mercoledì 29 ottobre 2025

Viewfinder


Viewfinder - 2023 - Versione Playstation 4

Viewfinder nasce da un'idea molto intrigante, quella secondo la quale mettendo un'immagine (che sia una foto, un volantino pubblicitario, una carta da gioco, un dipinto ecc) tra il tuo punto di vista e la realtà che ti sta intorno, questa immagine si fonde con lo sfondo e ne diventa parte, modificando la realtà e deformando lo spazio intorno a te. 


Per fare un esmpio, nel gioco potresti trovarti davanti ad un muro (il gioco è in soggettiva, in prima persona come un Doom qualsiasi), ma hai in mano la foto di una porta. Se posizioni questa foto davanti ai tuoi occhi lasciando il muro retrostante in modo che la porta sia ben allineata con lo sfondo, ecco che magicamente quella porta diventa parte del muro, e quindi la puoi aprire e andare oltre.


Tutto questo avviene in modo davvero sorprendente (complimenti ai programmatori) e dal punto di vista narrativo il concetto è reso plausibile grazie ad un espediente alla "Portal" che viene svelato dopo 5 minuti di gioco e che mette quindi nella giusta prospettiva anche la tua posizione di giocatore all'interno delle vicende narrate.


Nella sostanza Viewfinder è quindi un puzzle game, in cui si deve esplorare un mondo strano, sospeso nello spazio e nel tempo, cercando l'uscita da ogni "stanza" grazie all'utilizzo di questa originalissima meccanica di sovrapposizione di immagini. Naturalmente progredendo nel gioco le possibilità di interazione variano e si combinano in modi sempre più creativi e cervellotici.


La cosa funziona molto bene ed è praticamente impossibile trovarsi bloccati in modo irreversibile in quanto è sempre possibile "riavvolgerere" il tempo trascorso nel livello come se si stesse visionando una videocassetta (compresa la comparsa righe di "sporco" magnetiche sullo schermo). Se la trama è solo un espediente per tenere insieme la sequenza di livelli da affrontare (e volendo anche "ri-affrontare") la meccanica fondamentale del gioco è comunque sufficente da sola ad affascianarti almeno per un po' e potrebbe bastarti per spingerti a voler andare avanti e vedere cosa ti è stato riservato successivamente.


Insomma per gli amanti dei puzzle game o delle escape rooms, questo gioco è davvero consigliatissimo, non mancando tra l'altro alcune attività secondario come gli immancabili collezionabili da trovare sparsi per i livelli, memo audio da ascoltare e via dicendo. Se vogliamo fare una critica però c'è da dire che la recitazione di questi memo audio, così come la narrazione che accompagna il gioco (in stile Stanley Parable) è tremendamente all'americana, con quei modi di fare da fighetti talmente stucchevoli che a me dopo dieci minuti fanno cadere la braccia. Certo, si può anche togliere l'audio e godersi un'esperienza molto più "in solitaria", ma non capisco proprio a chi possa interessare lo stare ad ascoltare 'sta gente blaterare di continuo una marea di cazzate senza senso.


Al di là di questo il mio personalissimo giudizio su questo gioco è che, come idea (e anche come realizzazione di quell'idea), Viewfinder è davvero un prodotto geniale. Il suo limite d'altro canto è che, per quanto sia stato fatto un lavoro di design sopraffino nello sviluppare la meccanica fondamentale che sta alla base di tutto, il risultato non è comuunque sufficiente per tenere in piedi un gioco intero che non ti annoi dopo un po' - con o senza voci fastidiose a tenerti sveglio. Invece vedrei benissimo tutto questo se fosse inserito in una produzione più grande, come una meccanica inserita in qualcosa di più variegato, alla stregua di un minigioco o di una attività accessoria all'interno di un gioco di un genere diverso. Ma naturalmente i miei sono punti di vista totalmente soggettivi.




lunedì 27 ottobre 2025

ATARI 5200: i giochi (dodicesima parte)

 


Atari 5200 - i giochi 

Rieccoci alle prese con i giochi pubblicati per questa sfortunata console Atari. Come sempre seguirò l'ordine alfatbetico dei titoli per cui, accantonati i titoli sportivi oggi torniamo ad occuparci di titoli maggiormente arcade, anche se il primo è praticamente una simulazione di volo.


RESCUE ON FRACTALUS!

