sabato 29 giugno 2024

The Awakened Fate: Ultimatum




The Awakened Fate: Ultimatum - 2015 - Versione Playstation 3

Ecco l'ennesimo dungeon crowler a turni, in stile Mystery Dungeons, o per meglio dire questo The Awakened Fate è di nome e di fatto il diretto successore di quel The Guided Fate Paradox di cui ho parlato alcuni mesi fa. Le meccaniche di base sono le stesse, con tutti i limiti che ne conseguono (tra cui, il più evidente, i livelli pseudocasuali che sono praticamente tutti uguali dall'inizio alla fine del gioco), ma ci sono anche delle differenze. 



La più grossa è che morendo,  o terminando un dungeon, si manterrà il livello ottenuto, senza tornare quindi al livello 1. È poi possibile trasformarsi per breve tempo in un angelo o in un demone, potendo così sfruttare le relative abilità e bonus acquistati nel proseguio della storia. 



La storia è vagamente intrigante dovendosi il nostro personaggio destreggiare tra il bene e il male, rappresentati da due sexy signorine che faranno di tutto per attirare la tua attenzione su di loro. Ma al di là di questo siamo sempre davanti alle solite chiacchiere inconcludenti che servono solo a legare le fasi di gameplay e che si possono felicemente tralasciare. 



In definitiva questo gioco non presenta nulla di nuovo e anzi semplifica parecchio le meccaniche tipiche di questa tipologia di rpg. Tutto questo si traduce in un titolo che è piuttosto noioso nelle sue fasi di esplorazione e combattimento. Tra l'altro lo sviluppo del personaggio non è così avvincente come un altri dungeon crowler e quindi, per concludere,  il gioco non mi è piaciuto particolarmente, lo trovo invecchiato male e poco divertente. 





giovedì 27 giugno 2024

Exiled Kingdoms

 


Exiled Kingdoms - 2015? - versione Android

Exiled Kingdoms è fondamentalmente un gioco alla Diablo ma molto meno action, con grafica scadente e in generale è un prodotto poco rifinito, sia per l'aspetto tecnico che per il gameplay. Come ben spiegato nella recensione dell'amico Il Più Antico (metterò il link alla sua bellissima recensione in fondo all'articolo) praticamente siamo di fronte ad un gioco creato da una persona sola, per cui Exiled Kingdoms ha comunque del miracoloso, anche perché giocarlo non è affatto male.


Sono rimasto appeso alla tentazione di sborsare i 5 euro scarsi che costa la versione completa per molto tempo, perché il gameplay è interessante, le missioni sono varie e soprattutto l'esplorazione intriga non poco. Ma d'altra parte la bruttezza delle animazioni e la ripetitività degli scenari, e mettiamoci anche il fatto che è un gioco che richiede moltissime ore per essere completato, mi hanno frenato fino ad oggi. Se avessi un mese di ferie da passare sotto l'ombrellone probabilmente farei il grande passo, ma ora con tutto il backlog che ho, una vocina mi dice di lasciare perdere e dedicarmi ad altro.


Ecco quindi che sto a consigliarti di provarlo: esiste una versione demo con una frazione di tutti i contenuti che puoi effettivamente trovare nel gioco totale, e che ha un tetto al livellamento fissato all'ottavo. Tuttavia provalo, se il gioco ti dovesse prendere probabilmente avrai trovato un prodotto che per pochi spicci ti terrà occupato per una stagione intera, altrimenti non farai altro che, come me, passere avanti. Detto questo ti consiglio di leggere VERA recensione del gioco a questo indirizzo:
https://unaconsolepercapello.blogspot.com/2024/02/il-re-ha-parlato-exiled-kingdoms-android.html?

