mercoledì 28 luglio 2021

Ancora Canyon Bomber ma su Atari 2600

 


Canyon Bomber - 1979 - Versione Atari 2600


Ho scoperto, solo dopo aver pubblicato il mio articolo precedente relativo alla versione arcade, che esiste anche una discreta trasposizione per Atari 2600 di Canyon Bomber, creata niente meno che da quel David Crane che poi fonderà Activision e ci porterà Pitfall e Ghostbuster (tra le altre cose).


Eccomi quindi con una veloce prova di questa piccolo grande gioco. Per iniziare, quello che salta subito all'occhio, è che la grafica è coloratissima mentre il gioco da bar, lo ricordo, era in bianco e nero. Viene meno un po' di definizione nei contorni del canyon (ora totalmente blocchettoso) e dei bersagli, che non sono più tondi e riportanti il proprio valore, ma sono anche essi dei blocchetti quadrati. Ma questi non sono dettagli importanti, quello che conta è che il gioco c'è tutto compresa la sua brava versione a due giocatori!


E non solo: è anche presente una variante totalmente nuova e diversa, dove si devono lanciare bombe questa volta per affondare delle navi che si muovono per lo schermo. Anche se il sistema di gioco è lo stesso presente nella modalità classica, sembra comunque di essere davanti ad un gioco totalmente diverso!

Certamente Canyon Bomber per Atari 2600 resta quello che è: un semplice passatempo che diventa ripetitivo in pochi minuti, ma per essere un prodotto del 1979 non è affatto male. Da provare comunque.

lunedì 26 luglio 2021

Canyon Bomber

 


Canyon Bomber - 1977 - Versione Arcade


Con questo gioco torno davvero alla mia infanzia, quando nei ristoranti o nei bar in cui mi portavano i genitori la domenica, quando si usciva con gli amici, capitava di imbattersi nei primissimi cabinati mai arrivati in Italia. Parliamo della fine degli anni 70, quando i videogiochi si chiamavano ancora "giochi elettronici" ed avevano gli schermi in bianco e nero. Questo Canyon Bomber chiedeva 50 Lire per una partita che, nella migliore delle ipotesi, poteva durare 2 minuti: nel gioco veniva tra l'altro richiesta solo la pressione di un tasto per sganciare la bomba dalla nostra mongolfiera o dall'aeroplanino, in modo che colpisse dei bersagli a terra, senza poter fare altro se non immaginare la traiettoria delle proprie bombe prima di sganciarle. Tutto questo mentre l'avversario (che poteva essere anche umano) faceva lo stesso sperando di fare più punti. Mano a mano che si procedeva a bombardare, i bersagli diminuivano e diventava quindi più facile mancare il colpo, cosa che corrispondeva al perdere una delle tre vite. 



Non ho giocato tantissimo con questo titolo, ma non sono mai riuscito a vincere una partita contro l'avversario! In ogni caso il gioco, nel suo squallore, aveva un certo appeal, dovuto più che altro alla sottostante fisica balistica, quella che bisognava padroneggiare per capire il momento giusto in cui premere il tasto, e che sapeva tanto di "calcolo computerizzato"; una visione così esplicita della fisica computerizzata affascinava, niente da dire. Cosa dire quindi di Canyon Bomber? E' indubbiamente un gioco arcaico, ma ha un suo motivo di esistere e rappresenta ancora un bel ricordo per quelli della mia generazione.


sabato 24 luglio 2021

Deep Space Battle Vr

 


Deep Space Battle Vr - Versione Android con visore VR


Ottimo giochino, gratis, con una manciata di livelli che purtroppo sono sempre uguali tra loro, cambiando solo il numero di navi nemici da abbattere e la loro aggressività. In ogni caso il gioco è divertente e viene solo richiesto di voltarsi in tutte le direzioni (quindi è necessario giocare in piedi), per inquadrare i nemici: ci penserà poi il gioco a sparare automaticamente. Questo semplifica tutto, ma richiede meno abilità di quanto sarebbe richiesta, ad esempio, se si potesse sparare anticipando le traiettorie nemiche.

