domenica 26 giugno 2022

1942 - l'arcade

 


1942 - versione arcade

1942 è stato il mio primo shot'em up a scorrimento verticale, il primo di una serie non tanto lunga ma che mi ha appassionato almeno per qualche anno. Il primo ricordo vivido che ho di questo gioco risale ad una notte d'estate, nella parte esterna di uno stabilimento balneare, nel silenzio interrotto solo dal leggero sciabordare delle onde e dal rumore di elettricità statica che emetteva quel cabinato. Un nugolo di moscerini del tipo formiche con le ali, probabilmente attirato dalla luce emessa dal tubo catodico, ronzavano intorno al cassone e mi infastidiva. Ciò nonostante rimasi rapito da questo semplice gioco, dai suoi mari immobili quanto azzurri, dal suo scorrere così preciso e fluido, e dalla sua difficoltà alta ma non proibitiva.



Non ho mai portato a termine il gioco, non ho mai nemmeno fatto un "continue" perché, come sai, sono un genovese e una partita dall'inizio dura sicuramente più a lungo di una qualsiasi partita continuata in un punto avanzato. E infatti sono arrivato ad imparare a memoria la geografia di tutte le isolette che si sorvolano nei primi livelli!



Oggi mi rendo conto di quando 1942 fosse un titolo divertente ma acerbo: pochissimi potenziamenti (quello con i due caccia affiancati era addirittura controproducente), nessun boss di fine livello, nemici sempre uguali, pochissima varietà nei fondali. Insomma non aveva nulla di tutto quello che consideriamo normale in questo genere di giochi.  Per cui oggi rigioco a 1942 con tanta nostalgia, ma noto che oltre a quello c'è ben poco. 



sabato 25 giugno 2022

Encounter

 


Encounter - 1984 - Versione Commodore 64


Encounter può essere liquidato come un semplice clone di Battlezone ma ha in realtà qualcosa da dire in più del classico dell'Atari. Per iniziare c'è da dire che è inizialmente questo gioco è molto meno immediato, e non è facile prenderci la mano. La grafica del pannello è talmente spartana da lasciare spaesati, con sei bottoni colorati che ancora adesso non ho capito cosa vogliano indicare, e ovviamente c'è il radar, che è fondamentale da tenere sempre d'occhio se si vuole sopravvivere.



L'arena di combattimento è ricca però di ostacoli (dei pali neri), per cui è anche necessario alzare gli occhi dal radar per evitare di restare incastrati contro un di questi pilastri mentre si cerca di venire colpiti dai nemici  cosa che rischia di accadere spesso nelle fasi in cui i nemici ci vengono addosso in stile kamikaze! Tra l'altro questa sezione del Kamikaze è ancora oggi impressionante (grazie anche al sonoro) e merita di essere provata. Così come merita di essere provata anche la sezione di raccordo tra un livello e l'altro, in cui ci troviamo a correre a perdifiato dentro un tunnel oscuro pieno di sfere colorate da evitare: è un'esperienza talmente intensa che ci si ritrova a viverla praticamente in apnea!



I combattimenti sono facili e difficili allo stesso tempo: se si riesce ad inquadrare il nemico, il nostro sparo è abbastanza preciso e si riesce abbastanza facilmente a fare centro. Se invece si perde l'attimo e si permette al nemico di svincolare su un lato, allora tutto diventa complicato, perché il bastardo spara come un dannato e i proiettili, che rimbalzano contro i pilastri, arrivano da tutte le direzioni.