Ma stai attento che dopo averlo letto ti verrà proprio voglia di giocarlo. Ringrazio quindi Il Più Antico e attendo i vostri pareri a riguardo.




mercoledì 26 giugno 2024

Star Trek: Invasion

 

Star Trek: Invasion - 2000 - Versione Playstation 1

Alla fine degli anni 90, con la prima Playstation mi sembrava di essere tornato ai bei vecchi tempi del Commodore 64, quando bene o male era possibile giocare a qualunque gioco mi venisse in mente, semplicemente perché... avevo il masterizzatore! Ok, non aggiungo altro, ma quello fu un terribile bellissimo periodo di libertà videoludica, dove potevo investire un cd vergine anche per giochi che magari non avrei mai caricato più di un paio di volte. Non è stato però questo il caso del poco conosciuto Star Trek: Invasion, un gioco d'azione spaziale chiaramente ispirato al più noto Colony Wars (che è degli stessi sviluppatori), e che mi trovai a caricare ben più che un paio di volte!

Trattandosi di un gioco basto sull'omonima serie tv, ti invito però a mettere da parte eventuali preconcetti e continuare a leggere quanto segue. “Star Trek: invasion” parte dall’universo a cui si ispira per inventare una storia in perfetto stile “televisivo” nella quale i personaggi della serie (tratti dalla “Next Generation”, quindi scordati pure del Sig.Spock) e le razze che si contendono il dominio del quadrante (tra cui si possono annoverare Umani, Romulani e i mitici Borg, ma anche una nuova e temibile razza aliena) sono solamente un pretesto per creare un filo conduttore tra le diverse missioni alle quali, come piloti della Federazione, saremo assegnati per risolvere situazioni spinose. L’azione di gioco in realtà risulta per lo più estranea dall’universo a cui si ispira, perché se è vero che sono moltissimi gli elementi tipici del mondo di Star Trek che si potranno incontrare – ad iniziare dai tipi di armi e di astronavi nemiche – è anche vero che un gioco come questo, in cui si è alla guida di un piccolo caccia stellare, non può che lasciare perplessi i cultori della serie. Infatti in tutta la storia di Star Trek, diversamente da quanto è di norma nella saga di Guerre Stellari, le battaglie spaziali ricordano molto più da vicino le classiche battaglie navali, dove vascelli di grosse dimensioni cercano di evitare il fuoco nemico con manovre evasive, cercando nel contempo di raggiungere posizioni vantaggiose per aprire il fuoco.

Al contrario i “caccia stellari”, così come sono presentati in “Star Trek: invasion”, praticamente non si sono mai visti nella serie, se non in rarissime occasioni (come ad esempio in una celebre scena del film “L’insurrezione”). Tutto ciò non toglie che l’atmosfera generale del gioco risulti al 100% startrekiana, a partire dalla classica interfaccia stile “Federazione dei Pianeti Uniti”, passando per le voci originali degli interpreti della serie televisiva (tra cui Picard e Worf, ma non manca neppure la voce del comandante Janaway!), fino ad arrivare alle numerose citazioni tratte dalla famigerata “fanta-fisica” di Star Trek, croce e delizia di tutti gli appassionati.

Per quanto possa essere inconsueto salire su un caccia della Federazione, il feeling con la serie rimane quindi invariato: phaser, siluri fotonici e raggi traenti sono in perfetta forma e pronti per essere utilizzati contro qualunque dannato vascello dei Romulani (che spesso si occultano, quei vigliacchi) o contro gli immensi ed apparentemente indistruttibili cubi Borg. A rendere tutto più meno semplice si aggiungono una quantità industriale di detriti vaganti e di asteroidi che faranno di tutto per impattarvi contro e ridurre l’efficienza dei vostri scudi, mentre siete già impegnati ad evitare il fuoco incrociato di un nemico perpetuamente in superiorità numerica. Le missioni da affrontare, dalla semplice battaglia ai classici assegnamenti come scorta, passando per pattugliamenti, rifornimenti ecc., sono numerosissime e ricche di sotto-obbiettivi (alcuni dei quali segreti). Ognuna va affrontata studiando la migliore strategia e tipologia di arma da utilizzare, ma nella maggior parte dei casi la chiave del successo della missione risiede nella sola capacità di sparare a più non posso e di colpire il nemico: “Star Trek: inviasion” è quindi essenzialmente azione pura!

