mercoledì 30 novembre 2022

Grand Theft Auto (il primo!)

 


Grand Theft Auto - 1997 - Versione Playstation 

Il primo Grand Theft Auto era un gioco geniale, e se la visuale fissa dall'alto oggi ti può suggerire che GTA sia molto limitato anche nel gameplay, in realtà questo titolo mette un sacco di carne sul fuoco e di fatto presenta già moltissimi degli elementi che poi caratterizzeranno anche i suoi celebri seguiti in 3d.


Riconosco che la grafica già per l'epoca non era il massimo della bellezza, ma la velocità con cui il tutto si muoveva, e la quantità di situazioni assurde che si presentavano a ruota continua durante il gioco, erano un connubio perfetto che creava assuefazione: iniziavi a giocare e non smettevi più, concatenando un'infinita serie di missioni, una più folle dell'altra. Tuttavia personalmente non ci giocai moltissimo, più che altro perché in quel periodo c'erano talmente tanti titoli tra cui scegliere che finii per sacrificare quelli meno "nelle mie corde".


Dovetti aspettare GTA3 per riavvicinarmi alla serie, senza restarne mai rapito, per altro. Tuttavia non posso non riconoscere la bontà del design che sta alla base di questa serie, e di come già il primissimo Grand Theft Auto sia ancora un gioco molto divertente da giocare, pur con tutti i suoi limiti dovuti in parte ad un hardware obsoleto, ma soprattutto dovuti al fatto che le evoluzioni successive di questo concept sono arrivate ad un livello stellare. Da provare.



domenica 27 novembre 2022

International Soccer

 


International Soccer - 1983 - Versione Commodore 64


International Soccer è un "mostro sacro", uno di quei titoli talmente iconici che chiunque abbia vissuto l'epoca d'oro degli home computer può riconoscere immediatamente, anche se all'epoca non avesse posseduto il C64 ma un'altra macchina. Fu uno dei primi giochi che gli amici mi "passarono" nell'84 e fu uno dei primi titoli con cui mi feci bello con gli altri amici, quelli che il Commodore 64 non ce l'avevano! Tuttavia non ci giocai così tanto visto che, come giocatore single player, International Soccer non aveva molto da dirmi.


Tuttavia non inganni la grafica cubettosa: omini così grandi e così animati erano pura fantascienza nel 1984, così come l'esistenza di scenette come l'ingresso in campo o la premiazione a fine partita erano davvero una ventata d'aria fresca in un mondo, quello dei giochi per macchine casalinghe, arenatosi da un po' sull'essenzialità più marcata. Macchine sempre più potenti, e in particolare dotate con sempre più memoria a disposizione, ci iniziarono così a quella scalata verso la pura forza bruta che ancora oggi contraddistingue il mercato dei videogame.



Oggi International Soccer fa sorridere per la grafica grezza e il sonoro povero, per le tante mancanze (non ci sono i rigori e i giocatori sono sette per squadra) ma sorprende ancora per certe finezze, quali la mitica schermata in cui selezionare il colore delle maglie. International Soccer non è un gioco da giocare nel 2022, ma è un titolo da rispettare per quello che ha rappresentato ed è stato capace di innovare.

giovedì 24 novembre 2022

The Surge 2



The Surge 2 - 2019 - Versione Playstation 4


Non ci voglio girare troppo intorno: The Surge 2 è un ottimo soulslike in chiave fantascientifica e quindi lo consiglio senza riserve a tutti gli amanti del genere. Naturalmente ha i suoi punti forti e diversi punti deboli, per cui cercherò qui brevemente di illustrarteli in modo da poterti convincere della bontà del gioco.



Per iniziare l'atmosfera generale di questo gioco è chiaramente molto più luminosa e asettica di quanto non accada negli altri giochi di questo genere ma con ambientazione medievale. La città futurista e semidistrutta di The Surge 2 può sembrare quindi un po' troppo "pulitina", pur essendo per metà in macerie, pur non mancando condotti oscuri pieni di liquidi maleodoranti e vicoli malfamati. Insomma, l'atmosfera non è il piatto forte di questo gioco a causa di un'illuminazione poco ispirata, ma graficamente il gioco non è affatto male.