Rescue regala già emozioni dopo due secondi che hai inserito la cartuccia: il logo "LucasFilm Games" apre le danze e fa sgorgare una lacrimuccia nei vecchi giocatori come me... ragazzi, erano altri tempi, c'era un altro modo di intendere l'attività del videogiocatore e c'era, mai come allora, la voglia di scoprire nuovi mondi mai visti prima all'interno del nostro televisore. Oggi è davvero difficile trovare qualcosa di mai visto, nel 1983 invece ogni gioco era un nuovo universo da esplorare. Rescue, se visto in quest'ottica, è stato qualcosa di unico e imprescindibile. E ha inspirato numerosi giochi negli anni successivi (uno su tutti Captain Blood, vedi qui). La versione per Atari 5200 è praticamente identica a quella a cui ho giocato su Commodore 64, anche se - fortunamente - è un po' più fluida (benché le montagne compaiano improvvisamente anche qui) e tutte le operazioni necessarie per attuare la procedura di recupero dei piloti dispersi possono essere attivate dal tastierino del joystick. Che dire quindi? Rescue on Fractalus è un gioco che va provato una volta nella vita e questa versione è comunque migliore di tante altre.



RIVER RAID

Questa versione di River Raid è praticamente indentica a quella per il Commodore 64, addirittura con gli stessi problemi di scrolling non sempre impeccabile. Le uniche differenze evidenti: i colori che qui sono un po' psichedelici e il numero di aeroplanini rimasti che è indicato con delle iconcine. E il sonoro: quello dell'Atari 5200 è molto più simile a quello del 2600, e secondo me è un bene, visto che quei suoni sono meravigliosi. Tutto il resto è identico, nel bene e nel male. A mio parere la versione più bella resta quella originale uscita su Atari 2600 anche se non ha alcuni nemici (la mongolfiera e il carroarmatino) e anche se ovviamente ha una grafica molto meno definita.


ROBOTRON: 2048

Robotron su Atari 5200 vuole imitare la versione arcade e lo fa molto bene, sia nella grafica che nel sonoro. Peccato che lo schermo sia sensibilmente più piccolo (a causa della minore risoluzione) per cui il gioco diventa una bolgia infernale ancora peggiore della già ostica versione da sala giochi. Difficoltà a parte, questa è una buona versione, se non altro perché è velocissima (al contarario di quella per Commodor 64 che è piuttosto lenta) sacrificando un po' di fluidità nei movimenti.


SPACE DUNGEON

Space Dungeon è un gioco un po' strano e devo ammettere che non l'avevo mai visto prima, nemmeno nalla sua versione arcade. Come si evince dal nome questa cartuccia ci propone una specie di dungeon crawler in cui si vaga di stanza in stanza un po' come accade in The Binding of Isaac (vedi qui), naturalmente con delle modalità molto semplificate ma i due giochi non sono poi così diversi. Lo scopo di ogni livello è quello di scendere al livello successivo evitando ostacoli e cercando di raccogliere più oggetti bonus possibili. Ho trovato questo titolo interessante e la sfida che propone è altrettanto intrigante. Insomma, è da provare anche se graficamente un po' povero.


SPACE INVADERS

Space Invaders su 5200 non è molto dissimile da quello per Atari VCS, insomma graficamente si poteva fare molto di meglio su di una macchina così superire. E poi c'è questa cosa che le file di invasori entrano un po' alla volta dal lato sinistro dello schemo, anziché presentarsi già schiarati al centro dello schermo, che sa un po' di bestemmia. Non so... questa versione non mi ha esaltato particolarmente.



venerdì 24 ottobre 2025

Thundercats (TGM#001)

 


Thundercats - 1988 - versione Amiga

Una premessa è necessaria per spiegare quel tag TGM#001 presente nel titolo. Qualche sera fa stavo sfogliando il primo storico numero della rivista italiana The Games Machines (un "testo sacro", per il sottoscritto) ed ho notato che tra le innumervoli recensioni presente su quella rivista ce n'erano diverse dedicate a giochi che ho già casualmente trattato in questo blog. Davvero tante, al punto che dopo una sfaticante pensata ho preso le seguenti decisioni: 1) mettere il tag TGM#001 nei titoli di ciascuno di quegli articoli già presenti sul blog e 2) cercare di coprire, prima o poi, tutti i giochi recensiti in quel numero uno di TGM dando - dove possibile - precedenza alle versioni per Amiga (se reperibili), ricorrendo altrimenti ad altre versioni (Atari ST, Megadrive, PC ecc). Un'opera improba, me ne rendo conto, vista la quantità enorme di ricensioni stampate su quella carta. Ma perché non farlo?

