mercoledì 19 dicembre 2018

Neverending Story



The Neverending Story - 1985 - Versione C64


Come tutti i grandi film usciti negli anni '80 anche The Neverending Story ebbe la sua trasposizione videoludica, nella forma in questo caso della più classica delle avventure testuali. Come meglio si potrebbe adattare infatti un film che a sua volta è nientemeno che l'adattamento di un bellissimo libro per ragazzi (e che tra l'altro il libro stesso di cui è adattamento narra ulteriormente la storia scritta dentro a un libro) se non con un'avventura testuale? La scelta fu quindi ovvia e azzeccatissima.



Effettivamente se si gioca a Neverending Story sul Commodore 64 ci sembra un po' di leggere un libro, basato sul film, illustrato con una serie di immagini che oggi possono sembrare poco chiare e tendenzialmente impastate, ma che all'epoca stupirono per quanto fossero colorate e, soprattutto, estremamente evocative.



Da questo punto di vista il grafico del gioco ha fatto un grandissimo lavoro, disegnando immagini che catturano perfettamente la regia del film: le numerose illustrazioni riadattate ai pochi pixel del C64 sono state prima di tutto scelte con molta intelligenza, in modo che cogliessero gli attimi più rappresentativi della pellicola, e anche nei luoghi dove non è stata inserita un'immagine ad hoc viene molto sagacemente messa di default quella del bambino che legge il libro nella soffitta, a lume di candela, che è davvero l'immagine portante di tutta la pellicola.



L'ottima grafica non si limita solo alle immagini delle varie location: anche gli oggetti dell'inventario vengono mostrati con dei piccoli e iconici ritratti (anzi, a ben vedere questo è l'unico modo per sapere che cosa ci si sta portando dietro durante il gioco, visto che non esiste un comando "inventario"). Infine anche il set di caratteri con cui il gioco stampa su schermo le descrizioni, benché forse possa essere considerato poco leggibile, contribuisce a dare quella sensazione di essere davanti ad un antico libro illustrato, forte anche dai caratteri maiuscoli di inizio capoverso che sono abnormi rispetto al font normale.



Se dal punto di vista grafici The Neverending Story convince appieno, purtroppo però è un gioco che non emette nemmeno un suono per tutta la partita. L'unica eccezione a questo desolante silenzio è il tema suonato nella schermata del titolo, che è un riadattamento efficace ma un po' svogliato del celeberrimo brano di Limahl, un brano mitico che rappresenta una delle punte di diamante della genialità di Giorgio Moroder (anche se in questo caso il nostro Giorgio ha chiaramente saccheggiato Amedeo Minghi).



Purtroppo la cura messa dagli sviluppatori nella rappresentazione grafica non la si trova nemmeno lontanamente nel sistema di gioco. Il "parser" è davvero povero, visto che il gioco capisce pochissimi verbi, e anche le parole che gestisce sono solo lunghe tre lettere. Per esempio "BURN BUS" e "BURN BUSHES" viene inteso allo stesso modo. Quindi il gioco brucerà i cespugli anche se scrivessimo "BURN BUSONEMARRONE". La povertà di verbi si ripercuote anche negli enigmi che si incontrano durante il gioco. Se è vero che bene o male la trama e gli eventi del film vengono rispettati (anche se in modo un po' sommario), le cose da fare sono piuttosto poche, e si finisce per lo più a muoversi negli ambienti mappando o prendendo e lasciando oggetti.



Se non fosse per la magica ambientazione della Storia Infinita, potremmo dire che il gioco non brilli per le trovate intelligenti. L'unico aspetto un po' strano che ricordo molto bene di questo gioco è che se si sta troppo a pensare senza scrivere niente, il programma di sua iniziativa fa passare un turno, ma non so dire che ripercussioni effettive possa avere questa cosa nell'economia del gioco. In ogni caso tutto questo rende il gioco non molto avvincente, anche se come detto l'ambientazione salva la situazione alla grande. 
In definitiva consiglio di dare un'occhiata a questa avventura se amate il film, la cultura Pop anni '80 e vi affascinano le opere in bitmap. Statene alla invece larga se non amate le avventure testuali.



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