Ant Attack - 1983 - Versione Spectrum
Ant Attack è il primo gioco a cui abbia mai giocato sullo Spectrum. Però devo un po' spiegare il senso di questa affermazione. Lo Spectrum era l'home computer di uno dei miei vicini di pianerottolo, un ragazzo una decina d'anni più vecchio di me, appassionato dungeon master, nerd puro, uno di quelli che ti presta libri fantasy, ti ingabbia per serate a giocare di ruolo e cose simili. Fin dal 1983 mi mostrò regolarmente, tutto tronfio, i giochi che aveva sul suo Zx Spectrum, ma in realtà questo computer non me lo ha mai lasciato toccare. Solo guardare. Ma del resto per lui io ero un bambinetto. Per avere un'esperienza più attiva con questo home computer dovetti aspettare di avere quel simulatore di Spectrum 48K che girava su mio Commodore 64, cosa che accadde se non ricordo male nell'inverno del 1986. Ho usato la parola "simulatore" perché quel software non era un emulatore come lo intendiamo oggi, ma era solo un programma che ti trasformava il C64 in quello che in apparenza sembrava uno Spectrum, ma che in realtà simulava solo il suo ambiente basic. L'interfaccia, il set di caratteri, la risoluzione e i colori che ti mostrava questo programma riproducevano l'ambiente tipico di quella macchina e ti permetteva di digitare, salvare ed eseguire programmi in basic scritti appositamente per Spectrum, simulando il comportamento del computer originale anche quando andavi ad agire coi comandi "poke", atti a modificare lo stato interno del sistema. Ma si trattava di un abile trucco, visto che questo simulatore non poteva eseguire programmi in codice macchina in quanto, per l'appunto, non emulava veramente uno Spectrum, non ricreava la sua architettura né riproduceva il comportamento del suo processore, faceva solo finta di essere uno Spectrum. In ogni caso già così com'era questo programma era fantastico, permettendoti di conoscere la macchina "concorrente" (c'era una vera guerra tra sostenitori di home computer differenti) e di poter "imparare a programmare in basic", frase con cui tutti gli utenti dello Speccy si riempivano la bocca per sostenere che il loro sistema, a loro detta, fosse "superiore" (ma ad onor del vero non si è mai visto un emulatore di Commodore 64 su Spectrum, e questo vorrà pur dir qualcosa!).
Quell'ambiente però aveva la sua magia, ad iniziare proprio dai colori e dal set di caratteri di sistema che, se mi permettete il termine, era davvero iconico. Questo set di caratteri veniva di solito "ridefinito" all'interno dei giochi commerciali, veniva cioè sovrascritto con caratteri dall'aspetto differente, sia per dare un tocco di cura maggiore al prodotto, sia per meri motivi estetici. In Ant Attack invece questo set rimane esattamente lo stesso che offriva la macchina, contribuendo a rendere questo gioco - per lo meno alla vista del sottoscritto - come "una cosa 100% da Spectrum". Questo fu uno dei motivi per cui scelsi Ant Attack come il primo gioco che finalmente potei testare (e siamo già nel 1994) su di un vero emulatore di Spectum. Devo essere sincero, non ricordo più se questo software girasse su Amiga 1200 o su Ms Dos, ho ricordi molto confusi di quell'anno (e non solo per l'età), ma certamente non ho mai posseduto uno Spectrum vero e quindi mi dovetti accontentare di emularlo su qualche altro computer in mio possesso.
Ma veniamo ora finalmente a questo gioco, che poi è comunque uno dei più acclamati videogame prodotti per questa macchina. E lo è a buon diritto, perché presenta caratteristiche che, fino all'epoca in cui uscì, non si erano praticamente mai viste. Te ne elenco qualcuna: all'inizio si può scegliere se guidare un maschio o una femmina, e credo che non ci siano altri giochi antecedenti a questo che ti proponesse una scelta di sesso; la visuale è in isometria e si può ruotare dalle quattro angolazioni, cosa assolutamente mai vista prima; la mappa di gioco si estende ben oltre le dimensioni dello schermo, grazi a scrolling multidirezionale, e sulle tre dimensioni, visto che ci sono strutture di varie altezze su cui si può salire saltando e, credimi, sembrava una cosa incredibile nel 1983. Infine citerei anche il "tank control", cioè il movimento relativo alla direzione in cui è rivolto l'omino (cosa che vedremo ad esempio nei primi survival horror, che quindi devono parecchio a questo gioco). Tutto questo è però in parte rovinato da una grafica totalmente monocromatica, lillipuziana e - per design - scattosa, fatta di chiaroscuri capaci di mandarti in pappa gli occhi dopo dieci minuti. Purtroppo questi difetti rendono Ant Attack un gioco che oggi non è in grado di divertire nemmeno per un minuto, in quanto i comandi sono a dir poco ostici, l'esplorazione difficilmente può emozionare nemmeno i vecchi nostalgici bacucchi come me, e il gameplay è talmente elementare da annoiare al terzo salvataggio. Resta il fatto però che Ant Attack è "una cosa 100% da Spectrum", per cui non posso non amarlo e rimanere ammirato per il futuro che è stato capace di farci intravvedere ormai oltre quarant'anni fa. Ant Attack è a buon diritto un classico, ma è solo per veri nostalgici.
Nessun commento:
Posta un commento