venerdì 30 settembre 2022

Vikings: Wolves of Midgard

 


Vikings: Wolves of Midgard - 2017 - Versione Playstation 4


Ultimamente sto provando un po' di giochi in stile Diablo perché, lo ammetto candidamente, è un genere che mi piace: tanto gameplay, tanti oggetti da trovare, tanti modi per potenziare e far crescere il nostro personaggio. Il tutto lo si fa a cervello quasi completamente staccato, perché questi sono giochi che danno tanto e tanto divertimento senza che il giocatore si debba troppo concentrare sulla storia o su meccaniche complesse. Si va avanti, si uccide tutto quello che ci si para davanti, ci si potenzia. Stop.



Io adoro questo tipo di giochi per cui, quando ne ho le possibilità, mi ci fiondo sopra. Questo Vikings è tuttavia molto meno caotico della media dei giochi del genere. Complice una visuale abbastanza ravvicinata, non ci sono mai tantissimi nemici contemporaneamente su schermo, ma questo non toglie che il gioco sia divertente e, alle volte, anche abbastanza difficile. Il suo problema semmai è nell'eccessiva rigidità dello schema di gioco: Vikings non è un open-world come tanti giochi del genere, ma è diviso in location alle quali si accede attraverso un hub centrale. Ogni location è un lungo percorso che, sebbene in alcun (rari) casi non sia strutturato proprio come un corridoio, non ha deviazioni significative e quindi il giocatore è per lo più obbligato a procedere secondo un sentiero predefinito, su mappe predefinite, e contro mostri predefiniti. Mai una sorpresa, mai qualcosa per cui valga la pena ripetere un livello.


Tutti questo si tradurrebbe anche in una certa noia, e secondo me gli sviluppatori se ne sono accorti ed hanno introdotto una variabile molto originale: l'esposizione. Quasi in ogni livello il giocatore si troverà ad essere esposto ad uno o più elementi avversi prodotti dall'ambiente, come ad esempio il calore, il vento gelido o l'aria velenosa; quando il nostro personaggio sarà saturo di questo elemento inizierà a perdere vita molto velocemente, per cui è richiesto che si trovino abbastanza spesso dei ripari dove "smaltire" questa esposizione. La cosa funziona e anche se alle volte scoccia un po' questo continuo dove correre indietro fino al riparo più vicino, tutto sommato questa variabile dà un po' di pepe ad un gioco altrimenti privo di colpi di scena o innovazioni particolari.


Non mancano comunque potenziamenti e "loot" di ogni tipo, anche se da questo punto di vista forse si poteva fare di più in quanto a varietà e a scalata di potenza. In ogni caso ho trovato Vikings un gioco piacevole e forse anche meritevole di una seconda partita in "game+". Non è certo un capolavoro ma è un gioco onesto, immediato e divertente, assolutamente consigliato se ti piace il genere.



martedì 27 settembre 2022

Tutankham

 


Tutankham - 1982 - Versione Arcade

Questo gioco arcade fece una fugace apparizione nel mio stabilimento balneare nell'estate dell'83, salvo essere sostituito dopo pochi giorni in quanto non se lo filava quasi nessuno. Non so dirti se fossimo noi particolarmente negati o se il cabinato fosse impostato su livelli di difficoltà non standard, sta di fatto che era una vera e propria impresa anche solo sperare di finire il primo quadro (e si noti che i quadri sono in tutto sedici, in gruppi di quattro e poi si ricomincia da capo).



Ho provato e riprovato a capire come "domare" questa macchina, un po' perché era un gioco dall'impostazione intrigante e un po' perché la sua fama l'aveva in un certo senso preceduto, ma proprio non riuscivo a trovarmi bene con lo sparo, al quale sono deputati ben due tasti, uno per sparare a destra e uno per sparare a sinistra, e al fatto che non si potesse sparare in su e in giù, ma soprattutto mi infastidiva il continuo rigenerarsi di tutti quei maledetti mostrini!



