venerdì 30 agosto 2024

Balatro

 


Balatro  - 2024 - Versione PC (giocata su Android)


Grazie ad un provvidenziale hack che ha trasformato l'eseguibile per pc in un file compatibile con android, ecco qui che finalmente mi sono cimentato in uno dei giochi più acclamati dell'anno. Non starò qui a spiegare come si gioca, cosa bisogna fare o non fare. Dirò solo perché mi piace e perché, pur non essendo un appassionato di giochi di carte, sono dieci giorni che non gioco ad altro. Fondamentale è il fatto che ci stia giocando su telefono: una partita al cesso, in pausa pranzo, prima di addormentarmi, mentre ceno, mentre guardo la tv, mentre faccio sesso, mentre lavoro... insomma ogni occasione è buona per giocarci. Se così non fosse non so se mi sentirei così incentivato a sedermi davanti ad un computer o ad una console per giocare a carte.



E poi c'è questa cosa che ci sono tanti mazzi diversi di "battere". Probabilmente mi piace la sfida che questi mazzi rappresentano. Penso che una volta che avrò "vinto" contro ciascuno dei 15 mazzi mi potrò definire soddisfatto e passerò ad altro. Il gioco per se stesso, per il piacere di giocare, non mi ha preso così tanto, ma la sfida di vedere se riesco a battere il gioco coi vari mazzi invece mi intriga.


In definitiva Balatro è comunque un gioco molto divertente e assolutamente consigliato a tutti, per cui non farti scoraggiare o disorientare dalla quantità di cose che ti propone di fare, ma dagli una possibilità perché se sta appassionando uno come me che sta sempre lontanissimo da questo genere di giochi, vuol dire che è un grande gioco.



giovedì 29 agosto 2024

Antagamers

 


Riviste dal Presente: Antagamers

Come si evince dal nome Antagamers è un progetto dedicato ai giocatori più "attempati", diciamo quelli dai quaranta in su, e nasce inizialmente come una semplice pagina Facebook (link: https://www.facebook.com/antagamers) in cui si parla di retrogaming, ma non solo. L'idea del suo creatore è stata quella di confezionare mensilmente (ora però lo fa bimestralmente) i contenuti pubblicati sul web in una rivista in formato pdf, e mentre il file era appannaggio in un primo momento solo per i sostenitori patreon, Antagamers è poi diventata una rivista gratuita aperta a tutti.



Questa "fanzine" è davvero ottima, a mio parere, in quanto ha una sua personalità ben definita ed è estremamente piacevole da leggere. Anche se ci sono molti elementi classici, dall'impaginazione alla presenza di articoli fissi come l'editoriale o i box di commento, Antagamers non vuole essere una copia nostalgica delle riviste di trent'anni fa, come invece lo sono la quasi totalità delle altre pubblicazioni. Capisco la nostalgia, capisco il piacere di realizzare il sogno che si aveva da bambini di essere redattori, ma siamo nel 2024 per cui sono convinto che sia anche il momento di mettere qualcosa di proprio e originale in questi progetti. E Antagamers ce la fa.



Gli articoli mi fanno sempre venir voglia di provare i giochi di cui parlano, i ritagli delle vecchie riviste e i confronti tra i giudizi che diedero, per esempio, K e Tgm, sono poi un vero spasso. I giochi vengono quasi sempre messi a confronto tra la varie versioni pubblicate su i diversi sistemi, e anche questa a mio parere è una grande idea. Insomma, Antagamers è un bel progetto che infatti lo sostengo come patreon mensilmente, malgrado potrei usufruirne anche gratuitamente. Consiglio tutti gli amanti del retrogaming di andarlo a scaricare!



lunedì 26 agosto 2024

The Legend of Zelda: Phantom Hourglass



The Legend of Zelda: Phantom Hourglass - 2007 - Versione Nintendo DS

All'epoca (parliamo del 2009 se non erro) questo gioco non mi era piaciuto, per tutta una serie di motivi che ti vado ad elencare. Per iniziare trovavo che la trama fosse blanda ed tra l'altro era tutto troppo troppo infantile: i dialoghi, i personaggi, le cose che succedono... sembra tutto scritto per un bambino di 6 anni, e la cosa andrebbe benissimo... se solo avessi 6 anni. Da questo punto di vista mi aveva proprio deluso.


