lunedì 28 gennaio 2019

Riviste dal passato: Input



Input - ed. De Agostini (1984-1985)


Più che una rivista vera e propria, questa collana composta di 52 uscite settimanale andava a formare in realtà una specie di elegante enciclopedia rilegata in 5 volumi. Era a tutti gli effetti un corso di programmazione dedicata agli home computer dei primi anni '80 (Vic 20, C64, Spectrum, BBC, Tandy ecc), ricca di sezioni che andavano a spiegare come programmare giochi, applicativi, grafica e sonoro sulle diverse macchine.
Grazie a questa pubblicazione imparai a programmare prima in basic e poi in assembly, sia su Commodore 64 che su Spectrum (su quest'ultimo mi fermai al basic, però). Come detto era strutturata come un vero e proprio corso di programmazione che partiva dalle basi fino ad arrivare, per l'appunto, al linguaggio macchina utilizzando il quale alle fine eri in grado di mettere insieme un vero e proprio gioco per personal computer, con grafica e sonoro.



Iniziai a comprarla, grazie a mio padre, fin dal primo numero nel settembre del 1984. All'epoca non avevo ancora un computer per cui sperimentavo i miei primi listati in basic scrivendoli su un quadernetto, e poi li andavo a provare a casa del mio compagno di banco che possedeva già il C64 da qualche tempo. Dopo pochi mesi, a Natale, mi arrivò l'agognato home computer e finalmente liberai la mia creatività iniziando a programmare senza sosta (quando non giocavo con la libreria di programmi che mi ero copiato dall'amico di prima, ovviamente!).




Fu soprattutto grazie ad Input se iniziai a programmare le mie prime rudimentali avventure testuali in basic (alcune anche ben fatte, ma sono andate perse purtroppo...). Il sistema base che fu illustrato in questa pubblicazione, benché molto primitivo, creava una struttura dati concettualmente perfetta, che infatti ho preservato elaborandola, negli anni, per tutti i miei giochi.
Il grande merito di questa pubblicazione è infatti nel metodo che adottava per spiegare i rudimenti di programmazione. Diceva quanto bastava per farti capire come ragiona un programmatore, e poi ti dava in pasto un listato in grado, una volta copiato e lanciato, di farti vedere subito il risultato di quel ragionamento. Spesso ti lasciava anche l'onere di andare a fondo, per capire al 100% il listato, ma era un compito sempre alla portata del lettore.



Purtroppo, almeno la versione italiana, soffriva di molti errori di stampa, soprattutto nei listati, che a volte li rendeva ineseguibili e bisognava attendere l'errata corrige sui numeri successivi, soprattutto quando mancavano linee intere di codice! Per fortuna il più delle volte il problema era solo nella formattazione del testo, ma risultava essere comunque una grossa scocciatura: copiare listati era un'operazione di per sé stessa foriera di molti errori, per cui il dubbio che l'errore sul testo non ci fosse ti portava a perdere un sacco di tempo a ricontrollare i listati, e tutto questo era molto frustante!



Se consideriamo che all'epoca avevo 13 anni credo che si possa dire che Input fosse fatta molto bene, decisamente chiara e alla portata di un ragazzino così piccolo e digiuno di informatica. Non so se oggi esiste qualcosa di simile, ma probabilmente nemmeno servirebbe visto il livello di complessità richiesto nella programmazione di qualcosa di moderno. L'epoca dell'home computer, del ragazzino che programma nella cameretta è totalmente tramontata, purtroppo. Se comunque mio figlio mi chiedesse mai di insegnagli a programmare, rispolvererei i primi numeri di Input e inizierei a fagli programmare un "Hello world" in basic.


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