Passiamo ora a questo Thundercats, recensito su TGM nella sua incarnazione per Atari ST, ma che io avevo giochicchiato su Amiga. Lo ricordavo per quello che anche oggi effettivamente è: una specie di clone di Rygar, se vogliamo ancor più difficile visto che il personaggio è molto più grosso, goffo e lento rispetto all'agile e piccolo eroe Tecmo. 


Anche se la grafica è tutto sommato piacevole, le animazioni sono un po' povere anche per un gioco del 1988, e questo rende il gameplay poco soddisfacente e molto lontano da quello che si poteva vedere al bar o anche su una console come il Master System. Ma soprattutto il gioco è fottutatamente difficile, al punto che arrivare anche solo al terzo livello (sono sei o sette) è un'impresa titanica e solo per chi ha una pazienza sovrumana. Insomma, se Thundercats è un gioco dimenticato un motivo c'è.



martedì 21 ottobre 2025

ATARI 5200: i giochi (undicesima parte)

 


Atari 5200 - i giochi 

La tappa di oggi è un po' noiosa, perché incentrata totalmente sulla serie "realsport", la stessa serie che ha tentato di portarci su Atari 2600 una manciata di giochi sportivi per lo meno paragonabili, nell'aspetto visivo, a quelli che giravano su Intellivision. A me sinceramente queste tipologie di videogiochi interessavano pochissimo ma nella realtà dei fatti questi erano titoli importantissimi nell'economia di una console che voleva sperare di essere comprata, soprattutto negli Stati Uniti. In ogni caso ecco qui 4 giochi sportivi pubblicati + uno che invece non ce l'ha fatta a raggiungere gli scaffali, ma che merita comunque menzione.


REALSPORT BASABALL


Per giudicare questo titolo va tenuto presente che Realsport Baseball è stato pubblicato nel 1983, un'epoca in cui questo tipo di grafica era lo stato dell'arte. Gli si perdonano quindi gli omini lilipuziani, le animazioni minimali e i colori uccidi-retina. Il gioco comunque c'è e presenta anche tutta una serie di opzioni per niente scontate. E, cosa davvero notevole, ha persino una voce campionata che urla "strike!", "you are out" e altre piccole frasi dell'arbitro. In definitiva per l'epoca questo gioco non era affatto male (sempre che ti intressasse il baseball).

REALSPORT BASKETBALL

Questo gioco sul baket non fu mai pubblicato, ed è un vero peccato in quanto il titolo si presenta veloce, divertente e tutto sommato appassionante anche in singolo. Ricorda un po' la serie One On One in quanto si gioca uno contro uno, ma Realsport Basketball ci mette a disposizione l'intero campo e quindi ogni contendente ha il suo canestro da difendere e quello avversario da violare. Esistono addirittura due versioni di questo prototipo. Quella che che ho provato io ha il pavimento nero e una grafica notevole per l'epoca, una giocabilità più che buona (anche se mi sembra eccessivamente facile) ma per contro ha un sonoro un po' (tanto) fastidioso. L'altra versione ha il pavimento blu ma in generale è meno bello graficamente. Tuttavia non l'ho giocato per cui non posso esprimermi sulla sua bontà come gioco ripetto all'altra versione.
REALSPORT FOOTBALL

Purtroppo per me il football americano rimane uno sport incomprensibile, non tanto nelle meccaniche (che comunque possono sembrare criptiche) ma proprio nel diveritimento che può dare nel giocarlo dal vivo e - tanto più - su una console così limitata, mentre capisco che sia uno sport spettacolare da vedere in tv... ma allora questa versione per 5200 non centra il suo obbiettivo pienamente. Nel gioco abbiamo omini monocromatici, la metà dei quali rosa, spesso piegati a novanta, che si inseguono su un campo troppo schematico, il tutto condito da un sonoro imbarazzante. E' vero che si possono selezionare diversi schemi di attacco, ma tutto mi sembra troppo semplificato e abbozzatto per appassionare veramente. Ciò non togli che probabilmente negli States questo gioco sia piaciuto tantissimo.