Riuscire ad avere successo è il più delle volte veramente un’impresa, considerata la quantità di vascelli presenti nelle aree di gioco, tutti ben decisi a spararvi contro fino ad abbattervi. Nel contempo la nostra nave risulta piuttosto ostica da manovrare anche se il sistema di controllo può a molti risultare familiare, essendo esattamente lo stesso visto in Colony Wars, serie da cui questo “Star Trek: invasion” eredita quasi tutto, compresa l’impressionante (per i canoni Playstation 1) realizzazione tecnica e la grafica in alta risoluzione. Se quindi si riescono a superare le difficoltà iniziali nel prendere confidenza col caccia (che possiede tra l’altro un sofisticato sistema di aggancio al bersaglio che rende a volte più semplice l’abbattimento del nemico), magari aiutandosi con le missioni di allenamento o giocando contro un amico nell’arena del multiplayer (con schermo suddiviso), non potrai non restare affascinato dalla travolgente azione e dalla bellezza dello spazio circostante, ricco di “presenze” (ostili, neutre o alleate) e di scenari da sogno, come stelle abbaglianti ed enormi pianeti con gli anelli. La fluidità di gioco resta sempre eccellente, anche nelle situazioni più concitate, e grazie ad una colonna sonora di prim’ordine le battaglie risultano piuttosto coinvolgenti: combattendo contro un cubo dei Borg ti troverai davvero a scaricare tutto il tuo odio contro questa razza di mostri che, non curanti della tua aggressività, persisteranno ad invitarti a non opporre resistenza e a lasciarti assimilare!

In definitiva Star Trek: Invasion non è invecchiato così male, grazie all'alta risoluzione e all'eccellente fluidità della grafica. E dal momento che giochi di questo genere, tutto sommato, negli ultimi 20 anni se ne sono visti pochini, resta il consiglio di provarlo e se sei un'amante di Star Trek questo diventa un obbligo! Per tutti gli altri risulta comunque un’ottima produzione da provare.

martedì 25 giugno 2024

DISCOGRAFIA JOVANOTTI prima parte (divagazione)

 


DISCOGRAFIA JOVANOTTI

Chi è della mia generazione non può aver dimenticato che Jovanotti faceva il testimonial per la Nintendo. Era una pubblicità che per l'epoca - fine anni 80 - poteva essere simpatica (soprattutto se avevi 12 anni), ma che già un diciassette/diciottenne come potevo essere io provava un certo imbarazzo guardandola. Tuttavia il Jova era carino, ci rallegrava ed era innocuo, per cui a me ispirava simpatia. Poi qualcosa è cambiato, ma questo lo vedremo in questo meraviglioso articolo (diviso in parti) in cui ti racconterò l'intera discografia del Lorenzo nazionale. Prima di fuggire disgustato però dammi l'onore al merito di essermi puppato in pochi giorni 15 cd interi tutti di fila di questo cantante/rapper, non so in quanti ce l'avrebbero fatta. Ma dovevo farlo perché sono stufo di dire che NON mi piace Jovanotti senza aver davvero ascoltato tutta la sua discografia. Per cui bando alle ciance e facciamo partire il primo LP.




- FOR PRESIDENT (1988)


Primo album, era il periodo da Dj esaltato che emetteva i primi vagiti nella musica house, quella di Pump Up The Volume e dei campionamenti funky di James Brown. Il disco mio parere è un vero disastro visto che l'unico brano con la dignità di essere chiamato canzone è Gimmi Five (il che è tutto dire, ma io comunque ho il 45 giri a casa!), mentre per il resto abbiamo solo urla, risate, versacci, tanti suoni campionati messi alla cazzo e, insomma, quanto si sente può andare bene per una festa in discoteca, dove con un semplice Akai 900 registravi i suoni e ci rappavi sopra, ma compare un disco per sentire sta roba è veramente da folli. Purtroppo la pochezza musicale e il sound tardi anni '80, un po' Beasty Boy, un house, un po' Africa Bambaata, hanno fatto invecchiare For President malissimo, un disco che oggi non lo si può non definire oggettivamente orrendo.