Le meccaniche alla Dark Souls ci sono tutte, con tante armi e armature da sperimentare, con gli immancabili potenziamenti che danno un tocco alla Metroid al gameplay, e con nemici duri, bastardi e che si rigenerano ad ogni "falò" (che qui non sono falò). E ci sono ovviamente i boss, non troppo numerosi ma veramente cattivi.



Dove The Surge 2 davvero brilla è nelle interconnessioni presenti in modo davvero massiccio tra le varie sezioni dei livelli. Da questo punto di vista siamo di fronte a qualcosa che rivaleggia, e probabilmente supera, il primo Dark Souls. Gli ambienti non sono enormi, ma scoprire come tutto si ripiega su se stesso, attraverso l'apertura di scorciatoie, è comunque molto appagante.



Il gioco è impegnativo, ci sono alcuni momenti in cui ci si scoraggia un po' (in particolare per capire come abbattere certi boss), ma le fasi esplorative sono molto appaganti e difficilmente si esce dalla strada giusta per andarsi ad infognare in zone in cui siamo troppo deboli. Insomma, il gioco intrattiene nel modo giusto.



Per concludere una menzione d'onore alla musica dei titoli, un brano tanto semplice quanto iconico, che rivaleggia per bellezza ed atmosfera con i migliori temi di tanti film famosi di fantascienza. Davvero una delle cose più belle che ho ascoltato quest'anno. Ah, dimenticavo: The Surge 2 è un soulslike, è vero, ma ha persino una trama decente!



lunedì 21 novembre 2022

Podcast videoludici (parte 11)

Podcast videoludici (parte 11)


Anche a Novembre vi voglio parlare di un paio di podcast che seguo e che trovo interessanti.



XXI - Gaming Wildlife


Ecco un altro podcast messo insieme da una vera redazione giornalistica (ovviamente di settore) e che comprende quindi un buon numero di partecipanti, che spesso si alternano nella conduzione. E, caso abbastanza raro, spesso a condurre la trasmissione è una donna, tra l'altro molto competente (sottolineo tutto questo perché non è una condizione usuale nel campo dei videogiochi, e auspico che presto ci siano sempre più voci femminili a parlarci con competenza della nostra passione). Benché questo podcast spazi facilmente dalle notizie alle interviste, passando dalle impressioni sui giochi fino a proporci puntate monotematiche, spesso impostate ad un livello intellettuale abbastanza elevato (soprattutto in confronto con gli altri podcast della categoria), non è certo tra i più frizzanti nei toni e nei tempi, ma si lascia ascoltare senza problemi. E' importante sottolineare che questo programma è molto schierato a sinistra, si parla molto in particolare dei diritti delle persone (che lavorano nell'industria) e di concetti quali arte, scienze sociali ecc applicati al nostro hobby. Questo schierarsi apertamente lo porta a volte ad essere un po' stucchevole sia nei concetti che esprime (l'inclusività sempre e ovunque ha francamente rotto i coglioni) che soprattutto nei toni... i classici toni di chi si sente moralmente superiore al resto della plebaglia, per capirci. Detto questo è un podcast interessante a tutto tondo che consiglio anche a chi non si ritrovasse eccessivamente negli ideali e nei tondi della (nostra) sinistra.


- IDEALE PER chi ama i discorsi un po' più intellettuali 

- STIA ALLA LARGA chi invece detesta i discorsi schierati (e i toni) di certi intellettuali.



XXII - MALEDETTI GIOCHI


Maledetti Giochi prende il suo nome dal fatto che in questo podcast, almeno all'inizio, venivano raccontate delle buffe leggende metropolitane legate ad alcuni titoli che li rendevano, di fatto, maledetti per chi li utilizzasse. Col tempo il podcast si è un po' più variegato nei temi e oggi racconta e parla un po' di qualunque cosa, anche se in modo abbastanza inconcludente. Resta la particolarità che i conduttori mantengono quasi sempre un tono molto "impostato", con voci quasi sussurrate e con una spiccata ironia che traspare in tutto quello che dicono. E' un ascolto piacevole proprio per questa sua originalità e per la bravura di chi riesce a mantenere interessante il discorso anche quando, in molti casi, non lo è. Insomma non è certo il programma più interessante che puoi ascoltare sul tema videogiochi e non è detto che i conduttori risultino simpatici a tutti (in altre parole, un po' se la tirano), ma resta uno dei miei preferiti e quindi consigliabile

