mercoledì 7 novembre 2018

Survival Island, un antico e sconosciuto gioiello


Survival Island - 1983 - Versione Atari 2600


Questo Survial Island rappresenta per me una sorta di "canto del cigno" per quello che riguarda la gloriosa Atari 2660, giacché fu l'ultimo grande gioco sul qual mi impegnai con questa console prima di passare al Commodore 64. Era il 1984, e tra una puntata di Lamù e una di Drive In, mi dedicai a questo fantastico gioco, cercando di ottenere il punteggio migliore. In effetti più che un punteggio il gioco, nella sequenza finale, elargiva un giudizio legato al tempo impiegato per risolvere il gioco, praticamente veniva premiata la migliore speed run! Ottenni l'agognato "supreme" e mandai  una diapositiva comprovante alla rivista Videogiochi, senza che però venne mai inserito, tristemente, nella tabella dei record.


A parte questo episodio di amarezza ho solo grandi ricordi su questo gioco. Programmato dal geniale Scott Nelson (autore tra l'altro di Summer Games), Suvival Island era venduto su cassetta musicale (e non sui cartuccioni tipici dell'Atari) ed aveva un sistema di multi-load, in quanto diviso in tre parti distinte che comunicavano tra loro attraverso un sistema di password numeriche. La prima fase, la più iconica e geniale, ci vedeva remare su una barchetta in direzione di un'isola vulcanica inizialmente molto distante ma che poi piano piano si sarebbe avvicinata fino a poter sbarcare (con un effetto simile, ma molto migliore, a quanto si sarebbe visto nel primo livello di Aztec Challenge). In questa fase si deve cercare di raccogliere più provviste possibili tra quelle che di tanto in tanto galleggiano sul pelo dell'acqua, evitando nel contempo di urtare diversi disturbatori (squali, sommergibili, mostri verdi e pesci), altrimenti si finisce - ad un primo contatto - in acqua, perdendo le provviste raccolte, e  poi inesorabilmente morti se non si sale in tempo a bordo di una nuova scialuppa.


La seconda fase ci vede a piedi sull'isola alla ricerca del giusto sentiero per arrivare alla sommità. In questa parte del gioco è necessario mappare tutta l'isola (256 schermate diverse!) per trovare il percorso più veloce, diretto e ricco di risorse. Infatti, come nella fase precedente si perdevano punti vita remando, in questa parte del gioco tra trappole, serpenti, pozze di lava e fiumi da guadare, è molto facile trovarsi col contatore a zero, senza contare il fatto che correndo, per fare prima, si perde comunque vita. Per questo è possibile richiamare via menù l'utilizzo degli oggetti che via via si ha raccolto, come cibo, funghi, erbe ecc, ma anche monete per corrompere le guardie che di tanto in tanto ci sbarrano la strada. Tra gli oggetti che si possono trovare lungo il percorso, poi, ci sono anche quelli necessari nella terza e ultima fase del gioco.


Anche questa terza parte richiede che venga disegnata una mappa, trovandoci un un labirinto visto in soggettiva à la Dunegon Master, nel quale è solo necessario trovare un oggetto che ci consentirà di passare alcune barriere che altrimenti ci impedirebbero di procedere. Il labirinto non è particolarmente difficile, a patto di aver raccolto bussola e lampada nella fase precedente! Graficamente è probabilmente la parte più debole del gioco, ma è comunque un qualcosa, per l'epoca, molto originale (anche se già vista in un altro gioco per 2600, "Escape from the Mindmaster"). Usciti dal labirinto, finalmente il gioco ha termine, con una scena finale che non voglio spoilerare!


Survial Island è un gioco davvero notevole. All'epoca, tredicenne, lo amai alla follia (qui sotto una pagina di mappe e appunti che tracciai quando ci giocavo), e devo dire che ancora oggi, al netto di un grafica quasi paleolitica, resta un gioco interessante divertente da portare a termine. Sicuramente uno tra i titoli più profondi  e originali per la mitica console dell'Atari.



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