E poi i comandi: bellissimo giocare solo col pennino, muovere l'omino, combattere, raccoglie oggetti. Tutto e solo col pennino. Dopo un'ora hai i crampi alla mano che sostiene la console. Ora, giocandoci col cellulare invece è tutto più comodo, ma all'epoca che si poteva giocare solo con il DS originale si sentiva la mancanza dei comandi tradizionali, e l'utilizzo del pennino era alla fine dei conti un inutile  e ingombrante orpello.



La noia: trovai questo Zelda tutt'altro che avvincente, con esplorazione noiosa, vasi che si rigenerano, boss bellini ma nemici standard inutili. I labirinti sono quasi tutti molti brevi (cosa che ben si adatta ad un gioco "mobile") ma che dà a questo Zelda ben poco spessore. La navigazione poi è davvero soporifera, dovendo praticamente solo tracciare la rotta verso punti di interesse.


Ebbene, all'epoca il gioco non mi piacque. Oggi la penso quasi allo stesso modo. Sicuramente la grafica è notevole, molto piacevole, e ci sono dei boss e degli enigmi molto ben pensati. Ma per il resto Phantom Hourglass resta un gioco infantile e soporifero. Non per tutti e davvero non mi capacito di come sia stato sempre e solo incensato come un gioco eccezionale, quando è si un bel titolo, ma c'è (e c'era) molto di meglio.




sabato 24 agosto 2024

Jungle Hunt (arcade)



Jungle Hunt - 1981 - Versione Arcade 

Ho giocato a Jungle Hunt per un'estate intera nella sua versione per Atari 2600 (ne ho già parlato tempo addietro), ma la versione arcade per me è sempre stata un oggetto misterioso. 



Ricordo che ce n'era una istallata alla stazione ferroviaria di Genova Nervi, ma aveva i colori un po' sfasati, sul verde, e mi pare che fosse una versione non ufficiale. In ogni caso era difficilissimo,  probabilmente la macchina era impostata su difficoltà massima e soprattutto ricordo che non era così tanto più bello della mia cartuccia per Atari.


In positivo mi colpì solo il livello dei lapilli rotolanti, che era inclinato e non assurdamente piatto come nella versione casalinga. Ma per il resto l'arcade non aveva niente per cui screditare la più modesta versione a cui avevo tanto giocato e che effettivamente continuo a preferire (malgrado la grafica nettamente inferiore).




giovedì 22 agosto 2024

Adventure

 


Adventure - 1979 - Versione Atari 2600


La prima cosa che è evidente, quando si parla di Adventure per Atari VCS, è la grafica terrificante, composta da stanze vuote e formate da righe colorate, da un "puntino" al posto di un omino da muovere in giro, e da pochissimi elementi grafici bruttissimi, come la spada che sembra una freccia o il drago che sembra un violoncello col becco da papera. Eppure la prima schermata, quella del castello giallo, è una delle immagini videoludiche più emblematiche della storia.



Eppure questo gioco ci propone davvero un'avventura che se a livello uno è davvero striminzita, a livello due ha una sua serie di elementi interessanti, che poi a livello tre - rimescolando la posizione degli oggetti - ti danno anche un po' di varietà. Eppure questo gioco ha del miracoloso se valuti che sta tutto in 4k e che per l'epoca era davvero un piccolo gioiello. Eppure Adventure è uno dei primi giochi per console, se non il primo, a presentare più stanze, manipolazione di oggetti e una vera e propria fine. Oggi è chiaramente repellente sotto quasi tutti i punti di vista, ma questo gioco è uno dei mattoni che fanno da fondamenta a tutti i giochi se non venuti dopo. E solo per questo Adventure è un titolo bellissimo.