- IDEALE PER chi vuole ascoltare qualcosa di un po' diverso nei toni e nei contenuti

- STIA ALLA LARGA chi ama la gente che un po' si atteggia e chi vuole un podcast con un po' di sostanza


venerdì 18 novembre 2022

10263: il set più brutto per il villaggio invernale



Set 10263 - anno 2018 (pezzi 1132)


Siccome il natale si avvicina a passi veloci ho pensato che fosse il momento giusto per arricchire la mia vetrinetta natalizia con questo set del 2018, la famigerata caserma dei pompieri. E per quanto questo set ce la metta tutta per essere apprezzabile, con una lunga serie di caratteristiche degne di menzione (che elencherò tra poco), resta purtroppo per lui il set meno bello della serie "winter village".



Ad iniziare dal fatto che una caserma dei pompieri che ci azzecca con un villaggetto che annovera la venuta di Babbo Natale, il trenino di natale (e relativa stazione), la casetta degli gnomi, il negozio di giocattoli e la casetta di marzapane? Non c'entra proprio nulla, e anche l'edificio stesso manca del caratteristico tetto invernalo molto spiovente e coperto di neve, tipico di questa serie. Insomma, l'edificio è brutto!



Per il resto, come detto, ci sono tante piccole cose invece molto apprezzabili. Oltre al fatto che ci sono ben 8 omettini e un cane, c'è una specie di laghetto/fontana ghiacciato che è abbastanza brutto ma che comunque fa atmosfera, c'è anche una panchina con lampione, l'immancabile albero di natale con relativi regalini da porre intorno, una slittina con bebè e un'autopompa dei pompieri, non troppo elaborata ma di spessore. Tutti questi ammenicoli sicuramente aumentano il mio gradimento, ma resta il fatto che in confronto agli altri elementi questo resta il pezzo più debole.

Valutazione 7/10
Prezzo nuovo eur 130 circa



giovedì 17 novembre 2022

Cadaver



Cadaver - 1990 - Versione Amiga


Cadaver è uno tra i giochi più affascinanti mai usciti sull'Amiga, merito tanto di un'ambientazione d'atmosfera come se ne sono viste poche volte sul computer della Commodore, quanto di una grafica isometrica fantastica nello stile e dettagliata nei particolari, di quelle grafiche che basta guardare una schermata per farti venir voglia di tuffarti nell'esperienza di gioco. Oggi come trent'anni fa Cadaver mantiene indubbiamente il suo fascino, purtroppo però i difetti che riscontrai all'epoca, e che mi fecero ad un certo punto desistere, mi sono ritornati tutti agli occhi e anzi li ho trovati ancora più fastidiosi ed importanti per il tipo di giocatore che sono diventato oggi.



Il problema più grande di questo gioco sta nell'interfaccia. Il nostro omino può saltare, raccogliere, depositare e lanciare oggetti, usarli, esaminarli, spostarli e fare tante altre azioni, oltre al fatto che - in tutto questo - deve anche combattere contro i nemici sparsi per le varie stanze del gioco. E tutto questo chiaramente non è gestibile con un joystick ad un solo tasto, obbligando il giocatore a tenere sempre una mano sulla tastiera, anche solo per vedere la mappa o per scorrere gli oggetti nell'inventario. Oggi, emulando il gioco e impiegando un buon pad ricco di tasti, si può ovviare a questa scomodità, ma resta il fatto che l'interfaccia di gioco rimane eccessivamente macchinosa. Penso che se Cadaver fosse stato gestibile solo con mouse e un'interfaccia totalmente ad icone probabilmente avrebbe guadagnato un sacco di punti e non mi avrebbe spinto a mollare a metà l'avventura.



