martedì 11 marzo 2025

Google Earth, il Flight Simulator dei poveri

 


Google Earth come Flight Simulator

Naturalmente non aspettarti di avere l'esperienza di un Flight Simulator, ma nel suo piccolo Google Earth ti permette di sorvolare il mondo mettendoti alla guida di due mezzi, un Jet supersonico e un piccolo aereo da turismo. Col primo vai come un fulmine, col secondo invece puoi sorvolare con tutta tranquillità!


Manovrabile sia col mouse che con un joypad, non ci sono necessariamente tasti da premere, né pulsanti da schiacciare, volendo tutto è guidato dal solo movimento della cloche virtuale, per cui è quasi impossibile compiere manovre precise. A dirla tutta senza agire almeno un minimo sui flaps è già difficile riuscire a mantenere la rotta giusta, soprattutto se si eseguono movimenti bruschi (quindi un minimo di controllo da tastiera è necessario ad esempio se decidi di volerti sfracellare da qualche parte). Tuttavia questo utilizzo del celebre mappamondo di Google è davvero una figata, per cui corri subito a provarlo: una volta caricato il programma, basta premere CONTROL+A e puoi girare il mondo!



sabato 8 marzo 2025

The Legend of Zelda



The Legend of Zelda - 1986 - Versione NES

Avendo saltato completamente la generazione NES (all'epoca ero un commodoriano, attaccato al C64 e all'Amiga, praticamente per me non esisteva altro) mi ero perso tra i tanti giochi storici di quel periodo anche il primo Zelda, quello da dove tutto è iniziato. L'ho recuperato solo una decina di anni fa ma ero chiaramente fuori tempo limite, e infatti non l'ho mai degnato della mia attenzione per più di qualche minuto trovando: la grafica a dir poco datata, il sonoro fastidiosissimo, la giocabilità stranamente simile a quell'Into the Eagle's Nest di cui ho parlato nel post precedente (e che non è certo un complimento), e insomma per me Zelda era un gioco 8 bit del 1986 invecchiato piuttosto male.


Questo però non voleva dire che non lo considerassi un gioco divertente e che potesse ancora appassionare. Quindi l'ho rigiocato adesso nel 2025 per una serata intera e, benché abbia recuperato solo 3 degli 8 pezzi della "triforza", posso dire di aver finalmente capito come funziona, quali sono stati i suoi punti di forza e perché questo gioco abbia riscontrato tale successo.


Per iniziare il gioco non è facile ma nemmeno difficile. C'è sempre costantemente un determinato livello di sfida che viene mitigato solo dalla conoscenza: conoscenza delle stanze dei dungeon, conoscenza dei nemici semplici e dei boss e del loro modo di essere letali, conoscenza della mappa del mondo di gioco e per finire la conoscenza di come risolvere in fretta i vari enigmi ambientali.


Il mondo sembra liberamene esplorabile e questo, nel 1986, era innegabilmente una gran bella cosa. Tuttavia un ottimo game design fa sì che ci si trovi bene o male sempre dove si dovrebbe essere per non restare frustrati per la difficoltà dei nemici, anche grazie ad i vari pezzi di armamentario che raccoglieremo esplorando dungeon e negozi. Sono dell'idea che con una grafica dei paesaggi e dei nemici rimodernizzata esplorare il mondo di Zelda potrebbe essere ancora oggi un'attività interessante, così come è interessante anche il sistema di combattimento. Peccato solo che sia sufficiente perdere un minimo di energia vitale per vederci inibita la possibilità di lanciare la spada a mo' di freccia, rendendo i combattimenti molto meno intriganti (e più difficili), nella spasmodica speranza di recuperare quel cuoricino necessario per recuperare l'abilità.


L'alternanza tra mondo esterno e i dungeon (graficamene molto più carini della controparte esterna), donano infine quella giusta varietà al gameplay necessaria anche per appagare il senso di progressione necessario per lasciarti attaccato allo schermo. Insomma stiamo parlando della formula vincente copiata poi da centinaia di altri giochi (oltreché da tutti gli Zelda successivi). L'unica nota dolente, è proprio il caso di dirlo, è la musica. Come detto è estremamente fastidiosa, ripetitiva, fuori luogo, roba da strapparsi le orecchie dopo 10 minuti, figuriamoci cosa voglia dire sopportarla per ore. Ma per fortuna è sempre possibile abbassare il volume della tv.
In definitiva oggi il primo Zelda resta tutto sommato un gioco valido nel design ma invecchiato piuttosto male, anche perché è effettivamente il prototipo di tante cose venute dopo che hanno raffinato la ricetta al punto da far sembrare questo primo titolo più sciapo di quanto non sia in realtà.



venerdì 7 marzo 2025

Into the Eagle's Nest



Into the Eagle's Nest - 1987 - Versione Commodore 64

Questo è un gioco che non ho mai amato. L'avevo per il Commodore 64 e all'epoca lo trovavo eccessivamente difficile, oltreché graficamente opprimente. La mia partita media durava pochi minuti, probabilmente perché ero piuttosto negato io visto che oggi, rigiocandoci, non l'ho trovato così impossibile come lo ricordavo. Resta il fatto però che la poca visibilità su schermo e il "respawn" continuo dei nemici (che si contrappone ad un numero limitato di munizioni) mi mal dispongono ancora oggi.