Tutti questi elementi messi insieme fanno di Encounter un titolo a dir poco affascinante. La grafica troppo elementare, quasi minimale, ma nello stesso tempo velocissima rende questo gioco un'esperienza quasi "artistica", oltre che divertente. Secondo me Encounter è davvero un titolo da provare, ed è un peccato che questo gioco sia così poco ricordato dai retrogamer.


mercoledì 22 giugno 2022

Zorro

 




Zorro - 1985 - Versione Commodore 64

Ho sempre considerato questo Zorro come il seguito spirituale del mitico Bruce Lee, uno dei titoli più belli mai apparsi sul vecchio Commodore 64. Chiaramente il fatto che entrambi i giochi siano il frutto del lavoro della stessa persona porta inevitabilmente a delle analogie tra i due titoli sia nelle soluzioni grafiche che nel gameplay. Il suo creatore ha usato in Zorro probabilmente le stesse routine applicate a Bruce Lee e questo si nota nel modo in cui il nostro eroe salta, si arrampica, si appende e cade.



La nostra avventura come spadaccino è un po' meno concitata però: i nemici sono anonimi soldati che tenderanno ad infilarci con la spada o a crivellarci a colpi di moschetto senza l'utilizzo di alcuna intelligenza, e questo è senz'altro un passo indietro rispetto ai continui duelli col ninja e col ciccione verde che ci perseguitavano nel gioco precedente.



D'altra parte il gioco questa volta è molto più simile ad un'avventura grafica in 2d, e mi ha ricordato un po' anche Pijiamarama, visto che si può raccogliere un solo oggetto alla volta. Non si tratta comunque di nulla di elaborato, visto che l'avventura è breve, divisa in poche schermate e che una gran parte degli oggetti necessari si trovano tutti nella stessa stanza, dove ci vengono proposti uno dopo l'altro quando servono!



Zorro è quindi una breve avventura con i suoi semplici enigmi, con qualche sporadico passaggio Platform e con una minima componente d'azione. Io ti consiglio di provarla, malgrado la grafica povera e la fastdiosissima musica di sottofondo (che grazie a Dio si può "mutare" premendo il tasto S), perché ha comunque un fascino magico e tante divertenti trovate di design.



lunedì 20 giugno 2022

Solaris

 


Solaris - 1986 - versione Atari 2600

Quando Solaris fu finalmente pubblicato avevo ormai venduto il mio Atari 2600 da oltre due anni, per cui ho dovuto recuperare la rom di questo gioco successivamente. Ed è un peccato, perché se Solaris fosse stato realizzato soltanto due o tre anni prima, oggi questo titolo sarebbe di diritto nel mio personale olimpo dei grandi classici, un luogo che riservo a quei giochi che hanno fatto la storia.



Solaris è un titolo tecnicamente anni luce più sofisticato di qualunque altro gioco mai pubblicato su cartuccia per il vecchio VCS, e se non fosse per le limitatezze sonore di questa macchina, e per una risoluzione video decisamente minore, potrebbe quasi rivaleggiare con tanti giochi usciti per macchine ben superiori, come lo Spectrum o il Commodore 64. Non solo si notano tutti i 16 kbyte stipati sulla cartuccia (contro una media di 4 o - in rari casi - 8 kbyte), che consentono di avere elementi grafici vari e complessi, ma è innegabile anche un'incredibile perizia da parte del programmatore che è riuscito a far produrre alla macchina delle cose quasi impensabili.



Il gioco in sé ha tanta forma ma non manca pure di sostanza. Le cose da fare sono tante, non c'è solo il semplice blastaggio, e tanta varietà rende il gioco molto divertente dall'inizio alla fine (sì, c'è anche una scenetta finale!). L'unico problema è che Solaris è arrivato troppo tardi, in un tempo in cui i videogiochi erano già mediamente più evoluti anche di una piccola perla come questa.



domenica 19 giugno 2022

4736: Liberate Dobby!



Set 4736 - Anno 2010 (61 pezzi)


L'unica cosa bella di questo set è la minifigura di Dobby. Per il resto nulla da segnalare: un Harry Potter qualunque e un Lucius Malfoy come visti in altri set, davanti a quello che con molta fantasia si può immaginare essere il portone Hogwarts, fatto con quattro pezzi in croce. Vi è un libro che contiene una piastrellina che rappresenta il calzino col quale liberare l'elfo domestico e poi una stupidissima leva per far cadere a terra Lucius... tutto qui.

In definitiva una delusione.


