lunedì 15 gennaio 2024

Riviste dal passato: Amiga Magazine

 


Amiga Magazine - 1988/1997 

Oggi ti parlo di Amiga Magazine perché ne ho ritrovato un vecchio numero in dispensa e mi sembrava carino spendere due righe in ricordo di questa gloriosa rivista che, lo ricordo, trattava l'amato personal computer della Commodore a 360 gradi. La definisco una rivista gloriosa perché è durata un decennio, 95 numeri pubblicati a partire dal 1988, anno in cui l'Amiga si è diffuso alle masse (l'ho comprato anche io in quell'anno) fino a concludersi ben oltre alla morte del ns amato computer. Non è però mai stata una delle mie riviste preferite per tutta una serie di motivi, tra cui - il principale - il costo. La rivista fin dal suo primo numero costava ben 14.000 lire, quasi il triplo per esempio di TGM, o il doppio di Commodore Gazzette - sua concorrente diretta - che già di suo mi pareva essere molto costosa. C'è da dire che questa rivista aveva sempre in allegato un floppy disc contenente diversi programmi freeware, spesso molto utili. Ma il prezzo non valeva la candela (un dischetto nell'88 costava 2000 lire e i programmi me li procuravo anche in altri modi) e poi c'era anche al questione dei contenuti. 


Questa rivista partì con il chiaro obbiettivo di aiutare i lettori a rendere produttivo l'investimento fatto con l'acquisto di un computer Amiga. Per cui iniziarono fin da subito pubblicando dei "corsi" per insegnare a programmare in basic, C, Forh, Cobol e via dicendo, oltre a pubblicare diversi approfondimenti sull'architettura della macchina e del sistema operativo. A questo si affiancavano ovviamente anche articoli e "redazionali" su tutto quanto - in termini di software e hardware - faceva di Amiga uno strumento professionale. Insomma, non era proprio una rivista rivolta agli hobbisti o ai semplici appassionati di informatica, quali ad esempio ero io. Il prezzo così alto in copertina in un certo senso faceva da selettore sui lettori, annunciando proprio che i contenuti fossero rivolti ad un pubblico di professionisti (quindi da gente che poteva spendere). Per questo motivo ne ho comprato solo un numero (tra l'altro nemmeno il primo, per cui i corsi erano già iniziati e non ci capivo niente) e l'ho mollato lì. Negli anni ogni tanto ho preso qualche numero qua e là ma non ho mai trovato nulla di così interessante per giustificare la spesa di 14000 lire ad un hobbista come me, restando a preferire sempre la mitica Commodore Computer Club e la più professionale (ma molto più interessante) Commodore Gazzette.


In ogni caso col passare degli anni Amiga Magazine ha perso quella sua caratteristica così "tecnica" che la faceva sembrare essere più che altro una rivista per programmatori o tecnici informatici, per assumere un aspetto più generalista, iniziando a coprire anche videogame, fiere, interviste, situazioni societarie e cose di questo tipo, perdendo quel suo carattere di esclusività e facendo diventare se vogliamo ancor meno giustificato il prezzo di copertina (che però si è mantenuto costante per dieci anni). Che dire quindi oggi di Amiga Magazine? Sicuramente non ha un gran valore dal punto di vista della nostalgia (almeno non per il sottoscritto) e anzi devo dire che rileggendo certi articoli che andavano a sviscerare i segreti della macchina, viene un po' di amarezza pensando che poi, quella macchina, quell'architettura e quindi tutto quel know-how, si è andato in gran parte perduto e che quindi fu, entro certi limiti, una perdita di tempo anche per i lettori impegnarsi a conoscere a fondo quel meraviglioso universo.





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