- LA MIA MOTO (1989)


Si cambia musica e sound. A parte qualche rimando al sound precedente nella fase finale del disco, La Mia Moto suona come un disco rock di quelli batteria/basso/chitarra elettrica, una via di mezzo tra i Queen degli anni 70 e la musica di Vasco Rossi, ma senza la classe e la ricercatezza sonora di nessuno dei due. In ogni caso questo disco ha una sua dignità, ha i suoi momenti, ha un sound ancora ascoltabile e godibile. Se fino a qualche anno fa davo la colpa a Max Pezzali e ai suoi 883 per aver distrutto la lingua italiana nelle canzoni pop, mi devo ricredere: è stato Jovanotti con questo LP a compiere il delitto, proponendo testi che sembrano scritti da quindicenni un po' stupidi in preda a crisi ormonali. Al netto di tutto però è un disco che ha una sua personalità, per cui non è da buttare e l'ascolto è gradevole.




- GIOVANI JOVANOTTI (1990)

Altra inversione a U per il buon Jovanotti che questa volta ci propone un album completamente differente da quanto fatto fino ad allora. Prima di tutto i testi: sono dei veri testi di canzoni, niente urletti scemi da DJ sotto anfetamine, niente cazzate per adolescenti. Da questo punto di vista nulla da dire quindi, il divario tra questo disco e i precedenti è enorme ed è assolutamente apprezzabile. L'aspetto musicale invece mi ha sorpreso, in quanto non mi ricordavo quanto questo disco avesse un sound elaborato ma dalle timbriche retrò, anche per il 1990. Ben inteso, questa è musica vera, suonata da fior di professionisti che sanno il fatto loro, e non c'è quasi da nessuna parte l'uso di campionatori, batterie elettroniche e sintetizzatori. Ma è proprio questa mancanza che depotenzia parecchio il sound di un disco che, a mio parere, voleva un po' copiare lo stile dello Zucchero di Oro Incenso e Birra ma che manca quasi completamente il bersaglio. La presenza annoiante di percussioni molto elaborate, ottoni squillanti e soprattutto di un organo Hammond che aveva veramente già rotto i coglioni 10 anni prima, fanno del lato musicale di questo disco un piatto colorato, ricco e elaborato ma che non conquista, sia per via di un retrogusto antico ed eccessivamente barocco, ma anche per la pochezza della scrittura musicale delle vaie canzoni, che mancano di quelle progressioni armoniche un po' elaborate necessarie per supportare questo tipo di arrangiamento. In due parole, il sound di questo disco non mi è piaciuto affatto, e pur riconoscendo il valore dei musicisti che ci hanno lavorato lo trovo completamente fuori luogo. Unica eccezione "Ciao Mamma" che invece ha una bella armonia e ricchezza timbrica. Evitiamo invece commenti su come canta il Jovanotti.





- UNA TRIBU' CHE BALLA (1991)