Non è un gioco stancante eccessivamente, ed è molto immediato ed arcade, l'ideale per brevi sessioni in VR. Lo consiglio senza riserve ma non aspettatevi nulla di troppo profondo.



giovedì 22 luglio 2021

Asteroids versione Arcade

 


Asteroids - 1979 - Versione Arcade


Se tanto ho giocato alla versione casalinga per Atari Vcs, ammetto di aver fatto pochissime partite alla versione arcade, pur avendola ammirata in diversi luoghi. Asteroids aveva il fascino della fantascienza, con la sua grafica vettoriale monocromatica, tanto essenziale quanto definita, e i suoi comandi complessi (tre tasti e uno stick) con cui domare le forze d'inerzia, anch'esse vettoriali, che governano i movimenti della nostra astronavina.


Forse proprio la complessità dei comandi mi ha fatto stare sempre a debita distanza da questo cabinato: poche partite mi sono state sufficienti per farmi capire che non era cosa per me (all'epoca avrò avuto dieci anni o anche meno), unito al fatto che i giochi monocromatici non mi hanno mai convinto più di tanto. In ogni caso Asteroids resta un titolo interessante da provare, soprattutto proprio nella sua versione arcade.



mercoledì 21 luglio 2021

10211: Il grande magazzino



Set 10211 - pezzi 2254 (anno 2010)

Questo grand emporio non è certamente il miglor set della serie Modular, ma ha comunque alcuni spunti interessanti. Ho apprezzato la presenza di ben sette omini, di cui uno appeso sull'esterno del palazzo a lavare i vetri, così come mi sono piaciute le scale mobili all'interno dello stabile che, assieme ad un grosso lampadario, sono purtroppo le uniche cose degne di nota tra le poche che si possono trovare all'interno. La parte esterna invece è abbastanza anonima e tutta uguale sui due lati, anche se è discreta la scritta SHOP così come è notevole l'altezza che assume il set considerando anche il cartellone pubblicitario sul tetto.

In definitiva un buon set ma che non vale che una frazione del prezzo a cui lo si può comprare, anche usato.

Valutazione 8.0/10

Prezzo nuovo eur 570 circa



lunedì 19 luglio 2021

The Binding of Isaac: Rebirth



The Binding of Isaac: Rebirth - 2014 - Versione Pc


The Binding of Isaac è un gioco uscito in un primo tempo (nel 2011) in Flash e poi ripubblicato con maggiori contenuti in questa forma "Rebirth" nel 2014. Io ce l'ho installato su pc da almeno 6 anni, ma ci ho sempre giocato pochissimo, per una serie di motivi che ti vado a spiegare. Intanto per incominciare tecnicamente non mi convince: se le musiche sono indubbiamente molto belle, la grafica invece è - non so quanto volutamente - immonda, il mio falegname per 50000 lire saprebbe farla meglio, e anche i movimenti e le animazioni lasciano molto a desiderare. Ma è una questione di stile, lo so bene, e quello che non piace a me magari piace molto a te.


mercoledì 14 luglio 2021

Vanguard e Atari 2600



Vanguard - 1982 - Versione Atari 2600


Vanguard è un'altra delle cartucce che hanno accompagnato la mia estate del 1984. Pur non avendo mai giocato all'originale da bar, né prima né dopo, trovai il gioco molto valido, soprattutto perché aveva una certa varietà presentando sia sezioni con scrolling orizzontale che altre in verticale, il tutto seguendo una mappetta che veniva presentata prima di ogni livello: una bella novità!


Certamente dal punto di vista tecnico il gioco oggi fa sorridere, e chi già allora possedesse uno Spectrum o un Commodore 64 non avrebbe capito cosa ci fosse di così bello in un gioco con degli sfondi tanto cubettosi (ancorché colorati) e con un sonoro così povero. Eppure, lo ripeto, quel gioco aveva un suo fascino ed era anche divertente.


Tra l'altro il gioco poteva vantare una difficoltà ben calibrata, per cui in ogni partita si riusciva in effetti ad avanzare un pochettino nei livelli, dando parecchia soddisfazione. L'unico vero problema di questo gioco, che oggi pesa come un macigno, è l'estrema lentezza con cui si muove la nostra (giallina) astronavina per lo schermo, che era un po' scocciante nel 1984 ma che è addirittura intollerabile oggi, mentre per il resto il gioco è ancora abbastanza divertente da giocare, al netto di tutto quanto appena detto.