A ben vedere Tutankham non è un brutto gioco, ha le sue meccaniche da esplorare e l'ambientazione resta affascinante. Non è nemmeno così difficile come lo ricordavo, ma può diventare frustrante in quanto ha diversi limiti innati, ad iniziare dal ridotto numero di labirinti. Potresti trovarlo divertente ma io non ci spenderei né soldi (come nel 1983) né tempo.



venerdì 23 settembre 2022

Elden Ring

 


Elden Ring - 2022  - Versione Playstation 5


Credo che ormai sia stato detto tutto quello che si poteva dire relativamente a questo gioco, per cui vado direttamente a raccontarti la mia esperienza. Ho iniziato il gioco a Marzo e, complice una bella infezione di Covid, in meno di un mese ho fatto quasi 200 ore di gioco, arrivando ad un soffio dalla fine dell'avventura e avendo spolpato più del 95% dei dungeon e dei relativi boss.



Arrivato a quel punto ho sentito l'esigenza di staccarmi e fare altro. Ho iniziato facendomi una bella partita a... Dark Souls ! Sì lo so, sembra assurdo, ma giocando come guerriero a Elden Ring mi è venuta voglia di provare una "run" a Dark Souls utilizzando un mago. Fatto questo, dopo qualche giorno (Dark Souls diventa sorprendentemente veloce da finire quando lo si conosce bene) ho iniziato ad inanellare una quantità di altri giochi e, insomma, ho riperso in mano Elden Ring solo a metà Settembre!



Adesso che l'ho finito posso finalmente dare un mio giudizio ben ponderato, con oltre 200 ore sul groppone: Elden Ring è un gioco favoloso, enorme e divertentissimo! Giocandoci ho ritrovato le stesse sensazioni di meraviglia e senso di avventura che nel passato mi avevano dato solo giochi come Oblivion o il primo Dark Souls, in un mix tra esplorazione, mistero ed un esaltante sviluppo delle abilità del nostro personaggio da lasciarti praticamente incollato allo schermo. L'unica cosa che non ho amato particolarmente è la direzione artistica con la quale hanno plasmato il mondo di gioco nella sua parte più "naturalistica", con lande arancioni, paludi, boschi e prati poco realistici. Anche le parti nevose le ho trovate poco interessanti, ma si tratta più che altro di un problema estetico, non certo contenutistico. Le parti cittadine, i castelli e le segrete in generale le ho trovate invece fantastiche!


Elden Ring ha talmente tanti contenuti, cose da fare e da vedere, nemici di affrontare, armi da trovare e magie da imparare che si corre il rischio di non poterne più, cosa che mi è effettivamente capitata, ma solo dopo un monte ore altissimo. Ma come accade solo con i grandi giochi, basta rimetterci le mani sopra per qualche minuto per ritrovarsi totalmente assorbiti e iniziare a fare cose che, inevitabilmente, ricominceranno a sottrarti ore su ore di vita!



Come in tutti i "Souls" anche qui si rischia di perdersi un sacco di contenuti, quest aggiuntive, addirittura enormi zone da esplorare, in special modo se si procede a testa bassa e senza confrontarsi con altri giocatori, ma è davvero un problema? Secondo me no, anzi è proprio il bello di questo gioco: la possibilità di vivere la propria avventura ed accumulare esperienze magari uniche che altri giocatori non hanno vissuto. E se proprio sei un "completista" allora nulla ti impedisce di consultare una delle innumerevoli guide che si trovano online.



In definitiva sono tra le persone che ritengono Elden Ring un gioco "epocale", uno di quei titoli che hanno fatto la storia, e probabilmente entra di diritto nella "top ten" dei miei giochi preferiti di tutti i tempi. Assolutamente da provare, gustare, vivere.




mercoledì 21 settembre 2022

Podcast videoludici (parte 9)

 

Podcast videoludici (parte 9)


Eccoci anche questo mese con due tra i miei podcast preferiti che ti voglio illustrare, magari convincendoti pure ad ascoltarli!



