Black Crypt - 1992 - Versione Amiga
Primissimo titolo della Raven Software, una Compagnia che ha fatto la storia (Heretic, Hexen, Quake 4, diversi Call of Duties....), Balck Crypt arriva come un clone di Dungeon Master da cui riprende quasi tutto, ma ampliando e aggiungendo molta più varietà nelle ambientazioni.
Quello che mi colpì all'epoca fu soprattutto come questo titolo mostrasse, nella sua categoria, una programmazione molto più evoluta rispetto a quanto s'era visto fino ad allora. Il gioco era veloce, i comandi rispondevano benissimo, c'erano scritte colorate che scorrevano qua e là e vi erano spesso, ad accompagnare gli incantesimi, effetti grafici visti solo nelle migliori demo della scena Amiga indipendente. Era chiaro come questo gioco fosse stato forgiato sul metallo della macchina su cui girava!
Oltre a questo, giocare a Black Crypt si rivelava sempre avvincente anche per la costante presenza di ben definite quest che accompagnavano il nostro peregrinare verso il fondo del labirinto, con mid-boss da sconfiggere per poter raggiungere le nuove scale ed accedere ad altre mappe (sempre piuttosto enormi) da esplorare.
Fortunatamente il gioco è fornito di un eccellente meccanismo di auto-mapping, per cui non vi è alcuna necessità, oggi come allora, di munirsi di carta e matita per non perdersi nei labirinti. Diverse magie permettono di disegnare la mappa, mostrare la bussola, fare luce dove c'è oscurità e via così.
Come detto i livelli sono spesso enormi, e densissimi di avvenimenti, oggetti o nemici. Addirittura si arriverà in un livello completamente sommerso dove, senza adeguati oggetti magici, si affoga in pochi secondi.
Il gioco è disseminato di oggetti di varia natura, dalle semplici magie scritte su pergamene ai vari pezzi di vestiario (diviso su vari livelli), passando per armi, gioielli, chiavi e cibarie. Le magie possono essere memorizzate, in modo analogo a quanto si era visto in Eye of the Beholder (ma fatto in modo molto più veloce e semplice da utilizzare), e sono anche molto varie nel loro impiego, spesso imprescindibili per poter procedere nel gioco.
Malgrado non si debba perdere tempo a tracciare le mappe, risolvere Black Crypt non è affatto un compito breve. Il gioco ha 25 livelli, non tutti enormi, ma veramente densi di accadimenti. Senza contare il fatto che vi sono tantissimi nemici, e molti si rigenerano pure. I "mostri" sono probabilmente l'aspetto meno riuscito del gioco, essendo essenzialmente poco animati e soprattutto poco ispirati. A parte qualche rara eccezione, per la maggior parte sono delle cose davvero insulse (sfere, mostrini minuscoli, facce galleggianti ecc), e alla fine combattere è più un dovere che un piacere.
Questo è davvero l'unico aspetto poco riuscito di un gioco altrimenti davvero eccellente sotto tutti i punti di vista. Se vogliamo c'è un altro punto debole, dovuto più a limitazioni dell'Amiga che all'incapacità degli autori del gioco: sto parlando dei tempi piuttosto lunghi necessari per salvare la posizione, una cosa che invece avrebbe addirittura richiesto, a mio parere, un'opzione di quick save come è presente ormai da decenni nei moderni sparatutto.
Capita spesso di morire o di sprecare inutilmente qualche importante risorsa, pertanto la necessità di ricaricare è piuttosto presente durante tutto il gioco. Oggi, grazie all'emulatore su cui ho fatto girare il gioco, il problema non si ripropone, ma all'epoca era abbastanza una pena. Cionondimeno ricordo che questo è stato uno dei rarissimi giochi in tutta la mia carriera che rigiocai due volte di seguito, decisamente un indice di quanto lo avessi apprezzato.
Anche adesso Black Crypt resta un gioco eccellente e, se amate il genere, consigliatissimo. Difficile il giusto, appassionante, ben realizzato.
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