Dicevo che il sonoro è scarso, e in effetti conta solo una manciata di effetti sonori davvero dozzinali, ma c'è anche una piccola nota di colore: la musichina che suona quando si prende l'energia che ricordo che da bambino mi faceva tornare in mente la colonna sonora del film Flash Gordon; non so se fosse effettivamente la stessa, io pensavo che lo fosse e tanto bastava per esaltarmi... dovrei rivedere quel film per capire se c'è un nesso oppure no.



In ogni caso Vanguard è una delle migliori produzioni per Atari 2600, sicuramente un prodotto degno di nota viste le limitazioni della macchina su cui gira, ma purtroppo non so dire quanto riprenda lo spirito dell'originale coin-op, non avendolo mai provato. Un buon titolo.




domenica 11 luglio 2021

Atelier Online... ma anche no



Atelier Online - 2021 - Versione Android


Oggi ti parlo di un gioco appena uscito, con cui ho iniziato a giocare al day-one, e che ho però già mollato al day-two! Perché? Adesso te lo spiego! Atelier Online è l'ennesimo free-to-play che grazie alle solite collaudate meccaniche gacha cerca di spillarti più soldi possibili in qualunque momento, ma a cui noi, giocatori Genovesi doc, non cederemo mai nemmeno un centesimo. Come sempre il problema in questo genere di giochi è che prima o poi le risorse necessarie per continuare a giocare in modo soddisfacente tenderanno ad esaurirsi, creando una certa frustrazione che nelle intenzioni dei produttori spingeranno il giocatore ad aprire il portafogli per acquistare qualche risorsa extra.



La cosa particolare di questo Atelier online è che diversamente dal solito, quando finché le risorse ci sono risulta comunque divertente impegnare del tempo sul titolo, io mi sono rotto le scatole anche in piena fase "ricca". Sarà che sono già ampiamente assorbito da altri giochi di questo tipo (in particolare Disgaea Rpg di cui ho parlato il mese scorso) ma la cosa che proprio non ho digerito e che appena apri il gioco ti compare una bella lista di cose da fare entro la giornata tutte noiosissime, tipo "sintetizza un cappello", "uccidi 10 puni", "raccogli 15 funghi"... ecco ma io secondo te lavoro per loro? Questo non è un gioco, è un dannato lavoro, non ci penso nemmeno di fare tutte queste minchiate per avere in cambio qualche inutile risorsa! Fossero almeno cose divertenti da fare, mentre invece sono sempre le stesse identiche cose che si fanno in qualunque gioco della seria Atelier da vent'anni a questa parte.



Per il resto il gioco è tecnicamente bello, grafica e sonoro sono quasi al livello dei giochi per console, mentre l'aspetto giocoso è purtroppo molto noioso, con tanti dialoghi lunghissimi (doppiati in giapponese), combattimenti con pochissima interazione, quest insulse e nessun obbiettivo vero come un nemico antagonista da sconfiggere (cosa che è purtroppo tipica di quasi tutti i giochi della serie venuti dopo la trilogia di Iris). In sostanza un solo giorno di gioco per me è stato veramente abbastanza e la sola idea di dovermi fare tipo 400 scontri casuali per riuscire ad ottenere quell'osso di mostro particolare con quella particolare qualità per poter finalmente sintetizzare un cazzo di gomma con tale qualità, altrimenti il gioco non prosegue... ecco questo genere di cose mi fa venire mal di stomaco!



In sostanza il gioco è fatto bene, sembra davvero un capitolo ufficiale della serie, ma è tutto troppo lento e troppo poco interattivo. E soprattutto la parte bella di questa serie, cioè ampliare gli oggetti sintetizzandoli, qui è fortemente castrata dalle meccaniche gacha che di fatto ti impongono di tentare la sorte per poter pescare qualche equipaggiamento valido, relegando la sintesi ad una semplice forma di costrizione con cui fare poche cose e tendenzialmente sottopotenziate. Naturalmente il gioco è appena uscito e potrà soltanto migliorare, ma ora come ora ci sto a debita distanza.



venerdì 9 luglio 2021

God Wars: Future Past


God Wars: Future Past - 2017 - Versione Playstation 4


Incredibile: ho comprato questo gioco guardando solo la copertina, visto che ero rimasto accattivato dalle immagini presenti e dal fatto che il gioco fosse (lo si capiva dal retro copertina) uno strategico a turni. Siccome ritengo Final Fantasy Tactics il mio gioco preferito di tutti i tempi, di solito provo tutti i giochi che siano ad esso vagamente simili nel sistema di gioco. Ebbene, come risultato per mesi ho lasciato questo gioco nella libreria, attendendo di provarlo in un momento di noia, e in sostanza posso dire che avevo aspettative vicino allo zero.


