The Lords of Midnight - 1985 - Versione C64
The Lords of Midnight non è uno di quei giochi invecchiati bene: ha una grafica praticamente monocromatica, una lentezza quasi esasperante (soprattutto nei primi 5 giorni simulati, quando il turno della CPU impone attese di 3-4 minuti reali, durante i quali si fissa il vuoto in attesa dell'alba), una totale assenza di suoni o musica, e un gameplay piuttosto minimale.
Tuttavia questo titolo resta tra i miei top 10 di sempre per una serie di motivi che vado ad elencare. Per cominciare, tenendo presente che uscì nel lontano 1985, il retro la confezione sfoggiava una mappa stile "signore degli anelli" dichiarando che era totalmente esplorabile, promessa che il gioco manteneva in pieno: si poteva scorrazzare in lungo e in largo per le terre di Mezzanotte, esplorando valli, pianure e foreste, in un mondo ben definito e con addirittura il ciclo giorno/notte. Mai visto nulla di simile prima di allora, e lo stesso libretto di istruzioni conteneva un lungo racconto in stile Tolkien che introduceva al gioco e che lasciava il giocatore nel punto in cui avrebbe iniziato ad impersonare i protagonisti. All'epoca per un ragazzino amante del fantasy quale io ero, tutto questo era la realizzazione di un sogno.
Il gioco era un capolavoro di strategico a turni. Fondamentalmente si doveva spargere i propri uomini per il territori in cerca di generali da arruolare, solitamente i signorotti delle varie cittadelle, per mettere su un esercito abbastanza potente da poter sconfiggere quello nemico, guidato da una decente intelligenza artificiale (programmata però per seguire solo un paio di diverse strategie). Una volta elaborata una strategia ed un percorso ottimali per contrastare le forze nemiche e sferrare la controffensiva, il gioco diventa anche piuttosto semplice. Cionondimeno ho rigiocato questo titolo dozzine di volte.
La grafica, anche se pressoché monocromatica, era comunque molto evocativa e spingeva ad esplorare il territorio (bellissimo vedere in lontananza svettare un torre tra gli alberi). La mancanza di sonoro tutto sommato dava la possibilità di sentire in sottofondo i propri dischi preferiti (personalizzando l'esperienza). I tempi morti (davvero estenuanti) restano quindi il più grande difetto, ma c'è da dire che dal sesto turno in avanti le cose miglioravano progressivamente. Certo, molte partite terminavano dopo pochissimi turni, rendendo quindi molto lenta l'elaborazione di una strategia vincente (quante volte mi sono impantanato nella Piana di Gard!).
Credo in definitiva di aver passato centinaia di ore vagano per queste terre ghiacciate, ad aggirare eserciti nemici, avevo persino fatto diverse mappe tra cui una su pergamena e in china tanto mi aveva preso la scimmia per questo gioco. Come detto non mi sento affatto di consigliare, oggi, a qualcuno di provarlo seriamente. Resta però una pietra miliare nel genere strategico fantasy, il frutto di un uomo geniale, Mike Singleton (che purtroppo non è più tra noi), e resta anche un titolo che occupa saldamente una parte del mio cuore di vecchio giocatore.
Questa qui sotto una delle mappe disegnate di mio pugno che ho conservato fino ad oggi.
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