Nel quarto album di Jovanotti, forse accortasi della sua pochezza nel canto, torna prepotentemente al rap, dedicandosi quasi esclusivamente il rap festaiolo, quello leggero per temi trattati e quindi ricco di risate e altri versi idioti. Musicalmente il disco è molto più anni '90, e anche se conserva una certa coerenza timbrica con Giovani Jovanotti (insomma si direbbe che la produzione sia la stessa), ma il fatto che si molli un po' il cantautorato per tornare al rap, al funky e al breakbeet ha giocoforza portato a una maggior presenza di campionatori e sequenze varie che rendono Una Tribù che Balla molto più moderno e centrato sul suo tempo. Probabilmente questo disco non ha molto da dire e non credo sia ricordato come il migliore di Jova, ma ci sono due considerazioni da fare. La prima è che c'è già qualche tentativo di veicolare messaggi più profondi del semplice "facciamo casino". E' un bene? E' un male? Dipende, ma passare dalla denuncia alla propaganda il passo è breve. Vedremo come proseguirà nei prossimi dischi. La seconda cosa da dire invece riguarda il brano "Quando sarai lontana" che secondo me è proprio bello e malinconico, malgrado Jovanotti canti sempre come un cane. Ho sempre amato questo brano e credo che sia uno dei punti più alti raggiunti dal nostro rapper/cantante.





- LORENZO 1992


Lorenzo continua con una certa coerenza sonora ma presenta un disco quasi esclusivamente rap, ed ha davvero una sound e una serie di brani che rendono questo disco oggettivamente travolgente. Purtroppo inizia anche a fare una serie di minestroni alla Celentano (la cui impronta è ben percepibile) in cui predicozzi populisti, anticasta, buonisti, ambientalisti, anticlericali e addirittura antiabortisti, tutti assolutamente non richiesti e parecchio ingenui, iniziano a fare capolino in testi comunque dosati e formulati bene (se li confronti con i testi dei trappetari di oggi, Jovanotti sembra il Leopardi). In definitiva un disco un po’ invecchiato nei temi, ma ancora molto piacevole da ascoltare.





- LORENZO 1994


Questo sesto album prosegue nella più completa continuità, con il buon Lorenzo che sembra però prendersi un po’ più sul serio rispetto a prima. Questo si riflette in una minore spontaneità e con testi ormai indirizzati verso il predicozzo in maniera non più tanto misurata, anzi il nostro si schiera apertamente. Secondo me si nota anche poca coesione tra un brano e l'altro, come se questo (lunghissimo) disco fosse più una raccolta di pensieri e idee nate in momenti diversi, raccolte, musicate e sequenziate un po’ alla rinfusa. Ottima la produzione musicale,  e non mancano momenti alti (“Piove”, e la commovente “Io ti Cercherò”) e altri un po’ imbarazzanti (come quando canta “affacciati alla finestra bella mia, ooh yeah all right…”), ma in generale il disco precedente è a mio parere migliore, e so bene che la maggior parte della gente la pensa esattamente all'opposto.


[continua...]

sabato 22 giugno 2024

Fishdom

 


Fishdom - 2008 - Versione Nintendo Ds

Ormai si è capito che mi piacciono i giochi in stile match-3, per cui ogni tanto mi cimento con qualche giochino di questo tipo perché è rilassante e dà soddisfazione facilmente. Ne esistono tanti "nativi" per cellulare, ma hanno tutti il difetto che alla fine ti spingono a pagare, e questo è stressante. Per questo li cerco altrove.



Fishdom non offre nulla di particolarmente originale, anzi rientra in tutti i canoni del genere, ma ti premia consentendoti di collezionare acquari che potrai popolare acquistando pesci tropicali, articoli decorativi e attrezzature varie. Mentre giochi poi, uno dei due schermi mostrerà sempre il tuo acquario corrente mentre prende vita, e la cosa è veramente molto carina e rilassante. 



Come detto il gioco in sé non ha nulla di diverso da tutti gli altri titoli dello stesso tipo, tuttavia per lo meno la versione per Nintendo Ds non richiede al giocatore di sborsare moneta sonante per acquistare dei potenziamenti, cosa che invece diventa indispensabile fare nelle versioni per telefonino se si vuole sperare di superare i livelli avanzati. Per questo motivo ritengo che, almeno nella sua versione Ds valga assolutamente la pena di essere provato.





giovedì 20 giugno 2024

South Park - Il bastone della Verità

 


South Park - Il bastone della Verità - 2014 - Versione Xbox360 e Playstation 4

Avrei tante cose da dire di questo gioco, ma cercherò di essere il più breve possibile: South Park - Il bastone della Verità è un signor gioco di ruolo, fatto con tutti i crismi, ricco di meccaniche, abilità, evocazioni, magie, attacchi speciali, attrezzature e armi potenziabili. Insomma c'è tutto quello che un amante dei più classici GDR a turni può volere.