E invece mi sono trovato davanti al gioco più simile al già citato Final Fantasy Tactics di qualunque cosa avessi mai provato! Le similitudini sono talmente tante che posso considerare God Wars un vero e proprio clone. Ma andiamo con ordine. Dal punto di vista tecnico il gioco è più che decente: le unità sono animate con dei semplici modelli 3d in cell-shading, di quelli con la testa grossa. Ci sono tanti attacchi speciali con le loro relative animazioni, alcune semplici, altre più interessanti, ma mai nulla di sbalorditivo. I dialoghi sono gestiti "alla Disgaea" ma non mancano intermezzi in stile anime o anche in stile manga. Nel complesso è tutto molto piacevole, soprattutto perché le arene, pur essendo semplici nella realizzazione, sono molto varie e colorate. La colonna sonora è bellissima ma soffre di una certa ripetitività, visto che i brani non sono moltissimi, come invece capitava con FFT.


La storia è abbastanza semplice e lineare, forse va un po' troppo per le lunghe ma per lo meno si capisce tutto. Personaggi e vicende si rifanno al folklore giapponese, con orchi e personalità che sembrano usciti da Lamù (che infatti attinge dalle stesse fonti) mentre il sistema di gioco, come detto, ricalca quasi completamente quello del gioco tattico di Final Fantasy.


In particolare gli sviluppatori hanno copiato di sana pianta il Job System, che è uno degli aspetti che più ho apprezzato nel gioco Square, e che qui porta alla stessa compulsiva necessità di imparare tutte le abilità di tutte le professioni! Mi sono ritrovato quindi a combattere per ore e ore battaglie secondarie, tirando per le lunghe la fine dello scontro in modo da ripetere più azioni possibili ed accumulare job points a tonnellate.



Non so quante ore ci ho giocato, ma sono davvero tante, e non ho mai trovato particolari difficoltà se non con il boss finale, per il quale è stato praticamente necessario avere un omino di una certa professione per annullare la maggior parte dei suoi attacchi. Tuttavia non mi sono mai davvero annoiato, il gioco scorre bene, le arene sono varie quanto basta e i personaggi hanno un buon campionario di mosse. Final Fantasy Tactis resta però superiore per l'atmosfera e per la differenziazione delle professioni.



L'unico vero difetto di questo gioco è che, a mio parere, a vent'anni dall'uscita di Final Fantasy Tactics ci si aspetterebbe che un gioco simile possa introdurre qualche novità nel gameplay, mentre invece God Wars sembra solo riproporre la stessa minestra solo servita in un piatto diverso. Ma se sei un'amante di questo genere di giochi io ti consiglio senza remore di procurarti e giocare a God Wars, soprattutto se lo trovi a poco.



mercoledì 7 luglio 2021

21311: Voltron



Set 21311 - pezzi 2321 (anno 2018)


Questo è sicuramente uno dei set più belli che possiedo, un modello che non raggiunge la perfezione solo per alcuni piccoli particolari che ora vado ad illustrare. Per prima cosa va detto che il robot, montato di tutti i componenti, è davvero enorme. Un modellino di Voltron (o se preferite di Go-Lion) di queste dimensioni in plastica e metallo è capace tranquillamente di costare ben di più di questa versione Lego, per cui non me la sento di definire il set eccessivamente costoso, per lo meno considerato il prezzo che aveva quando l'ho acquistato io, che era ancora a prezzo normale, visto che ora il costo sta lievitando pericolosamente.

lunedì 5 luglio 2021

Rambo: First Blood Part II





Rambo: First Blood Part II - 1985 - Versione Commodore 64


Questo gioco è memorabile probabilmente solo per la bellezza della sua colonna sonora, ad iniziare dalla meravigliosa musica che viene suonata durante la fase di caricamento. Per tutto il resto non si può dire che questo Rambo brilli in modo particolare. Le fasi giocate sono sostanzialmente due: una è "alla Commando", in cui ci si muove liberamente sul terreno in cerca di armi potenziate, sparando allegramente e cercando di evitare i colpi nemici. Scopo di questa fase è infiltrarsi in un campo nemico per trarre in salvo dei prigionieri che ci seguiranno poi fino all'elicottero. La seconda fase si svolge sull'elicottero, un cui si deve volare a nord verso il campo base, e ingaggiando una battaglia durante il percorso con un elicottero nemico.




