Returnal - 2021 - Versione Playstation 5
Returnal fu il primo gioco che installai sull'allora nuova arrivata Playstation 5. Ne avevo sentito parlare molto bene, avevo anche sentito dire che era una grande sfida e che richiedeva molto tempo per ottenere progressi, oltre al fatto che le partite non potevano essere interrotte (grosso problema per un giocatore attempato come me). D'altra parte però tanti giocatori entusiasti descrivevano la bellezza del gameplay e della realizzazione tecnica di questo gioco, per cui fu quasi una scelta obbligata installarlo, anche se sapevo che i giochi "action" non sono proprio il mio massimo, o per lo meno non lo sono più come un tempo.
Dopo un'ora che giravo per luoghi oscuri pieni di messaggi e con qualche sporadico nemico che saltava fuori qua e là, ho però deciso di passare a qualcosa di decisamente più avvincente, Demon's Soul. E Returnal è rimasto lì, per tre anni, intonso, intoccato. Fino a quando Decio mi ha convinto, guardandomi negli occhi, che questo gioco dovevo davvero giocarlo a fondo, senza possibilità che gli dicessi di no. E così è stato: 60 ore su un gioco che all'inizio non avevo capito.
La versione giocata nel 2024 è un po' corretta rispetto alla prima che avevo scaricato, ad iniziare dal fatto che ora si può salvare la partita in ogni momento, se la si vuole interrompere. E questo è un vero toccasana perché alcune partite (o "cicli") possono durare ore. Effettivamente le prime partite durano molto poco. Per diverse ore mi sono ritrovato a morire costantemente senza quasi alcun progresso, spesso dopo soli 5 minuti di gioco. Ma le prime partite sono così: si raccolgono messaggi, si cerca di capire cosa conviene o non conviene fare, e si spara poco, troppo poco per entrare nei meccanismi di combattimento. Secondo alcuni questo serve per "allenare", ma a mio parere il gunplay all'inizio è troppo frammentato per insegnarti a giocare.
Com'è o come non è ad un certo punto si supera il primo boss (forse il momento più difficile del gioco), e qui si apre il gioco vero e proprio. Ci sono 6 diverse zone, simili sotto certi aspetti ma diverse sia nella grafica che nella tipologia di sfide che presenta. I nemici sono ostici ma solo fino ad un certo punto, tutto dipende dalle armi che hai a disposizione, che con l'uso - ciclo dopo ciclo - acquistano potenza e soprattutto proseguendo nell'avventura se ne sbloccano di sempre migliori. Presa un po' di dimestichezza con i comandi e scoperto qualche sistema di copertura, quasi tutti i nemici sono affrontabili, persino i boss che - a mio parere - non sono così difficili. Insomma all'inizio sembra un gioco impossibile, ma dopo tante ore di impegno diventa quasi facile.
Resta il problema non da poco che se muori definitivamente (al netto di alcuni oggetti e bonus che ti salvano la pelle), devi ricominciare tutto da capo. E questo forse è il punto di difficoltà che può scoraggiare i più. Anche se ci sono delle scorciatoie che ti permettono di saltare avanti senza dover ripercorrere i livelli da inizio a fine, è sconsigliabile farlo: ogni moneta, ogni potenziamento, ogni singola briciola che si possa raccogliere nel percorrere i livelli è indispensabile per poter progredire ed eventualmente superare i boss di fine livello. In parole semplici: se si muore si deve ricominciare da capo. Sei disposto a farlo?
Io non lo ero tantissimo, anzi ho avuto diversi momenti di scoraggiamento. Però il gameplay è talmente studiato bene e, soprattutto, l'atmosfera che sprigiona Returnal in ogni suo ambiente è talmente avvolgente che mi sono sempre ritrovato a riprovarci. La trama misteriosa invece non mi ha smosso più di tanto. A me la trama nei giochi interessa come quella dei film porno, cioè zero. Se poi racconta drammi più o meno personali allora posso completamente evitarla che ci guadagna anche il gioco.
Dal punto di vista tecnico Returnal è notevole, ma è l'aspetto artistico che spacca. Anche se non tutte le ambientazioni sono allo stesso livello, questo gioco è comunque qualcosa di davvero unico e caratteristico. L'aspetto sonoro fa il suo dovere egregiamente senza mai eccedere al suo ruolo, ma raggiunge una vetta di eccellenza nell'approcciarsi al boss del quarto livello, quando metro dopo metro una sinfonia suonata all'organo si amplifica arricchendosi di armoniche, dando un tocco tanto drammatico quanto celestiale allo stato d'animo del giocatore (e quindi trasferendoci lo stato d'animo della protagonista). Una sequenza di gioco che va provata!
Per concludere Returnal è un grande gioco, molto meno difficile di quanto possa sembrare durante le prime ore di gioco, ma che va affrontato con caparbietà, pena il rischio di mollare troppo presto. L'unico vero difetto di questo gioco è l'inizio troppo lento, con una carenza di azione nelle prime fasi del gioco e uno sviluppo dell'avatar decisamente soporifero. Ma forse è proprio questo che può rendere, come è successo a me, Returnal un'esperienza memorabile.