lunedì 23 marzo 2020

La svogliata Beach Volley dell'Amiga



Beach Volley - 1989 - Versione Amiga

Ricordo che Beach Volley della Ocean era famoso soprattutto per la presenza, tra il pubblico che fa da sfondo ai campetti, di un bambino che si scaccola e di una ragazza con una tetta scoperta. Tanto bastò perché se ne parlasse, per lo meno nella ristretta cerchia delle mie conoscenze.



Naturalmente c'è ben altro da dire relativamente a questo gioco. Iniziamo col dire che è un gioco solo apparentemente semplice, immediato e a prova di imbecilli. Tutt'altro!
La gestione dei tiri e dei palleggi è abbastanza macchinosa per rendere necessarie parecchie partite prima di riuscire a domare, anche un minimo, i comandi. La semplice battuta, ad esempio, richiede: regolazione della posizione del giocatore lungo la linea di fondo, pressione del tasto per lanciare la palla, seconda pressione del tasto muovendo la leva in alto per spiccare il salto, terza pressione del tasto per dare il colpo alla palla quando questa è abbastanza vicino alla mano. Certo, dopo 2 partite diventa quasi automatico, ma questo è ciò che serve solamente per iniziare uno scambio.


Durante la partita bisogna imparare a gestire sia l'attacco che la difesa. La difesa fondamentalmente si riduce a due casistiche: difendersi da una schiacciata oppure da un palleggio. In entrambi i casi se si ha la fortuna di trovarsi nel punto in cui impatterà la palla basta premere il tasto per tenerla in gioco, ma il più delle volte ci viene concessa una frazione di secondo per muoverci nella posizione corretta (per questo parlo di fortuna). In caso di schiacciata si può anche tentare di murare l'attacco, ma il salto va fatto premendo il bottone mentre si va in alto, e poi si ha in tutto un picosecondo per direzionare il rimbalzo... insomma non è per niente facile parare e sperare anche di fare punto.




L'attacco invece inizia dopo il primo palleggio di ricezione (difesa) da parte di uno dei due omini in campo. L'altro eseguirà un'alzata in automatico, per cui è necessario farsi trovare nel punto giusto per schiacciare, oppure si può palleggiare il pallone dall'altra parte del campo. Qui la questione è ancora più complessa perché l'alzata potrà essere più o meno alta a seconda di quanto saranno distanti i due omini. Pertanto le tempistiche tra il salto e l'appuntamento dell'altro giocatore con la palla sono sempre diverse, e i salti a vuoto - almeno all'inizio - si sprecheranno.





Insomma, giocare a Beach Volley è un gran casino e infatti non sono mai arrivato oltre il 5 campetto. Anche perché l'avversario sembra non sbagliare un colpo e come se non bastasse c'è anche un tempo limite, finito il quale è game over! Dal punto di vista tecnico segnalo alti e bassi. L'aspetto generale è gradevole, ben animato e dal feeling molto "arcade", ma tutti gli omini in gioco sono uguali tra loro, e questo a mio parere non è dovuto a limiti di memoria, ma da una vera e propria realizzazione "svogliata". Del resto lo stesso bimbo scaccolante lo si trova riciclato in quasi tutti gli scenari. Insomma, il gioco è stato fatto un po' al risparmio riciclando tutti gli elementi, purtroppo. 



Il sonoro invece non mi è piaciuto. Ci sono alcune voci campionate, ma la musica pur essendo ricca di suoni ed abbastanza elaborata, suona piuttosto cupa, in uno stile abbastanza tipico dell'Amiga e di tutto ciò che veniva prodotto i primi tempi con il Soundtracker (un tool molto diffuso di cui parlerò prima o poi). Sarebbero bastati suoni più squillanti e puliti, ed avremmo avuto risultati molto più esaltanti anche da questo punto di vista.


Rimane quindi un titolo abbastanza tecnico e non troppo immediato, tecnicamente discreto ma poco curato. Dimenticabile, anche se la tetta rimarrà ad imperitura memoria.

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