A questo si aggiunge che, per mio gusto personale, da un titolo di questo tipo mi aspetterei uno sviluppo del personaggio un po' più marcato di quanto invece ci viene concesso dal gioco, e questo non mi ha certo incentivato a proseguire. Tra l'altro il gioco è piuttosto lungo ed è decisamente impegnativo, è proprio uno di quei giochi in cui il sottoscritto si trova a voler salvare quasi ad ogni passo per la paura di dover ripetere fasi di gioco già superate. Ma questo cavolo di Cadaver ti permette di salvare solo se hai raggranellato abbastanza soldi, limitando di fatto la quantità totale di salvataggi che puoi fare nell'arco dell'avventura, e questa secondo me è una vera bastardata! Per fortuna che ora ci sono i savestate infiniti grazie all'emulazione, ma nel 1990 c'erano solo lenti dischetti su cui salvare e ricaricare le partite pagando con la moneta del gioco.



Molti dei problemi che ha Cadaver oggi sono quindi superabili grazie alle facilitazioni permesse dagli emulatori. Tuttavia non risolvono in toto la questione, cioè il fatto che questo titolo non sia poi così avvincente quanto ti trovi a lottare con l'interfaccia per spostare botti, raccogliere oggetti minuscoli, o evitare che i nemici ti danneggino. Insomma Cadaver, oggi come allora, mi ha regalato un'esperienza che viste le premesse si è rivelata deludente.



In tutti questi anni mi sono chiesto a volte cosa mi avesse fatto allontanare da un gioco che esprime, dalle sue immagini statiche, così tanto fascino. Oggi ho ritrovato la risposa a questa domanda, ed è una risposta che mi spinge a non consigliarti di ripescare Cadaver, ma di lasciarlo al suo posto nella bara, senza andare a scomodarlo.



lunedì 14 novembre 2022

Darksiders Genesis

 


Darksiders Genesis - 2019 - Versione Playstation 4


Nella mia spasmodica ricerca di giochi in stile Diablo mi sono avventurato in questo Darksiders Genesis, spin-off di una famosa serie di action adventure con la quale non ho mai giocato. Ebbene, questo gioco è tutto fuorché un clone di Diablo, e ora ti spiego perché.



E' vero che la grafica è vista in isometria come in Diablo, è vero che i combattimenti sono in tempo reale con un utilizzo massiccio di abilità speciali come in Diablo, ed è anche vero che a volte il kaos la fa da padrone, ma è anche vero che qui non c'è traccia del looting selvaggio tipico di questo genere di giochi, ma soprattutto il focus di questo Darksiders Genesis è sugli enigmi ambientali piuttosto che sui combattimenti.



Per questo motivo viene messo a disposizione del giocatore un ampio ventaglio di abilità non solo di combattimento ma anche di interazione con gli oggetti presenti nei vari livelli per cui, tra portali, bombe infuocate, interruttori e piattaforme di salto, ci si trova più spesso fermi a pensare a cosa va fatto per andare avanti piuttosto che a come combattere.



E qui sorge il problema più grande: i comandi. Ci sono talmente tante combinazioni di tasti da premere per passare da un'abilità all'altra, da un tipo di proiettile all'altro e via dicendo, che si finisce inevitabilmente per fare un gran casino, almeno per le prime ore di gioco. Persino nei livelli finali, dopo decine di ore, mi sono trovato alcune volte a non ricordare come azionare certe abilità o anche solo a cercare di fare un salto nel modo giusto.



Insomma Darksiders Genesis è un gioco abbastanza complicato da domare e in alcun passaggi è anche difficile capire bene cosa va fatto per raggiungere alcuni punti della mappa. Questo non è un aspetto negativo, ma devi tenerlo presente se cerchi invece un gioco ignorante dove si procede spazzando via nemici e basta.



Il gioco mi è comunque piaciuto un sacco. Soprattutto ho apprezzato la grafica così piena di luci colorate in modo molto carico. Questo tipo di illuminazione mi affascina non poco, ha un qualcosa di "natalizio" che non so spiegare ma che mi attrae tantissimo. La musica è notevole e spesso molto malinconica... insomma il gioco in questione ha una bella personalità e non posso che consigliarti di provarlo.



venerdì 11 novembre 2022

Ico



ICO - 2001 - Versione Playstation 2


Ecco, ho comprato Ico (addirittura nella sua versione con copertina in cartone, cartoline incluse ecc) convinto della bontà del gioco da una certa critica videoludica che rimase - come dire - estasiata dalla bellezza di questo titolo, dal suo minimalismo, dalle sue meccaniche inconsuete. Ebbene, da lì ho imparato la lezione: mai fidarsi di certa critica videoludica!



