giovedì 12 settembre 2019

Pitfall 2 e il Commodore 64



Pitfall 2 - 1984 - Versione C64


Pitfall 2 è senz'altro uno dei miei giochi preferiti per il Commodore 64 anche se, oggettivamente, non spacca in nessun ambito, tradendo piuttosto palesemente la sua natura di porting da una macchina minore. Graficamente è quindi abbastanza monotono, con gli sprite del personaggio e dei mostri dall'aspetto davvero minimale (pur se animati discretamente), e con gli sfondi a dir poco spogli. Per carità, il suo lavoro lo fa, ma - benché sia molto più bassa la risoluzione - da questo punto di vista la versione originale per Atari 2600 risulta più piacevole, in quanto molto più colorata. Banalmente, anche le semplici rane sono formate da 3 o quattro sfumature di colore, contro la monocromia degli sprite del C64. In fondo all'articolo metto una foto presa dall'Atari, così puoi fartene un'idea.



Stesso discorso per il sonoro: gli effetti sono bene o male gli stessi che si possono ascoltare sul 2600, ma la musica è fin troppo melliflua, con questa sua impronta sinusoidale che magari non spacca le orecchie, ma che tende a deprimere piuttosto che ad esaltare il giocatore. La versione dell'Atari  2600 invece ha una musica molto più ruvida e persino ritmata, insomma decisamente migliore. Il brano è in ogni caso bello, ho persino fatto un breve remix della colonna sonora di Pitfall 2, che puoi ascoltare qui
Mio remix su Kwed
ma ti avverto: se l'idea di arrangiarla alla Indiana Jones secondo me resta valida, la realizzazione fa abbastanza cagare (all'epoca disponevo solo di una Soundblaster Live!). Dovrei rifarla... magari un giorno o l'altro mi ci metto, promesso!





Tornando al gioco vero e proprio, al giocatore viene richiesto di esplorare un non tanto intricato complesso di caverne sotterranee, cercando di recuperare tutti i tesori disseminati sulle varie piattaforme e, soprattutto, raggiungendo la nipotina di Pitfall e il suo puma (quest'ultimo si vede subito iniziando il gioco, messo a meno di 2 metri dal protagonista, ma in realtà si trova proprio nel punto più lontano da raggiungere).
I bastoni tra le ruote ci vengono messi solo dal bestiario presente nella caverna: pipistrelli, rospi, anguille e delle sottospeci di condor. Ad ogni contatto con questi animali si torna all'ultimo checkpoint (ce n'è una manciata sparsi per le grotte) e si perdono punti. Il game over arriva solo quando i punti arrivano a zero. Per fortuna il gioco è facile e nemmeno troppo lungo. Non è strettamente necessario mappare, in quanto le grotte sono piuttosto schematiche, con pochissimi punti un po' più complessi da raggiungere. E gli animali che ci ostacolano si muovono sempre e soltanto seguendo un unico schema, quindi sono facilissimi da evitare, a meno di non impastarsi coi comandi. Anche i salti sono sempre uguali tra loro ed è molto difficile cadere (cosa che ci farebbe perdere comunque dei punti). Tutto questo quadro rende il gioco molto facile e piacevole da portare avanti.



L'unica difficoltà che incontrai 35 anni fa, e che mi tenne bloccato almeno una settimana, è dovuta al fantomatico palloncino. Ad un certo punto mi era sembrato che non ci fossero altre strade per proseguire con l'esplorazione delle grotte, ed ero quindi rimasto fermo lì, finché un giorno un mio amico mi disse che, giochicchiando, una volta aveva visto un palloncino fluttuare... mi fiondai a cercarlo, trovandolo finalmente proprio nel punto più logico in cui sarebbe dovuto essere! Infatti, in un punto della grotta Harry Pitfall è in grado di spiccare un salto molto più alto del normale, e se si ha la pazienza di attendere una decina di secondi, effettivamente al posto di un pipistrello arriva un palloncino a cui ci si può attaccare per poi raggiungere altre piattaforme. Da quel momento andai avanti in scioltezza terminando il gioco svariate volte, fino a raggiungere il punteggio perfetto!



Oggi cosa rimane di tutto ciò? Secondo me Pitfall 2 resta un buon gioco, non troppo impegnativo, affrontabile anche senza una mappa, e piuttosto divertente da portare a termine. Per lo meno io mi ci diverto ancora, e la mezz'ora necessaria per arrivare in fondo (ovviamente potrebbe essere necessario anche il doppio del tempo se si deve imparare a giocarlo) sono ancora spese bene, a mio parare. C'è pochissima varietà e bisogna imparare a posizionarsi in modo quasi millimetrico per non farsi toccare dai nemici, ma una volta prese le misure può diventare entusiasmante ad ogni ritrovamento di uno dei tesori sparsi per la mappa di gioco.


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