Shining in the Darkness - 1991 - Versione Megadrive
Shining in the Darkness è un gioco alla Wizardry o alla The Bard's Tale ma prodotto in Giappone per una console giapponese. Credo che fosse un caso più unico che raro per il periodo in cui è uscito., infatti mentre oggi ci sono dozzine di giochi giapponesi di questo tipo, soprattutto usciti per console portatili, all'epoca eravamo abituati a vedere cose di questo genere solo su home computer o su Pc.
Dal punto di vista tecnico Shining in the Darkness risente solo un po' di un eccessiva lentezza nella gestione dei menù, soprattutto quando si riordina l'inventario o si compra e si vende equipaggiamento, mentre al contrario il flusso di gioco nel labirinto scivola via piuttosto bene. La grafica è tutto sommato gradevole, anche se un po' spartana nelle fasi di esplorazione. Le fasi nel villaggio e nelle altre situazioni di contorno invece sono ben fatte e ricordano un po' certi manga, sia per la caratterizzazione dei personaggi, sia per le vicende narrate.
Il gioco è però un po' troppo semplicistico e poco profondo nelle meccaniche anche per essere un titolo uscito nel 1991. Le opzioni di gioco sono veramente minimali, così come l'interazione con gli elementi dei vari dungeon. Una cosa che mi dà da pensare è la cronica mancanza di una mappa, che va quindi disegnata a mano, anche se il gioco fornisce ben presto un incantesimo capace di mostrare la mappa statica della piccola zona in cui ci si trova in quell'istante. E' insomma un aiuto alle tue capacità di mappatore, ma non può in alcun modo sostituirsi ad una vera mappa a schermo.
Se è vero che in quei tempi la maggior parte dei giochi richiedessero di disegnare le mappe a mano (cosa che era proprio considerata come una parte integrante del gameplay) è anche vero che altri titoli come Black Crypt (uscito invero nel 1992) ti alleggerivano il compito con un sistema di mapping automatico. Insomma con un automapping probabilmente Shining in the Darkness sarebbe durato molte meno ore ad un giocatore medio, ma l'esperienza di gioco ne sarebbe risultata molto più gratificante. Questo lo si poteva pensare già nel 1991, oggi una situazione di questo tipo è assolutamente inconcepibile.
Benché Shining in the Darkness non sia un gioco difficile, ben presto ci si rende conto che la chiave di tutto è il semplice "grinding". Basta passare del tempo per guadagnare qualche livello che tutti i nemici, fino a quel momento letali, diventano gestibili senza quasi nemmeno studiare strategie particolari. Anzi direi proprio che qui di strategie non ce ne sono: salire di livello e acquistare migliori equipaggiamenti è tutto quello che viene richiesto.
In definitiva Shining in the Darkness nel 1991 sarebbe stato sicuramente un gioco da comprare per tutti i possessori di Megadrive amanti dei giochi di ruolo. Se per dimensioni e complessità perde il confronto persino con un Bard's Tale uscito per Commodore 64 ben cinque anni prima, ne guadagna però in grafica e sonoro e, soprattutto, in atmosfera. Per cui oggi, ti chiederai, vale la pena di essere giocato? Ebbene. secondo me va senz'altro provato ma sono certo che appena ti troverai ad ammazzare mostri su mostri fin dall'inizio, per arrivare almeno a livello 8 e senza fare alcun progresso nella trama, capirai che ci sono tutto sommato cose migliori da fare e giochi da giocare per perderci troppo tempo sopra.
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