lunedì 3 aprile 2023

Cybernoid: The Fighting Machine

 


Cybernoid: The Fighting Machine - 1988 - Versione Commodore 64

Questo gioco mi arrivò sul Commodore 64 pochi giorni prima che dessi via tutto e passassi all'Amiga, fu quindi uno degli ultimi titoli per il mio amato home computer a cui giocai "in tempo reale", cioè nella stessa epoca in cui fu effettivamente pubblicato. Poi uscì anche una versione dello stesso gioco direttamente per l'Amiga ma non mi ci avvicinai nemmeno con le pinze. Non perché Cybernoid fosse un brutto gioco in sé (anzi), ma perché secondo l'opinione del Barabba dell'epoca era ancora il frutto di una concezione antica di fare videogiochi, mentre con l'Amiga si giocava col Mouse o comunque con giochi tecnicamente su altro livello.


Era evidente già nel 1988 quanto Cybernoid fosse a tutti gli effetti un gioco concepito su Spectrum, e lo confermava ogni suo aspetto. Dalla grafica rigorosamente divisa in cellette 8x8, all'inesistenza di un benché minimo accenno allo scorrimento dello schermo (il gioco è diviso in schermate). Tante belle animazioni, ma anche tanti compromessi tecnici che erano tipici della piccola macchina nera a 8 bit. Per non parlare poi della difficoltà mostruosa dovuta non tanto nel capire come affrontare le varie schermate, quanto nel riuscirci concretamente. In particolare era proibitivo riuscire a domare i controlli nelle situazioni dove veniva richiesta una precisione millimetrica e si era anche costretti a lottare con la costante gravità che attirava la nostra navicella verso il basso. Insomma un incubo che, va detto, era tutt'altro che divertente.


Tuttavia Cybernoid è un bel gioco, con la sua personalità, i suoi momenti interessanti e con tanta cura nella sua realizzazione. C'è chi ancora ama questa tipologia di giochi, e al di là della sua maledetta difficoltà, stravede per il fascino che scaturisce da ogni pixel, da ogni minima scelta di design. Io sono parzialmente tra questi, nel senso che resto sempre un po' abbagliato da giochi come Cybernoid. Tuttavia non mi sento di considerarlo alla stregua di un gioco imprescindibile e visto quanto sia difficile portarlo a termine non mi sento neppure di consigliare, oggi, di investirci il tempo e l'impegno che richiederebbe per essere padroneggiato.




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