Valutazione 5/10

Prezzo nuovo sui 45 euro

giovedì 16 giugno 2022

Podcast videoludici (parte 6)


Podcast videoludici (parte 6)


Rieccomi anche questo mese con l'appuntamento dedicato ai podcast che amo ascoltare nel mio tempo libero. Anche se posso apparire aspramente critico quest'oggi, vorrei ricordare che parlo comunque di quelli che io ritengo i miei podcast *preferiti*, la robba veramente demmerda non la considero proprio. Ma bando alle ciance, ecco i due podcast di questo mese, iniziando da:



XI - DENSETSU GAMING PODCAST


Che questo sia un podcast davvero "ggiovane" lo si evince immediatamente dalla sigla (almeno nella sua versione standard): TUNZ TUNZ TUNZ. Ok, siamo d'accordo, la sigla non è importante. E allora sentiamo cosa hanno da dire i giovani conduttori... ed è qui che si ha conferma dei timori che riecheggiavano fin dalla sigla. Questi ragazzi, che sono assolutamente simpatici ed educati (ci tengo a sottolinearlo), sono fondamentalmente giocatori di Fortnite, Pokémon o altra roba casual, e purtroppo questa cosa ha un suo peso, in quanto la maggior parte delle volte non riescono a dare pareri su nessun'altra tipologia di videogame che non siano perle al livello di "cioè sto gioco è troppo fuori di testa" o "è assurdo, non può fare così schifo", insomma: il nulla assoluto. Così come c'è il nulla assoluto quando intavolano discussioni di un certo livello, magari di carattere sociale o economico, affrontate in un modo e con argomentazioni che farebbero cadere le braccia anche se fatti da un bambino di 12 anni, figuriamoci da gente che - suppongo - ne abbia almeno 25. Probabilmente è un problema mio che sono vecchissimo e magari pretendo troppo, ma ogni volta che finisce una puntata penso di cancellare la sottoscrizione in modo da dimenticare questo podcast per sempre. Poi però finisco per non farlo e tutto sommato trovo piacevole riascoltare questa simpatica combriccola di simpatici cazzoni che, in qualche puntata, sono risultati anche interessanti.


- IDEALE PER chi bella zio 'sto gioco ci sta troppo dentro, m'ha preso 'na cifra!

- STIA ALLA LARGA chi è vecchio dentro come me e quelli a cui cadono le palle facilmente



XII - STORIE DI VIDEOGAME


Un podcast molto recente, prodotto da un giornalista del settore che, per l'appunto, conduce ogni puntata in maniera talmente professionale e seria da risultare quasi antipatico. Il podcast in sé è ottimo, descrive la genesi e le vicende di produzione di molti videogiochi famosi, raccontandoci storie ricche di retroscena e curiosità. E' un lavoro fatto con professionalità, scritto benissimo, davvero interessante. Il suo creatore, come detto, è molto impostato e serioso, e purtroppo ha una narrazione che - malgrado gli sforzi - risulta un po' monocorde e quindi non proprio avvincente. Ma anche in questo caso sto dando una valutazione molto personale, e l'ascolto potrebbe benissimo non darti la stessa impressione che ho io. Storie di Videogame resta a tutti gli effetti un podcast assolutamente da ascoltare.


- IDEALE PER chi ama i podcast seriosi e con taglio giornalistico

- STIA ALLA LARGA chi odia i podcast seriosi e con taglio giornalistico

 

lunedì 13 giugno 2022

Gleylancer



Gleylancer - 1992 - Versione Sega Megadrive


Gleylancer è uno shot'em up dei più classici, quando ci giochi sembra davvero di vedere un titolo uscito da un cabinato di fine anni '80, con musichine, grafica e design davvero perfetti per chi cerca un arcade classico e divertente e che abbia conservato quel feeling "da bar" che già si stava perdendo all'inizio degli anni '90. All'epoca della sua uscita non fu apprezzato particolarmente in quanto, probabilmente, esistevano già altri giochi simili ma graficamente più belli e complessi, e in confronto a questi Gleylancer non aveva nulla di particolare da aggiungere. Ma in realtà la sua semplicità concettuale, a mio parere, è un pregio e non un difetto, una caratteristica che rende questo gioco un'esperienza degna di essere provata da tutti.



