sabato 2 marzo 2019

Recensione di River Raid



River Raid - 1982 - Versione Atari 2600


Questo gioco comparve all'improvviso nella mia vita, senza che mai ne avessi sentito parlare prima, quando fu regalato al mio vicino di casa proprio alla festa del suo compleanno. Ci trovammo tutti lì insieme intorno alla tv, un gruppetto di bambini di 12 anni, per provare questo nuovo e misterioso gioco per l'Atari e ne fummo immediatamente conquistati. Effettivamente non avevamo mai visto un gioco così bene fatto per il buon VCS, tanto che rimanemmo tutti a bocca aperta. Lo schermo scorreva fluido e colorato come non mai, buttando su schermo un percorso infinito e sempre morfologicamente diverso, gli effetti sonori erano perfetti, e la giocabilità era praticamente al livello dei titoli da bar. Davvero non mi pareva possibile che la nostra consolle fosse capace di tanto. Ma poi, guardando la scatola, notai una significativa anomalia: tanta meraviglia ci era stata portata non dalla Atari, come per tutte le cartucce a cui avevo giocato fino ad allora, ma da una ditta esterna, tale Activision, il cui logo compariva a volte anche sullo schermo.



Quando finalmente, un po' di giorni dopo, riuscii a farmi prestare il gioco, ed ebbi la possibilità di testarlo da solo e in profondità, notai anche dei piccoli difetti. Intanto mi pareva ridicolo che il nostro mezzo fosse un aereo e non un motoscafo, visto che si sfracellava sui bordi del fiume (ma certo questo non era un buon motivo per criticare il gioco), ma oltre a questo notai che diversamente dai giochi da bar qui nessun nemico ci sparava contro e che quindi l'unica vera difficoltà nel gioco fosse quella di essere abbastanza precisi col joystick per non sfracellarsi contro gli ostacoli, e solo secondariamente poteva essere necessario (purtroppo) memorizzare alcuni percorsi per trovare i serbatoi e non restare a corto di carburante.



Inizio con lo specificare meglio il secondo punto: odio dover imparare a memoria i percorsi, da sempre. River Raid, come un qualunque gioco di corse (che tecnicamente non è, ma nelle meccaniche lo ricorda molto da vicino), necessita di abilità manuale - su cui torno tra poco - e di ricordare come affrontare i punti più ostici, altrimenti il rischio di fallire è quasi inevitabile. Qui non c'è tanto, e comunque non solo, da ricordare la posizione di alcuni nemici bastardi che altrimenti ci mazzeranno in modo subdolo e inevitabile, ma c'è da tenere sempre sotto controllo il livello di carburante, e se si finisce per prendere percorsi senza rifornimenti non c'è nulla da fare se non morire. E' quindi necessario ricordarsi da che parte andare in alcuni bivi...e questo non è bene, secondo me.
L'altra cosa di cui parlavo è invece la precisione dei comandi. Devo ammettere che ho sempre trovato enormi difficoltà ad essere preciso nel manovrare l'aeroplanino, andandomi spessissimo a sfracellare per non aver calcolato il pixel nei passaggi più stretti. In questo, ho scoperto di recente, molto lo si doveva allo stick dell'Atari, probabilmente non adatto per questa tipologia di giochi, visto che utilizzando oggi il pad della PS4 ho trovato invece enormemente più semplice muoversi con precisione: in una manciata di partite sono andato più avanti di quanto non riuscissi a fare sul vero Atari trentanni fa dopo ore e ore di gioco! E non credo di essere diventato più preciso e reattivo con l'età... anzi è vero il contrario!


Comunque, che dire di River Raid oggi? Senz'altro resta uno dei giochi meglio confezionati e studiati per la nostra vecchia console dell'Atari. Le conversioni per altre macchine (io ho giocato solo a quella per il C64) magari sono più ricche graficamente e presentano qualche elemento in più, ma secondo me non hanno lo stesso essenziale fascino dell'originale, che quindi consiglio di provare (e godere) proprio nella sua versione per Atari 2600.



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