XVII - Walkie Talkie con Ualone


Questo è davvero un podcast molto interessate pur essendo strutturato come una sorta di lungo monologo. Ualone è un personaggio magari un po' egocentrico e a volte borioso, ma ha sempre dei punti di vista molto originali e spesso condivisibili, e li argomenta con garbo e chiarezza mentre passeggia per le vie della sua città. Insomma vale la pena ascoltare i suoi pensieri perché tante volte riesce a farti vedere le cose da un punto di vista un po' diverso che, anche se non ti trovasse completamente d'accordo, arricchisce comunque la tua opinione al riguardo. Attenzione però che neanche questo podcast è esente da difetti. Il primo, abbastanza marginale (ma fastidioso) è il suo continuo intercalare con degli "eeeeeeh", versi che si susseguono senza sosta per il 30/40/50 minuti di podcast. Se è vero che gli "eeeeeeh" lunghi occorrono magari una volta sola al minuto, vi è invece una costellazione di "eeeh" più brevi che incidono le tue orecchie ogni 5 secondi. All'inizio magari non ci fai caso, ma appena lo noti inizi a non poter fare a meno di notarlo e presto questo verso acquista talmente importanza da farti scoppiare le orecchie.

L'altro difetto è che quest'uomo, in modo quasi preoccupante, a volte si sofferma decine di minuti a rimarcare concetti elementari che capirebbe chiunque in 15 secondi. Invece lui ripete e ripete la cosa, facendo anche numerosi esempi, in un modo che rasenta la patologi, tipo malato di Alzheimer. E poi spesso perde tempo a raccontare quello che vede per strada o, peggio, a parlare di pizzerie, imponendoti di saltare in avanti nella registrazione come un grillo per evitare l'ascolto di chiacchiere inutili.


- IDEALE PER chi cerca opinioni interessanti

- STIA ALLA LARGA chi cerca essenzialità e mal sopporta la boria




XVIII - RINGCAST

Ringcast è uno dei primissimi podcast videoludici che abbia mai seguito, ed è infatti uno dei più classici per impostazione e dinamiche, sullo stile dei Godfathers di Farenz (che purtroppo non esistono più), di Freeplaying e di programmi simili, dove diverse personalità siedono ad una sorta di tavola rotonda virtuale ed ognuno dice la sua su quello che ha fatto o provato. Purtroppo questo podcast è molto incostante nelle uscite (pochissime all'anno) ma il presentatore e gli altri commensali sono talmente ben assortiti tra loro da rendere sempre ogni puntata interessante e divertente da seguire. L'unico aspetto davvero negativo secondo me sta nella qualità dell'audio di alcuni o di tutti i partecipanti, il che spesso rende difficoltoso l'ascolto per tutta la durata (in media un paio d'ore) del podcast.


- IDEALE PER chi ama ascoltare chiacchiere in libertà

- STIA ALLA LARGA chi cerca un ascolto "pulito" e i discorsi coincisi

lunedì 19 settembre 2022

Puzzle Bobble Journey

 


Puzzle Bobble Journey - 2017 - Versione Android


Se anche a te piace Puzzle Bobble questo potrebbe essere il gioco definitivo da tenere sul cellulare, a patto di essere disposto a pagare 5 euro per avere un gioco che, nella sua genesi, era un free to play e che pertanto conserva ancora delle meccaniche di "pagamento" un po' intrusive e a mio parere assolutamente non accettabili in un gioco "premium".



Sarà infatti necessario pagare altri soldi per avere tutti gli oltre mille schemi disponibili, dopo aver raggiunto il duecentesimo quadro, così come sarà necessario pagare valuta in game per comprare potenziamenti o anche per il semplice "continue", se si vuole tentare di portare a termine uno degli schemi anche dopo il game over. Così come è necessaria la valuta in game per potenziare i propri omini... e ovviamente tutta questa valuta la si guadagna giocando ma solo in minime quantità, oppure la si può comprare quanta se ne vuole ma con soldi veri.