Ad onor del vero l'aspetto che ho maggiormente apprezzato di questo titolo è la possibilità di selezionare (tra le altre) la difficoltà "facile", che per i puristi può sembrare una bestemmia ma per chi come me si considera un giocatore più casual in questa tipologia di giochi, è un vero toccasana e permette di giocare con soddisfazione senza vessare eccessivamente. Per lo meno rende possibile recuperare abbastanza velocemente i potenziamenti dopo che si muore, in modo da avere più possibilità di superare i punti più ostici. A proposito di questo, ci sono senz'altro punti lungo il percorso che "bisogna saper affrontare" avendoli imparati prima, partita dopo partita, ma ti rimane sempre (almeno in modalità facile) la possibilità di superarli grazie alla tua abilità anche andando un po' alla cieca allo sbaraglio. Insomma, ci si diverte anche senza dover per forza imparare a memoria metro dopo metro.


Ad ogni modo non pensare che la modalità facile sia una passeggiata: il gioco resta difficile se affrontato alla cieca, e le morti piovono copiose come è giusto che sia. Vi sono tanti nemici diversi, di dimensioni diverse e dai comportamenti più bastardi, ed arrivano da tutte le direzioni. La tua navetta può sparare solo in avanti, ma quando aggancia i potenziamenti questi invece spareranno nella direzione in cui muoverai lo stick (e potranno essere tenute bloccate in quella direzione), rendendoti possibile sparare anche all'indietro e in tutte le angolazioni possibili.



Anche se graficamente è gradevole ma non è un gioco impressionante, Gleylancer ha un suo stile, con intermezzi in stile manga e con una grafica di gioco minimale ma molto evocativa. Io ti consiglio quindi di provarlo, perché potrebbe essere un buon inizio per assaggiare questo tipo di giochi e ed eventualmente appassionarti ad un genere, quello degli shot'em up, che vanta centinaia di titoli diversi.



venerdì 10 giugno 2022

Crossy Road



Crossy Road - 2014 - Versione Android


Il "piccolo" Crossy Road è un gioco arcade per cellulare basato sul classico Frogger, al quale si ispira non solo per le meccaniche ma anche per la maggior parte degli elementi presenti su schermo. Questa volta non siamo ad impersonare una rana, ma un più simpatico pollo (o tutta una serie di oltre 200 personaggi sbloccabili raccogliendo monetine durante il gioco) e l'angolo di visuale non è direttamente dall'alto, ma è girato sui tre quarti (in stile Zaxxon). A parte questo, per il resto, il gioco è fondamentalmente lo stesso: bisogna attraversare strade e fiumi cercando di non finire sotto le auto (in questo caso anche i treni) o in acqua. Non ci sono livelli da finire, il gioco è un unico immenso livello senza fine da percorrere tra l'altro senza troppi indugi, altrimenti si muore. In pratica Crossy Road è un gioco "endless run", con un concept antichissimo e una realizzazione grafica affascinante, per quanto elementare.



Ovviamente nel 2022 non ha molto senso giocare a Frogger, me ne rendo conto, ma questo giochillo merita qualche partita, se non altro perché, perseverando, è in grado di dare qualche soddisfazione. Peccato che ogni due o tre partite veniamo funestati dagli "sponsor", cioè da delle pubblicità che spezzano il ritmo, e considerato che una partita può durare anche solo una manciata di secondi, il problema si fa sentire drammaticamente. A parte questo, trattandosi di un gioco gratuito, ti consiglio di provarlo perché potrebbe essere una piacevole sorpresa.



mercoledì 8 giugno 2022

Deluxe Paint

 


Deluxe Paint - 1985 - Versione Amiga


Dopo aver parlato qualche giorno fa del Koala Painter non potevo oggi non scrivere due righe su quello che è considerato il programma di disegno per eccellenza da tutti quelli della mia generazione che furono felici possessori di un'Amiga! La versione di riferimento è stata fin all'inizio il Deluxe Paint 2, salvo poi passare alla sua terza incarnazione appena fu rilasciata sul mercato, una versione decisamente più avanzata perché permetteva di utilizzare tutte le varianti grafiche a disposizione della macchina, nonché avrebbe permesso, a chi ne fosse stato capace, di creare delle animazioni con la tecnica dei lucidi sovrapposti.



