Atelier Iris: Eternal Mana - 2006 - Versione Playstation 2
Conservo il ricordo di questo Atelier Iris come uno dei giochi più carini che abbia mai provato in tutta la mia carriera di videogiocatore. Ricordo che lo comprai per pochi euro praticamente a scatola chiusa da Mediaworld: era su uno scaffale, aveva una bella copertina e soprattutto era marchiato da quella Nippon Ichi che mi aveva regalato, pochi mesi prima, l'incredibile Disgaea.
Questo bastava per portarlo alla cassa e pazienza se non avevo idea di che gioco potesse essere, ignoravo che meccaniche avesse e in generale mi importava poco della qualità tecnica di questo titolo. L'ho preso come già detto a scatola chiusa, tanto costava poco e al massimo - ho pensato - non mi sarei suicidato se si fosse rivelato una fetecchia.
Invece no. Ammetto che sono rimasto un attimo interdetto davanti ad una grafica totalmente bitmap sotto certi aspetti eccellenti, ma che mi faceva un effetto strano, soprattutto quando vedevo i personaggi muoversi sopra scenari disegnati a mano e dalla strana prospettiva, per non parlare degli oggetti un po' posticci che comparivano e scomparivano entrando ed uscendo da un ambiente all'altro. Ammetto che pensai, davanti alla world map (in italiano: mappamondo), che questa fase di gioco facesse cagare graficamente (convinzione che poi mi fu confermata dalla recensione sull'allora eccellente Game Republic, che arrivò a definirla "pietosa"). Ammetto anche che le musiche, pur bellissime, fossero molto distanti da quello che mi sarei aspettato di sentire. Insomma ammetto che pensai di essere di fronte ad un gioco per PS1 piuttosto che davanti ad un titolo per Playstation 2. Ma poi le cose andarono diversamente.
Il gioco dimostrò subito di avere una sua personalità e, soprattutto, una sua spiccata originalità. Certo, Eternal Mana è un classico gioco di ruolo giapponese, col suo bel party che va popolandosi (ma che ti impone di far combattere solo tre individui contemporaneamente lasciando gli altri in panchina). Ma l'idea di raccogliere elementi ed oggetti per sintetizzarne di nuovi, non solo con la cucina ma anche con l'alchimia, rendeva questo gioco come qualcosa di davvero interessante. Per inciso, è importante sottolineare che questo Atelier Iris è stato il primo Atelier che vedevo, e mi viene anche da dire "per fortuna", visto che Eternal Mana è, come ti ho appena detto, un gioco di ruolo fatto e compiuto, e non un giochino poco vario come Atelier Marie. In definitiva l'idea di creare una grossa quantità di oggetti , spesso necessari per progredire nella storia o per ottenere gli equipaggiamenti migliori, per me era una cosa fresca e interessante.
L'esplorazione degli ambienti acquistava quindi un sapore nuovo, quello della raccolta di oggetti ed elementi, grazie a quali ingrandire l'arsenale e le possibilità di sopravvivere a mostri e boss. Le battaglie, a turni, erano interessanti e davano soddisfazione. E in tutto questo la trama teneva il gioco insieme in un modo molto simpatico e da "manga".
A me la trama nei giochi interessa pochissimo, ma questo gioco è uno di quei pochi esempi, assieme ad qualche altro titolo come Xenogears e Final Fantasy X, in cui invece ho trovato che la storia e il modo in cui viene raccontata sono al livello di una serie tv, con personaggi, situazioni e accadimenti degni del loro nome.
In particolare i comprimari sono tutti personaggi spassosi (ad esempio la negoziante Veola), con una loro caratterizzazione ben scritta e anche una certa mobilità che, nel suo piccolo, dona una certa vitalità a questi personaggi non giocanti, al punto che sono arrivato ad affezionarmi un po' a loro. Un altro esempio in tal senso è il tutorial del gioco, che attraverso delle brevi lezioni tenute da un buffo folletto, ti spiega come funzionano i vari poteri che acquisti mano a mano, il tutto con un sapore comico mai eccessivamente stucchevole.
Ora, non pensare che questo gioco sia chissà cosa, anzi è un titolo dai livelli produttivi davvero modesti, ma rigiocandoci ora dopo quasi vent'anni lo trovo ancora fresco e seducente, pur se di acqua ne è passata eccome sotto i ponti. E' un racconto simpatico, c'è un sacco da esplorare (con delle meccaniche alla Metroid per cui è possibile acquisire dei poteri che ti permettono di tornare a prendere oggetti prima inaccessibili), tante battaglie e tanti boss, belle musiche e personaggi simpatici.
Insomma Atelier Iris: Eternal Mana è un gioco assolutamente straconsigliato a tutti gli amanti dei giochi di ruolo giapponesi, con il solo limite della lingua, che è l'inglese e di una certa reiterazione delle cose da fare nei vari ambienti. Per inciso me lo sono rigiocato tutto dall'inizio alla fine e me lo sono goduto un sacco.
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