sabato 17 agosto 2024

DISCOGRAFIA JOVANOTTI terza parte (con conclusioni)

 


Discografia di Jovanotti - terza parte

- SAFARI (2008)


Questo è il disco della definitiva svolta pop di Jovanotti, dove finalmente abbandona il funk e tutti i barocchismi che tanto “nobilitavano” la sua musica, e si tuffa nell’esplorazione di sonorità più varie, moderne e interessanti. Il risultato è davvero un bel disco, interessante da ascoltare e ben scritto nei testi, che questa volta hanno chiaramente una scrittura notevole, senza alcun tentativo di veicolare tristi concetti falsamente progressisti, che hanno tutto tranne che del rivoluzionario, uniformati quali erano al pensiero unico dominante. Il grosso problema di questo disco, che lo ripeto è un bel disco, è che purtroppo soffre un po’ della sindrome di Fornaciari/Venditti, cioè - almeno da punto di vista del sound - non c’è un brano che sia uno che non ricordi qualcosa di già sentito. Sia Manu Chao, Antonacci, Paoli, Bowie (tralasciando il clamoroso plagio di “a te”), qui si sentono riecheggiare suoni e note di qualcosa di già venuto prima. Peccato, ma ciò non toglie che fino ad ora questo è sicuramente il più bel disco prodotto da Jovanotti.



- ORA (2011)


Se Jovanotti fosse uscito direttamente con questo album nel 1990, oggi sarei un suo fan: ora è un disco synthpop allo stato puro, ma di quello bello, ricco di suoni e idee. I dischi pop dei cantantucoli di questi anni, con brani corti, privi di riff e che suonano tutti uguali fanno veramente cagare in confronto alla produzione musicale di questo album, che invece si avvicina maggiormente alle opulente produzioni di fine anni ‘80. Che dire? Il disco è bello, ha un gran sound, le canzoni sono interessanti, non politiche, cantate persino bene (con qualche alto e basso, ma non è così importante). Insomma, un bell’album che mi terrò in playlist per riascoltarlo.




- LORENZO 2015 CC


Dopo l’ottimo ORA eccomi di fronte ad un album lungo 30 canzoni, una vera odissea nell’odissea, ma facendomi forza, e sull’entusiasmo degli ultimi LP ascoltati, mi sono tuffato di buon grando nell’ascolto di questo lungo disco. La prima cosa che devo dire è che effettivamente Jovanotti poteva limitarsi ad inserire solo la metà delle tracce in questo suo nuovo lavoro. Infatti una quindicina di brani sono a mio parere considerabili alla stregua di “lati b”, canzoni non all’altezza delle altre, un po’ troppo ridondanti (se guardiamo a tutta la carriera di Cherubini), poco ispirate, poco interessanti. Le altre 15 invece vanno dal discreto al buono, senza mai strafare però. Da questa scrematura i brani che mi hanno convinto alla fine sono solo cinque, gli altri restano comunque dignitosi. C’è molta varietà in questo disco, ma non ci sono problemi di coerenza secondo me: Jovanotti ripercorre le sonorità che abbiamo visto in tanti anni di carriera (dalle ultime in stile synthpop, alla dance grezza fatta con campionatori come alle origini, toccando il noiosissimo sound sudamericano e molto di quello anni 70 che si vece che ama proprio), ma si permette anche di proporre terribili brani in puro stile Sanremo o cose da cantautore navigato. Insomma, c’è tanto da ascoltare e ci sono tante sfumature diverse. Nell’inisieme non è un brutto disco ma, come detto, poteva risparmiarsi un sacco di canzoni inutili.



