sabato 4 gennaio 2025

Aliens: Dark Descent

 


Aliens: Dark Descent - 2023 - Versione Playstation 5

Aliens: Dark Descent non è affatto un brutto gioco. Da una parte ricorda il classico Ufo: Enemy Unknown, con truppe da coltivare, missioni di recupero con cui salvare persone e trovare nuove risorse, che poi alla base ci permetteranno di sviluppare nuovi armamenti e oggetti di supporto. Dall'altra parte il gioco ricorda anche il classico Baldur's Gate, con il nostro party che esplora e combatte in tempo reale ma che, grazie alla pausa tattica, può compiere le azioni e usare le abilità che diremo nel momento opportuno a ciascun membro.


E poi ovviamente ci sono gli Alien che spuntano dalle fottute pareti, il rilevatore di movimento che ci mostra tanti mostri solitari erranti ma anche orde di alieni che ti costringono a ripiegare in qualche stanza e saldare le paratie per resistere all'attacco. Non mancano i face hugger che corrono ovunque e le persone a cui esplode il petto. Detto questo, quindi, cosa potrebbe andare storto in Aliens: Dark Descent?


Potrei dirti che dopo alcune ore di gioco l'ambientazione è fondamentalmente sempre la stessa: corridoi e stanze, qualche piazzale all'aperto, e poi di nuovo corridoi e stanze. Oppure potrei dirti che gli avanzamenti tecnologici, e quindi l'equipaggiamento dei nostri marines, non è una meccanica così esaltante come accadeva in Ufo. Oppure potrei dire che alla quarta citazione di frasi già sentite nei film il sorriso ti va via e iniziano un po' a caderti le palle, soprattutto davanti a personaggi di una banalità sconcertante (c'è il classico marine gradasso, quello sarcastico, quello che continua a dire "moriremo tutti"...) mentre la protagonista è odiosa, capace di fare tutto al punto che quasi deve ordinare ai soldati persino di andare in bagno a pisciare altrimenti se la farebbero nei pantaloni... insomma il gioco sembra scritto per un bambino di 8 anni (o per un nerd idiota). Ma il problema vero, per il sottoscritto, è stato un altro.


Tutti questi problemi che ho citato possono non essere oggettivi, anzi non lo sono affatto, e la storia potrebbe piacerti, combattere con i mezzi a disposizione potrebbe piacerti, le battute dei marines potrebbero piacerti, l'ambientazione monotona potrebbe essere l'ideale per te, del resto tutto è assolutamente coerente col film a cui si ispira. Così come non è assolutamente oggettivo il problema che mi invece ha imposto di disinstallare il gioco alla terza missione: l'ansia.


Non mi è mai capitato di dover mollare un gioco perché anziché divertirmi provavo un'ansia insana, capace anche di disturbarmi il sonno. Non sto parlando di paura degli alieni, non sono mai stato impressionabile né dai film di Alien né da alcun videogioco. Ma questo gioco, per come è strutturato, per come agiscono gli alieni, per tutto l'insieme non mi dà alcuna soddisfazione ma solo la voglia di vedere il sole, di starmene altrove, di evitare lo scontro. Se è questo ciò a cui puntavano gli sviluppatori, tanto di cappello! Ma se sensazioni di questo tipo sono piacevoli, per il sottoscritto, solo per le due ore della durata di un film, e già dopo cinque o sei ore di gioco - se non c'è una giusta compensazione in dopamina - inizio a patire questa costante situazione di inferiorità e impotenza con un stato d'ansia che, ripeto, non ho mai provato prima.


Con Alien: Isolation mi ero divertito un sacco, ma in quel gioco sapevo di dover solo scappare ed evitare il contatto. In Aliens: Dark Descent invece siamo lì per combattere, per raddrizzare una situazione storta, per cui la frustrazione di trovarsi in un posto dove in partenza sai che è difficile uscirne vivo (un luogo che invece andrebbe nuclearizzato), è troppo forte per darmi un qualche tipo di divertimento. Ripeto però che probabilmente sono io a viverla male, così come vivo male anche il fatto che siamo costretti a correre da una missione all'altra senza potercela prendere comoda (altra fonte di ansia per il sottoscritto). Quindi il gioco è bello, ricco di dettagli e ricchissimo di atmosfera, ma io non riesco a giocarlo. Peccato.




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