La caratteristica maggiore del titolo è però, inevitabilmente, il suo setting, South Park, e i suoi protagonisti che sono gli stessi della serie tv. Dal punto di vista visivo e dell'audio il gioco sembra in tutto e per tutto lo show televisivo, ma lo sembra anche e soprattutto nei contenuti: turpiloqui, situazioni demenziali, dissacrazione di tutti i temi che ormai vengono affrontati solo secondo i dettami del politicamente corretto, comprese le religioni, l'omosessualità, la pedofilia eccetera.



Insomma giocare a South Park - Il bastone della Verità è come vivere in un episodio di quella serie tv, un'esperienza per adulti con pelo sullo stomaco. Io ne ho, ma qualche volta, lo ammetto, ho vacillato! Se invece conosci bene la serie, e magari l'apprezzi pure, questo gioco è persino meglio di una puntata dello show!



In realtà la versione europea di questo gioco ha subito persino delle censure, soprattutto nei minigiochi che implicavano scene di penetrazione anale, ma la risposta degli sviluppatori alla mannaia della censura è arrivata con una certa ironia, attraverso simpatiche schermate che illustrano a parole quello che "ci siamo persi" (vedi qui sotto).


Personalmente non ho mai seguito la serie televisiva, quindi personaggi e gag ricorrenti mi erano abbastanza ignote prima di iniziare a giocare. Questo non ha impedito però che il gioco mi divertisse e appassionasse. L'umorismo demenziale è gradevole, i costanti riferimenti agli escrementi e ad altri liquidi corporali magari lo sono un po' meno, ma nell'insieme la "genialità" degli autori è notevole e non si può non rimanere affascinati dal continuo bombardamento di situazioni e dialoghi al limite dell'assurdo (e della decenza).



L'avevo già iniziato una decina di anni fa, ma poi - forse perché non conoscevo bene il setting - l'avevo abbandonato dopo poche ore per qualche altro gioco che probabilmente all'epoca mi attirava maggiormente. Non avevo ben inteso le meccaniche e mi trovato leggermente in difficoltà in un punto preciso del gioco, che invece adesso ho affrontato in scioltezza.



L'ho quindi portato a termine solo nel 2024 eppure mi è sembrato ancora un titolo fresco, veloce e nemmeno troppo impegnativo. Insomma è un gioco che per lo più da allegria e divertimento, e questo secondo me è il suo maggior pregio.


Chiaramente questo titolo non è un gioco per tutti, ma anche se non ami la serie (o non la conosci) merita di essere almeno provato in quanto la storia è capace di appassionare. La realizzazione di prim'ordine rende l'esperienza di gioco quanto mai appagante, per cui te lo consiglio quasi senza riserve.



martedì 18 giugno 2024

Loop Hero



Loop Hero - 2021 - Versione Android

L'arrivo su android di Loop Hero è stata una buona occasione per provare una buona volta questo gioco di cui avevo già tanto sentito parlare. Del resto Loop Hero rientra in un genere che sembra perfetto per questa tipologia di dispositivi, essendo tutto gestibile con semplici click (o tap), e non trattandosi di un titolo che richiede chissà quale tipo di risorse tecniche.



Ed effettivamente una delle prime sensazioni che questo gioco trasmette è quella che Loop Hero lo si sarebbe potuto tranquillamente sviluppare su un home computer com l'Amiga, se non addirittura sul Commodore 64. E il gioco sembra saperlo perché oltre a regalarci una grafica quasi a livello 8bit, ci mette a disposizione un filtro CRT che riproduce non solo le scanline ma persino la bombatura dello schermo, il tutto per restituirci la più genuina delle sensazioni anni '80!