Comunque fosse, utilizzavamo tutti questo splendido programma per qualunque necessità avessimo. Partendo dal semplice cazzeggio (e a questo proposito la funzione "mirror", ereditata dal Koala Painter dava risultati sorprendenti che ci ha spinti tutti a giocarci almeno per un'oretta), alla realizzazione di icone, poster, disegni, fino alla creazione di elementi grafici per giochi e presentazioni. Tutte le grafiche presenti nei miei giochi le ho realizzate col Deluxe Paint 3, ad esempio.



Oggi non è certamente un programma così "user friendly" come ci sembrava all'epoca, ma sotto certi aspetti è ancora migliore dei vari "Paint" presenti di base su Windows, sia per quantità di opzioni che per il modo in cui ci ha reso facile disegnare e cancellare su schermo. Deluxe Paint resta sicuramente nel cuore di tutti quelli che come me con l'Amiga non si limitavano a giocare. Pur essendo totalmente negato nel disegno grazie a questo strumento ho potuto comunque dare sfogo alla mia creatività, a volte anche con risultati interessanti. W l'Amiga, W il Deluxe Paint!

lunedì 6 giugno 2022

Koala Painter (Koala Paint)

 


Koala Painter - 1983 - per Commodore 64


Sono veramente pochissimi i programmi "applicativi" che ho utilizzato sul Commodore 64, ho difficoltà a contarne una decina, ma tra questi pochi la posizione principe nella mia classifica personale ce l'ha senza alcun dubbio il Koala Painter, il precursore di tutti i programmi di disegno moderni, nonché il primo programma che abbia mai avuto che mi consentisse di disegnare liberamente sullo schermo. E nel 1984 non era una cosa da poco: utilizzare lo schermo della tv per scrivere, paciugare, disegnare cazzi e via dicendo dava delle sensazioni fantastiche, ti sembrava di essere come il Brunelleschi quando scoprì come fare la prospettiva. L'esaltazione era tale che chiamavi amici e parenti per far vedere loro che potevi disegnare sullo schermo come se fosse su una lavagna. Una cosa impensabile fino a quel momento.


Il Koala Painter era il software venduto in bundle col Koala Pad, una tavoletta grafica nata appunto per il disegno su schermo a mano libera. Ogni tanto capitava di vedere nelle schermate introduttive di certi videogiochi commerciali delle scritte disegnate in stampatello, e si usava dire con aria saccente: "vedi, qui hanno usato una tavoletta grafica", alimentando in questo modo la leggenda relativa a questo fantastico dispositivo per ricchi. Ovviamente nessuno di noi ne aveva mai vista una dal vivo, se non alle fiere del settore, e utilizzavamo molto più mestamente il Koala Painter con il semplice joystick.



Non era facile per nulla disegnare spostando il pennino virtuale col la leva del joystick, e infatti - dopo aver cazzeggiato un po' con l'effetto "mirror" (che sarà poi utilizzato con maggior soddisfazione sull'Amiga, ma ne parlerò nel prossimo articolo), con i solidi e il riempimento, iniziai a sviluppare la tecnica del "pixel alla volta", cioè disegnavo mettendo un pixel in un punto, poi spostando il puntatore sul pixel di fianco e così via. Ci misi un pomeriggio, ad esempio, a disegnare il castello di Neuschwanstein un puntino alla volta, e mi venne anche bene. Peccato che all'epoca non avevo ancora il driver per i dischetti, per cui... addio al mio disegno una volta spento il Commodore 64!



