Driller - 1988 - Versione Amiga
Come tutti i giochi usciti negli anni '80 che mostrassero una grafica 3d solida, anche Driller esercitò in me un certo fascino: mi era chiaro già 40 anni fa che il futuro dei videogiochi avrebbe finito per abbandonare la grafica bitmap per imboccare la strada del 3d, perché quello era chiaramente il punto di partenza per arrivare al fotorealismo. Certamente Driller non arrivò nemmeno ad evocarlo, il fotorealismo, ma l'impressione di maggior immersione in un mondo digitale era innegabile, benché la grafica scatticchiasse anche sugli Amiga più pompati. Ho visto addirittura girare (lento e monocromatico) questo gioco su uno Spectrum 48k, e lì era veramente una cosa impressionante dal punto di vista tecnico. Sul mio povero Amiga 500 il risultato non era così impressionante, anzi, la scelta dei colori mi ha lasciato più di una perplessità, tuttavia provai ad appassionarmi a questo gioco, spinto dal più genuino spirito esplorativo.
Purtroppo il gioco si rivelò molto più complesso di quanto non fosse auspicabile, e la mancanza di un manuale che spiegasse bene i tasti da utilizzare e, soprattutto, di una mappa per potersi orientare, ha reso fin da subito la risoluzione di questo gioco eccessivamente ostica. Non sono mai riuscito, quindi, a piantare più di un paio di stazioni di estrazione (su un totale, mi pare, di 18) finendo quasi sempre per morire cadendo in qualche baratro.
Per me Driller rimane quindi una grande occasione andata persa, ma certamente chi aveva la fortuna di averlo giocato originale, con la documentazione e magari su un computer più performante, si sarà divertito. Oggi certamente non è un gioco divertente, visto che oltretutto tecnicamente è penoso: non solo questo tipo di grafica vettoriale solida, senza texture, è invecchiata malissimo, ma anche il sonoro è povero e la velocità lascia a desiderare. Certamente non c'è alcun motivo per imporsi di giocare ad un titolo di questo tipo nel 2021.
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