REALSPORT SOCCER

La versione per Atari 5200 è anni luce avanti a quella omologa per 2600, con una rappresentazione del campo e degli omini simile ma migliore di quanto avevamo visto nel soccer dell'Intellvision (che però era stata pubblicato ben quattro anni prima) ma anche del Super Soccer uscito per la stessa console Mattel proprio lo stesso anno (era il 1983). In ogni caso il gioco è discreto e si lascia giocare, penalizzato solo da uno scrolling chiaramente basato sullo sposatmento a gruppi di 8 bit e per questo motivo un po' scattoso (ma questo era la norma per l'epoca). Sinceramente mi ha stufato dopo cinque minuti, ma probabilmente se giocato in due, nel 1983, poteva essere un buon gioco di calcio.

REALSPORT TENNIS

Questo tennis è oggettivamente ben fatto, graficamente essenziale ma gradevole (a parte i piedoni enormi dei tennisti), veloce il giusto e piuttosto versatile per quanto riguarda l'indirizzamento della palla. Gli scambi sono realistici e il movimento del nostro omino, gestito con lo stick analogico, è quasi perfetto. L'unico limite è il grado di sfida contro il computer, che è abbastanza blando una volta che si capisce come "ragiona" la macchina. Per l'epoca non era affatto male.

domenica 19 ottobre 2025

Goldrake - Il Banchetto dei Lupi


Goldrake: il banchetto dei lupi - 2023 - Versione Playstation 5

Davanti ad un gioco di questo tipo ci possono essere due tipi di reazione: delusione per un prodotto che appare tecnicamente risalente a due generazioni di console fa, oppure esaltazione per un prodotto che rappresenta tutto quello che un fan di Goldrake ha sempre sognato. E quale reazione potrai avere davanti a "Goldrake: il banchetto dei lupi" dipende solo da te.


Io ho avuto la seconda, seppure quel rimpianto di avere per le mani un gioco che poteva essere realizzato molto meglio mi abbia accompagnato per tutta la dura dell'esperienza (un'esperienza tra l'altro abbastanza corta). 


Tutto in questo gioco richiama alla memoria la serie televisiva, dalla sigla iniziale, più o meno riprodotta in modo fedele, ai suoni, le musiche e i cliché tipici di ogni episodio. Ad esempio quando arriva il mostro spaziale, sul finale di ogni sezione di gioco, questi ci viene presentato con il suo nome in giapponese sovraimpresso!


Ad un gioco così gli si perdona facilmente l'inconsistenza delle sezioni a piedi, quando tra il centro spaziale e la fattoria Betulla Bianca, ci si muove avanti e indiero solo per parlare a turno coi personaggi. Gli si perdona la grafica non proprio dettagliatissima e gli si perdona anche lo schema delle cose da fare che si presenta sempre uguale per ogni sezione.


D'altra parte non si potrà restare indifferenti ad un sistema di combattimento che tutto sommato funziona e diverte, a suon di alabarde spaziali, raggi antigravità e magli rotanti. A tal proposito abbiamo un doppiaggio favoloso che non fa rimpiangere per nulla quello originale di Malaspina & c. 


Una volta fatta l'abitudine con il diverso timbro delle voci (invero molto simili a quelle storiche) sembra di ripiombare in pieno negli anni 70, seduti davanti alla tv mentre si guardava la serie originale.


Ogni tanto c'è anche qualche sezione in stile shot'em up, sia con la visuale dall'altro (alla Xevious), sia con quella da dietro in stile Afterburner. Queste fasi di gioco non sono certamente nulla di impressionante dal punto di vista visivo né per la varietà delle situazioni che propongono.


Ma riescono a coprire in pieno tutto quello che si sarebbe dovuto vedere durante una puntata della serie televisiva, e quindi ben vengano!


Insomma il gioco centra in pieno il suo obbiettivo ricreando un'atmosfera perfetta e il gameplay, pur non essendo nulla di sofisticato, intrattiene il giusto. Questo vuol dire che il gioco mi è piaciuto nella sua interezza e anche se vedo molto bene i suoi limiti mi sento comunque di consigliarlo a tutti i giocatori "anta" che hanno amato la serie, perché sarà a loro chiaro fin da subito quanto abbiano amato la serie anche i suoi sviluppatori.



giovedì 16 ottobre 2025

ATARI 5200: i giochi (decima parte)

 