- oh, vita (2017)


Forse inizio a sentire un certo peso, all'ennesimo ascolto dell'ennesimo disco, ma questo oh vita! Non mi ha convinto per nulla. Qui Jovanotti di crede un po’ Dalla, un po’ Modugno, un po’ Paoli e un po’ se stesso… sarà che molti arrangiamenti sono davvero minimali, quasi a livello di chitarra intorno al falò, sarà quel che sarà ma tutto appare di una pochezza che in confronto Achille Lauro e Calcutta sembrano Mozart. Anche i testi sono di un retorico o di un vuoto da fare spavento, ma siccome non sono cattivo non escludo che questo lavoro possa piacere ed è sicuramente anni luce da roba come La Mia Moto o Ragazzo Fortunato (in positivo, intendo). L'autotune di Amoremio mi ha fatto sanguinare le orecchie. 




- Il disco del sole (2022)


Se non fosse che ogni tanto Jovanotti si crede Tenco, o Guccini, o Zucchero, o Battiato, questo disco non sarebbe male, anche perché si vede che qui Lorenzo ha dato libertà totale alla sua creatività registrando canzoni alle volte anche completamente inaspettate, non commerciali, quasi punk nelle intenzioni. Un plauso agli arrangiamenti, che dovrebbero fare scuola per tutti i “producer” di oggi, che invece di essere creativi non fanno altro che imitare sempre il solito piattissimo sound sentito e risentito, roba che un'intelligenza artificiale farebbe meglio. Quindi questo ultimo lavoro di Jovanotti è una buona raccolta di brani ed intenzioni, c'è molta creatività e un pochino di sostanza. Non è il suo lavoro migliore ma siamo anni luce avanti rispetto a quando faceva il predicozzo progressita asservito al capitale. 


CONCLUSIONI


Jovanotti ha attraversato alcune fasi, alcune discutibili, ha pubblicato molti album, la maggior parte dei quali va detto, sono troppo lunghi, e quindi stancanti da ascoltare. Ci ha lasciato molte hit e anche qualche bella canzone. I suoi album, al di là del sound, hanno innegabilmente sempre sfoggiato arrangiamenti di prim'ordine, con punte di eccellenza. Alle volte i testi sono strepitosi, spesso invece sembrano costruiti con una retorica stucchevole o infantile… diciamo che la naturalezza genuina dei tempi della Mia Moto, è stata completamente soffocata probabilmente per motivi discografici. Ultimamente il nostro alterna la sua identità (che è ben definita) con un insensato inseguimento dietro ai maestri del cantautorato, e sebbene abbia decisamente imparato a cantare, il risultato è goffo per chi, come il sottoscritto, si è emozionato per una vita ascoltando musica cantautorale italiana. No, Jovanotti non c'è la fa a fare quella roba lì, semplicemente non è credibile. Sommando tutte queste considerazioni continua a non piacermi questo artista ma ne apprezzo diverse canzoni pubblicate negli ultimi anni, se non per la parte melodica (vero punto debole) almeno per il sound. 



venerdì 16 agosto 2024

Mahjong per Playstation

 


Mahjong - Versione Playstation 4

Ho provato il Mahjong nella versione presente sul Playstation store e devo dire che è un bel gioco, con diversi pro ma anche con alcuni contro. Allora ecco qui cosa penso di questa versione. 

PRO: sfondi molto belli e finemente animati ma CONTRO: sono solo 4, non ne sblocchi altri e se ne metti uno quello resta in ogni partita,  non li ruota da solo.

PRO: 4 diversi set di tasselli, alcuni più belli di quello classico, ma anche qui CONTRO: sono solo 4 e resta sempre quello che hai selezionato. 

PRO: tanti schemi tra cui scegliere, che di sbloccano mano a mano dandoti anche un certo senso di progressione, ma CONTRO: ogni volta che ne sblocchi uno devi scorrere il catalogo dall'inizio per andare a giocarlo.



PRO: ottime musiche new Age, e io adoro il genere. Il brano di sottofondo alle partite è proprio uno di quelli rilassanti che ti mettono nelle saune delle Spa, che aiuta a giocare in modo rilassato liberando la mente. Ma CONTRO: è sempre e solo lo stesso brano, dopo un po' viene a noia. 