Oltre a questo ecco pararsi davanti al giocatore anche tutte le solite meccaniche tipo "login giornaliero", "missioni giornaliere" e tutto quanto si è imparato molto presto ad odiare in un gioco free to play... solo che Puzzle Bobble Journey non è un gioco free to play. Per questo motivo ho trovato deludente il contorno di questo simpatico gioco, che è proprio strutturato come un Candy Crush qualunque. 



Peccato però, perché il gioco in sé ha un gameplay collaudato e molto vario, giocarci è sempre divertente e insomma, nella sostanza, siamo davanti ad un signor gioco. Ma il contorno è davvero troppo indigesto per me. Se fosse gratis ti direi di provarlo, ma io mi sono pentito di averci speso dei soldi, quindi ti sconsiglio di acquistarlo.



venerdì 16 settembre 2022

21325 La casa del fabbro

 


Set 21325 - anno 2021 (pezzi 2144)


Questo è il tipico set che dalla scatola te lo immagini enorme, poi quando incominci a montarlo ti accorgi che invece è molto più piccolo di quello che pensavi, ma una volta terminato ti accorgi che invece non è affatto piccolo ma che anzi è una costruzione molto grande. La casa del fabbro è proprio così: molto grande (in una foto lo puoi vedere vicino alle casette del mercato medievale, e vedi che è proprio su tutta un'altra scala) e soprattutto, è  bellissima!


Come tante altre casette Lego pure queste è scoperchiabile nei vari strati, per scoprire come sono accurati gli interni, ormai un must per tutte le costruzioni Lego. Non manca anche un mattoncino luminoso. Oltre alla casetta c'è anche un carretto con due soldati che, probabilmente, stanno andando a fare scorta di spade e armature!



Tutto questo fa del set in oggetto uno dei più belli degli ultimi anni e mi piacerebbe immaginare come sarebbe bello se uscissero altri set a tema sulla stessa scala, tipo la stalla, la locanda, la torre di guardia, il mulino ecc. Probabilmente ci lascerei milioni, ma sarebbe davvero un filone interessante da esplorare.

Valutazione: 9.5/10
Costo nuovo: circa 200 euro



martedì 13 settembre 2022

Her Story

 


Her Story - 2015 - Versione PC

Her Story è un gioco investigativo dove non dobbiamo fare altro che guardare dei vecchi interrogatori registrati (fittiziamente) anni prima e conservati come file video nella memoria di un Pc. Questo Pc viene riprodotto direttamente sul nostro schermo che diventa, appunto, come se fosse lo schermo di quel vecchio Pc e infatti vengono emulati anche i tipici riflessi delle luci che c'erano sui vecchi tubi catodici, in modo di dare l'impressione di essere davvero seduti davanti ad un vecchio personal computer di vent'anni fa.



Viene emulato anche il sistema operativo installato su quella macchina e in particolare è possibile lanciare i filmati e ricercarne altri presenti sull'hard disk utilizzando parole chiave che dovremo dedurre (o indovinare) basandoci su quanto sentito nei video già visualizzati. Se ad esempio la ragazza interrogata parla di un certo Sam, allora potremmo fare una ricerca con questo nome e trovare nuovi video da visualizzare (fino ad un massimo di 3 video contenenti quella parola).



Tutto questo ci servirà per capire cosa sia successo e risolvere quindi un omicidio. Peccato solo che tale risoluzione non ci verrà riconosciuta, nel senso che il gioco non ha una vera fine e il giocatore potrà intendere di aver terminato l'esperienza solo quando avrà visualizzato tutti i video contenuti nella memoria del Pc. Non esiste nulla che ci premi in altro modo, e in realtà potremmo aver visto tutto senza aver capito niente.


