giovedì 14 marzo 2024

Telengard

 


Telengard - 1982 - Versione Commodore 64


Telengard è un giochino maledetto che può essere descritto come punitivo, macchinoso, senza scopo e dalla realizzazione tecnica imbarazzante. Eppure nel lontano 1984 questa ciofeca emanava un fascino, verso il ragazzino tredicenne che ero, persino superiore a tanti giochi d'azione che giravano sul Commodore 64, colorati e pieni di musiche fantastiche. Esattamente come accadde con la mia prima avventura testuale (quel The Ring of Power di cui parlo qui) questo lento e spartano software apriva la mia fantasia verso mondi fantasy lontani e mai vissuti prima (se non leggendo qualche libro di fiabe). Insomma Telengard mi rapì totalmente.


Almeno finché non mi resi conto che il gioco non aveva uno scopo, non c'era una fine al percorso, un nemico finale da abbattere. Il gioco permetteva solo di razzolare avanti e indietro per i piani di un enorme labirinto per raccogliere oro, e a far progredire il proprio personaggio fino a farlo diventare fortissimo. Insomma praticamente era una versione acerbissima e senza boss di Diablo!



Tuttavia quella grafica così minimale, quella lentezza nel rispondere ai comandi (che faceva sembrare che il computer pensasse, quando in realtà era probabilmente solo programmato in Basic), e la bastardissima difficoltà che all'inizio ti faceva morire a raffica che in confronto Dark Souls è per bambini piccoli, mi hanno inchiodato allo schermo come ipnotizzato. Come detto però tutto questo finì, e accadde non appena elaborai una strategia che mi permettesse di evolvere un minimo il mio omino in modo che non morisse in pochi secondi, ma che potesse anzi salire di livello almeno fino ad un certo punto di tranquillità.



In questo gioco la morte è permanente, cioè se muori devi ricominciare da zero, e un personaggio nudo a livello 1 muore anche solo se un mostro gli fa "buh!". Per fortuna però non è necessario allontanarsi dalle locande (dove riacquisti tutti i punti vita) per trovare utili equipaggiamenti e mostri "gestibili", per cui con la semplice accortezza di risalire immediatamente ad una locanda dopo ogni "incontro" è possibile fare quei 4 o 5 livelli necessari per rendere il gioco meno frustrante. La fortuna è comunque richiesta perché se non riesci a fuggire dai mostri troppo forti quanto sei ancora un personaggio nei suoi primi 2 o 3 livelli, la morte è quasi certa.



A livello 8 il gioco è assolutamente gestibile: i mostri di bassa lega possono essere affrontati quasi senza affanno, e anche fuggire dagli scontri più complicati è quasi sempre una mossa sicura. A quel punto però che senso ha iniziare a mappare i labirinti? Sembrano casuali, forse lo sono anche, non hanno una logica ma soprattutto non conducono ad un fine percorso. Non so quindi cosa ci sia nell'ultimo piano (sono 50 ln tutto) ma penso che non ci sia nulla se non nemici molto più alti di livello. Davanti a questo dato di fatto Telengard perde di ogni attrattiva, perché vinta la sfida della sopravvivenza iniziale non so proprio cosa d'altro questo gioco abbia da offrire. Al netto di questo però è un gioco interessante, soprattutto perché secondo me ha ispirato tantissimi giochi di ruolo per computer venuti successivamente e, lo ammetto, oggi mi sono divertito a rigiocarci un po'.



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