Atari 5200 - i giochi 

Quest'oggi mi sono pappato prima di tutto quattro trasposizioni per Atari 5200 di famosissimi giochi arcade, tenendo però sempre ben presente che quando uscivano sul mercato queste cartucce io giocavo con gli stessi giochi sul molto meno potente Atari 2600 o, quando andava bene, sul Commodore 64 (oltre che ovviamente giocarci in sala giochi), una macchina sotto certi aspetti comparabile per specifiche tecniche. Se quindi non potevo certo aspettarmi chissà quali prodigi della tecnica, tuttavia questi giochi, questa console, erano probabilmente il meglio che si poteva sperare di portarsi a casa in quegli anni, nella speranza di replicare la bellezza dei titoli che vedevamo al bar. Il quinto titolo della serie è invece qualcosa di completamente inedito e, sotto certi aspetti, di sorprendentemente coraggioso. Ma insomma, che cosa ne penso di queste cartucce? Ecco qua: 

POLE POSITION

Ad una prima occhiata questo Pole Position sembra molto simile alla versione - piuttosto deboluccia - prodotta sempre dall'Atari per il Commodore 64. Presto però si nota che la versione per home computer risulta molo più ricca di elementi grafici (pozze sulla pista, scritta "start" sul semaforo alla partenza, immagine della pista nello schermo dei titoli...), e che la pista pur scorrendo in modo molto simile e pur essendo colorata meglio, presenta delle vetture persino ancora più brutte di quelle che ci spara sullo schermo il computer Commodore. Per il resto le due versioni sono praticamente identiche, facendo di questo Pole Position un gioco poco convincente.



POPEYE

Anche qui abbiamo due versioni, quella per Atari 5200 e Commodore 64, che hanno diversi punti di contatto. La giocabilità è pressoché identica, in entrambi i casi il gioco non presenta una difficoltà proibitiva e tutto quello che si vedeva nell'arcade è stato ripodotto abbastanza fedelmente. Dal punto di vista grafico vince la maggiore definizione degli sprite su Commodore 64, che vincono anche dal punto di vista delle animazioni. In generale il computer Commodore ci regala una grafica più ricca e leggibile, ma inspiegabilmente nel secondo livello non c'è Pisellino e la trave di Poldo - pur funzionando alla perfezione - non è animata. In ogni caso questa versione di Popeye non è affatto male.

Q*BERT

Q+bert nella sua incarnazione per 5200 è esattamente quello che doveva essere, un gioco dal gameplay elmentare e dalla grafica abbastanza povera, ma in linea con il gioco arcade, dal quale è stato preso e riprodotto ogni elmento. Non sono un fan di questo gioco per cui non mi voglio sbilanciare troppo , ma diciamo che se ti piace il gioco originale questa è una versione abbastanza fedele (forse un pelino più lenta).


QIX

Diversamente da spesso accade nelle trasposizioni casalinghe di questo gioco, che più che riprodurre il più fedelmente possibile l'esperienza arcade normalmente si limitano a replicarne il gameplay, questa versione per 5200 è invece sorprendentemente simile all'originale, a cominciare dall'intefaccia, il logo e il set di caratteri. La grande differenza è nella risoluzione dello schermo che riduce sensibilmente l'area di gioco e le dimensioni dei Qix che roteano per lo schermo. In ogni caso, per l'epoca, questa versione era più che ottima.





QUEST FOR QUINTANA ROO

Questo gioco è un affascinante action-adventure dove impersoniamo una specie di esploratore di tombe, intento a raccogliere i tesori sparsi per un'antica piramide azteca. Il fatto sorprendente di questo gioco è il design, davvero bizzarro e chiaramente incanalato verso l'intento di creare una bella atmosfera intorno al gioco piuttosto che cercare di proporre qualcosa di davvero divertente, anzi finendo per proporre un gameplay tendenzialmente frustrante. Ci vorrebbe un pomeriggio intero per capire bene come battere il gioco e, nel 2025, non credo che ne valga assolutamente la pena.

lunedì 13 ottobre 2025

40772: Fantasma luminoso

 


Set 40772 - Anno 2025 ( ??? pezzi)

Questo set, che mi è stato regalato dalla Lego, rappresenta un articolo a tema Halloween, e infatti sono presenti nel lotto un fantasma, un pipistrello e una piccola zucca. Il pezzo forte dei questo oggetto sta nella levetta sul retro che, se premuta, accende il fantasmino rendendolo luminescente, in particolare negli occhi e nella bocca. Peccato solo che il soggetto più che un fantasma sembri uno scaldabagno! Il pipistrellino invece è caruccio e nell'insieme il set può finire a buon diritto con gli altri oggetti a tema Halloween che possiedo (e che tiro fuori giusto per due giorni all'anno a fine ottobre).

