Alone in the Dark - 1992 - Versione PC
Giocare ad Alone in the Dark a quasi trentanni dalla sua uscita ti fa capire due cose: la prima è che in questi tre decenni la tecnica (sia dal punto di vista del software che dell'hardware) si è evoluta davvero in modo impressionante, dal momento che il gioco in questione rappresenta in un certo senso non solo un punto di partenza per tutta una tipologia di giochi (i survival horror) che prolificano ancora oggi, ma si può anche dire che tecnicamente Alone in the Dark abbia posto le basi per come vengono concepiti i videogiochi di avventura oggi, rappresentando un gradino fondamentale nel passaggio dalla pixel art, che veniva utilizzata dalla quasi totalità dei giochi di avventura prima dell'arrivo di questo gioco, alla produzione delle animazioni attraverso l'uso di grafica poligonale solida, come invece succede oggi nella quasi totalità dei casi.
Constatare quanto oggi appaia grezzo Alone in the Dark se confrontato con quelle produzioni odierne che ne riprendono ancora il concetto di gioco, vale più di mille parole: è talmente evidente che si può dire che è come se, nell'ambito della scrittura, in trentanni si fosse passati dall'incidere le scritte sulla pietra all'utilizzo delle stampanti laser!
La seconda cosa che salta subito all'occhio è invece che, dannazione!, il ben più noto Resident Evil è davvero una scopiazzatura fatta con la carta carbone di questo Alone in the Dark. I due giochi sono quanto di più simile si sia mai visto: l'ambientazione in una magione antica, gli zombie, le telecamere fisse, la gestione degli oggetti, il metodo di controllo (terribile... sono arrivato a fine gioco senza ancora capire esattamente come fare per correre... a volte mi corre, a volte no... mah!)... tutto è praticamente uguale, un clone, roba che se Alone in the Dark fosse stato prodotto della Nintendo si sarebbe mosso un esercito di avvocati contro la Namco!
Tornando al gioco vero e proprio, nel 2020, Alone in the Dark appare vecchio e goffo, sì, ma ha ancora qualcosina da dire. In termini di atmosfera secondo me ha ancora alcune cose da insegnare a certi giochi moderni, e anche se il sistema di controllo è abbastanza terrificante, alla fine il gioco si lascia giocare senza troppi patemi. Un accompagnamento sonoro gradevole contribuisce a rendere l'esperienza di gioco tutto sommato discreta.
I momenti critici, cioè gli scontri all'arma bianca, sono pochissimi e basta un po' di pratica per poter essere superati senza tirare troppi santi (tra l'altro si può salvare in qualsiasi momento, anche durante una scazzottata). Il gioco è, come spesso accade nelle avventure action, difficile e pieno di momenti "prova e sbaglia", ma solo fintanto che si impara cosa fare, e come farlo: una volta portato a termine una prima volta, e imparato ad affrontare tutti gli ostacoli, Alone in the Dark lo si può terminare in poco più di un'ora di gioco tranquillo.
Tirando le somme probabilmente l'aspetto grafico, sia dei modelli poligonali che degli sfondi, oggi appare - senza giri di parole - pessimo, così come è agghiacciante il sistema di controllo via tastiera, ma io ti consiglio ad ogni modo di provare a caricare questo gioco e fare un po' di esplorazione per la magione. Grazie alla sua atmosfera potresti trovare il gioco sorprendentemente appassionante.
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