Ovviamente la storia è interessante e questo sistema investigativo in teoria non arriva a stancare anche dopo qualche ora, grazie a tutta una serie di deduzione che rendono la storia molto più complessa di quello che poteva sembrare all'inizio. Purtroppo il gioco è tutto recitato in inglese (anche se sottotitolato, ma sempre in inglese) e quindi per noi italiani è facile che sia necessario rivedere più volte lo stesso video per capire bene cosa dedurre. E questo inevitabilmente arriva ad annoiare i meno pazienti.
A me il gioco è piaciuto più per l'idea che sta alla base che per le vicende narrate, e sono tra quelli che dopo un po' si è annoiato, per cui non sono arrivato a vedere tutti i filmati. Tuttavia riconosco che è un gioco interessante e quindi, se sai bene l'inglese, ti consiglio assolutamente di provarlo.



domenica 11 settembre 2022

Makai Kingdom



Makai Kingdom - 2005 - Versione Playstation 2 / PSP

Makai Kingdom è probabilmente il gioco di questo filone di strategici prodotti dalla Nippon Ichi che risulta meno curato e rifinito, da tutti i punti di vista. Pur se riprende lo stesso stile nel gameplay già visto in Phantom Brave non può vantare la stessa struttura intelligente nella gestione degli oggetti, dei personaggi e dei "titoli", come invece avevamo visto (ed apprezzato) nel già citato Phantom Brave. Qui ci sono invece altre meccaniche che si discostano parecchio dall'altro titolo, ma risultano molto meno interessanti e flessibili.



Restano i labirinti casuali, anzi la maggior parte del gioco è strutturata per presentare sfide sempre un po' casuali, ma non troverai mai qualcosa di radicalmente diverso tra una sessione di gioco e l'altra. La gestione dei menù è molto spartana, e persino l'utilizzo dei mezzi da combattimento o delle strutture da evocare sul campo è talmente noioso che è preferibile non sfruttare queste caratteristiche offerte dal gioco.



Dal punto di vista grafico il gioco è davvero poverissimo e l'aspetto musicale, per una volta non curato da Tempei Sato, è molto gradevole anche se poco coerente con se stesso e con il gioco. Ci sono dei brani veramente bellissimi, ma sembra più una raccolta disomogenea di musiche che una colonna sonora vera e propria. Per quanto riguarda invece la storia che viene raccontata caliamo, come sempre, un velo pietoso.



Quando ho giocato a Makai Kingdom nel 2007 sulla playstation 2 mi sono parecchio divertito e tutto sommato ricordo questo gioco come una piacevole esperienza. Tuttavia rigiocandolo oggi sulla PSP mi rendo conto di tutti i limiti che fanno di questo titolo l'anello più debole della catena. Anche le fasi di "grinding" non mi hanno esaltato più di tanto, per cui ho perso interesse verso il gioco abbastanza in fretta.



Detto tutto questo io però non voglio bocciare completamente Makai Kingdom perché è comunque un gioco dignitoso con la sua personalità. Semplicemente esiste molto di meglio, ad iniziare da Phantom Brave, un titolo che ha moltissimo in


più da dire, soprattutto nel gameplay.


venerdì 9 settembre 2022

To the Moon

 


To the Moon - 2011 - Versione Android

To the Moon non è, come molti dicono, un bel gioco... semplicemente perché To the Moon non è un gioco, punto e basta. Quindi se ti aspetti di giocare in qualche modo resterai molto deluso. To the Moon è un racconto, che anziché essere scritto in un libro o recitato in qualche tipo di spettacolo, è esposto attraverso quelle che, con il motore di un videogame, sono riconosciute come scene di intermezzo e come dialoghi. Al "giocatore" resta solo il compito di muoversi in giro per gli ambienti per attivare dialoghi e sequenze, il che - a ben vedere, - è davvero poco più che girare le pagine di un libro.



To the Moon non è nemmeno "la più bella storia d'amore" o qualcosa di così straordinario come si sente spesso dire, e infatti penso che una cosa di questo tipo la possa pensare solo una persona molto giovane o priva di una solida cultura letteraria. Tuttavia, attenzione: To the Moon va assolutamente giocato/letto/usufruito, perché è in grado di intrattenere ed emozionare in modo molto efficace.