Valutazione: 6/10

Prezzo nuovo: 12 euro



sabato 11 ottobre 2025

ATARI 5200: i giochi (nona parte)

 


Atari 5200 - i giochi

Finalmente arrivano dei pezzi da novanta, giochi che in quel periodo (1982-1984) erano molto ambiti ed amati dai giocatori di mezzo mondo, titoli che si vendevano da soli già per il nome che portavano. Oggi il sottoscritto ha giocato con cinque di questi classici senza tempo, tutti quanti nella loro incarnazione  per Atari 5200. Cosa ho scoperto? Ecco qua:

MS. PAC-MAN


Se già la versione per Atari 2600 era decisamente fatta bene, questa per la console maggiore è ancora migliore! Non ho nulla da appuntare a Ms.Pac-Man per 5200, è una versione che fa il suo dovere e sicuramente per l'epoca poteva regalare ore e ore di divertimento. Oggi mi viene l'orticaria anche solo a guardare le immagini, ma ricordo quante mattine ho giocato con lo stesso titolo, depotenziato, sul mio  amato VCS, per cui promuovo la cartuccia a pieni voti.


PAC-MAN

Non altrettanto bella è la versione per 5200 di Pac-Man. Pur essendo anni luce migliore dalla mezza ciofeca (con la quale però ho giocato fino alla morte) che Atari pubblicò per il VCS, questa incarnazione non è così' convincente come l'avrei voluta. Pacman non ha gli occhi, per fortuna, ma ricorda quello infausto del 2600, già dalla forma che non è tanto a pallina come lo vorremmo vedere e inoltre anche i puntini che va mangiando sono a forma di piccoli rettangoli... insomma sembra ereditare, pur migliorandole, alcune cose brutte viste su Atari 2600. Altra cosa che non mi ha convinto appieno è la velocità con cui si muove ed è animato il nostro eroe, che qui è addirittura eccessiva per i miei gusti. Insomma, questa non è la versione migliore di Pac-man con cui abbia mai giocato.



PENGO

Non sono mai stato un gran estimatore di questo gioco arcade perché l'ho sempre trovato un po' ostico e non mi sono mai sentito incentivato a padroneggiarlo al punto da diventarne bravo. Ma al di là della mia situazione personale nei suoi confronti, questa versione di Pengo mi ha convinto. Non è troppo frenetica, ti lascia il tempo di guardarti intorno e pianificare, quantomeno, delle tappe da compiere per chiudere il livello. Graficamente è abbastanza povero ma fa il suo dovere per cui ritengo che questa sia una cartuccia assolutamente valida.


PITFALL 

Pitfall è qui incarnato come una versione graficamente un pelo migliore della controparte giocabile su Atari 2600, che per il resto è assolutamente identica. Sulla piccola console Atari l'aspetto grafico era già miracoloso per cui non è stato necessario chissà quale grande upgrade, ma l'aggiunta di qualche colore in più si nota e il gioco è probabilmente un po' più gradevole e meno monotono sui fondali, ma si tratta davvero di minuzie per un titolo che resta ancora molto valido dopo più di 40 anni. Per la cronaca, la versione per Commodore 64 è talmente brutta in confronto a queste per Atari, che non sono mai riuscito a giocarla per più di cinque minuti.






PITFALL II

Pitfall II è un giocone della Madonna, uno dei miei titoli preferiti per Commodore 64 e questa versione per Atari 5200 non è da meno. E' talmente ancora bello e giocabile che non ho resistito e l'ho portato a termine in una sessione singola! Graficamente è una via di mezzo tra quanto si vede sul Atari 2600 (che come sempre non ha dettagli negli oggetti presenti a schermo) e su Commodore 64, dove invece tutto è molto più curato. Ma se devo essere sincero quasi quasi preferisco questa versione per Atari 5600, se non altro perché il primo livello, quello in superficie, ha colori e alberi molto più belli di quella sequenza di cortecce tormentate su sfondo nero visibili nella versione Commodore. In definitiva, fino a questo momento ritengo che la cartuccia di Pitfall II sia la più meritevole tra quelle pubblicate per questa macchina.