giovedì 17 gennaio 2019

Bump'n'Jump / Brunin' Rubber - Uno dei più grandi mangiasoldi di tutti i tempi



Bump'n'Jump - 1982 - Verisone Arcade



Questo terribile giochillo, altresì noto come Burnin' Rubber (soprattutto per la sua incarnazione per il Commodore 64 di cui parlerò uno dei prossimi giorni), è il classico esempio di "gioco bello ma bastardo". Bello è bello, non c'è che dire. Ancora oggi ha un bell'aspetto, molto "8-bit", ma è uno di quei giochi 8-bit piacevoli alla vista. E se ancora adesso lo trovo graficamente bellino, figurati quanto potesse affascinarmi nel 1982! Scrolling fluidissimo, grafica pulita e molto colorata, nemici ben caratterizzati e sonoro accattivante (con una musichina diabolicamente allegra e galvanizzante). Potendo quindi contare su una giocabilità sopraffina e un aspetto tecnico rispettabilissimo, il divertimento era assicurato. Ed infatti il bambino Barabba ha a giocato Bump'n'Jump alla morte!


In questo arcade si deve semplicemente correre su una pista disegnata tutta in rettilineo, non c'è mai alcuna curva. Bisogna solo evitare di impattare contro i bordi della pista o contro gli ostacoli  piazzati sull'asfalto (principalmente ci sono delle rocce o dei fossati) perché ovviamente ci fanno morire sfracellati.
Concettualmente è quindi un gioco semplicissimo e basta un po' di pratica per imparare a capire come evitare, o sfruttare a proprio vantaggio, gli impatti con le diverse tipologie di veicoli nemici che cercheranno, urtandoci, di farci rimbalzare fino a portarci ad urtare contro i bordi della strada.


Le auto nemiche possono a loro volta andarsi a sfracellare, se spinte con la giusta malizia, ma eliminarle serve solo a fare punti in quanto ogni auto distrutta viene subito rimpiazzata da un altro mezzo, all'infinito.
Per evitare i contatti, oltre a poter rallentare e svincolare a destra e a sinistra tra i vari mezzi che ci sbarrano la strada, si può SALTARE. La meccanica principale del gioco ruota infatti attorno al tasto di salto. Il salto è possibile solo da una certa velocità (sullo schermo appare un indicatore apposito),  ma ad ogni volo effettuato si perde velocità, per cui è impossibile inanellare più di 3 o 4 salti consecutivamente. Se all'atterraggio si finisce su un ostacolo, ovviamente, si muore. Se invece si cade in testa ad un'auto nemica la si può distruggere (avviando una serie di bonus) ma si perderà il controllo del nostro mezzo per qualche istante.


Durante il salto è ancora possibile spostarsi a destra e a sinistra, ma non si può agire sulla lunghezza del salto stesso, che dipende solo ed esclusivamente dalla velocità con cui si è spiccato il volo. Questo significa che saltare in modo sconsiderato può causare la morte. Perché? Semplice, perché ci sono molti punti, lungo la pista, in cui la strada si interrompe ed è necessario saltare per non morire, finito l'asfalto, cadendo in mare. Ed è qui che casca l'asino!


Premessa d'obbligo: il gioco ci informa che ci sono 32 stage prima del finale. Ovviamente ho sempre voluto vedere il finale, ma non mi sono mai nemmeno lontanamente avvicinato a questo traguardo.
Credo, al netto di centinaia di partite, di non essere mai arrivato oltre l'undicesimo quadro. Infatti, oltre alla difficoltà intrinseca del gioco che fin dal sesto stage diventa davvero tosto per quantità di ostacoli e vetture da evitare in mezzo allo schermo, diventa presto obbligatorio imparare i punti precisi da cui spiccare i salti, alla giusta velocità, per azzeccare l'atterraggio esattamente sui punti di asfalto presenti nei sempre più ampi tratti di mare, perché altrimenti è impossibile prevedere dove si atterrerà, e nove volte su dieci si finirà per affondare in mare. In altre parole, bisogna imparare la pista a memoria, e bisogna anche riuscire ad arrivare alla velocità giusta nei posti giusti dove saltare. Questa cosa fa sì che per avanzare anche di un solo stage si debbano fare decine di partite  (non esagero) per memorizzare ogni segmento di strada, rendendo di fatto impossibile finire il gioco. Persino con crediti infiniti (potenza del MAME) l'impresa è improba, visto che ad ogni game over bisogna comunque ripartire dall'inizio dello stage. Insomma dopo qualche ora, fermi magari al decimo stage perché non si riesce ad azzeccare la giusta sequenza di salti, si ci è già rotti le pelotas a sufficienza e la si pianta lì.


Ed è un peccato, perché il gioco è davvero bene fatto. Se però ripenso a quanti soldi mi ha mangiato da bambino, nella promessa di mostrarmi un (ad oggi neanche certo) finale mi sento un po' male. Ogni volta che faccio una partita a Bump'n'Jump provo questo sentimento di amore ed odio verso ogni singolo pixel su schermo, un po' per i soldi che mi ha fregato ma soprattutto per il rammarico di avere tra le mani un titolo che avrebbe potuto essere fantastico ma che inevitabilmente viene rovinato da questa necessità di imparare la pista a memoria per poter progredire.
Resta comunque un classico.



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