VIDEOGIOCHI - Gruppo Editoriale JACKSON - 1983/1987
Conobbi questa rivista solo all'inizio del 1984, a più di un anno dalla pubblicazione del suo primo numero. In una selva di pubblicazioni esposte sul retro dell'edicola svettava questa copertina con fotografata una torta di compleanno a forma PAC MAN, un'immagine che attirò immediatamente la mia attenzione. Comprai la rivista e me ne innamorai subito.
Fino a quel giorno tutte le notizie che potevo sperare di trovare sui videogiochi dovevo cercarle su Topolino o su Futura, ma erano sempre poche righe e parecchio centellinate. "Videogiochi" invece era una bella rivista corposa, ricca di notizie e recensioni. Quest'ultime erano rigorosamente senza voto (la stampa specializzata era evidentemente più avanti nel 1983 di quanto non lo sia oggi) e molto molto dettagliate nel descrivere i giochi. A volte lo erano persino troppo, quando si dilungavano inutilmente nell'elencare quanti punti valesse ogni azione o uccisione di alieni.
Erano oggetto di recensione, all'inizio, le cartucce per i sistemi più diffusi (Atari 2600, Intellivision, Colecovision, Videopac ecc), ma anche i giochi da bar (si noti: per il lessico di allora si parlava di giochi "da bar", non da "sala giochi"), e devo dire che sono passati su quelle pagine alcuni tra i giochi più importanti e mitici della storia. Col passare degli anni le recensioni dei giochi per home computer iniziarono a sostituirsi a quelle dei titoli per le ormai vetuste console, ma sempre mantenendo lo stesso formato molto colloquiale e descrittivo, anche se hanno iniziato ad accorciarsi per lasciare spazio a più titoli.
Un'altra caratteristica degna di nota di questa rivista è come la redazione avesse capito da subito la necessità di fare "community" per mantenere in vita la rivista: venivano dedicate alla posta moltissime pagine, pubblicando non solo lettere di richieste di informazioni (come succedeva principalmente nei primi numeri), ma anche opinioni dei lettori e una quantità spesso imbarazzante di disegni, proposte di giochi inventati, fumetti, vignette eccetera. "La busta del mese", cioè la busta più "simpatica", mi vide anche protagonista sul numero 35 (come da immagine prova che trovate qui sotto).
Non mancavano anche i concorsi tra cui, il più clamoroso, era la cosiddetta "videogara": se si documentava un record in qualsivoglia gioco pubblicato (da casa o da bar) si poteva vincere un abbonamento gratuito alla rivista, se lo stesso avesse resistito per almeno 3 mesi.
Altra rubrica mitica che arrivò a metà strada, e che non dimenticherà mai e che quindi merita una menzione, è "l'avventura è l'avventura", una raccolta di aiuti per chi si cimentasse con le avventure testuali, grazie alla quale riuscii a procedere in moltissimi giochi nei quali ero rimasto impantanato col Commodore 64.
Videogiochi, nei suoi primi 3 anni, era fantastica. Aveva tutto quello che serviva per sedare la nostra fame di notizie non solo sui videogiochi ma anche sugli home computer, dove in un'apposita sezione la rivista insegnava presino a programmare in basic! Poi, quando fu abbandonata dai suoi creatori (che sbarcarono in altri lidi per pubblicare Zzap!) improvvisamente chiuse i battenti, salvo riprovarci con una versione in formato A3 (dal titolo Videogiochi News) che continuai a comprare ma che trovai davvero deludente, avendo perso per strada tutto quello che aveva reso "Videogiochi" una rivista eccellente. Arrivai persino a scrivere una lettera di protesta... ma non l'ho mai spedita.
Anche rileggendo oggi quelle pagine si rimane colpiti dalla qualità generale nella realizzazione grafica e nei contenuti. Videogiochi era una grande rivista non solo per i tempi in cui fu pubblicata, rimanendo a conti fatti migliore di tantissime altre pubblicazioni arrivate (e poi scomparse) negli anni successivi. Questa pubblicazione era fatta da gente che ne capiva e che ci vedeva giusto.
Resta un documento molto interessante da sfogliare per gli amanti del retrogaming, ma non solo. Per esempio rileggendola qualche giorno fa mi ha colpito certa terminologia che avevo assolutamente dimenticato, come per esempio i termini "base" e "consolle" (con due "L") per indicare appunto quelle che oggi chiamiamo "console". Ma questo è solo uno dei tanti esempi per cui consiglio a tutti di riscoprire questa fantastica avventura editoriale.
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