Sia chiaro, il gioco è interessante e in alcuni momenti anche toccante, non mancano momenti che, soprattutto per l'epoca, erano davvero originali e ci hanno lasciati tutti di stucco. Ma è anche vero che dal punto di vista squisitamente ludico Ico è un gioco abbastanza noioso, almeno per il sottoscritto, tanto che rigiocarlo oggi mi ha fatto venire davvero il latte alle ginocchia. Ma anche nel 1991 ricordo che mi trascinai abbastanza stancamente fino alla fine, che pur è arrivata abbastanza in fretta, grazie al cielo.



Ribadisco, Ico ha tanti pregi e non sarò certo io a dire che tutto quello che è stato scritto e raccontato su questo gioco non sia vero. Però è anche vero che non è un gioco per tutti, e probabilmente io non rientro in quei "tutti". Che dire? Provalo se vuoi, magari ti innamorerai delle atmosfere rarefatte, del rapporto speciale tra i protagonisti, al significato intrinseco dell'esperienza di gioco. O magari ti spaccherai i cosiddetti e passerai a qualcosa di più avvincente. 



giovedì 10 novembre 2022

The Texas Chainsaw Massacre: non aprite quella porta!

 


The Texas Chainsaw Massacre - 1983 - Versione Atari 2600

Un gioco per Atari VCS basato su un film dell'orrore? Ebbene sì, esiste, ed è tecnicamente pregevole, benché si tratti fondamentalmente di una schifezza da giocare. Fondamentalmente ci si sposta su un prato, evitando gli ostacoli, per affettare persone con la nostra motosega. Tutto qui, nessun bonus particolare, nessuna variazione sul tema, tutto molto uguale a se stesso, nel bene e nel male.


Di buono c'è sicuramente la grafica, degna della macchina su cui gira il gioco, colorata, fluida e con diversi gradi di scorrimento parallatico. Insomma, una grafica notevole per essere sull'Atari 2600. Di cattivo c'è la monotonia del gameplay e il fastidioso effetto teletrasporto che hanno le vittime quando evitano i vostri colpi.



Piccola chicca: quando finisce la benzina e c'è il game over, arriva una bambina a prenderti a calci nel sedere! Una scenetta semplice ma efficace, che dimostra una certa cura da parte dei programmatori. Per il resto siamo di fronte ad un gioco da dimenticare (anzi, l'ha già fatto da solo, visto che di questo titolo non se ne ricorda nessuno).




martedì 8 novembre 2022

F17 Challenge

 


F17 Challenge - 1993 - Versione Amiga

Una via di mezzo tra Pole Position e Lotus Turbo Challenge: potrei definire in questo modo l'ottimo F17 Challenge, un titolo tra l'altro fatto in Italia che ti consiglio assolutamente di provare, soprattutto se ti piacciono i titoli dall'impostazione marcatamente arcade, sia nelle meccaniche di gioco che nel tipo di involucro in cui questo gioco è stato confezionato.



Come in Pole Position abbiamo dei circuiti chiusi da concludere dopo alcuni giri, ma non prima di aver partecipato alle qualificazioni che ci permetteranno, ad esempio, di partire per primi sulla griglia di partenza. Oltre al fatto che dobbiamo cercare di arrivare a fine gare se non primo almeno tra i primi, ogni volta che urtiamo un'auto avversaria o un ostacolo a bordo pista, danneggeremo la nostra auto. Se il danno salirà troppo la nostra auto inizierà ad andare più piano, fino a fermarsi con il game over se avremo il 100% di danni.



C'è quindi la possibilità di fermarsi ai box per aggiustare l'auto, sempre che si riesca a raggiungerli prima di fermarsi. Per fortuna il gioco non è troppo difficile (alla difficoltà normale è un gioco da ragazzi) per cui, capito come evitare gli impatti con le auto avversarie, diventa uno scherzo vincere il campionato!



