lunedì 1 luglio 2019

Agony



Agony - anno 1992 - Versione Amiga


Quando uscì, nel 1992, questo titolo fece scalpore senz'altro per l'ottima realizzazione tecnica (posso giusto citare i 3 fluidissimi livelli sovrapposti di parallasse), ma soprattutto si fece notare per la fantastica direzione artistica, davvero di uno spessore straordinario per l'epoca: molte persone arrivarono a paragonare Agony ad una esperienza New Age, viste le atmosfere che riecheggiavano dagli scenari di gioco e dalle illustrazioni mostrate durante i caricamenti (che tendevano a durare un po' troppo, invero), ma anche e soprattutto grazie ad una colonna sonora davvero ispirata.



Ricordo che sulle riviste di settore si arrivò a dire che la musica di Agony superasse le possibilità di qualunque software musicale per Amiga, quando in realtà il sottoscritto riuscì a "rippare" (cioè ad estrarre dal codice del programma) i brani musicali del gioco in pochi minuti, ed erano tutti in formato rigorosamente Soundtracker (lo standard per le produzioni musicale Amiga)! Questo dimostra che anche nell'informatica la qualità di una produzione dipende prima di tutto dalle mani di chi la crea, e non dai mezzi che utilizza.



Le musiche sono quindi molto belle (meno belle quelle in-game, invero a volte un po' stucchevoli), e dal punto di vista tecnico nulla da dire, anche se l'area di gioco è un pochino ridotta rispetto allo schermo effettivamente disponibile. Bellissima anche la grafica, con animazioni davvero ben fatte (addirittura eccellente l'animazione del gufo, il nostro alter-ego digitale).



Dal punto di vista del gioco, invece, non siamo davanti a qualcosa di così meraviglioso. Agony si lascia giocare, malgrado i lunghi tempi di caricamento dei livelli; il gioco scorre via liscio e non si ferma mai (fino al boss di fine livello, lo scorrimento non si blocca mai, nemmeno quando si muore); la difficoltà è abbastanza alla portata di tutti, pur se il gufo è davvero troppo grosso rispetto a tutto il resto e quindi, pur essendo pochi i proiettili sparati per lo schermo, è richiesta una certa "abitudine" al gioco prima di prendere le misure.



Per come è strutturato, Agony mi ha ricordato molto Menace, altro gioco di cui ho parlato mesi addietro. Esattamente come nel titolo DMA Design, nel gioco si devono attraversare i livelli a velocità costante, cercando di evitare ogni tipo di contatto, incontrando ondate di nemici che arrivano sempre nello stesso modo e nello stesso punto. Ci si può potenziare con alcune pozioni, fino ad arrivare ad avere uno sparo grande quasi due terzi di schermo, e alla fine del percorso si devono abbattere i boss. Tutto qui, nessun'invenzione, nessun imprevisto, nessuna aggiunta al gameplay.



E' divertente? Sì. E' memorabile? No. Soprattutto oggi che, una grafica e un sonoro di questa caratura, non si riesce più a considerarli qualcosa di speciale, visto che i nostri sensi sono abituati a ben altro. Lo ripeto, c'è tanto fumo ed è presente anche un po' arrosto, in questo Agony, per cui il titolo è valido, ma non credo che possa rimanere nella storia solo per la bella musica dei titoli o le animazioni accurate.
E' comunque da provare. 


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