Al di là di questo, andiamo al sodo: in Loop Hero passerai la maggior parte del tempo osservando il tuo omino arrancare per un sentiero chiuso a "loop", per fermarsi solo a fare combattimenti automatici ogni qual volta un mostro gli sbarri la strada. Il tuo intervento si limita nell'equipaggiare gli oggetti che mano a mano otterrai da queste battaglie, come nel posizionare "carte location" lungo percorso (foreste, paludi, cimiteri ecc) o elementi di sfondo esterni (montagne, paludi, deserti ecc). Ciascuno di questi elementi da posizionare ha ripercussioni sulle statistiche del nostro eroe o dei nemici che ci sbarreranno la strada, così come ci fornirà risorse o nuovi mostri contro cui combattere.



Quando si ritiene di aver accumulato abbastanza risorse (o ci si rende conto di non essere abbastanza forti per continuare nella nostra passeggiata) è il momento di ritornare al villaggio dove queste risorse accumulate possono essere spese per ingrandire o potenziare la nostra base. Altrimenti, scegliendo di proseguire, ad un certo punto diventa possibile affrontare il boss del livello che, se sconfitto, ci renderà possibile passare allo stage successivo.



Tutto questo sembra semplice, e infatti lo è, ma le variabili sono talmente tante da rendere Loop Hero a tratti davvero avvincente. Purtroppo e ironicamente c'è una certa carenza di varietà proprio nel "loop" di gioco, cosa di cui gli autori sono ben consci visto che ci permettono di accelerare enormemente la velocità in cui si svolgono movimenti e battaglie, e questa è una cosa che ti ritroverai a fare molto presto. 


Anche la mancanza di una seppur minima varietà grafica tra un livello e l'altro mina l'appeal di questo gioco che soffre di una evidente ripetitività. I lentissimi progressi a cui ti conduce ogni nuova scorribanda mitigano solo fino ad un certo punto la sensazione di noia che inevitabilmente si fa strada all'ennesima reiterazione dello stesso identico schema di gioco. E questo è il più grande limite di un titolo che per certi versi è geniale e che ce la mette tutta per gettare carne sul fuoco. Per cui preparati al fatto che, dopo una fase in cui non riesci a scollarti dallo schermo, potresti iniziare a trovare sempre meno stimoli nel reiniziare l'ennesima partita contro gli stessi mostri e posizionando le stesse carte. In ogni caso Loop Hero è un gioco assolutamente da provare.



venerdì 14 giugno 2024

The Hitchhiker's Guide to the Galaxy

 



The Hitchhiker's Guide to the Galaxy - 1984 - Versione on line
(raggiungibile qui

Da quando ho scoperto questa avventura testuale (parliamo del 1988, con l'Amiga) il libro "La Guida Galattica per Austostoppisti" è diventato uno dei miei preferiti. Infatti dopo tante ore di morti costanti (quest'avventura è davvero cattiva e difficile) all'epoca pensai bene di procurarmi il libro per capire bene cosa fare e come andare avanti e... fu amore! L'umorismo demenziale del buon Douglas Adams mi conquistò al punto che poi mi lessi anche gli altri libri della serie. E per quanto riguarda l'avventura testuale: un videogioco tratto da un libro, scritti entrambi dallo stesso autore! Una cosa pazzesca, più unica che rara. Come non lo si poteva amare?


Anche dopo la lettura il gioco rimase di una difficoltà proibitiva, ma fu comunque divertente per quel poco che riuscii ad avanzare (circa metà), in quanto nel gioco furono introdotti molti particolari in più, battute e anche qualche piccola differenza nella trama, il tutto ovviamente per rendere il gioco più interessante. Secondo me vale quindi la pena di provarlo, anche se la difficoltà, lo ribadisco è eccessiva. Si muore facilmente e soprattutto si può rimanere bloccati in ogni momento, se si dimentica di raccogliere qualche oggetto prima che diventi impossibile farlo... insomma l'opposto da quello che ci aspetteremmo oggi.