Dal punto di vista tecnico è F17 è un buon titolo, fluido e colorato. La pista purtroppo ha l'orizzonte abbastanza breve, e questo è forse il maggior limite del gioco, visto che questa brevità si ripercuote anche sui dossi e le cunette, non così effettive come in Lotus 2. Altro problema è l'intelligenza delle auto nemiche, che praticamente non fanno altro che rimbalzare a destra e a sinistra... davvero poco.




Tuttavia F17 è molto giocabile e divertente ed è un mistero del perché sia così poco noto. Il mio consiglio è di provarlo assolutamente, e di farsi rapire dal gameplay semplice ma efficace fino ad arrivare a vincere il titolo.



venerdì 4 novembre 2022

21310: La casa del pescatore



Set 21310 - anno 2017 (pezzi 2041)


Eccezionale e davvero affascinante questo set ad ispirazione marinara! Una splendida casetta di legno costruita sulla scogliera e riprodotta fin nei minimi particolari, sia all'esterno che all'interno. La casa è infatti scoperchiabile (sia nel tetto che nella torretta) e può anche essere aperta su uno dei lati in modo da rivelare la bellezza e la cura per i particolari di ciò che vi è all'interno: un bellissimo e fornitissimo negozio di attrezzature per la pesca, pieno di articoli di varia natura appesi alle pareti e al bancone. Oltre a questo vi sono 4 omettini, un gatto e tre gabbiani che danno un tocco di vita ad una delle costruzioni Lego più belle che abbia mai visto, davvero un gioiellino che consiglio a tutti senza riserve.

Con questo set siamo di fronte all'eccellenza Lego.


Valutazione 10/10

Prezzo nuovo eur 400 circa



giovedì 3 novembre 2022

Qix & Stix, due versioni dello stesso gioco

 


Stix - 1982 / Qix - 1989 - Versioni Commodore 64

Per quelli che come me giocavano fin dall'83 o dall'84 con il mitico Commodore 64, Stix era a tutti gli effetti il nostro Qix, anche perché era l'unica versione di questo titolo disponibile per la nostra macchina da giochi. Credo che non ci sia nessuno che non l'abbia provato almeno una volta e che, alla fine, ne sia anche rimasto anche un po' scottato.



Il gioco infatti aveva diverse criticità tra cui, prima di tutto, la difficoltà non proprio amichevole. Qix di per sé, anche la versione arcade, non è un gioco facile, richiede una certa capacità di prevedere l'evolversi della situazione e buoni riflessi per evitare la morte. In più in questa versione capitava di morire per poi ricomparire vicino ad un nemico che ti ammazzava all'istante. A dir poco frustrante.



Oltre a questo il primo schema era su sfondo grigetto, quasi bianco, una cosa che ti spaccava gli occhi sulla maggior parte dei televisori dell'epoca, sintonizzati male e pieni di disturbi. Chiudeva il cerchio la lentezza con cui il gioco si fermava a riempire le aree. Tutto questo ha portato la maggior parte dei giocatori a mollare Stix dopo pochi tentativi.



Una versione ufficiale di Qix è arrivata solo nel 1989, anche questa non troppo esaltante dal punto di vista tecnico, ma senz'altro più veloce, giocabile e meno spacca/occhi. Probabilmente è anche leggermente più facile di quanto non fosse Stix.



Certo è che nel 1989 Qix arriva un po' fuori tempo massimo anche perché, a ben vedere, aggiunge poco o niente a quel pionieristico titolo del 1983. Mi sono divertito a provarlo adesso (nell'89 non ho avuto modo di giocarci sulla macchina originale), ma resto affezionato maggiormente al vecchio Stix, anche perché fu uno dei primissimi titoli che caricai quella famosa mattina di Natale che mi fu regalato il Commodore 64. Il mio consiglio è comunque quello di provare entrambi. Certo non ti devi aspettare una grafica stratosferica, né un sonoro pazzesco, ma questi giochi hanno quel fascino vintage che sotto certi aspetti è inimitabile e che non è solo ed esclusivamente per nostalgici.