Infine PRO: Giocabilità ottima, ma CONTRO: un troppo facile a mio parere, mi capita quasi sempre di vincere, avrò perso in tutto 3 partite su 50, e questo è strano in un gioco come il Mahjong. Non che la cosa mi abbia fatto dispiacere, tutt'altro,  ma mi fa pensare che i tasselli non vengano davvero posizionati a caso. 



Per concludere sono molto soddisfatto di questa versione, penso che terrò il gioco installato sulla mia PlayStation per tutto il tempo, cosicché ogni volta che mi sentirò un po innervosito o frustrato da altri giochi, mi ritroverò a fare una rilassante partita immerso in queste atmosfere new age, sperando magari di riacquistare la calma.



mercoledì 14 agosto 2024

Enter the Gungeon

 


Enter the Gungeon - 2016 - Versione Ps4


Alla fine mi sono deciso e ho provato questo celeberrimo gioco di cui tanto si è parlato e che tanto ha fatto trend negli ultimi anni. 


Ebbene, sì: il gioco è bello, si gioca che è una favola, è pieno di segreti, cose da fare, scoprire, armi assurde, oggetti strambi, boss letali e situazioni divertenti. 


Insomma, il gioco merita la sua fama,  ma c'è un "ma": partita dopo partita è vero che si migliora,  e quindi si riesce ad avanzare nel gioco,  ma il merito è solo ed esclusivamente tuo perché il gioco non ti fa sviluppare il personaggio in nessun modo. 


Mi sono abituato in questi anni a rogue-like che ti facevano comunque sviluppare un minimo tra una run e l'altra, mentre Enter the Gungeon ti sblocca solo la possibilità di trovare nuove e più potenti armi nei cesti. E questo significa che mi sono ritrovato a fare 1000 partite inutili, in cui non trovavo niente e venivo giustamente massacrato al secondo piano del "gungeon". Questa cosa non mi è piaciuta, ma è solo ovviamente una questione di gusti personali. 


Per concludere quindi cosa penso di Enter the Gungeon? Gran bel gioco ma dove non c'è un minimo di sviluppo del personaggio, ed è quindi richiesto che il giocatore migliori la sua capacità col controller, io non mi trovo appagato, ma solo frustrato dalla mia incapacità a migliorarmi.



martedì 13 agosto 2024

Hyper Light Drifter

 


Hyper Light Drifter - 2016 - versione Android

Prendi Legend of Zelda: a Link to the Past e rendilo, se possibile, ancor più difficile (e di conseguenza frustrante); mettigli una trama e un'ambientazione (in parole semplici: una "lore") imperscrutabili, che solo per capire cosa fare e dove andare sei costretto a girare a zonzo, sperando di non essere massacrato dai nemici; aggiungi una totale mancanza di dialoghi, con i personaggi non giocanti che si esprimono per immagini e persino i negozianti - almeno all'inizio - non si capisce cosa vogliano e per fare cosa. 



Shakera il tutto con una grafica pixel-art molto particolare e affascinante, animata superbamente, e una colonna sonora davvero meravigliosa (che ricorda per timbriche e registro quella di The Dig). Infine aggiungi comandi touch molto semplici che non fanno (quasi) mai rimpiangere il joypad.


Cosa ottieni? Hyper Light Drifter, ovviamente, un titolo che è stato unanimemente osannato alla sua uscita (ormai 8 anni fa) e che arriva nella sua special edition su android. Non so in cosa differisca questa versione dall'originale ma sospetto che sia stato almeno aggiunto, all'inizio, un breve tutorial che spiega i comandi in un linguaggio comprensibile. 


Ma alla fine,  è davvero così bello questo gioco? Sì, però non è un titolo per tutti. Trovarsi in una mappa piuttosto ampia senza capire cosa va fatto e perché, con diversi personaggi che ti comunicano cose incomprensibili, nemici implacabili che ti fanno sempre dubitare se hai preso la direzione giusta, e insomma trovarsi in un costante stato di precarietà potrebbe non essere così divertente. 


