giovedì 22 giugno 2023

Escape from the Mindmaster



Escape from the Mindmaster - 1982 - Versione Atari 2600


Nell'epoca Atari Vcs c'erano giochi mezza generazione più avanti rispetto agli altri, sto alludendo ai (purtroppo pochi) titoli sviluppati per il Supercharger della Starpath, un cartuccione che consentiva di avere una RAM estesa (circa 6 kbyte) e i cui titoli venivano caricati da nastro, come accadeva con i più potenti home computer. Questi giochi quindi avevano una marcia in più, pur dovendo sottostare alle stringenti limitazioni tecniche della console. Ho già avuto modo in precedenza di parlare di quello che probabilmente è il titolo migliore del lotto, "Survival Island", e di qualche altro titolo minore, e quindi non potevo certo esimermi dal recensire questo Escape from the Mindmaster, uno dei migliori giochi mai visti sul buon VCS.


Il gioco in sé è molto semplice: bisogna prelevare degli oggetti sparsi casualmente in un labirinto per posizionarli altrove. Si muore se non lo si fa entro il tempo limite, se si viene catturati da un mostrino (che a 12 anni avevo soprannominato "il tanghero") o se si va a sbattere contro i raggi che di tanto in tanto attraversano le pareti. Il gioco in sè è quindi piuttosto facile da capire e anche da eseguire, benché ad ogni livello diventi sempre più difficile anche solo capire dove vadano posizionati gli oggetti (dipende dalla forma, che diventa sempre meno elementare). Il tutto rappresenta comunque una bella sfida, capace di dare tante soddisfazioni quando si arriva alla fine di uno dei suoi 6 livelli. Vi sono inoltre dei piccoli sottogiochi che ci permettono di alzare il punteggio: nulla di sofisticato, ma sono un buon diversivo.


Quello che spacca in questo gioco è però la realizzazione tecnica. Il gioco ti mette in prima persona con una visuale alla dungeon master che ancora oggi impressione per quanto sia colorata e fatta bene. Credimi, sembra impossibile che questo gioco stia girando sul vetusto Atari 2600, ed è la dimostrazione della grandezza del suo sviluppatore, quel Dennis Caswell che ci portò poi quel capolavoro di Impossibile Mission su Commodore 64. Il gioco è davvero bellissimo da vedere e giocare, e anche se i labirinti sono pochi e molto simili tra loro l'atmosfera che regala questo gioco è davvero fantastica. Per non parlare dell'angoscia che suscita il suono i sottofondo che si fa sempre più acuto mano a mano che il tanghero si avvicina.



Oggi probabilmente non ha molto senso cimentarsi con questo titolo, ma per l'epoca era davvero qualcosa di originale e mai visto su una console. Devo riconoscere però che anche oggi, rigiocandoci, lo trovo abbastanza avvince, per cui non posso che consigliarti comunque di provarlo.



2 commenti:

  1. Non pensavo che il buon 2600 fosse capace di tanto. 😲
    E soprattutto un enorme GRAZIE per mantenere attuali i titoli diversamente giovani.

    RispondiElimina
  2. Probabilmente un gioco così potrà apprezzarlo solo chi ha avuto un Atari Vcs, ma resta il fatto che sia un piccolo miracolo di programmazione.

    RispondiElimina