martedì 25 febbraio 2020

The Last Ninja



The Last Ninja - 1987 - Versione C64


Tra i grandi giochi del 1987 per il piccolo Commodore 64 rientra a buon diritto il titolo in questione, primo di una fortuna trilogia che fu poi pubblicata anche su molte altre macchine, persino sulle console giapponesi. Ma The Last Ninja era davvero questo grande gioco? La risposta è, almeno a mio parere, "nì".



Per iniziare il gioco ho grossi problemi di controllo del personaggio sullo schermo (il ninja), resi ancor più complicati dalla visuale isometrica. Soprattutto, per invertire la direzione in cui l'omino guarda non basta muoversi nella direzione voluta, ma è necessario prima passare per una direzione intermedia a 90°, altrimenti semplicemente si camminerà all'indietro, cosa che, almeno all'inizio, è un gran casino da gestire. Inoltre è richiesta una precisione al pixel per raccogliere gli oggetti, cioè bisogna mettersi alla distanza giusta in modo che estendendo il braccio questi porti la mano esattamente sull'oggetto: macchinoso, scomodo e in una parola: assurdo!



L'altro problema enorme è nella gestione dei salti: quando è necessario guardare un torrente o una palude, un passo falso e si è morti. Peccato che non si possa sapere, senza aver fatto diverse prove precedentemente, in che punto esatto si terminerà il salto partendo da una certa posizione. In sostanza anche qui bisogna posizionare il personaggio esattamente al pixel, sapendo già però in partenza il pixel corretto in cui metterlo, altrimenti si perde una delle vite miseramente. E non c'è abilità che tenga, si muore solo ed esclusivamente perché è necessario fare un "trial and error" continuo. Questa cosa mi stava stretta 30 anni fa, figuriamoci oggi.



Laddove un po' di abilità potrebbe servire (il condizionale è d'obbligo) è invece negli scontri coi vari nemici disseminati per le mappe di gioco. Pur avendo diverse armi a disposizione, pur potendo parere i colpi, alla fine però è quasi sempre preferibile evitare lo scontro compiendo piroette a ripetizione finché non si riesce ad uscire dalla schermata di gioco (cosa che misteriosamente fa scomparire il nemico...). Alcuni mid-boss vanno affrontati utilizzando alcuni gadget (tipo la bomba o lo shuriken), ma anche qui bisogna calibrare il lancio al pixel altrimenti si mancherà miseramente il bersaglio. 





Se si decide invece di combattere con spada o altra arma bianca, c'è sempre il problema che è praticamente impossibile aggirare il nemico, e la possibilità di menare fendenti a vuoto è altissima perché basta essere 4 pixel spostati rispetto al suo asse che il vostro braccio colpirà l'aria (mentre il nemico vi bastonerà allegramente). Se si considera che gli scontri rappresentano un buon 50% del gameplay, capiterete perché non trovo The Last Ninja questo gran capolavoro.



Il restante 50% del gioco è invece incentrato sull'esplorazione. Le mappe dei vari livelli sono quasi sempre piuttosto piccole ed è difficile perdersi (solo il "dungeon" è leggermente più complicato, ed è per questo, forse, il livello più divertente). Esistono degli enigmi ambientali molto elementari, tipicamente raccogliere oggetti che servono per aprire qualche passaggio, ma riescono ad essere a volte piuttosto criptici (ad esempio ad un certo punto c'è da mettere un fiore in una damigiana... uno come cavolo lo potrebbe anche solo immaginare?).



Dove The Last Ninja può essere invece considerato un capolavoro è nella realizzazione grafica e sonora, davvero allo stato dell'arte per il piccolo Commodore 64. I giardini giapponesi, in particolare, non potevano essere rappresentati meglio, con alberi, fiori e rocce disegnati con una pulizia e una perizia straordinari. Bellissime anche le musiche (non ci sono effetti sonori) che contribuiscono a ricreare un'atmosfera perfetta. Credo che solo per questo motivo il gioco meriti di essere provato ed assaporato.


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