domenica 21 ottobre 2018

Ghouls'n Ghosts: altro che Dark Souls


Ghouls'n Ghosts - 1989 - Versione Megadrive


Non ho mai giocato alla versione arcade di questo seguito di Ghosts'n Goblins, probabilmente dalle mie parti non fu mai diffuso quanto il predecessore, quindi non ho esperienze diretta sulla fedeltà di questa conversione per Megadrive. Considerato però quanto il gioco sia comunque brillante e veloce, immagino che sia stato fatto un ottimo lavoro: G'nG è un gioco tecnicamente notevole e perfettamente giocabile anche oggi.


Esattamente come negli altri giochi della serie il nostro prode Arthur deve attraversare vari stage (tra cui l'immancabile cimitero) fino ad arrivare nel cuore della casa del Demone dove poter liberare la solita idiotissima principessa dai capelli blu che, come sempre, lo rimanderà indietro le prima volta per farlo tornare poi da capo con un oggetto necessario per poter accedere al vero boss del gioco (che in questo caso si chiama Loki).


Sono presenti anche delle sezioni un po' originali come quella in cui c'è uno scrolling verticale imposto (come nei più classici "spara e fuggi") per cui, grazie al fatto che in questo gioco si può sparare anche verso l'alto, ci si trova a fronteggiare ondate di mostri che ci vengono incontro e che possiamo solo scansare e distruggere, cerando nel frattempo di non rimanere schiacciati dagli elementi dello scenario.


Come detto questa versione ha una giocabilità eccezionale, grazie ad un comparto tecnico, grafico e sonoro di prim'ordine. Il gioco non ha mai incertezze, tutto va liscio e veloce alla perfezione (a parte qualche sfarfallio nelle fasi più concitate contro i boss). Il problema è semmai un altro.



Il problema che affligge tutta la serie, e in particolar modo questo secondo capitolo, è la difficoltà. Si può dire che in confronto a questo G'nG un qualsiasi Dark Souls sia una passeggiata, e non esagero! Non solo il mondo pullula di nemici che danzano ovunque, spesso sparandoci addosso di tutto, ma vi sono alcuni nemici che è semplicemente impossibile sconfiggere se non si sa esattamente come combatterli, in che punto dello schermo mettersi e con che arma attaccarli.


Qui non parliamo solo di imparare i pattern cui cui i nemici attaccano, ma di memorizzare per il 90% del nostro cammino praticamente tutto quello che va fatto per evitare la morte. Forse solo la primissima fase, quella nel cimitero, permette un po' di improvvisazione ed è quindi necessaria solo un po' di abilità coi comandi per evitare di essere uccisi. Già dalla seconda fase del primo stage se non si sa a memoria quali mostri, in che ordine e in che punto dello schermo attaccheranno, si inizierà a morire a ripetizione e, lo ricordo, i checkpoint qui sono rarissimi, dopo ogni morte e si deve praticamente ricominciare lo stage da capo.



Capite bene che arrivare ad una serie di boss (come ad esempio a fine gioco), dopo una partita di 5 minuti giocata quasi alla perfezione, e vedersi terminati in pochi secondi perché semplicemente non si capisce in che punto dello schermo mettersi per evitare di essere colpiti, almeno a mio parere, è l'antidivertimento. Certo, ci sono i "continue" infiniti, ma spessissimo un continue vuol dire ricominciare lo stage quasi dal principio e dover quindi ripetere magari alcuni passaggi difficilissimi per ripresentarsi di nuovo davanti ad un boss che ci riliquiderà in un momento. E certo, poi ogni volta che si spegne e si riaccende la console si deve davvero ricominciare tutto da capo! Questo tipo di problema esiste anche nel prequel e, in misura molto minore, nel sequel di cui ho già parlato. Tuttavia qui, a mio parere, rasenta davvero livelli inverecondi.


In definitiva, lo ribadisco, il gioco è davvero valido: non credo sia "arcade perfect" ma certamente, visto il livello della realizzazione tecnica, non c'è nulla di cui lamentarsi da questo punto di vista. Io credo che sia ancora esattamente divertente come 30 anni fa, e credo infatti che non ne avrei digerito la difficoltà allora come non la digerisco oggi.


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