea: il gioco, pur essendo graficamente diverso (ma non necessariamente peggiore, per lo meno era colorato!), era la stessa zuppa che avevo assaggiato anni prima in sala giochi, e continuava a non esaltarmi eccessivamente.
Lo so che sembra un controsenso, ma avevo 11 anni, per Diana! Quello avevo in casa, e solo a quello potevo giocare. Non ero esaltato ma ma non potevo nemmeno lamentarmi.



La cosa divertente è che già allora pensai  che il gioco avesse un aspetto "retro" non da poco, con il punteggio e le vite scritte con enormi caratteri cubitali che facevano molto stile "pong", di quei Pong da casa "pre-console programmabili", quelli dove si potevano scegliere solo una manciata di varianti fisse sullo stesso gioco. Certo, questa versione di Asteroids era molto colorata, ma distruggere asteroidi rossi o azzurri mi faceva comunque "strano". Per non parlare di come suddetti asteroidi sfarfallassero in modo preoccupante (quanta gente avrà scoperto di soffrire di epilessia giocando a Asteroids su Atari VCS?).
In ogni caso tecnicamente il gioco faceva il suo dovere, bisogna davvero fare un plauso a chi è riuscito a riprodurre tanto movimento su schermo in soli 4 kbyte di memoria!
Il mio ricordo di Asteroids è dunque legato a doppio filo alla mia prima console: fu il primo videogioco da tv che entrò in casa mia, e per questo mi rimane difficile esprime un giudizio su di esso in senso assoluto.
L'unica cosa di cui sono certo è che anche oggi, dopo tre partite, ne ho abbastanza.

lunedì 11 marzo 2019

We are Galaxians



Galaxian - 1979 - Versione Arcade


Galaxian è il primo gioco da bar a cui mi sia affezionato. Era nel bar della piscina in cui andavo ogni giorno, e ogni giorno all'uscita ci facevo una o due partite (costo: 100 lire), mentre mia madre mi aspettava paziente. Per il bambino Barabba quel gioco era davvero bellissimo, benché la macchina istallata avesse lo schermo in bianco e nero con delle fasce colorate appiccicate sopra (forse il cabinato era stato riciclato da Breakout?). Fatto sta che ci giocai tantissimo prima di ritrovarlo in un altro bar, questa volta però in full color! Non potete immaginare la mia sorpresa quando scoprii che il campo stellare era coloratissimo. Ancora adesso adoro questo effetto di stelle colorate, leggermente brillanti, che secondo me resta ancora insuperato nel dare l'idea del fluttuare nello spazio profondo.



Dopo averci giocato così tanto ovviamente passai ad altri giochi, migliori da tutti i punti di vista, che si avvicendarono in quella e in altre sale da gioco, relegando Galaxian ad un passato nel quale non sono mai tornato. Per questo motivo adesso che ci ho rigiocato dopo tutti questi anni provo strane sensazioni. Oltre al fatto che trovo quel campo stellare ancora stupendo come mi sembrava allora, mi sono scoperto anche a ricordare ancora alla perfezione i suoni e i jingle che accompagnano la partita.
Ma probabilmente la cosa più sorprendente di tutte è che mi sono bastate tre partite per ricordarmi alla perfezione come affrontare il gioco, per esempio come schivare i proiettili e realizzare gli ambiti 800 punti distruggendo la piccola formazione del caposquadra. Incredibilmente sono ancora in grado, dopo 40 anni esatti, di giocare abilmente a Galaxian, sapendo cosa fare e come farlo... forse giocare a Galaxian è un po' come andare in bicicletta, che una volta che impari lo sai fare per sempre? Non che fossi un campione (avevo solo 9 anni) ma me la cavavo, e ancora oggi posso dire lo stesso!


Nel suo piccolo Galaxian è stato un grande gioco, che ha aperto al strada ad altri giochi storici quali Galaga e Phoenix (e a tutti i cloni che sono arrivati dopo). La mancanza di power-up e di una differenziazione nei livelli si fa sentire pesantemente, ma resta ancora un "giochino" divertente da giocare. Con tutto l'affetto che ho nei suoi confronti.

domenica 10 marzo 2019

Nebulus... a me non è mai piaciuto!




Nebulus - 1987 - Versione Amiga


Questo giochino ebbe un grosso successo prima di tutto su Commodore 64, ma a me arrivò solo direttamente la versione Amiga, senz'altro migliore sotto tutti i punti di vista, soprattutto perché presenta il doppio dei livelli disponibili. Senz'altro il gioco presenta una buona grafica, sia nelle animazioni del personaggio e dei vari nemici su schermo, sia nella realizzazione degli effetti grafici, in primis nell'effetto di "rotazione" delle torri, che restituisce un senso di tridimensionalità assolutamente clamoroso (per l'epoca). Non mancano anche dei bei riflessi sulla superficie dell'acqua (le torri sorgono dall'acqua) e un ottimo "scrolling parallatico"  (cioè, scorrimento multistrato) nelle sezioni di intermezzo. Ma oltre alla bella grafica che altro c'è?



D'altro c'è un semplice gioco in cui si devono scalare 8 torri (più altre 8 nella mission #2) semplicemente passeggiando su piattaforme ed, eventualmente, attraversando la torre da una parte all'altra attraverso delle porte. La difficoltà sta nel non farsi urtare dai nemici che svolazzano o rimbalzano in giro per lo schermo (in alcuni casi si possono anche eliminare sparando, ma vale solo per alcuni di loro), altrimenti si rischia di cadere dalla piattaforma, magari rovinando in mare, cosa che si rivelerà letale.



Allo stesso modo bisogna evitare le piattaforme instabili che crolleranno al nostro passaggio. Tutto questo entro un tempo limite. Il problema è che per riuscire ad arrivare in cima anche alla prima e più semplice torre sono richieste decine di prove e tentativi (e relativi game over) in quanto la posizione delle piattaforme da evitare, quella dei nemici e delle ascensori va MEMORIZZATA! Non c'è spazio per l'improvvisazione in Nebulus, se non si sa come avanzare (a furia di prove) si muore e basta.
Tutto questo è divertente? Per alcuni sì, per me no. Io odio i giochi in cui a volte sia necessario memorizzare i percorsi, figuriamoci uno che non richiede altro!



Tralasciamo di parlare delle ridicole sessioni a scorrimento orizzontale che fanno da intermezzo tra una torre e l'altra: non aggiungono nulla, e anzi sono solo noiose e poco varie.
Infine l'aspetto sonoro non è all'altezza di quello grafico, con una musica anonima ed effetti mediocri.



In definitiva mi sento di promuovere l'idea e in gran parte la realizzazione di questo gioco, ma non l'aspetto più importante: la giocabilità. Fin dalla prima volta che me lo trovai di fronte non riuscii ad apprezzare lo sforzo necessario (di pazienza) per godere del titolo, mancando anche qualunque tipo di ricompensa se non nel vedere la torre sprofondare... un po' poco. 
Cionondimeno Nebulus è considerato un classico, pertanto ritengo che - se capito - questo titolo possa ancora rivelarsi un'esperienza interessante.