La storia che viene raccontata pizzica corde molto intime che bene o male vanno a toccare la sensibilità di tutti noi, chi più chi meno. Fondamentalmente questo titolo esplora, tra le varie cose, anche il mito dell'innocenza perduta, quella ricerca dell'amore puro e incondizionato che abbiamo perduto crescendo e che nell'intimo vorremmo ritrovare. E lo fa con un percorso molto particolare e straordinariamente mirato che sfocia, inevitabilmente, in un'esplosione emotiva quasi incontenibile. Ebbene sì, ho pianto anche io, e più che sul finale mi è successo nel momento in cui, finalmente, si è palesato che cosa fosse "la Luna" che il paziente andava cercando.



Tanto di cappello a chi questa storia ha concepito e architettato, creando protagonisti così variegati e che navigano su registri completamente diversi: da una parte c'è la coppia di dottori scemotti che punzecchiano tutto il tempo, dall'altra ci sono le vicende umane e drammatiche del paziente, raccontate con garbo e con un lessico (non a caso) spesso infantile. L'amalgama funziona e non arriva ad annoiare mai, tranne in qualche passaggio un po' forzato. Ma la parte da leone la fa la musica.



La colonna sonora di To the Moon è probabilmente la colonna portante di tutto il "gioco". Senza le noti struggenti e malinconiche dei temi principali (ma non ci sono solo quelli, vi sono anche tanti brani in puro stile Jrpg) le emozioni probabilmente non sgorgherebbero così copiose dai nostri poveri cuori. Davvero un gran bel lavoro da questo punto di vista, qualcosa che davvero un libro, con la stessa storia, non avrebbe mai potuto darci.



In definitiva, lo ripeto, To the Moon va provato, l'esperienza che ci offre non è né soldi né tempo spesi male. E se lo dico io che detesto i giochi narrativi allora forse siamo davanti davvero ad un titolo più che meritevole. E preparati a piangere.




mercoledì 7 settembre 2022

Fireball

 


Fireball - 1983 - Versione Atari 2600

Tra i tanti giochi per l'Atari VCS che avrei voluto provare ma che non sono mai riuscito ad avere (pur essendo su cassetta, e quindi copiabile senza problemi) c'è questo Fireball, un simpatico clone di Breakout che però presenta alcuni aspetti interessanti.


Prima di tutto non muoviamo una barretta ma un omino, in grado di "tenere" in mano le palline per qualche secondo prima di rilasciarle. L'altra differenza è che ci sono diverse modalità, persino con muri in movimento, e tutte queste modalità bene o male ti portano ad avere abbastanza velocemente diverse palline in gioco contemporaneamente. E purtroppo basta che ne cada una per farti perdere una vita!



Questo fatto rende il gioco davvero ostico. Credo che sull'Atari si giocasse col paddle, e forse in questo modo non era così difficile correre avanti e indietro a raccattare palle. Col joypad è davvero un casino senza pari. Considerando poi che la grafica è abbastanza scarna e con dei colori smorti, non mi sento di consigliarti questo Fireball in quanto ci sono giochi su questo stesso tema molto più interessanti e giocabili.


 

lunedì 5 settembre 2022

Vulgus

 


Vulgus - 1984 - Versione Arcade

Avevo giocato ai vari 1942, 1943 eccetera, ma non avevo mai visto questo Vulgus da nessuna parte, ed è un peccato perché il gioco in questione fu il primo della serie, anche se di ambientazione totalmente differente.




Vulgus non è diviso in livelli, ha solo due tipi di spari, nessun power up propriamente detto ed è di una difficoltà mostruosa. Se fare lo slalom tra le varie formazioni di nemici è tutto sommato fattibile con un po' di pratica, quando a tutto questo si somma il fatto che i nemici tendono a seguirti, per cui cambiano traiettorie e tentano di venirti addosso, allora diventa (per il sottoscritto) una pena, non un divertimento. 




La grafica è piuttosto scialba, ripetitiva e priva di immagini memorabili. Anche il sonoro non brilla, e insomma Vulgus è un gioco che appare molto acerbo e privo di incentivi che spingano il giocatore a fare un'altra partita. Tra l'altro il gioco non ha una fine ed infatti non esiste il "continue": devi reiniziare sempre zero.