L'esplorazione e il senso di meraviglia bastano per compensare questi aspetti? Dipende da te, ovviamente, e se ami le ambientazioni fantasy-fantascientifiche. Personalmente ho apprezzato il gioco ma non così tanto da perseverare fino alla fine. Probabilmente su console fissa il gioco ci guadagna, perché su mobile rischia di stancare abbastanza presto. 




domenica 11 agosto 2024

Ridge Racer 2

 



Ridge Racer 2 - 2006 - versione Psp

Effettivamente questo Ridge Racer 2 ha nel suo modello di guida totalmente arcade il suo punto di forza. La guida è molto più fluida e ancor più precisa di quanto non fosse sul quarto capitolo che ho recensito per Psx qualche post fa.


Rispetto a quel capitolo ovviamente qui abbiamo una grafica più definita e colorate, si nota il salto generazionale, ma stiamo comunque parlando di un gioco di 18 anni fa,  per cui ha poco senso giocarlo oggi, se sei in cerca di qualcosa di appagante per gli occhi. 


Se invece cerchi un titolo arcade divertente e immediato Ridge Racer 2 è un'ottima scelta, sia che lo emuli su telefonino che su Ps5 (magari con i giusti filtri attivati). Anche in questo caso mi sono divertito molto a rigiocarlo.



martedì 6 agosto 2024

Tetragon: unknow planes

 


Tetragon: unknow planes - 2021 - Versione Android 


Per chi cerca un puzzle game rilassato e molto d'atmosfera, da giocare magari sotto l'ombrellone, non posso che consigliare questo originale Tetragon, un indie adattato egregiamente ai comandi touch del telefonino, capace di intrigare per il suo gameplay originale e le sue atmosfere oniriche.




Ogni livello è strutturato come un piccolo diorama che può essere ruotato toccando vari interruttori e può anche essere modificato trascinando alcuni elementi mobili. Lo scopo di ogni livello è di raggiungere l'uscita, magari raccogliendo i vari oggetti sparsi qua e là, senza sfracellarsi al suolo, visto che le cadute sono letali. Detto così sembra facile, ma in realtà non lo è, soprattutto nei livelli finali che sono davvero diabolici!




Come detto il gioco è molto d'atmosfera, grazie ad una colonna sonora in stile Layton, e una grafica definita e con molti tocchi originali, come il fatto che in alcune ambientazioni si vedono i livelli successivi sullo sfondo, e il tutto ruota in parallasse. Per finire il gioco non è troppo lungo ma non mancherà di farti spremere le meningi, grazie al cielo senza mai metterti fretta.



domenica 4 agosto 2024

R4: Ridge Racer Type 4

 


R4: Ridge Racer Type 4 - 1999 - Versione Playstation

Secondo il mio modestissimo parere R4: Ridge Racer Type 4 è uno dei migliori giochi di corsa per la gloriosa Playstation, subito dietro i Gran Turismo e i Colin McRea Rally: grafica veloce e varia, musiche interessanti, replay degni di Gran Turismo, 8 circuiti e oltre 300 vetture (tutte inventate ma che spesso ricordano modelli reali), telecronaca non eccessivamente invadente ma d'effetto, e tutto un contorno che fa di questo titolo uno dei giochi più curati della sua categoria.


Secondo Piermarco la guida, cioè il perno della giocabilità di questo titolo, non è accurata, eccessivamente ingessata dai controlli digitali (che poi erano i tipici di tutta la serie), in una parola: scadente. Certamente il gioco non vuole simulare in alcun modo la guida di un mezzo reale, ma nella sua logica di "anticipo curva, sgasata, drift" io l'ho trovata di una precisione eccelsa, e mi sono genuinamente divertito a superare una dopo l'altra tutte le auto che mi trovavo davanti nel circuito.


Per concludere, al netto della solita grafica Ps1 che è ovviamente invecchiata in modo imbarazzante, soprattutto se gestita da un tv enorme di quelli moderni che orami abbiamo tutti, RR4 è davvero un buon gioco di guida per il periodo in cui è uscito, che mi diverte ancora oggi.