giovedì 11 maggio 2023

Riviste storiche: Commodore Computer Club

 



Riviste Storiche: Commodore Computer Club (1982-1991)

Come ho già detto in altre occasioni le riviste sono parte integrante, anzi fondamentale, nella mia personale accezione di retrogaming. Certe volte sento più il bisogno di rileggere le recensioni presenti sulle riviste degli anni '80 di quanto non senta la necessità invece di giocare a quei titoli per davvero. Può sembrare strano, magari lo è, ma per me è così, per cui mi tengo stretta la mia collezione di riviste (la maggior parte delle quali in digitale, purtroppo). Tra queste riviste, per lo più incentrate sui videogame, ce ne sono alcune che invece i giochi li trattavano pochissimo o quasi per niente. Una di queste, la mia preferita in assoluto, è Commodore Computer Club.



Questa rivista era incentrata sugli home computer Commodore, con ovvia preferenza (visto il periodo di pubblicazione) per il mitico Commodore 64. Solo dal 1986 la rivista inizia a trattare sempre più ampliamente anche l'Amiga, senza però mai abbandonare il fratellino minore, per fortuna. Su queste pagine scrissero anche diverse persone di nota levatura, ad iniziare dal mio carissimo amico Andrea Fasce (noto anche come Executor), Carlo Santagostino (che ho avuto la fortuna di conoscere di recente) e tante altre personalità piuttosto note, come Valentino Spataro. Questi nomi dovrebbero darti un'idea sulla qualità della rivista che per gli hobbisti dell'epoca (come il fu teenager Barabba) era una vera e propria Bibbia che ogni mese si attendeva in edicola con malcelata impazienza.


E infatti ogni mese le pagine di Commodore Computer Club ci portavano in casa milioni di idee sulle cose da fare con i nostri amati computer. Grazie a questa rivista abbiamo imparato come sfruttare davvero al meglio le nostre macchine (ovviamente il discorso vale solo per quelli che come me non le riteneva solo come mere macchine per giocare), ad esempio come raffinare la programmazione in basic e anche come implementare certe funzioni in linguaggio macchina. Ci venivano spiegate tutte le funzioni presente sul workbench dell'Amiga, come manipolare file, fare stampe creative, ottenere cose originali e simpatiche usando il compute e tante altre cose di questo genere. Insomma CCC era davvero una fucina di idee e spunti per chi avesse voglia di usare l'home computer in modo creativo.


Non mancavano tanti listati, un must per le riviste dell'epoca, ma erano sempre spiegati e funzionali ad illustrare funzioni importanti nascoste nei nostri computer. I giochi, come detto, venivano tratti molto saltuariamente, essendo la pubblicazione incentrata appunto sull'uso creativo/produttivo dei nostri computer (e va detto: utilizzare in modo creativo/produttivo i nostri computer era divertente quanto giocare coi videogame). Chiaramente CCC era una rivista figlia di un'epoca irripetibile, e come tale resta irripetibile. Già all'inizio degli anni '90 stava diventano proibitivo per un comune hobbista poter studiare l'architettura di un computer, carpirne i segreti, e scrivere qualcosa di interessante: se prima una persona da solo poteva fare tutto, con l'arrivo di macchine sempre più complesse (e di montagne di software a basso costo) di fatto ha perso ogni senso "lavorare sul metallo", per cui si è passati ad utilizzare software già confezionato, già pronto per qualunque necessità, sia esso un linguaggio ad alto livello o un vero programma produttivo (ad esempio per fare grafica, tabelle, musica, stampe ecc). Allo stesso modo la pratica della programmazione è passata dall'appassionato al professionista, non tanto per l'impossibilità fisica nel dedicarsi all'arte della programmazione, ma per il semplice motivo che questa - a livello hobbistico - è diventata una pratica inutile. Non c'è nulla che si può ottenere che qualche applicazione, spesso gratuita, non faccia già, e meglio di quanto possiamo fare noi impiegando prezioso tempo e fatica.




Detto questo Commodore Computer Club resta come una meravigliosa testimonianza di quell'epoca. Una rivista fatta col cuore, con calore e partecipazione, che inevitabilmente conquistava e si faceva amare. Ringrazio De Simone e tutti gli altri artefici di questa piccola stupenda pubblicazione, grazie alla quale ogni mese ci si spalancava una finestra creativa su ciò che percepivamo come il futuro. Ora però scusami, devo caricare l'emulatore di C64 per digitare quel listato che mi permette di scrivere in overscan!


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