Il gioco purtroppo si presenta abbastanza male, con grafica un po' confusa nei colori e un gameplay non porprio avvincete. A volte può diventare davvero ostico visto che la barra della vita si accorcia molto velocemente e una volta arrivata a zero è game over. Io ricordo che a 14 anni, che pure non ero proprio una schiappa, perdevo la pazienza abbastanza in fretta e finivo per abbandonare il gioco dopo pochi tentativi (tra l'altro ci giocavo in bianco e nero, e la cosa lo rendeva ancor più difficile).



Penso di essere arrivato a combattere con l'elicottero non più di una manciata di volte, e anche lì mi trovavo abbastanza in difficoltà. Ma il problema più grande rimane la totale mancanza di appeal che rendeva e rende tuttora questo titolo poco interessante. Da evitare.




venerdì 2 luglio 2021

Riviste dal passato: Zzap!




Riviste dal passato: ZZAP! - dal 1986 bene o male a oggi

Per tutti quelli che come me hanno giocato negli anni '80, che si possedesse un Commodore 64 o si avesse invece lo Spectrum, ZZAP! è stato qualcosa di più di una semplice rivista: Zzap! era (ed è rimasta) LA rivista di videogiochi per antonomasia, anzi da molti era considerata addirittura qualcosa di vicino ad una Bibbia, un testo sacro pubblicato mensilmente e che mensilmente noi appassionati aspettavamo con impazienza. Leggere un nuovo numero Zzap! era sotto certi aspetti ancora più eccitante che giocare con un nuovo titolo per le nostre beneamate macchine da gioco, ogni foto era fonte di eccitazione, ogni pagina ci regalava nuove meraviglie per i nostri occhi, ivi comprese le pagine con le pubblicità. Questo discorso è valso per il sottoscritto almeno fino alla ventesima uscita, quando abbandonai questa rivista per passare definitivamente alla sola The Game Machine, visto che avevo venduto il mio 8bit per comprare l'Amiga. A ben vedere il mio amore per questa rivista inizò qualche mese prima dell'effettiva uscita nelle edicole italiane. Nel 1985 feci una vacanza studio a Canterbury e trovai un paio di queste riviste (dovevano essere la numero 2 e la 3) in una grossa edicola nella via principale. La versione italiana di questa rivista invece arrivò nella penisola solo nel maggio successivo e, devo dirlo, ho continuato a preferire la versione inglese che nel frattempo continuavo a comperare in un'edicola internazionale situata nel centro di Genova.



Di questa rivista ricordo tante cose sparse, piccoli frammenti di articoli, ma alcuni di questi mi sono rimasti proprio impressi nella memoria. Tra queste voglio citare una lettera curiosa che fu pubblicata sulla versione inglese, tutta scritta con parole che iniziano per P (l'ho messa in una delle foto), che il barabba quindicenne avrà riletto 10 volte di seguito, oppure le mitiche recensioni dei giochi per Amiga (Defender of the Crown su tutti) presenti sul numero 14, probabilmente il numero di Zzap! più bello e interessante della storia.



Zzap! arrivò dopo Videogiochi, e ne riprese i fasti, anche grazie ad una corposa rubrica della posta, a quella sui giochi da bar e ai vari approfondimenti con i team di sviluppo, compresi i tanto amati/odiati diari di sviluppo. Zzap! ha creato, molto più di quanto non abbia fatto Videogiochi, la stampa di settore in Italia, con i suoi riti e cliché. Le pagelle e i relativi voti, le "preview", la lettera del mese, i continui rimandi - negli articoli - alla "vita da redazione". Insomma dobbiamo molto a questa rivista, sotto tutti i punti di vista. Lunga vita a Zzap! (ora resuscitata) e un grazie di cuore a chi questa rivista ha creato e sostenuto.