Into the Eagle's Nest ricorda un bel po' Gauntlet, sia per quanto riguarda l'impostazione grafica che il gameplay, ma l'azione in questo gioco è decisamente più blanda, i nemici sono presenti in numero minore, ma c'è un pelo di più di esplorazione e di gestione delle risorse. Tuttavia si muore con una facilità che mi indispone. Morivo con talmente tanta frequenza quando ci giocavo col Commodore 64 che quando mi arrivò la versione per Amiga non la volli caricare nemmeno una volta (tanto poi mi fu confermato che era praticamente identica, anche graficamente).


Eppure so di tante persone che si appassionarono a questo titolo, al punto da arrivare a mapparsi i vari livelli (interconnessi da ascensori) con indicate le posizioni di ogni chiave e tesoro. E se è vero che questo gioco può ricordare un Wolfestein 3D... ma in 2D (e mi si scusi il gioco di parole, ma è proprio così), manca totalmente di quell'atmosfera e, in definitiva, del divertimento che può regalare uno spara-spara puro. Per non parlare del fatto che le ambientazioni sono tutte uguali e, come detto, parecchio opprimenti. In sostanza, pur essendo Into the Eagle's Nest considerato quasi un classico, non credo valga la pena provarlo oggi.



martedì 4 marzo 2025

75980: La Tana di Lego Harry potter

 


Set 75980 - anno 2020 (pezzi 1015)

Possedevo già un set raffigurante la casa di Ron e la scena dell'assalto da parte dei mangiamorte (la mia recensione la puoi trovare qui), era un set del 2010 e contava 560 pezzi circa. Ma la Lego ha voluto creare altri due set dello stesso soggetto, il primo nel 2020 per 1015 pezzi, che è quello di cui ti parlo qui, e un secondo enorme set di ben 2500 pezzi pubblicato lo scorso anno (e che probabilmente non comprerò mai).
Ora ti domanderai se fosse proprio necessario ricomprare una versione leggermente espansa dello stesso soggetto, e probabilmente la risposta è no. Tuttavia il set è decisamente migliore, soprattutto perché questa  nuova costruzione ha per lo meno delle dimensioni accettabili. Sembra che la Lego abbia ascoltato la mia lamentela in cui per l'appunto criticavo quanto l'interno della casa fosse minuscolo, e infatti con questa nuova versione il problema si può considerare risolto. Certamente anche questa Tana non è enorme, ma è fatta in modo che si possa aprire in tre parti e quindi in un certo senso la si può ampliare ancor più. Inoltre la casetta è ricca di particolari e ci sono un sacco di omettini, compreso un maiale, e persino l'opera di costruzioni è abbastanza divertente, presentando alcune trovate, come la torre fuori asse, che impreziosiscono il set. L'unico limite è che per l'appunto è molto simile al vecchio set, per cui se già si è in possesso di quello sembra di avere per le mani quasi la stessa cosa.

Valutazione 7/10

Prezzo nuovo eur 140



lunedì 3 marzo 2025

Pelé's Soccer



Pelé's Soccer - 1981 - Versione Atari VCS 

Insieme a Space Invaders e a Pac Man, questo è stato uno dei primissimi giochi che abbia mai provato su una console casalinga, e ovviamente mi sto riferendo al mio amatissimo Atari 2600. La cartuccia era come sempre del mio vicino di casa ed fu con lui che ebbi quindi la mia "prima volta" di una partita in doppio, una sfida in contemporanea con un videogioco. C'erano state diverse sfide videoludiche nella mia vita, prima di allora, ma era successo sempre con giochi arcade in sala giochi, ed erano sempre state sfide "asincrone", cioè si giocava prima uno e poi l'altro, mai in contemporanea. Per questo motivo trovai questo Soccer divertentissimo: sfidarsi contemporaneamente era una cosa totalmente nuova e non importava se il gioco in realtà non avesse nulla a che spartire con il calcio vero! Questo era un gioco di calcio "elettronico", con le sue regole e le sue caratteristiche, e a noi andava bene così. 

...


Pur essendoci solo tre omini sferoidali, in formazione fissa che,  quando in possesso di palla,  dimezzavano la loro velocità, pur essendoci portieri non giocabili e situati letteralmente all'interno della porta, pur non avendo alcun fronzolo grafico su schermo se non dei ridicoli fuochi artificiali qualora la palla andava in rete, questo terribile gioco di calcio era davvero divertente in due ed aveva anche un retrogusto da sala giochi molto più di tanti titoli anche migliori comparsi sulla console Atari. Che dire insomma? Oggi fa pena forse, ma resta un piccolo caposaldo nella storia dei giochi da casa.