In ogni caso è possibile giocare alla versione del 2015 raggiungibile al link indicato sopra, che aggiunge un'interfaccia simpatica e tante illustrazioni che rendono la lettura anche più bella da godere, mentre la versione originale aveva solo del puro e semplice testo. Secondo me resta quindi un gioco assolutamente da provare, ma sia la lingua inglese che la sua difficoltà intrinseca rendono The Hitchhiker's Guide to the Galaxy un titolo davvero ostico da risolvere. Peccato.




giovedì 13 giugno 2024

ISOS: A Tale of Equilibrium

 


ISOS: A Tale of Equilibrium - 202? - Versione Android

ISOS: A Tale of Equilibrium è un gioco in cui devi prendere delle decisioni. Vieni posto come Governatore di un pianeta Terra del 2200 in cui i terrestri convivono con gli alieni che hanno colonizzato in massa il nostro pianeta, ma la cui integrazione è abbastanza problematica. In sostanza la situazione in cui vieni posto dal gioco non è dissimile a quella di una qualsiasi società multirazziale, come ad esempio quella USA, in cui la politica (cioè tu) si deve destreggiare prendendo decisioni che non scontentino, o non accontentino troppo, le varie fazioni composte dagli indigeni un po' conservatori, gli alieni che pretendono di integrarsi però introducendo le loro tradizioni e religioni, e l'AI, l'intelligenza artificiale, colei che ci ha posti nella nostra posizione di potere e che potremmo assimilare a quei "poteri forti" (principalmente economici) presenti nella nostra realtà, quelle entità sovranazionali che prosperano se si mantiene uno stato di equilibrio e pace tra i popoli.


Ci vengono quindi presentate delle "carte" che rappresentano problematiche o richieste di vari personaggi facenti parte di quella realtà, e a seconda di come decideremo di reagire causeremo uno spostamento del grado di soddisfazione di queste tre "fazioni" in positivo o in negativo. Sì, ISOS è esattamente un clone di Reigns, ambientato però nel futuro, e ne riprende quindi le stesse identiche meccaniche. Ed esattamente come in Reigns se una fazione risulta troppo scontenta, o troppo felice, il nostro alter ego finirà molto male! 

Il gioco è divertente ma ben presto si riscontrano alcuni problemi, a mio parere. Il primo è che diventa davvero facile, dopo poche partite, capire come mantenere l'equilibrio, e al netto di qualche malus imprevedibile, diventa quasi automatico saper scegliere la giusta risposta per non favorire o sfavorire eccessivamente qualcuno. Questo va a discapito della volontà del giocatore di essere davvero giusto, e e quindi si troverà spesso e volentieri a prendere decisioni di merda solo per tenersi stretta la sedia sotto il culo. 



Secondo problema è che capita troppo spesso di incontrare più volte lo stesso evento anche durante la stessa partita, e questo personalmente mi ha annoiato non poco. E' necessario provare risposte diverse, siamo d'accordo, se si vuole sbloccare altri personaggi ed eventi, ma la sensazione di noia, come detto, è sempre dietro l'angolo. Stempera un po' la situazione la grande ironia che fa da sfondo ad ogni accadimento, grazie alla quale il gioco ci mette davanti agli occhi quelli che sono i drammi della nostra società attuale, che vengono rappresentati con delle parodie agrodolci un po' sopra le righe ma dannatamente facili da decifrare.


In definitiva il gioco è consigliatissimo a chi ama il genere e ancora non si è stufato di questa formula. La leggerezza di tutto quello che viene raccontato in modo così fantasioso e a volte demenziale, si basa però su situazioni problematiche reali, e questo ti lascia anche spazio per pensare. E' una cosa positiva o negativa? Dipende da quello che stai cercando. Certamente ISOS può regalarti una bella esperienza.