lunedì 14 gennaio 2019

Indiana Jones and The Last Crusade, l'avventura grafica.



Indiana Jones and The Last Crusare - 1989 - Versione Pc VGA

Devo ammettere che rigiocare dopo quasi 30 a questo gioco mi ha lasciato di stucco. Non per i suoi meriti ma per quanto MALE me lo ricordassi.
All'epoca lo giocai su Amiga, quindi con un a grafica molto meno colorata e definita rispetto alla versione VGA che ho installato sul mio Rasperry. 


Tuttavia lo ricordavo, dal punto di vista della grafica, sostanzialmente così bello e colorato come l'ho ritrovato nella versione VGA. E' davvero strano come gli anni possano cambiare i nostri ricordi (in meglio). Ma non è certo questo il motivo per cui sono rimasto, per così dire, stranito dalla mia esperienza nel 2019 con Indiana Jones e l'Ultima Crociata. Perché se è vero che graficamente il gioco è ancora godibile e capace di richiamare molto da vicino i personaggi e le situazioni viste nel film, altrettanto non si può dire del reparto "giocabilità".


Probabilmente troppi anni di Monkey Island, e da lì tutta la serie di avventure moderne, mi hanno rammollito, perché questo Indiana Jones mi ha molto negativamente impressionato sotto diversi aspetti. Certamente, trattandosi di un titolo molto vecchio, addirittura la seconda o terza produzione Lucas nell'ambito delle avventure grafiche, molti dei problemi che ho riscontrato affrontando il gioco sono dovuti prima di tutto al fatto che quando questa avventura fu prodotta certe ingenuità erano inevitabili, non essendoci all'epoca altri modelli a cui ispirarsi. Se oggi le avventure sono molto più user friendly, sotto ogni aspetto, lo si deve al lungo lavoro di rifinitura dell'interfaccia e delle meccaniche ludiche che si sono susseguite in anni di evoluzione, uscita dopo uscita.


Il problema principale che mi è saltato subito agli occhi è come sia macchinosa l'altrimenti radiosa interfaccia SCUMM in questo titolo. Riesce davvero difficile, oggi, comprendere perché si debba selezionare il verbo apposito "cos'è" per poter scoprire gli hot spot muovendoci sopra il puntatore. Sembra davvero una macchinosità inutile, e non capisco/ricordo se fosse una scelta dovuta a problemi tecnici o ad una precisa volontà di rendere il gioco più ostico. Oltre a questo anche la composizione delle azioni (verbo+oggetto) sembra sempre richiedere un passaggio in più di quanto potrebbe essere richiesto, e questo oggi si nota eccome.
Trattandosi però di meri problemi di interfaccia, prima o poi se ne scende a patti e si può iniziare a godersi il gioco senza troppi patemi.


Giocando però viene a galla altro. Ed è qui che davvero, lo ammetto, mi ero completamente dimenticato di come fosse Indiana Jones and The Last Crusade. Premettendo che l'aspetto grafico, il sonoro e l'umorismo fanno di questo titolo un succo concentrato di quell'aria che si respirava alla fine degli anni'80, e che per meriti di trama e realizzazione questo gioco merita un posto d'onore tra i migliori tie-in di tutti i tempi (cioè tra quei giochi che sono adattamenti più o meno diretti di un film), cionondimeno molte delle fasi di gioco mi hanno deluso.


Prima di tutto non ricordavo come oltre la metà del gioco si svolgesse guardando dall'alto il nostro Indy in versione minuscola che passeggia per labirinti (siano le catacombe, il castello o il dirigibile).
L'ho trovato molto noioso già nelle catacombe, ma nel castello è stato mortale, con tutte quelle porte da aprire, più o meno interconnesse tra loro. Il dirigibile si poteva saltare, per fortuna, ma a patto di avere il manuale per guidare l'aereo. Peccato che tale manuale fosse praticamente celato in un pixel in una decina di schermate formate da scaffali tutti uguali ad inizio gioco. Altri oggetti, più o meno utili, possono essere persi per strada, se non si va a caccia di pixel col famigerato verbo "cos'è". Questa difficoltà nel reperire oggetti utili rende un po' vano, a mio modesto parere, la possibilità di percorrere strade diverse per raggiungere il sacro Graal, in quanto ad un giocatore medio tale possibilità nemmeno potrebbe palesarsi. 


Sono passati 30 anni, e ricordo che senza internet e senza aiuti riuscii comunque a terminare il gioco.
Ricordo come fossi riuscito a far partire quel benedetto aereo, ma avevo rimosso quanto poteva essere difficile aprirsi questa strada alternativa. La memoria tende a farci questo scherzo, a lasciarci solo ricordi belli. Indiana Jones è un gioco bello, piuttosto impegnativo, ben fatto e davvero attinente al film. Però lo ricordavo più divertente. Oggettivamente più divertente. Ho conservato memoria delle battute, le situazioni simpatiche e i tocchi di classe (come il "censored" ad ogni morte o scena di nudo). La noia dei numerosi e tediosi labirinti e della caccia al pixel s'era invece persa nell'oblio del tempo.
In definitiva datemi retta: se ve lo ricordate vagamente, e vi sembra che fosse bellissimo, non rispolveratelo, lasciate che resti com'è nei vostri pensieri, altrimenti potrebbe deludervi. Questo è il motivo, tra l'altro, per cui non ho incluso foto dei labirinti.

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