Podcast videoludici (parte .. ??? ho perso il conto)
Ho davvero perso il conto di quanti articoli ho scritto in questi sette anni relativamente ai podcast che ascolto. Molti di questi sono morti nel frattempo, altri invece ne sono nati... altri ancora invece resistono a mala pena o sono ancora in piena salute. Com'è come non è, oggi ti parlerò di due nuovi podcast tanto diversi tra loro quanto interessanti.
LA MOKA
La Moka è il prodotto di un gruppo di tre youtuber piuttosto famosi: Yotobi (un vero decano in questo ambito che, tra alti e bassi, ha comunque contribuito moltissimo a Youtube Italia), Moro (che del gruppo è quello che conosco meno ma mi è sempre stato simpatico) e il Gatto (che devo ammetterlo: quando le prime volte l'ho visto giovanissimo apparire nei video con Farenz ho pensato che fosse un emerito idiota, salvo poi notare un netto miglioramento con gli anni e adesso lo trovo molto bravo e preparato). Trattandosi di un gruppetto di youtuber questo podcast ha un ritmo piuttosto sostenuto e spesso va molto in profondità nel raccontare le esperienze di gioco, alle volte perdendosi un po' troppo in certi particolari che - per chi non ha mai visto i titoli in questione - potrebbero essere anche poco interessanti. Tuttavia a me La Moka piace molto, sia per la sua formula che per i personaggi che la animano., spesso discutendo e confrontando i propri punti di vista, un po' come facevano i Godfathers del già citato Farenz. Decisamente un podcast interessante, soprattutto per chi non è eccessivamente matusa come me e non ha preclusioni verso gli youtuber.
MENU DI PAUSA
Menù di pausa è il podcast ufficiale di un progetto giornalistico, Atacore, il cui mantra principale è quello di evitare la fuffa, le voci di corridoio e tutte quelle notizie acchiappaclick che ammorbano l'informazione videoludica in Italia e non solo. Il podcast in sé vuole essere quindi uno specchio sull'attualità senza cadere nella tentazione di parlare di cose non certe o totalmente campate per aria. L'idea è buona, l'esecuzione anche, mentre i personaggi che popolano questo progetto vanno un attimo analizzati. Iniziamo con Fabio di Felice che, a mio parere, è la punta di diamante nel giornalismo di settore in Italia. Non lo conosco personalmente, non me ne viene nulla ad adularlo, ma sono assolutamente convinto del fatto che sia una delle poche persone che davvero sa scrivere, sa parlare e soprattutto sa argomentare sempre in modo impeccabile le sue opinioni. Posso anche non essere sempre d'accordo coi suoi pensieri e coi suoi gusti, ma è capace di argomentarli sempre così bene che arrivo ad accettare il suo punto di vista come legittimo e sensato, se non quasi a condividerlo. Cosa si può chiedere di più? Segue Federico Ercole, un personaggio più unico che raro, che dal suo modo di parlare ricorda un vecchio professore, un professor Silente, saggio, pacato, forbito nel linguaggio, capace di essere nel contempo ponderato e colorito nei ragionamenti. Insomma uno di quei personaggi che non ti stancheresti mai di ascoltare anche solo per la cultura che esprime in ogni suo intervento. Il terzo conduttore del podcast è invece Fabio Canonico. Se dei due personaggi precedenti ho parlato solo bene, di Canonico non posso trattenere una critica. Premesso che "per il resto" è assolutamente adeguato a tener testa agli altri due e che sicuramente è un bravo giornalista e tutto quanto, ha però la tendenza a partire per la tangente con ragionamenti spesso piuttosto opinabili e/o ridondanti. Va ascoltato per capire quello che voglio dire, ma farò un esempio inventato - per dare un'idea - che può essere, così per gioco, il suo parere sull'acqua gassata, facendo finta semplicemente che a lui non piace. Il suo discorso durerebbe un quarto d'ora almeno, inizierebbe con un tono leggermente indignato e inizierebbe ad infervorarsi sempre di più minuto per minuto più o meno in questo modo: "Ora, se voi avete sete, non volete acqua gasata e prendete una bottiglia banalmente per berla dovete prima di tutto guardare che sulla confezione sia scritto 'acqua naturale', un'imposizione a mio parere che non andrebbe caricata sulle spalle del consumatore. Ma anche leggere 'naturale' potrebbe non essere sufficiente, perché a volte c'è scritto sì 'naturale' ma è una scritta ingannatrice perché poi, magari più piccolo, ci trovi la scritta 'artificialmente addizionata di anidride carbonica' che vuol dire, banalmente, che quell'acqua è gassata. Allora perché, ti chiedi, alcune bottiglie hanno scritto in grosso 'gassata' sull'etichetta e altre no? E' banalmente un grosso inganno visto che in questo modo c'è il rischio che bevi un sorso d'acqua pensando banalmente che sia naturale e poi ti trovi la bocca piena di bollicine di gas, e resti lì a chiederti perché! Quindi alcuni produttori cercano di spacciarti l'acqua col gas sperando che tu non te ne accorga? Secondo me sì. E' vero che banalmente aprendo il tappo, se l'acqua è gassata, si sente il rumore del gas che esce, ma non è detto che ci sia silenzio in quel momento, e quindi magari non te ne accorgi. Se poi la bottiglia è gelata non riesci nemmeno a notare se ci sono delle bollicine di anidride carbonica dentro, per via della condensa che banalmente va a impedirti un'analisi anche solo sommaria del contenuto della bottiglia. Che poi riflettendoci, il rumore del gas quando stappi la bottiglia è già di per se stesso qualcosa di banalmente artificiale che va in conflitto col concetto stesso di acqua, elemento naturale tra i più basici e semplici, la cui presenza di gas invece rovina l'esperienza del dissetarsi. Perché quindi rovinare un elemento banalmente così puro come l'acqua potabile trasformandolo in un prodotto, sì più vendibile, ma meno pregiato e soprattutto perché farlo con qualcosa, l'anidride carbonica, che banalmente non serve a nulla se immessa nel nostro organismo? E perché non lo chiariscono una volta per tutte con un etichetta semplice, univoca, uguale per tutti?". Mi fermo qui, ma questo basti per farti capire cosa succede quando gli lasciano troppo a lungo il microfono a disposizione. La cosa è anche abbastanza divertente (anche perché mi immagino gli altri due che si guardano imbarazzati) ma alle volte diventa tediosa quando resta minuti a ribadire lo stesso concetto per cui sarebbero bastate tre parole. Detto questo non me ne voglia il sig. Canonico, perché Menù di Pausa è un ottimo podcast che ascolto sempre con piacere e che ti consiglio senza alcuna riserva.
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