Ciò non di meno mi divertii un sacco con questo piccolo software, che oggi può sembrare senz'altro semplicistico, ma che per l'epoca era davvero fantastico. Un ottimo prodotto che per essere utilizzato seriamente necessitava però di una postazione con driver per floppy disk e di una tavoletta grafica, una combo che veniva a costare più del C64 stesso e che quindi mi potevo solamente sognare.

domenica 5 giugno 2022

8286: tre cose in una



Set 8286 - anno 1996 (pezzi 734)


Stranamente l'immagine sulla scatola non dà a questo set un grande appeal, lo devo ammettere, ma una volta che si inizia a costruire si cambia rapidamente idea.
Il veicolo (una sorta di mezzo anfibio che sembra un ibrido tra una barca e un carro attrezzi) infatti è massiccio e piuttosto complesso, richiede un po' di tempo per essere assemblato e ha diverse funzioni interessanti, quali lo sterzo, la puleggia anteriore e il gancio posteriore. Molto molto più semplice è invece la ralla/carrellino che si attacca dietro, formata da pochissimi pezzi, mentre è assolutamente basico l'elicotterino che però, nel suo piccolo, ha un buon meccanismo per girare le pale superiori e quella in coda.

Sono sempre molto interessanti, infine, i delicatissimi omini snodabili, qui presenti in due esemplari, pronti per spaccarsi un braccio quando li mettete in posa.

In definitiva è un set che mantiene molto più di quanto parrebbe promettere dalla scatola. Un buon acquisto se lo si trova a poco.


Valutazione 8/10

Prezzo nuovo eur 175 

venerdì 3 giugno 2022

Atelier Sophie: The Alchemist of the Mysterious Book



Atelier Sophie: The Alchemist of the Mysterious Book- 2015 - Versione Playstation 4


Giocare ai tre Atelier Iris su Playstation 2 mi ha fregato. Quelli erano giochi davvero ottimi (pur essendo delle produzioni in pixel art, a livello "indie") che mi hanno intrattenuto e divertito per mesi. Per questo motivo qualche volta ho ceduto alla tentazione di comprarmi anche qualche altro "Atelier" successivo, rimanendo per lo più deluso. In particolare molti di questi seguiti hanno introdotto la "componente tempo", capace di farti perdere - senza tue colpe -avvenimenti importanti, missioni e altre cose di questo tipo, una novità che andava quindi a minare l'incedere tranquillo e senza stress tipico dei GDR giapponesi che piacciono a me.



Questo Atelier Sophie per lo meno non ha questo problema, non c'è più bisogno di schedulare ogni mossa per incastrala in modo da riuscire a fare tutto in tempo, e infatti questo gioco me lo sono anche goduto. Peccato però che personaggi e trama siano piuttosto insulsi e anche tutto il resto, a ben vedere, non sia eccellente in nulla.



La grafica dei personaggi è bellina, ma le ambientazioni poligonali sono a livello Playstation 2; e le musiche non sono tra le più memorabili della serie. Questo non è certo un problema per il sottoscritto, ma se anche il gameplay tende ad essere noioso, con ambienti e "fauna" piuttosto banalotta, ecco che tutto concorre a non esaltare l'esperienza di gioco.



Il problema di questo gioco è che tutto è troppo "normale", "quotidiano". Non era necessario che ci fossero vicende epiche, ma per lo meno qualche ambientazione un po' misteriosa, qualche mistero di fondo che ti spinga ad andare avanti potevano mettercelo. Questo gioco è quindi poco interessante sotto tutti i punti di vista. Anche i combattimenti non hanno il giusto mordente e in battagli si finisce sempre per fare le stesse cose.



Non me la sento di dare un giudizio negativo a questo gioco, anzi il fatto che non ci siano più problemi di organizzazione del tempo da solo rende il gioco enormemente più interessante, ma ho visto Atelier decisamente più avvincenti e simpatici da giocare, come ad esempio quell'Atelier Lulua che ho già recensito.